Tiki Barber continua a spingere i Giants verso una wild card.
Le due division maggiormente impegnate nella lotta ai playoffs (East e South) hanno vissuto ieri di scontri importanti e tirati al limite dando però solo una piccola mossa alle classifiche senza che si possano contare già primi verdetti.
Del Sunday Night si parla in altre pagine di Playit, ma la sconfitta interna dei Dallas Cowboys (8-5) contro i New Orleans Saints (9-4) oltre a ridimensionare in parte le quotazioni degli uomini di Parcells in virtù di un pesantissimo passivo (17-42) riapre uno spiraglio nella corsa al titolo divisionale per Philadelphia e, soprattutto, New York.
I Giants (7-6), che ancora contano il miglior record negli scontri diretti di division, sono tornati finalmente alla vittoria a Charlotte sbarazzandosi per l'occasione dei Carolina Panthers (6-7) versione Chris Weinke regista. L'esperimento di "panchinare" il titolare in difficoltà fisiche (vere o presunte) Jake Delhomme non ha avuto grandissima fortuna e, tolti un paio di drive davvero produttivi e dannosi per le secondarie avversarie, anche con il nuovo quarterback il numero di intercetti è stato troppo alto (3).
I Giants hanno trovato in Eli Manning un condottiero in grado, per la seconda gara di fila, di guidare la squadra senza sbavature pur restando lontano da prestazioni davvero convincenti. Il suo 17/33 è valso solamente 172 yards, ma non ha prodotto nessun intercetto e regalato, al contrario, ben tre touchdowns. A supportarlo, oltre al solito Tiki Barber (20/112), ci hanno pensato un ispiratissimo Plaxico Burress (4/77, TD) ed un Jeremy Shockey in versione doppia (TE/WR) capace di conquistare 49 yards ed un TD.
La difesa dei Giants è partita soffrendo non poco le aggressioni sul profondo di Weinke (34/61, 423 yds, TD) venendo infilata a ripetizione da un sorprendente Drew Carter (8/144, TD) il quale, a sua volta, giocava benissimo sfruttando soprattutto le attenzioni, spesso durissime, rivolte al compagno Steve Smith.
Totalmente rinunciataria sulle corse (15 giochi) e con un DeAngelo Williams di nuovo tenuto per buona parte della gara sotto naftalina, i Panthers hanno sperato che un quarterback assolutamente arrugginito e da una marea di tempo seriamente lontano dai campi, potesse trovare il ritmo giusto per condurre l'intera gara.
Inizialmente, lo abbiamo detto, è andata così, e nel secondo quarto Carolina ha segnato i 10 punti che le avevano permesso di pareggiare i conti; ma dopo il primo intercetto di Gibril Wilson su un lancio impreciso droppato da Smith, la serie di errori è proseguita combinando in altri due intercetti e nel dilagare, tutto sommato senza fatica, dei Giants fino al 27-13 finale.
La vittoria dei Giants tiene NY saldamente attaccata alla prima wild card disponibile e rischia di affossare definitivamente i Panthers, facendo così anche il gioco dei Philadelphia Eagles (7-6) che soffrono e vincono la gara di Washington contro i Redskins (4-9) per 21-19 e del quale parliamo su altre colonne del nostro sito.
Non è dispiaciuto però nemmeno ad Atlanta (7-6) della sconfitta di Carolina grazie alla quale riesce a staccare in parte l'avversario diretto e mantiene contatto con gli Eagles con la speranza di batterli all'ultima di campionato soffiando loro il passaggio alla postseason. A onor del vero Michael Vick e compagni non brillano nemmeno contro i Tampa Bay Buccaneers (3-10) e devono affidarsi a due episodi per sfruttare altrettanti big plays e mettere al sicuro il 17-6 finale. Vick lancia per 155 yards e un intercetto andando poco oltre il 50% dei completi e le sue corse si fermano a sole 5 yards di guadagno.
I Falcons pasticciano spesso palla in mano generando di frequente pericolosi fumble, ma è proprio su uno forzato ai Bucs che Demorrio Williams trova il pallone per sbloccare lo "0" dallo scoreboard di Atlanta quando si è già nel terzo quarto e Tampa conduce 6-0 per via dei due FG infilati da Matt Bryant (2/3).
La partita tiene vivi gli spettatori perché è sempre aperta, ma il gioco offerto dalle due franchigie in campo è piuttosto soporifero e sembra che poco possa funzionare. Jon Gruden, ormai sicuro di lasciare la Florida a fine stagione, prova a inserire anche Tim Rattay (9/13, 83 yards) per vivacizzare un gioco aereo che, ormai, il rookie Bruce Gradkowski (13/24, 121) non è più in grado di reggere per mancanza di esperienza e "fiato".
Considerando che nemmeno Cadillac Williams riesce più a correre (20/48) è facile intuire che tutto sia stato a lunghi tratti lasciato alle mani di una difesa che, seriamente, ha impiegato ben poche energie per bloccare in tre quarti di gara l'offensiva degli ospiti.
L'efficacia su terzi e quarti down è pressoché inesistente e le due squadre si divertono a scambiarsi possessi tra punt e qualche turnover in maniera quasi completamente paritaria. Alla fine Atlanta farà correre cinque giocatori (per un totale di 139 rushing yards) prima di trovare in Justin Griffith l'arma vincente; il giocatore trova in fatti la meta grazie a una corsa di 21 yards sulle 57 da totali da lui realizzate. Un field goal di Morten Andersen pone fine alla "battaglia" più tranquilla dell'anno.
In attesa del Monday Night del quale si parlerà in modo più approfondito, chiaramente, nella giornata di martedì, segnaliamo il passo falso dei Seattle Seahawks (8-5) che escono battuti dagli Arizona Cardinals (4-9) grazie soprattutto a tre fumble persi che hanno condizionato buona parte della gara dei "falchi del mare".
Non basta la buona prova di Matt Hasselbeck (20/28, 243 yds, 3 TD) a salvare gli 'Hawks dal crollo guidato già dal primo gioco della gara grazie ad una connessione per 56 yards tra Matt Leinart (21/34, 232 yds, 2 TD, INT) e Bryant Johnson (3/81, TD).
Persino la sfida tra runningbacks volge a favore di quel Edgerrin James quest'anno spesso troppo spento e frustrato dietro a una linea indegna di tal nome; Edge porta a casa 115 yards (contro le 76 di Shaun Alexander) e segna la seconda meta della gara, ossia quella che porterà sul 14-0 i Cardinals, un distacco che Seattle non riuscirà a colmare del tutto e verrà aumentato nell'ultimo periodo da Larry Fitzgerald. Qualunque sia il risultato che St. Louis otterrà nel MNF non dovrebbe preoccupare più di tanto gli uomini di coach Holmgren, a patto di riprendersi rapidamente da questo colpo.
Di certo sono ormai tagliati fuori dai giochi i San Francisco 49ers (5-8) sconfitti da Green Bay (5-8) che con Brett Favre in campo hanno perso una sola volta nella storia contro i cerca pepite. Il solito immenso Frank Gore (19/130, TD) non basta ai californiani che si arrendono con tre turnover (due intercetti ad Alex Smith e un fumble di Gore) ai maggiormente produttivi Packers.
Le Cheeseheads guadagnano 420 yards (contro 340) ed ottengono una serie di posizioni di campo sempre molto buone, tanto che sono più i drive conclusi con una segnatura che quelli terminati con un punt. E non concedono turnover, i Packers, che anzi sfruttano le 293 yards lanciate da Favre per segnare due volte su ricezione e la buona giornata del solito Ahman Green (21/77, TD). Sensazionale il big play confezionato dalla coppia Favre-Donald Driver (9-160), con quest'ultimo che chiude in meta una ricezione per un totale di 68 yards.
Frisco rimane terza nella West, mentre seconda nella North è ancora Minnesota (6-7) che comincia forse a rimpiangere qualche passo falso di troppo compiuto durante la stagione. Ci sta tutto, l'era Brad Childress è appena cominciata, e ieri i Vikings si sono comunque tolti lo sfizio di vincere un rivarly game interno alla division. I Detroit Lions (2-11) stavano per essere spazzati via quando, verso la metà del secondo quarto, Brad Johnson (14/22, 159 yds, INT + rsh TD) e compagni si presentavano nella loro redzone già in vantaggio 21-0.
Un lancio del QB ha però permesso l'intercetto di Jamar Fletcher che dopo 88 yards poteva esultare per il TD ottenuto. Un colpo che intorpidiva il gioco, fino a lì concreto e disinvolto, dei Vikings e appannava la vista di un Johnson che preferiva a quel punto non rischiare più nulla ed affidarsi alle corse di un Artose Pinner produttivo come non mai (29/125, 3 TD).
Dall'altra parte il running game era al contrario inesistente fermato dalla difesa più forte nella categoria e portato a un guadagno di" -3! Kevin Jones (9/-3) è riuscito comunque a rifarsi ricevendo quantomeno sei palloni per 67 yards, portando uno di questi in meta e lasciando ai Lions un passivo (30-20) comunque inferiore rispetto a ciò che si preannunciava prima dell'intercetto di Fletcher.
Senza gioco di corse Jon Kitna è stato costretto a lanciare quasi ad ogni gioco, conquistando sì 294 e un td pass, ma anche la bellezza di tre intercetti uno dei quali, ovviamente, portato a segno dallo specialista nel campo "palloni rubati in cielo" Darren Sharper.