Robbie Gould sorride, il suo field goal in OT regala ai Bears il fattore campo per i playoffs.
A Chicago (12-2) servono gli straordinari per avere ragione di una Tampa Bay (3-11) assolutamente mai doma, ma alla fine anche l'ultimo traguardo della regular season, il fattore campo per tutte le eventuali gare dei playoffs, è raggiunto. I Bears si presentano alla grande nel loro ritorno al Soldier Field dopo la trasferta di St. Louis, gioca benissimo in attacco e blocca ogni velleità offensiva degli ospiti. Dopo trenata minuti di gioco i Bears si trovano sul 21-3 con i Buccaneers sotto le cento yards totali di guadagno e cinque three and out su otto drive, con l'ultimo interrotto dalla fine del tempo. Nella ripresa però i Bears entrano un po' troppo rilassati e qualche defezione difensiva comincerà a farsi sentire.
Sostituito Bruce Gradkowski (5/11, 37 yards) con il più esperto Tim Rattay (268 yards, 3 TD, INT) i Bucs cominciano a far girare decisamente meglio un attacco che sulle corse di Cadillac Williams (26 yards) non trova il minimo spiraglio e, in particolare, sfrutta al meglio ogni errore di Chicago. Il primo regalo è di Devin Hester, troppo sicuro delle proprie potenzialità e capace di regalare un fumble assolutamente evitabile; ristabilita la giusta distanza grazie a Cedric Benson (15/53, TD), la squadra di coach Smith concede tre big plays uno dopo l'altro, con gli ultimi due che si concludono in endzone grazie agli errori di posizionamento del rookie Danieal Manning. Senza Mike Brown e con Todd Johnson in infermeria il profondo della difesa di Chicago sembra davvero troppo inesperto e troppo rilassato, concedendo a Tampa il lusso di portare Chicago ai playoffs in quella che doveva essere la sfida più scontata del pomeriggio. In over time è l'ennesimo turnover difensivo dei Bears a dare la palla della vittoria a Robbie Gould, il quale, non contento, decide di prolungare il tempo extra calciando fuori dalle 37. Un altro buon drive di Rex Grossman (339 yards, 2 TD), primo quarterback di Chicago a lanciare più di 300 yards in una partita dopo 72 gare, che coincide con l'unica e decisiva ricezione di Rashied Davies per 28 yards, una conversione di terzo down e il secondo tentativo di Gould, stavolta più fortunato. Il 34-31 è un risultato impronosticabile per gare di questo tipo, ma Rattay, al di fuori dell'intercetto lanciato su Chris Harris, ha dato una svolta all'offensiva di Tampa, girando male all'inizio ma pescando alla lunga i punti deboli della difesa dei Bears e connettendo con Joey Galloway (3/107, TD) nei momenti cruciali della gara per giocate da alto guadagno e segnatura. Dall'altra parte preoccupa la condizione difensiva, davvero troppo molle, soprattutto sulle secondarie, nella ripresa dove un grave rilassamento ha rischiato di regalare la vittoria ai Bucs. Bravo Grossman, preciso nel guidare drive decisivi e intelligente nel servire più giocatori di volta in volta, sfruttando alla grande il TE Desmond Clark (125 yards) autore di entrambe le mete su lancio dei Bears.
Insieme a Chicago giungono in postseason anche Dallas e New Orleans (9-5) anche se solo i Cowboys hanno fatto il loro dovere sul campo. Nell'anticipo di sabato la squadra di Bill Parcells ha sofferto tre quarti prima di riuscire a creare il break decisivo sugli Atlanta Falcons di un ottimo Michael Vick (237 yards, 4 TD, INT). Le due mete di Marion Barber (11/69) tra fine terzo inizio quarto periodo hanno creato la differenza tra due gare che per lunghi tratti si sono equilibrate sul campo in maniera quasi perfetta. Ancora buona la prova di Tony Romo (22/29, 278 yds, 2 TD, INT) che guida l'attacco attualmente più in forma della Lega alla sesta vittoria come starter; ottimo il contributo di Terrell Owens che riceve per 69 yards e due TD, di cui uno splendido, ma che riesce anche a macchiarsi di un episodio indegno per un grande campione come lui. Non sarà una novità , ma lo sputo all'avversario, nel repertorio di TO, ancora mancava; ne fa le spese DeAngelo Hall e qualunque cosa si a successa si fa davvero fatica a giustificare la reazione di Owens. Non è la prima volta, certo, ma in questo caso mancano le parole, a meno che non si voglia usare l'unica utilizzate dal grande Terry Bradshaw per Fox Sport, uno che di fuori di testa ne ha visti e conosciuti tanti. Owens: Idiot. Io sto con Terry, si sappia.
Dallas continua comunque a dominare la East approfittando anche dello scontro diretto del Giants Stadium dove i Philadelphia Eagles (8-6) di Jeff Garcia (237 yds, TD, INT) si prendono vittoria e vendetta nel rematch contro la New York (7-7) di Eli Manning (282 yds, 2 INT) Manning bravo per buona parte della gara, ma ancora troppo avvezzo all'errore e, soprattutto, inconsistente nei momenti decisivi. Phila gioca con l'aria di chi non ha nulla da perdere e può permettersi di scherzare col fuoco senza bruciarsi. Brian Westbrook la fa da padrone correndo 97 yards (con 2 TD) e ricevendo 40 yards, rendendosi spesso imprendibile per le "morbide" secondarie dei Big Blue. Un immenso Plaxico Burress (6/120) non basta a Manning per chiudere la gara, un quarterback che sembra soffrire troppo l'assenza dell'altro bersaglio (Amani Toomer) e che va a fidarsi troppo sempre della stessa giocata. Se la meta di Brandon Jacobs sembrava dare finalmente il colpo di grazia a Phila, ci hanno poi pensato Reggie Brown in ricezione e Trent Cole, proprio intercettando Manning, a collezionare le giocate che regalavano, alla fine, 15 punti decisivi per il 36-22. Con questa sconfitta i Giants vedono stringersi sempre di più la fessura attraverso la quale poter passare per entrare nelle gare di gennaio, ma restano a galla grazie al calendario che metterà di fronte le due più dirette concorrenti per il rush finale, Philadelphia e Atlanta, nell'ultima di campionato.
Sempre nella East è anche Washington (5-9) a far festa battendo New Orleans regalandosi una grande impresa e donando agli odiati Cowboys la possibilità di lottare per il bye al primo turno di playoffs. C'è un buon Jason Campbell (13/28, 204 yds, TD) a guidare l'impresa degli 'Skins (16-10) al Louisiana Super Dome, ma soprattutto c'è la vecchia stoica difesa. Deuce McAllister fermato a 48 rushing yards, Reggie Bush a 14 e a 19 su ricezione; Marques Colston arriva invece a 84 (su sette palloni), ma non riesce mai ad infierire. La sola meta di Santana Moss (3/37) su ricezione ei calci di Shaun Suisham spingono la squadra della capitale alla vittoria grazie alle imprese difensive e alla gestione del pallone e del cronometro, affidate alle mani di Ladell Betts, di nuovo super-affidabile runningback per talento e fisicità .
Con questa situazione a New Orleans è però bastato guardare agli altri campi per festeggiare e oltre ai Falcons ha gioito per il crollo dei Carolina Panthers (6-8), spazzata via in casa per 37-3 dai Pittsburgh Steelers. Squadra materasso per i campioni in carica questa Carolina, incapace di arginare qualsiasi tipo di gioco avversario, fosse esso offensivo, di Special Team, su corsa o su lancio. Solo John Kasay a quattro secondi dall'half time riesce a mettere a segno tre punti che salvano la squadra dallo shutout; altra prova nulla sulle corse per gli uomini di John Fox, con un DeAngelo Williams ancora troppo fermo ai box in onore delle 42 yards corse da DeShaun Foster e un Chris Weinke (170 yards, INT) nella classica giornata no. Fox ne approfitta per mettere in campo il rookie Brett Basanez, ultimo QB da testare in questo misero 2006, ed il ragazzo non delude concedendo un buon drive fino nei meandri della redzone avversaria. Peccato che, sul più bello, anche Basanez trovi un ostacolo tra lui e Steve Smith (5/56) e l'ovale finisca tra le mani di Ike Taylor.
Resta invece in netto comando della West Seattle (8-6), nonostante la sconfitta nel Thursday Night di NFL Network perso grazie a un devastante quarto periodo orchestrato da Alex Smith (162 yards, 2 TD, RSH TD) e dai suoi San Francisco 49ers (6-8). Quindici minuti di fuoco all'interno dei quali i Niners hanno messo a segno 21 punti concludendo la gara sul 24-14 e rinviando i festeggiamenti per dei Seahawks lontani ormai anni luce da quelli che conquistarono l'accesso al Super Bowl nel gennaio scorso; e dire che potenzialmente erano migliorati. Smith trova modo di mandare in TD la prima scelta Vernon Davis (3/15) ed il sempre più dominante Frank Gore (144 yards corse), prima di completare il capolavoro grazie alle proprie gambe. Annichiliti gli 'Hawks, incapaci di colpire nonostante i lievi miglioramenti di Shaun Alexander (73 yards, TD) e la gara tranquilla di Matt Hasselbeck il quale, nella ripresa, crolla facendosi intercettare da Shawntae Spencer e Mark Roman, permettendo a San Francisco di conquistare fiducia e dominare la gara nel finale. Seattle si è trovata ad essere davvero troppo inconcludente, trovando serie difficoltà con la difesa dei Niners e nulla è migliorato dopo il TD di Alexander nel primo quarto quando, al contrario, per vedere la seconda segnatura i fans dei Seahawks hanno dovuto attendere il termine della gara quando, a nove secondi dalla sirena, Jerramy Stevens ha addolcito una pillola piuttosto amara.
Fortuna per Seattle la division West non è proprio il top, tanto che Arizona (4-10) regala fior di emozioni al rookie Jay Cutler nella vittoria di Denver per 37-20 e St. Louis (6-8) è ormai troppo lontana per il miracolo e ne approfitta soltanto per sbarazzarsi senza problemi dei derelitti Oakland Raiders (20-0). In Arizona non funziona nulla e la squadra sembra quasi aver tirato i remi in barca aspettando la meritata pausa di fine campionato, con un Matt Leinart sempre bravo a muoversi e lanciare ma anche a mettersi in difficoltà senza la dovuta protezione dei compagni; Champ Bailey ne approfitta e gli strappa ben due palloni, ed anche se le corse dei Cardinals sembrano abbastanza rodate per l'occasione le secondarie concedono il primo TD da favola a Cutler, il quale pesca subito Javon Walker per 54 yards. I Rams fanno il compitino ma lo fanno davvero bene. Servono due quarti per prendere le misure ai Raiders, trenta minuti di football dove il solo Jeff Wilkins (2/2) riesce a mettere a referto qualche punto grazie a due field goal. Il resto è uno show di Steven Jackson (31/127) che lascia a riposo Marc Bulger (11/22, 137 yards) e receivers scorrazzando per tutto il campo e segnando due mete nella ripresa, una per quarto.
La NFC ha poi vissuto delle altre due partite che coinvolgevano gli inermi rivali dei Chicago Bears nella North. Scontro diretto a Green Bay, tra Packers (6-8) e Lions (2-12), in una partita brutta e noiosa dove a regnare sono stai gli intercetti. Tre quelli subiti da Brett Favre (174 yards) e due quelli di Jon Kitna (135) in una gara dove alla fine la differenza la va a fare Vernand Morency, il quale ha il pregio di segnare due TD tra un field goal e l'altro. Sbaglia molto Favre pur avendo spesso il tempo giusto per giocare e senza subire una pressione davvero troppo asfissiante. Jamar Fletcher (secondo intercetto consecutivo), Dre' Bly e Paris Lenon gli rovinano la festa, mentre dall'altra parte il povero Kitna è spesso in balia delle incursioni avversarie, con Aaron Kampman (2 sacks) e Cullen Jenkins (3) a farla da padroni. Minnesota (6-8), l'ultima del lotto della North, perde (13-26) in casa con i Jets e si fa raggiungere proprio dalla squadra di Brett Favre. Tarvaris Jackson (14/23, 177 yds, TD, INT) e Brad Johnson (10/17, 96 yds, TD) si danno Il cambio con netta predilezione per il rookie, a questo punto della stagione da testare fino in fondo. Le corse dei Vikes non funzionano benissimo, ma perlomeno la difesa limita bene quelle avversarie, con in evidenza il linebacker Napoleon Harris che accende una luce per ogni categoria difensiva (3 tackle, Sack, FF, INT). Le 339 yards concesse a Chad Pennington risultano però fatali alla franchigia guidata da Brad Childress, che può sorridere solo nel finale quando Jackson guida un buon drive su passaggi e lo conclude con un big play (33 yards) per Mewelde Moore. Il drive seguente David Barrett lo intercetterà , ma questa, per molti, sembra già un'altra storia.