Drew Brees guida la cavalcata dei nuovi Saints verso i playoffs.
La corsa ai playoffs della NFC è, come ormai d'abitudine, un affare che si risolve con titoli decisamente in ribasso; le azioni di questa conference, gloriosa tra gli anni ottanta e novanta, si basano ormai solo sugli exploit di un paio di franchigie a stagione, squadre in grado di condurre un buon campionato e, magari, dare filo da torcere al Super Bowl alla diretta concorrente di AFC. Se infatti nell'American Football Conference assistiamo ad una lotta per le wild cards basata su record assolutamente positivi, nella National la questione rischia di risolversi con punteggi appena sufficienti e il rischio che si potrebbe correre è quello di avere addirittura squadre con record perdente a giocarsi la postseason.
Non è lontano il ricordo di due squadre arrivate con 8-8 ai playoffs (2004, Minnesota e St. Louis) e ad oggi già due squadre in vantaggio per una poltrona sul palcoscenico di fine anno sono a 6-6, stesso record delle dirette inseguitrici. La NFC conta solo il primato di aver già mandato avanti una squadra, ossia quei Chicago Bears che, sopravvivendo al clamoroso crollo del proprio quarterback Rex Grossman, si sono liberati agevolmente di una division piuttosto comoda ed hanno staccato domenica il pass per gennaio grazie alla vittoria sui Vikings. Seattle, finalista un anno fa contro Pittsburgh, attende solo la matematica e, dopo il brutto momento passato senza Shaun Alexander e Matt Hasselbeck, ha ripreso la marcia portandosi 8-4 grazie alla vittoria sui Denver Broncos con un calcio di Josh Brown, giunto al quarto field goal decisivo in stagione.
Vittoria fondamentale per coach Holmgren che tiene a debita distanza squadre come St. Louis e San Francisco che pur veleggiando a quota 5-7 nella loro division (NFC West) sarebbero rimaste aggrappate ad una speranza piuttosto concreta in caso di crollo degli 'Hawks. Come previsto la conference attualmente più "ricca" di tutte è la NFC East che ha attualmente tre squadre nel seed. I Dallas Cowboys, dopo aver liberato sul campo il talento di Tony Romo, sono riusciti a ritrovare quella continuità che da quasi tre stagioni andavano cercando e ora sembrano la squadra più in forma della conference. Anche per loro vittoria sulla "sirena" grazie al neo-arrivato Martin Gramatica, veteranissimo della Lega che ha stampato i tre punti decisivi sul tabellone e dato ai texani lo stesso record di Seattle. Se Chicago non molla la presa proprio ora, un bye week al primo turno sembra già assegnato in questa conference e proprio i Cowboys ed i Seahawks si giocheranno, assieme a New Orleans, l'ultimo accesso disponibile.
Dallas ha subito uno scontro diretto con i Saints domenica prossima, gara che con ogni probabilità estrometterà una delle due dalla volata finale destinandola ad uno "spareggio" contro una "ripescata" nel turno di wild card; i Cowboys saranno in casa, ma New Orleans quest'anno è squadra dotata di grande vitalità ed è spesso imprevedibile e capace di imprese non indifferenti. I Saints si godono la grande stagione di Drew Brees e sperano di poter fare il colpaccio visto che delle tre squadre sopraccitate il loro calendario da qua alla fine è il peggiore (@ Dallas, Washington, @ NY Giants, Carolina) con tre squadre in lotta playoffs da affrontare, così come Dallas che dopo aver ospitato New Orleans volerà ad Atlanta ed incontrerà alla week 16 Philadelphia. L'ultima sfida con Detroit sembra una formalità , ma tra lo scontro diretto con i Saints ed il calendario di entrambe le formazioni, Seattle, ormai ristabilita, è la candidata numero uno a diventare #2 del seed NFC con la corona divisionale confermata.
Le gare rimaste ai Seahawks (@ Arizona, San Francisco, San Diego, @ Tampa Bay) prevedono un solo incontro davvero difficile, in casa con i Chargers. Vincere le altre tre partite è assolutamente alla portata di Alexander e soci e potrebbe bastare per confermare il primato subito alle spalle di Chicago, la quale a sua volta punta al fattore campo grazie ad un calendario oramai piuttosto agevole (@ St. Louis, Tampa Bay, @ Detroit, Green Bay); ok, verissimo, c'è il problema Grossman, ma c'è anche una signora difesa, un attacco che ricomincia a correre e quel jolly che risponde al nome di Devin Hester che può regalarti punti pesantissimi in ogni momento.
Comunque si posizionino è assai probabile che Dallas, Seattle e New Orleans riescano in ogni modo a portare a casa la corona divisionale, di conseguenza la battaglia più interessante si giocherà d'ora in poi dietro, dove le ultime quattro partite faranno la differenze tra il paradiso e l'inferno. Con il record di 6-6 ci sono attualmente quattro squadre: New York, Philadelphia, Carolina e Atlanta, con le prime due inserite nella East ed in vantaggio sull'altra coppia che dimora nella South. Visto il record, la presenza delle tante franchigie a 5-7 (San Francisco, St. Louis, Minnesota) non esclude a priori ribaltoni dell'ultima ora, ma per queste tre riuscire a trovare il colpo giusto per infilare quattro squadre in una sola mossa sembra abbastanza improbabile.
New York appare come la favorita del lotto, nonostante gli acciacchi, qualche infortunio di troppo e le quattro sconfitte consecutive. I Giants hanno l'occasione di riprendersi giocando come a Dallas e puntando a un po' più di fortuna e compattezza sul campo in modo da affrontare le prossime due partite come un anticipo di playoffs: dentro o fuori. La trasferta di Carolina e la sfida interna con gli Eagles rappresentano probabilmente l'ultimo vero ostacolo per gli uomini di Tom Coughlin, ed in caso di doppia vittoria difficilmente si lascerebbero sfuggire il permesso per ripresentarsi a gennaio dopo la batosta di un anno fa. La penultima gara con New Orleans potrebbe essere più ostica, ma anticiperebbe una trasferta relativamente tranquilla nella capitale per chiudere il conto e, con quelle due vittorie di cui sopra in saccoccia, non sarebbe poi così problematica. Al contrario una sconfitta complicherebbe le cose, due estrometterebbero certamente i G-Men dalla partita dopo un inizio di stagione davvero buono. I Giants possono puntare su un record divisionale e di conference assolutamente positivo e di vantaggio su tutte le inseguitrici, ma questo manterrà il proprio valore solo se domenica, e poi ancora sette giorni dopo, New York dimostrerà di essere ancora una squadra e di non aver mollato del tutto.
Inutile negare che anche per Carolina e Phila il primo passo sarà quello di vincere contro i Giants per trarre un buon vantaggio sui diretti concorrenti, ma la sconfitta nel recente Monday Night contro gli Eagles ha rovinato i piani di Jake Delhomme, il quale si ritrova ora con i propri colori fuori dal seed ed un calendario proibitivo. I Giants, appunto, ma anche l'orgoglio dei campioni del mondo di Pittsburgh, ancora in casa, e le difficilissime trasferte di New Orleans e Atlanta. Quasi impossibile" una squadra ricca di talento ma che ha ingranato troppo tardi, che ha visto nel proprio QB sciupare troppo spesso le occasioni giuste e che per ben cinque volte in stagione è stata rimontata e battuta nell'ultimo quarto.
A giocarsi l'ultimo posto sembrano quindi rimaste Atlanta e Philadelphia, squadre discontinue e con grossi benché differenti problemi tecnico-tattici. Fuori Donovan McNabb gli Eagles sembrano aver ritrovato nell'esperienza di Jeff Garcia l'uomo chiave per raggiungere un traguardo che, a inizio anno, sembrava una semplice utopia. Gli Eagles si ritrovano in un girone d'inferno che non li favorirà , con tre scontri all'interno della East (con tutta la rivalità che ne consegue) e l'ultima gara, in casa, proprio contro Atlanta. Per Phila è fondamentale vincere a New York e contro i Falcons, imprese che potrebbero bastare; non sarà però facile arrivarci freschi all'ultima sfida, con tre trasferte terribili come quelle di Washington, New York e Dallas. A questo punto, tra mille difficoltà , il #8 potrebbe arrivare proprio in Georgia, dove se Michael Vick ritrovasse un minimo di collaborazione da parte dei propri receivers potrebbe riuscire a guidare l'impresa.
Vincere a Tampa non è impossibile, anzi, e la sfida con Dallas potrebbe essere condizionata, in positivo, dai risultati di altri campi. Per finire la doppia sfida incrociata per guadagnarsi il posto (Carolina, @ Philadelphia), dove se i Falcons ritrovassero un minimo di gioco e serenità potrebbero avere vita facile. Due scontri che, da soli, valgono oro, due partite che contano per un'intera stagione. Per come stanno le cose oggi, in realtà , non è assolutamente facile dire chi possa o meno essere in vantaggio, ma guardando le possibilità a roster la prima da escludere sembrerebbe Philadelphia; gli Eagles però non hanno più niente da perdere, sono rimasti aggrappati ad un sogno finora e difficilmente lo molleranno. Confido nella capacità di Vick di ritrovarsi e dimostrare quanto vale realmente la sua leadership, così come penso che i Giants, alla fine, ricominceranno a vincere e almeno tre gare le porteranno a casa. Poi a gennaio sarà certamente un'altra storia per tutti.
Seed attuale.
1. Chicago*
2. New Orleans
3. Seattle
4. Dallas
5. Giants
6. Philadelphia
*già ai playoffs.