AFC – Week 12 report

Adam Pacman Jones intercetta Eli Manning e consegna la vittoria ai Titans

Mancano 69 giorni, 15 ore, 8 minuti e 24 secondi al prossimo super bowl, ma per gli Steelers i sogni di difendere il titolo conquistato nel 2005 sono già  finiti. Placcando Big Ben nove volte, e costringendolo a due intercetti, Baltimora ha messo al sicuro il risultato già  nel primo tempo, chiudendo avanti di 17 punti. I numeri della disfatta Pittsburgh: 36 yards nei primi 30 minuti, solo 22 su corsa nel complesso del match, con Parker, terzo miglior runner della lega, ha mostrato i soliti limiti nelle gare in trasferta, dove deve ancora segnare il primo 100 yards game.

McNair è stato efficiente, con 18 su 24 e 140 yards, prima di diventare spettatore non pagante, passando quasi tutto il secondo tempo ad appoggiare la palla nella pancia di Jamal Lewis, ed uscire anzitempo.

Ora i Ravens sono avanti ai rivali per 5 gare, con 5 partite ancora da disputare. "Una prestazione disgustosa" ha dichiarato Bill Cowher “Ora da qui in avanti, dobbiamo solo pensare a schierarci in campo e a giocare al meglio". " E' un passo avanti” ha detto Brian Billick. “Contro un'organizzazione da championship. Hanno un anello, anzi più di uno, ci sentiamo orgogliosi di quello che abbiamo fatto". Il risultato finale è uno shutout, 27 a 0. "Li abbiamo lasciati a 0, in un incontro che contava qualcosa in termini di rivalità " le parole di Suggs "Abbiamo lanciato un messaggio. Non solo a loro per il nostro prossimo incontro, ma anche ai nostri prossimi avversari".

Giornata di shutout nella AFC North. A Cleveland, Cincinnati esce con una vittoria per 30 a 0, con Palmer ancora sugli scudi. 275 yards e 3 touchdown, a fronte di un solo intercetto per il quarterback dei Bengals, che sono al primo shutout dal 1989. Ma ciò che ha impressionato di più è stata la difesa, tornata opportunistica come nel 2005. La squadra arrivava a questo incontro con il peggior reparto della lega, con oltre 350 yards concesse ad incontro. Contro i Browns: 4 intercetti, un fumble, 203 yards concesse con soli 9 primi downs. Tutto facile, ma questo era scontato, anche in attacco. A segno in tre dei primi 4 possessi la formazione ha indirizzato il match fin dall'inizio, passeggiando per i restanti 30 minuti.

Il peggio di se i Browns non lo hanno dato in campo ma sulla sideline, dove si sono viste scene non proprio edificanti fra Edwards e Frye, quasi venuti alle vie di fatto, e divisi dai compagni. “Tutto a posto” il commento di Frye ” I nostri avversari più pericolosi, per il momento, siamo Noi stessi. Dobbiamo ritornare tutti sulla stessa lunghezza d'onda e lottare per vincere. Dobbiamo smetterla di farci i dispetti e giocare contro gli avversari, non contro Noi stessi. Altrimenti non vinceremo molti match.”

Se Miami nel tanksgiving day ha colto il quarto successo in fila, i Jets rispondono, rimanendo avanti di una vittoria, superando Houston 26 a 11. Grazie ad un ottimo Pennington, che ha chiuso con 286 yards e una segnatura, la formazione di Mangini riesce a mantenersi in corsa per un posto al sole. "In attacco abbiamo fatto qualche buon gioco. Siamo stati in grado di mantenere vivi dei drive importanti grazie al passing game".

La squadra della grande mela, ha messo i Texsans in difficoltà , togliendo loro lo spazio per correre (solo 25 yards concesse), e forzando la gara nelle mani di Carr, che ha sì lanciato per 307 yards, ma ha anche commesso qualche errore di troppo. "Abbiamo fatto degli errori inspiegabili, soprattutto nel terzo quarto, quando il match si è deciso. Loro hanno convertito tutto, Noi no." ha dichiarato il coach dei Texans .

Due ricevitori oltre le 100 yards per i Jets, che hanno trattenuto il fiato solo per un breve momento, quando il loro quarterback è uscito dal campo, con un infortunio che si è rivelato meno grave del previsto. "Sono stato contento di essere vivo, come prima cosa. Come seconda cosa ho voluto far vedere agli spettatori che stavo bene".

In testa alla division rimangono saldamente i Patriots, usciti vincitori da un "defensive struggle" contro i Bears. Le due formazioni che hanno concesso meno punti (120 i beras 131 i Patriots), si affrontavano in quello che poteva considerarsi il match più interessante della giornata. Ovviamente le difese hanno nettamente dominato sugli attacchi, con ben nove palle recuperate. New England è sembrata più decisa, ha giocato meglio negli special team, ha mosso con migliori risultati il pallone ( gli unici lunghi guadagni dei Bears sono arrivati su due interferenze difensive molto dubbie), e alla fine ha meritato il successo di misura. La migliore protezione del quarterback, e in generale un miglior controllo della linea di scrimmage le chiavi del successo.

Brady si è anche permesso il lusso di correre in faccia ad Urlacher, per chiudere un terzo down fondamentale "Un giorno lo racconterò ai miei figlioli" ha scherzato il giocatore "Non ci crederanno mai". "E' difficile vincere quando hai 4 turnover" ha commentato l'had coach dei Bears. Peccato che New England ci sia riuscita con 5, tre dei quali nelle 20 yards avversarie.

Chi avrà  qualcosa da raccontare ai nipoti è Vince Young, autore, con i propri Titans di una storica rimonta. Sotto 21 a 0 all'inizio del terzo quarto, la formazione di Fisher vince grazie a tre segnature del rookie quarterback, e suggella il successo, con un field goal allo scadere, sfruttando un intercetto di Manning Junior. Coughlin è stato molto duro con il proprio quarterback "Non ci sono parole. Abbiamo lasciato molte occasioni sul campo da gioco. L'ultimo intercetto è stato un disastro. Non si possono commettere questo genere di errori".

E' la più grande rimonta, in termini di punti, dei "Titani". Più di Young, protagonista il cornerback Adam "Pacman" Jones, con due intercetti e un ritorno di punt da 23 yards. Difficile spiegare il collasso, quando la partita sembrava già  vinta. Capitalizzando due errori avversari, convertiti da Jacobs in 14 punti, i Giants avevano preso un vantaggio che a molti sembrava incolmabile. Ma pur tenendo la palla 6 minuti in più, e consentendo solo il 30% di conversione di terzi down, control il proprio 50%, New York cede in un incontro fondamentale per il controllo della propria divison.

San Diego allunga nella AFC West, su Denver, superata nello scontro intradivisionale di giovedì, vincendo la propria 5^ gara consecutiva. Incontro molto combattuto, che i Chargers hanno fatto proprio pur non trovando alcun ritmo, e con il proprio quarterback autore della peggior prova della carriera ( rating di 44.2) Le armi dei californiani, alla terza rimonta in fila, sono state le solite. O meglio La Solita. Super Tomlinson ha preso più noccioline di un noto supereroe Disneyano, e in formato runningback-quarterback-widereciver, porta a casa la partita, superando i Raiders per 21 a 14. Se le segnature su corsa sono la normalità , non così il touchdown del pareggio, giunto su una runningback option, in cui Tomlison ha lanciato per Gates: “Quando la palla va al nostro numero 21, tutta la difesa converge subito su di Lui".
Molto discusso il drive finalizzato dal trick play, con Jackson, che su un quarto e due ha ricevuto la palla, per poi lasciarla andare e festeggiare. I Raiders hanno ricoperto il pallone, con gli arbitri che hanno prima segnalato il cambio di possesso, per successivamente cambiare la decisione, in una penalità  per passaggio in avanti non consentito, senza che la squadra avesse raggiunto il primo down, arrivando infine alla decisone finale di fallo, ma con primo down raggiunto per San Diego. Aroon Brooks ha indicato questo come il momento chiave "Ci deve essere una nuova regola riguardo a quanto accaduto. Che differenza c'è tra uno spike o un flip del pallone? Nessun dubbio, il momentum è scivolato via in loro favore".
Rimonte? Chiedere ai Bills, che vincono per la seconda settimana consecutiva allo scadere del tempo. Una settimana dopo aver festeggiato allo scadere con un td di Price contro Houston, Buffalo si ripete, grazie ad un field goal di Lindell, per il 27 a 24 finale sui Jacksonville Jaguars. Back to back di vittorie, come non succedeva dall'ottobre 2005. Il rientro di McGahee ( 2 segnature), dopo l'infortunio, e la freddezza di Losman, efficace nei momenti caldi del match, le armi della vittoria. Per Garrard e soci è un bel passo indietro dopo il convincente successo sui Giants; ma le trasferte rimangono il tallone d'Achille della formazione di Del Rio, 1-4 "on the road" e abituata ai continui alti e bassi.
La sconfitta è pesantissima in termini di classifica, visto che, nella corsa ad una wild card, Jacksonville è ora in ritardo nei confronti sia di Denver che di Kansas City. La formazione ospite può solo recitare il mea culpa per i molti errori commessi. Dieci penalità  e una difesa che ha lasciato spazio agli avversari (nessuna pressione su Losman e un contenimento sulla linea di scrimmage inguardabile), hanno annullato un ottimo running game, con la combinazione Taylor-Drew che ha macinato yards e segnato un td. Paul Spicer, il defensive end ha ammesso "Non possiamo andare in campo e giocare così. La nostra difesa oggi non sembrava la n° 3 della lega, ma la 32^".

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