Joey Harrington celebra il TD lanciato a Marty Booker nel terzo quarto
Da quando Matt Millen ha assunto la carica di presidente e CEO dei Detroit Lions la squadra dei Ford ha subito un'umiliazione dopo l'altra. Quella di ieri, contro Miami, è solo una delle tante in cinque anni che hanno portato un record di 23-68 ma è una di quelle che fanno più male.
Di fronte alla ribalta nazionale i Lions, infatti, sono stati sconfitti da una squadra guidata in attacco proprio da quel Joey Harrington che Millen aveva scaricato pochi mesi fa. Il quarterback non è stato perfetto e non ha certo giocato come una terza scelta assoluta ma in una buona squadra ha fatto la sua parte.
A dire il vero il fondo i Lions lo aveva toccato ancora prima del kickoff iniziale cercando di sbeffeggiare il quarterback durante il suo ingresso in campo. Harrington è stato l'unico Dolphin annunciato durante il pre-game e la colonna sonora scelta era Piano Man di Billy Joel.
Era un ovvio riferimento all'abilità del giocatore nel suonare il piano che renderebbe, secondo gli stereotipi di qualcuno nell'organizzazione dei Lions, Harrington un giocatore troppo soft per la NFL.
Ovviamente l'episodio, che si commenta da sé, è stato condannato da Nick Saban mentre i responsabili delle comunicazioni dei Lions, stranamente, non erano raggiungibili. Durante la partita poi Harrington veniva spesso inquadrato nel megaschermo quasi per sollecitare i fischi dei tifosi che puntualmente arrivavano.
Millen ha finalmente trovato il modo per zittire tutti i cori che chiedono il suo allontanamento. Purtroppo però invece di migliorare la squadra in campo gli toccherà far vedere ogni settimana nel megaschermo le immagini di una sua ex prima scelta dei Lions (e ce ne sono").
Comunque dopo la stucchevole presentazione iniziava finalmente la partita e i Lions nei primi due drive riuscivano a portarsi in vantaggio 10 a 0. Il merito era soprattutto di Roy Williams che nei due possessi riceveva quattro lanci per 86 yard mentre Miami affollava la linea di scrimmage lasciando scoperta la secondaria. Negli altri possessi dei Lions la difesa di Miami sarebbe stata molto più attenta dietro concedendo pochissimo a Jon Kitna (15/32 per 153 yard nel resto della partita).
Il minor numero di blitz chiamato dalla sideline non avrebbe però impedito di mettere continuamente sotto pressione Kitna. A fine partita saranno ben otto i sack messi a segno dai Dolphins, arrivati ad un passo dal record di nove stabilito nel 1973. Il nono era arrivato nel primo quarto quando Holliday aveva atterrato in end-zone Kitna ma il gioco veniva annullato da una penalità contro Jason Taylor.
E' record invece per Zach Thomas che mai aveva messo a segno due sack nella stessa partita. Il linebacker ha aggiunto anche sette tackle che gli permettono, per la decima volta in carriera, di superare i 100 tackle stagionali.
In quel momento nessuno lo avrebbe immaginato ma quei dieci punti sarebbero stati gli unici della serata per la squadra di casa. L'iniziale successo nel gioco aereo e la bontà della difesa contro le corse di Miami hanno infatti portato Marinelli a sbilanciare parecchio il suo attacco.
E quando il quarterback lancia 40 volte e in tutta la partita vengono chiamati solo 10 corse è chiaro che la difesa ha buon gioco. Grazie all'ottimo lavoro della difesa i drive dei Dolphins molto spesso sono partiti da buone posizioni di campo e l'attacco è stato bravissimo a capitalizzare.
Il primo drive da sette punti di Miami partiva però dalle proprie 24 yard e riusciva a macinare 76 yard in tre minuti e mezzo grazie alla shotgun e alle corse di Ronnie Brown. La situazione era 10 a 7 per i Lions e vari scambi di palla in seguito a punt sancivano un apparente equilibrio tra le due franchigie. I drive dei Lions si accorciavano sempre più mentre quelli dei Dolphins arrivavano all'incirca a metà campo.
Tutto cambiava però a tre minuti e mezzo dalla fine del primo tempo. Così come accaduto domenica contro Minnesota anche ieri è stato il safety Renaldo Hill a girare la partita in favore dei suoi. Il numero 24 dei Dolphins riusciva infatti ad intercettare un lancio centrale in direzione di Roy Williams e lo riportava fino alle nove yard dei padroni di casa.
A quel punto dopo due corse per quattro yard di Ronnie Brown toccava ad Harrington che trovava, pochi centimetri dentro l'end-zone, Randy McMichael. La ricezione sanciva il sorpasso per Miami che conduceva 14 a 10.
Un altro punt dopo soli tre giochi riconsegnava il pallone a Miami sulle proprie 48 yard con 78 secondi a disposizione. I Dolphins arrivavano fino alle 17 avversarie ma, nell'ultimo tentativo "giocato" prima di provare un FG, il lancio di Harrington veniva intercettato da Terrence Holt.
I tre punti per Miami arrivavano nel primo possesso del secondo tempo grazie ad un field goal di 42 yard di Olindo Mare. Questo drive sarebbe stato l'ultimo della partita per Ronnie Brown che ha riportato un infortunio alla mano sinistra (l'entità dell'infortunio non è ancora nota). Almeno il giocatore si può consolare con l'ottima prestazione (68 yard in 15 corse) che fa dimenticare la bruttissima partita giocata contro Minnesota (5 yard in 11 tentativi).
Un altro punt dei Lions dovuto a due sack subiti faceva ripartire i Dolphins dalle proprie 40 yard. Dopo un primo incompleto Harrington non sbagliava più nulla ed anzi creava, insieme a Marty Booker, il touchdown del 24 a 10.
Messo alle strette nel pocket Harrington riusciva ad eludere i difensori correndo in avanti e passando alla perfezione il pallone a Booker. Il WR doveva solo continuare a correre ed entrare nella end-zone per i sei punti. Faceva la sua comparsa nel play-by-play anche Sammy Morris. L'inizio non era incoraggiante ma a fine partita le yard totali guadagnate dal back sarebbero state 91.
Ormai la partita era saldamente in mano ai Dolphins e a quei pochi tifosi di casa rimasti non restava che cantare il solito coro anti-Millen. L'attacco di Detroit faceva abbastanza per far partire quello di Miami dalle proprie 22 ma una corsa fenomenale di 55 yard di Morris portava la squadra nella red-zone.
Si entrava nell'ultimo quarto e Saban decideva quindi di chiamare solo corse per far passare il tempo. Morris e Minor non passavano la linea della end-zone ma il field goal di Mare a 11:44 dal termine chiudeva la partita. La tattica di Saban non cambiava nei possessi successivi e vista la netta supremazia della difesa di Miami la partita finiva sul 27 a 10 per gli ospiti.
Per i Dolphins si tratta del quarto successo consecutivo che li porta vicini al record di .500 (5-6). È una vittoria importante anche perché Miami ha giocato proprio come ci si attendeva da lei ad inizio stagione. L'attacco è stato ben bilanciato tra corse (35 per 186 yard) e lanci (29 per 209 yard) mentre la difesa è stata eccellente come (quasi) sempre. Solo in due occasioni gli avversari dei Dolphins quest'anno sono stati capaci di segnare più di 20 punti.
Questo facilita notevolmente il lavoro dell'attacco che pur privo dell'infortunato Brown alla fine ha stabilito il miglior risultato stagionale per yard corse. Record stagionale anche per Booker che con 115 yard ricevute è stato numericamente il miglior ricevitore dei Dolphins. Da ricordare il blocco di Chambers che ha permesso a Booker di guadagnare quelle 48 yard che hanno acceso il motore dell'attacco.
Non si può infine non parlare di Harrington. Il QB (19/ 29 per 213 yard, tre TD ed un intercetto) pur non facendo miracoli è stato decisivo parecchie volte (specialmente su alcuni terzi down) e non si è fatto condizionare dall'ambiente. Anzi a fine partita, invece di infierire sulla squadra di casa, si è limitato a dire di ricordarsi cosa vuol dire stare sull'altra sideline dopo una sconfitta ed augurare miglioramenti futuri.
Miglioramenti che non ci saranno finché non cambierà qualcosa al vertice della franchigia. Sono ormai troppi gli insuccessi per dire semplicemente che è colpa di questo allenatore o di quel giocatore. Questa volta poi è ancora più dura perché qualche piccolo passo in avanti era stato fatto e le tre partite contro 49ers, Cardinals e Dolphins erano la prova del nove.
Sono invece arrivate tre sconfitte con un attacco che all'improvviso ha smesso di risentire della cura Martz. L'ex head coach dei Rams sembra proprio aver sbagliato i suoi conti se voleva usare quest'anno con i Lions per rilanciare la sua candidatura come capo allenatore. Per quanto riguarda la difesa c'è stato un passo indietro ma, probabilmente, i miglioramenti erano dovuti più che altro al basso livello degli attacchi affrontati.
Una delle poche cose positive è il fatto che finalmente qualche giocatore dei Lions inizia a rendersi conto della realtà . Ad esempio a fine partita Roy Williams ha dichiarato che "tutti ci dicono di non buttarci giù perché siamo migliori del nostro record, e forse lo siamo, ma siamo ancora 2-9". La differenza col passato è quel forse che ha fatto la sua comparsa solo di recente. Quando diventerà un non allora "forse" inizierà la risalita"