Il ritorno di Hasselback è stato difficoltoso ma Seattle ha avuto ragione dei Packers.
Consueta settimana divisa in due tranche, quella del Thanksgiving al di là dell'oceano con tre partite giocate il giovedì e delle quali avete già potuto leggere su playitusa.
NFC East
Dallas Cowboys 7-4, N.Y.Giants 6-5, Philadelphia Eagles 5-6, Washington Redskins 4-7
Lasciato il commento dei Giants alle parole di Charles addentriamoci dentro la vittoria dei Redskins contro i Panthers.
Joe Gibbs, promosso Jason Campbell in cabina di regia, era deciso a tornare ad un approccio più conservativo, valorizzando maggiormente il gioco di corsa e fermando quello avversario. Con Portis fuori però tutto il peso dell'attacco era nei piedi di Ladell Betts e nelle mani del quarterback al secondo anno.
L'inizio non dei migliori ( 11 yards con le prime cinque corse e 5 punts sui primi 7 possessi offensivi) aveva portato a pensare ad una strategia di gioco sbagliata nonostante i Panthers fossero andati a segno solamente con due field goals.
La differenza finale, in una domenica che dal punto di vista offensivo non ha visto grandissime prestazioni, è stata data dalla ricezione del TE Cooley su un terzo-e-otto in uno schema di cui Campbell non aveva sentito la chiamata e si era affidato più alla ripetitività ed al ricordo dello schema in allenamento che alla decisione di Gibbs dalla sideline.
Il gioco da 66 yards di Cooley ha così dato, a 4 minuti dalla fine, il vantaggio decisivo a Washington che, con la vittoria, ha interrotto la striscia di due sconfitte consecutive e dato spunto al capo allenatore per conferma quanto di buono si sapeva su Campbell, apparso a proprio agio dietro la linea offensiva.
Reparto, tra l'altro, che ha giocato un'ottima partita garantendo al giovane quarterback coperture e tempi concedendo al fronte difensivo dei Panthers un solo sack. Al resto ha pensato una difesa più che buona che ha tenuto il running back avversario a 63 yards su 17 portate limitando anche le ricezioni del duo Smith/Johnson che si era presentato all'appuntamento forte di 104 ricezioni e 1441 yards stagionali.
La miglior partita dei Redskins da due mesi a questa parte ha coinciso con il ritorno alle basi del game plan di Joe Gibbs e di Al Saunders, atteggiamento che il coaching staff potrebbe riproporre anche la settimana prossima in casa contro i Falcons.
Per una squadra che doveva affrontare i Colts arrivarci senza il quarterback titolare non era proprio il massimo anche se Jeff Garcia dà garanzie diverse rispetto all'imprevedibilità che offre Donovan McNabb.
Quello che ha affossato le speranze degli Eagles è stato senza dubbio il piano partita messo in atto da coach Reid e dal coordinatore difensivo Jim Johnson. Con la paura di essere battuti per via aerea dai lanci e dall'intelligenza di Manning, Philadelphia ha messo in campo sempre un difensive back in più, se non talvolta due, con il risultato di concedere tanto spazio per le corse.
Indianapolis ha sfruttato al meglio la situazione correndo ben 41 volte, a fronte di soli 20 passaggi effettuati da Manning, e trovando una risposta deficitaria nella difesa degli Eagles che finiva con il concedere 237 yards totali via terra e 4 touchdowns al rookie Joseph Addai.
Il linebacker Trotter ha motivazione la prestazione asserendo che il problema più grosso sia stata la differenza di peso e di taglia fisica fra i suoi compagni di linea e quelli dei Colts. Coach Reid ha puntato invece il dito sulle coperture mancate, su compiti difensivi non portati a termine, su una pessima prestazione nei placcaggi. La sostanza è che Philadelphia, adesso, ha una sconfitta in più nel record con due partite di distacco dal primato di division e con più di mezzo piede fuori dai playoffs nonostante la terza gara sopra le 100 yards via terra di Westbrook.
Il Monday Night contro i Panthers di domenica prossima potrebbe essere un'occasione per migliorare il record e lasciare la porta che conduce ai playoffs aperta. Una sconfitta, viceversa, avvicinerebbe la squadra all'eliminazione ed alla costrizione sul divano nel mese di gennaio.
NFC North
Chicago Bears 9-2, Minnesota Vikings 5-6, Green Bay Packers 4-7, Detroit Lions 2-9
Se sei titolare della 31° difesa NFL sui passaggi e la prima contro le corse non ci vuole molto a capire quale sia il game plan avversario. Lanciare, lanciare, ed ancora lanciare se avanza il tempo. A maggior ragione se la squadra in questione dimostra un'efficacia offensiva inimmaginabile fino a qualche giorno prima.
E si perché i Vikings venivano da quattro sconfitte consecutive, durante le quali Brad Johnson aveva lanciato un solo touchdown a fronte di 9 picks da parte dei difensori e Minnesota aveva faticato tremendamente a mettere punti sul tabellone.
Segnature che invece non sono mancate nella partita contro i Cardinals dove i Vikings hanno capitalizzato i viaggi nella red zone avversaria andando a punti in quattro occasioni su cinque e sfruttando al meglio le corse di Chester Taylor ( 27 per 136 yards guadagnate ) per controllare l'orologio ( 13 minuti di possesso in più rispetto ai Cards ) e tenendo i drives vivi con 7 conversione su 15 di situazioni di terzo down.
Johnson, ben protetto da una linea offensiva che vedeva due nuovi titolari, ha aperto il campo recapitando palloni a ben 8 giocatori differenti e mettendo su la miglior prestazione stagionale con 271 yards e 3 TDs.
Difensivamente Minnesota, forte della superiorità della propria linea difensiva, ha "costretto" Arizona ha abbandonare ben presto il running game ( 6 corse per 17 yards ) subendo gioco forza i lanci di Leinart ( 51 volte per un totale di 405 yards ) ma concedendo, dato molto più importante, solo un touchdown offensivo.
L'unico appunto ad una difesa che ha forzato 5 palle perse agli avversari vengono dalla pass rush che, nonostante i numerosi drop back di Leinart, è riuscita ad arrivare al quarterback avversario solo una volta. Nota di demerito anche per gli uomini dello special team che hanno concesso il ritorno da 99 in touchdown del primo calcio d'inizio e il recupero di un onside kick nel quarto periodo.
Settimana prossima i Vikings faranno visita ai Bears di cui avete potuto leggere la sconfitta nel pezzo di Santini.
Con Detroit impegnata nella giornata di giovedì lo spazio finale è riservato ai Packers.
Impegnati del Monday Night contro i Seahawks gli uomini guidati da coach McCarthy avevano trovato le condizioni ideali per esaltare il talento e la tenacia di Brett Favre. Neve e temperatura molto bassa.
Il ritorno ad un maggior uso del running game nel piano partita dei Packers ha prodotto, nel primo tempo, buoni risultati con Green in subito in meta dopo una conversione di terzo down di Favre ( una delle 6 realizzate su 14 tentativi ) e la difesa di Seattle a contenere le corse del backfield Packers. L'errore è stato abbandonare ( 5 sole portate nel secondo tempo contro le 14 dei primi 30 minuti) e lasciare il compito di tornare in partita nel braccio e nella mente di Favre.
Che, non certo favorito dalla carente protezione di una offensive line che vedeva tre rookies fra gli uomini in campo, tornava il Favre che tutti abbiamo imparato a conoscere: adepto del rischio.
Nascevano così i tre intercetti che se non portavano a punti la squadra avversaria, perlomeno riportavano sul terreno di gioco una difesa che ha fatto acqua da tutte le parti. In particolare nel difendere il proprio lato destro del campo dove un rientrante Alexander ha trovato praterie e campo nevoso a disposizione per mettere assieme 201 yards terrene.
Le cose non sono andate certo meglio se si guarda alla pass defense scoprendo la famosa coperta corta della difesa di Green Bay. Ovvero che, nella giornata in cui riesce a tenere la coppia di ricevitori avversari a 6 ricezioni e 58 yards, deve subire la prestazione del terzo incomodo ( D.J. Hackett ) che approfitta delle deficienze tecniche e di copertura del nickel back Dendy per andare a segno nel touchdown che dà inizio alla rimonta Seahawks.
Quello che ha sorpreso è stato l'atteggiamento del coordinatore offensivo e dello staff tecnico dei Packers che ha deciso di alleggerire quella pressione su Hasselbeck, che aveva portato ai tre intercetti del primo tempo, per non rischiare di non scoprire il centro del campo e quindi di soffrire sui passaggi nel caso in cui uno dei linebackers andava in blitz.
Ma soprattutto l'aver concesso a Seattle di correre tanto e con profitto senza mai dare l'impressione di essere capaci di fermare il loro ground game invertendo così l'inerzia della partita. Settimana prossima Green Bay cercherà di restare aggrappata a quel sottile filo che si chiama speranza playoffs affrontando i New York Jets in casa.
NFC South
New Orleans Saints 7-4, Carolina Panthers 6-5, Atlanta Falcons 5-6, Tampa Bay Buccaneers 3-8.
I Panthers avevano una striscia aperta di due vittorie e, soprattutto, si erano rimessi in corsa per il primato di division agganciando in testa i Saints. Immaginiamo quindi la frustrazione di coach John Fox dopo la sconfitta della sua squadra contro i Redskins che ha fatto storcere il naso a molti e fatto apparire punti di domanda sul futuro del quarterback.
Quantomeno quello a breve termine, ovvero se questo Delhomme ( 3° intercetto cruciale lanciato nell'ultimo quarto quest'anno ) sia in grado di guidare i Panthers nelle ultime settimane di regular season. Perché è lampante a tutti che quello visto domenica ( 168 yards, 15 incompleti su 38 tentativi, 1 sack, due intercetti e un misero 57.8 di rating ) non può dirigere neanche 11 giocatori in un campo di rugby a Prato.
E pensare che l'attacco di Carolina aveva di fronte la 30° difesa NFL con 28 punti a partita concessi ed un enormità di big plays che sembravano occasioni ( leggi touchdowns ) per la coppia di ricevitori dei Panthers. Invece i difensori dei Redskins sono stati bravi nel contenere il gioco aereo e le ricezioni di Carolina concedendo sì 11 ricezioni ed un TD ( più per bravura di Smith che per propri demeriti ) ma solamente 72 yards.
Con un Delhomme in difficoltà Fox avrebbe potuto spostare il gioco, cosa che ai Panthers riesce sempre bene e pratica che dà , forse, i migliori frutti, sul running game ma l'assenza di Foster da una parte e l'inconsistenza di una linea offensiva ( già 22 sacks concessi contro i 28 totali della passata stagione ) che gioca senza due titolari dall'altra hanno costretto DeAngelo Williams a poveri guadagni di yards nei 17 tentativi avuti a disposizione ( se si esclude la corsa da 28 yards la media a portata cala da 3.7 a 2.19 ).
Difensivamente i Panthers hanno pagato la brutta giornata del cornerback Gamble battuto da Cooley sulla ricezione che ha portato al TD vincente di Washington nonostante Campbell abbia completato solo 11 passaggi per 118 yards e nessun ricevitore di Washington abbia chiuso con più di 3 ricezioni. Il problema maggiore è stato senza dubbio l'inefficacia della difesa sulle corse che ha concesso alla riserva di Portis di correre a 4.3 di media per 104 yards totali ma soprattutto concedendo almeno 7 corse da più di 10 yards.
Settimana prossima i Panthers andranno a Philadelphia nel Monday Night alla ricerca di un gioco meno conservativo di quello finora impostato da Dan Hennings ma soprattutto in cerca di una vittoria che li possa avvicinare a New Orleans.
Saints di cui vi ha parlato benissimo Dave Lavarra nel suo resoconto della partita contro i Falcons con cui New Orleans potrebbe aver preso un vantaggio decisivo per il primato di divisione.
NFC WEST
Seattle Seahawks 7-4, San Francisco 49ers 5-6, St. Louis Rams 5-6, Arizona Cardinals 2-9
Di questi tempi un touchdown non si nega a nessuno. E così i Cardinals hanno pensato bene di resuscitare il moribondo attacco dei Vikings concedendo alla squadra di Childress 4 segnature e soprattutto la gestione del possesso palla inspiegabilmente rinunciando al running game.
E pensare che in settimana Dennis Green aveva appunto sottolineato che nonostante il punto di forza della difesa di Minnesota fosse la solidità contro le corse, la sua squadra non avrebbe abbandonato James sulla sideline. Dove l'ex Colt ha invece finito per passare tutto il quarto periodo.
Onestamente senza senso la strategia di Arizona che ha sì dato a Leinart la possibilità di stabilire il record per un rookie con 405 yards lanciate ma ha anche decretato la sconfitta dei suoi che una gestione più equilibrata dei giochi offensivi forse avrebbe potuto evitare.
La 30° difesa NFL ( quella dei Vikings ) sui passaggi poteva giustificare sì un simile atteggiamento ma allora sarebbero dovuti venire consequenzialmente i risultati ma i troppi errori ( 5 fumbles di cui 3 persi, 2 intercetti, 8 penalità ) dei giocatore di Green hanno vanificato il game plan e prodotto solo un touchdown offensivo, con due terzi down convertiti su 9 tentativi e, quindi, solo 6 corse finali.
La difesa ha subito i lanci di Johnson e le tracce dei ricevitori di Minnesota cui la coppia di cornerback non ha saputo opporre resistenza venendo presa in contropiede tutto il pomeriggio.
Nonostante tutto i tifosi di Arizona possono essere soddisfatti quantomeno dell'impegno profuso dai giocatori, dalla relativa bontà del piano partita ( con gli appunti detti in precedenza ) e della prestazione di Leinart. Resta solo da capire il motivo di quei 30 milioni di dollari spesi per tenere un giocatore fermo in panchina per 15 filati minuti.
Ma questo è un discorso che dovrà affrontare Green a fine stagione. Se ci arriva.
A Seattle il ritorno alla piena efficienza fisica di Shaun Alexander, o almeno quello che è parso vedendolo al rientro, ha coinciso con la vittoria sui Packers. Non certo un caso, anzi proprio il motivo di tale vittoria è da ricercare nella capacità di Seattle di correre ( 49 volte ) a piacimento ( 235 ) fra i difensori di Green Bay imponendo il proprio ritmo alla partita.
Gara che non era partita benissimo con Hasselbeck ancora rugginoso ed impreciso e che aveva, all'intervallo, un rating di 17.0 che poi migliorerà nel secondo tempo quando riusciva a completare il 50% di passaggi ed a mandare in meta tre differenti giocatori. Così Seattle è emersa dal buco nel quale si era cacciata con una condotta di gara non irreprensibile nel primo tempo.
Quattro palle perse nel primo tempo erano costati 14 punti con i quali i Packers avevano costruito un vantaggio andato poi piano piano a scemare. Il rientro di Alexander e Hasselbeck costituisce sicuramente un miglioramento del gioco dei Seahawks è anche la possibilità di trovare i due migliori giocatori in migliori condizioni per l'inizio dei playoffs non essendo logorati da una intera stagione giocata.
Il calendario propone per la settimana prossima la visita a Denver.
Chiudiamo con l'incontro di divisione fra 49ers e Rams con ques'ultimi obbligati a vincere per rimanere attaccati agli avversari e con un inizio che non era stato migliori per giunta.
Contro la peggior difesa NFL sulle corse il piano partita di Mike Nolan è andato verso il proprio numero 21, Gore, che è così diventato il quinto running back nelle ultime sei settimane a correre per più di 100 yards ( 134 per la precisione ) contro la difesa di St. Louis.
L'inefficacia e l'impossibilità della squadra di Linehan a fermare le corse è stata alla base del sorpasso 49ers nel terzo quarto ( 10 minuti di possesso ) e sarebbe stata anche la chiave della vittoria quando un drive infinito di 1 minuti e mezzo con un solo passaggio su 13 giochi non fosse finito su uno stop della difesa Rams ad una yard dal prendere un primo down.
Dal field goal successivo St. Louis ha avuto quasi quattro minuti per mettere assieme il drive vincente che un Bulger perfetto ( 9/9 ) ha capitalizzato mettendo nelle mani di Kevin Curtis un pallone da touchdown per il sorpasso finale.
Da sottolineare il ritorno ad un gioco più equilibrato da parte dei Rams ( 29 corse, 37 lanci ) che ha dato l'occasione al running back Jackson di dimostrare la propria utilità ed efficacia ( 23 corse per 121 yards ed un TD ).
La settimana prossima i Rams ospiteranno, in un altro scontro di division, i Cardinals mentre San Francio andrà a far visita ai Saints.