Larry Johnson segna la meta dei Chiefs e, nella foto, sembra in grado di schiacciare a terra tutta la difesa avversaria.
Sono serviti trentasette anni a Kansas per riavere il Thanksgiving Day a casa propria, quasi quattro decenni per poter disputare la partita nel giorno del tacchino che solo per poche apparizioni nella vecchia American Football League aveva allietato le serate dei tifosi dei Chiefs. Lamar Hunt è riuscito a convincere la NFL e ieri sera a Kansas City è tornato il football nel giovedì più importante d'America ma lui, il pluridecorato fondatore dei Chiefs, ha dovuto seguire la partita da un letto d'ospedale. I ben informati dicono che il settantaquattrenne hall of famer sia in recupero di condizioni di salute, ma non ci è dato sapere se il merito sia da attribuire proprio alla vittoria di Trent Green e compagni in una delle pochissime partite casalinghe dove i bianco-rossi non hanno avuto il supporto del grande capo in tribuna.
Green ha immediatamente raggiunto per telefono Hunt per dedicargli questa vittoria, un punto chiave della stagione dei Chiefs che fermando Denver con questo 19-10 hanno inguaiato coach Shanahan e i Broncos sconfitti per la seconda volta consecutiva da una rivale di Division e raggiunti (superati per nel "tie-breaking") in classifica proprio da Kansas City (7-4). Il figlio di Hunt, oltre ad assicurare tutti sulla salute del padre, ha evidenziato come, per buona parte degli americani, la partita non fosse visibile dal padre in televisione in quanto, per la prima volta, NFL Network ha trasmesso la gara in diretta coprendo soltanto 40 milioni di televisori sul suolo nazionale (111 milioni di apparecchi televisivi presenti). E' stata quindi la figlia a risolvere il problema, collegandosi telefonicamente con la stanza d'ospedale e lasciando il telefono acceso vicino al televisore in modo che il più grande e famoso innamorato della franchigia potesse quantomeno sentirne la telecronaca.
Un modo strano per seguire la gara, un modo buffo da classica novella americana tradotta in fiction per la televisione, un modo beffardo per chi, dopo aver rotto l'anima a chiunque per riavere indietro questa partita, si è visto bloccato a letto con l'impossibilità di seguirla in mezzo al popolo dell'Arrowhead Stadium. Ciò che contava, comunque, era il risultato, e Hunt non può che essere soddisfatto. Il match però, bisogna ammetterlo, non ha regalato troppe emozioni, con due attacchi che non sono riusciti a mettere in piedi giocate continue e credibili ad esclusione di Larry Johnson (34/157), unico giocatore a spingere con una certa insistenza e a lasciare un buon segno sulla gara.
La offensive line di Denver è lontana anni luce dalle giocate che l'anno resa celebre per dieci anni e più, quest'anno sembra non reggere il peso di una stagione intera e un cambiamento sarà necessario a fine campionato; un ringiovanimento in alcuni uomini e l'inserimento di atleti in grado di ridare la spinta giusta per restituire linfa vitale ad un attacco che non ha potuto contare sulle corse e ha avuto nel proprio quarterback un aiuto pari quasi allo zero, un attacco che in tutta l'era Shanahan ha costruito il proprio successo proprio grazie alla blocking zone della linea. Jake Plummer (25/39, 216 yds, TD, INT) si è svegliato un po' troppo tardi, tra la fine del secondo quarto e l'unico drive nel terzo, per poter lasciare un'impronta sulla gara, vivendo il resto del match in una situazione di quasi assoluta impotenza. Vero che poter contare su sole 38 yards di corsa (Mike Bell a 10/28) non aiuta a presenziare con tranquillità nel pocket, ma come sempre Snake non è riuscito a dare quel qualcosa in più alla squadra in difficoltà .
E' ormai evidente di come Plummer sia abile a sfruttare le serate in cui tutto gira alla perfezione e assolutamente incapace di ribaltare una situazione di pericolo. Il suo primo drive lo vede, impreciso e frettoloso, lanciare un intercetto per il veteranissimo Ty Law (INT, FF) che cambia il possesso e manda Lawrence Tynes a infilare il field goal che sblocca la gara. Sarà proprio il kicker dei padroni di casa l'uomo in più delle giocate offensive dei Chiefs, incapaci di colpire a fondo la difesa rivale nonostante la buona vena di Johnson. Green (13/22, 161 yds, INT) è ancora convalescente e non riesce a dare la giusta impronta al gioco aereo che, anzi, latita in modo sconvolgente. Così finisce tutto tra le mani del #27 che permette a Kansas di far correre l'orologio e di guadagnare posizioni di campo invitanti per poter mettere a segno tre punti alla volta. Dopo una serie di noiosi possessi che chiudono puntualmente con basso guadagno e punt spunta finalmente il drive da sogno, 88 yards caricate quasi tutte sul corpo di Johnson che sfrutta anche una corsa di Michael Bennett (2/56) da 15 yards e il supporto aereo di Tony Gonzales (4/35) fino all'arrivo sull'ultima yard avversaria cancellata dallo stesso Johnson.
La meta ravviva la partita, Jason Elam apre le segnature per Denver e l'intervallo ci riconsegna due squadre diverse. Tynes segnerà altri tre field goal (24, 34, 29 e 21 yards le distanze) che vanificheranno la meta di Sthepen Alexander segnata dopo il più convincente drive dei Broncos in partita. Sarà l'unico possesso di Denver nel terzo quarto, una Denver che in quel momento sembrava poter riaprire i giochi, andando a limitare i danni in difesa e recuperando un pallone all'inizio degli ultimi 15 minuti di gioco con l'intercetto di Darrent Williams. Kansas però continuerà a mettere la palla in cassaforte tra le mani di Johnson e riuscirà a chiudere altri lunghissimi drive che le permetteranno di avere un tempo di possesso quasi di dieci minuti superiore ai rivali e più che sufficiente per controllare la gara.
Le due difese protagoniste dell'impossibilità degli attacchi di segnare con regolarità hanno portato a casa dopo un duro lavoro una prestazione valida dove il solo Larry Johnson è stato capace di fare la differenza in questo muro contro muro e mettere al sicuro la vittoria per i propri colori. La sfida tra i quarterback è stata impoverita dalle condizioni di Green e dai limiti ormai palesi di Plummer ed il ritorno del Thanksgiving Day Football a Kansas non ha esaltato il pubblico dell'Arrowhead Stadium che comunque gioisce per il pieno rientro nella corsa ai playoffs. L'efficienza delle due squadre offensive è stata piuttosto mediocre, con un 4-12 per Denver e un 4-10 per Kansas che in una di queste occasioni è riuscita a convertire il terzo down solo grazie ad un roughing the passer di Ebenezer Ekuban dopo che il 3° e 4 era fallito; la penalità del defensive end è costata poi il touchdown nello stesso drive, unico realizzato dai Chiefs.
Denver senza un running game credibile vale poco, in due soli drive la squadra del Colorado ha mantenuto la palla per più di quattro minuti e sempre in due sole occasioni ha avuto modo di orchestrare drive da più di dieci giochi, due soli drive che hanno permesso di passare le sessanta yards a un Plummer incapace di dare la spinta giusta nel momento difficile per Mike Bell e di dare un qualche pensiero in più alla difesa avversaria, la quale ha potuto leggere senza troppi problemi le offensive avversarie spingendo il rookie Tamba Hali a una discreta pressione nella tasca che ha ottenuto buoni risultati. Hali si porta a casa due sacks e un fumble forzato e Kansas la convinzione che, recuperato al meglio Green, i playoffs siano molto più vicini di un paio di settimane fa.
Denver fa i conti con passato, presente e futuro, si sente scivolare via dalle mani un'occasione ottima per come si erano messe le cose prima della sfida contro San Diego, ma si trova a dover accettare la realtà di una linea offensiva non più in grado di fare la differenza, un quarterback ormai da rivedere e una difesa che, da sola, fatica a vincere le partite. Dall'altra parte Larry Johnosn è giunto a quota 1202 yards e domina la Lega sulle corse. Con lui e la precisione di Tynes, Green può prendersela comoda; pur con qualche difficoltà contro la forte difesa di Denver, i Chiefs hanno dimostrato una volta di più di poter contare su un runningback in grado di fare la differenza palla in mano, di far scivolare via il tempo e togliere tutta la pressione del mondo dalla tasca. Bennett è inoltre un backup che sta facendo il proprio sporco lavoro e lo fa piuttosto bene: le due portate di ieri hanno pagato con due primi down e un big play da 41 yards, a dimostrazione che sulle corse la franchigia in bianco e rosso è temibile anche senza la propria prima arma, e se delle 382 yards finali 223 sono arrivate proprio su corsa significa che la porta per gennaio può essere spalancata anche solo con le spallate di Johnson.