AFC – Week 10 Report.

Willie Parker, assoluto protagonista del ritorno alla vittoria degli Steelers.

Un altro pezzo di storia è stato tracciato da Peyton Manning e compagni i quali sono riusciti a raggiungere (primi di sempre) un 9-0 di partenza per due anni consecutivi. A farne le spese, vendendo cara la pelle, i Buffalo Bills (3-6) di Dick Jauron, rimasti in corsa grazie al fumble riportato in meta da Terrence McGee dopo 68 yards. La meta di McGee permetteva ai Bills di chiudere in perfetta parità  il primo tempo senza riuscire però ad approfittare della scarsa vena dei padroni di casa nella ripresa.

Il gioco aereo è totalmente mancato con un J.P. Losman fermo a sole 83 yards, mentre Anthony Thomas continua a non far rimpiangere la sua acquisizione, porta palla 28 volte e mette in tabellino 109 yards. Manca però la meta e Joseph Addai, sul lato opposto, diventa protagonista. Permette a un "tranquillo" Manning (27/39, 236 yds, TD) di passare una domenica senza il vestito da Superman, si sobbarca il lavoro sporco e, alla fine delle sue 78 yards corse in partita, segna anche un TD, quello che vale il 17-16 finale. Sempre meglio il giovane runningback, grandissimo backup di Dominic Rodhes, autore di una prova simile (72) ma vittima del fumble che ha riaperto i giochi per Buffalo. I Bills hanno abbandonato il campo a testa alta, ma il divario tra le due formazioni è stato abbastanza evidente; con Addai a controllare il pallone in avanti e la difesa pronta a respingere gli attacchi dei Bills che giungevano quasi esclusivamente via terra, a fine gara è stato il kicker Rian Lindell il miglior marcatore degli ospiti, ma i suoi dieci punti non sono bastati. Per Tony Dungy è la vittoria numero 57 in regular season da quando allena nell'Indiana (quinta stagione).

La fuga dei Colts nella South è agevolata dal tonfo di Jacksonville, capace di farsi battere dagli Houston Texas (3-5) sul proprio terreno. I Jaguars (5-4) rischiano ora di compromettere la corsa verso una wild card inciampando nell'ostacolo che sembrava più agevole da superare. Senza Byron Leftwich è stato David Garrard a guidare l'attacco, ma questa volta le sue fortune sono sparite. Da sempre "secondo" affidabile, ieri il quarterback di riserva di Jax è riuscito a farsi intercettare ben 4 volte a fronte di nessun TD pass. Non è riuscita a tirarci fuori molto Houston da questa giornataccia, con un David Carr fermo a 167 yards e Samkon Gado a 67, ma perlomeno i due field goal di Kris Brown hanno messo in cassaforte il risultato (13-10) proprio dopo che il primo splendido drive concluso con la corsa di Wali Lundy per un TD aveva aperto le danze.

Le grandi soffrono un po' tutte in AFC e così succede che qualcuna perda anche; capita ai New England Patriots (6-3), che non perdevano due gare di fila dal 2002 (allora furono addirittura quattro le batoste messe in riga). La sconfitta brucia ancor di più perché arriva contro i New York Jets (5-4) che si rimettono così in piena corsa nella East arrivando ad una sola vittoria di scarto dai rivali. Le due squadre affronteranno, in casa, entrambe i Chicago Bears nelle prossime due settimane, con la squadra di Lovie Smith coinvolta come involontario ago della bilancia per questa division. Uno spento Tom Brady (25/37, 255 yds, TD, INT) ha guidato un attacco che non mostra ancora tutta la completezza che ci si aspetta dal team allenato da Bill Belichick e che soccombe troppo di frequente ai troppi cambi arrivati nelle ultime stagioni. Pur conquistando molte più yards dei Jets, grazie soprattutto a Corey Dillon (11/98), i Patriots non sono stati in grado di controllare il tempo come in tante occasioni del passato dando possibilità  a Chad Pennington di trovare, in una giornata senza troppi eccessi, il big play vincente per Jerricho Cotchery (6/70) receiver vera spina nel fianco di una difesa poco solida e messa spesso sotto dalle corse di Kevan Barlow (17/75), autore della prima meta, e Leon Washington (9/35), ottima arma per far correre i secondi sul cronometro.

La sfida nella East è quindi ormai un fatto aperto tra Pats e Jets, ma i Miami Dolphins (3-6) di Nick Saban vincono ancora e restano alla finestra in attesa di buone notizie. In una partita decisamente meno esaltante di quella di sette giorni fa a Chicago, i Dolphins sono riusciti ad avere la meglio dei Kansas City Chiefs (5-4) con uno striminzito 13-10. Partita brutta, senza troppi colpi di scena e con i due QB (entrambi backup a inizio anno) capaci di mettere su qualche yard senza entusiasmare o riuscire a mandare in meta qualche compagno. Ronnie Brown è l'uomo partita, corre 89 yards, segna il TD che, dopo i due calci di Olindo Mare, permette a Miami di chiudere in vantaggio il primo tempo e dona ai 'Phins la possibilità  di controllare l'orologio nel secondo quando la difesa (splendida nel limitare Larry Johnson a 75 yards) tiene duro fino al quarto periodo dove concede gli unici dieci punti agli ospiti.

Kansas non è completamente tagliata fuori dai giochi nella West, ma di sicuro fa felice Denver e San Diego la notizia del loro KO. I Broncos (7-2) non brillano a Oakland ma vincono lo scontro divisionale contro i Raiders (2-7) trovando persino qualche difficoltà  nel mettere pressione sulla linea offensiva più debole della Lega. Il primo tempo è un disastro, con Jake Plummer (20/31, 210 yds, 2 TD, 3 INT) intercettato due volte prima di trovare la meta su una lunga connessione con Javon Walker (2/62). I Raiders però sbagliano poco, solo Kenard Lang (2 sacks) riesce a mettere spesso in affanno il backfield avversario che fatica a correre (46 yards totali) ma trova in Andrew Walter (18/33, 214 yds) un passer quantomeno in grado di non buttare via palloni. Nella ripresa Plummer riesce sì a gettare via l'ennesimo ovale, ma i Raiders ormai sfiniti crollano negli ultimi quindici minuti concedendo il TD pass per Kyle Johnson (2/5) e il field goal della sicurezza a Jason Elam.

I Chargers (7-2) escono invece da una situazione intricata che verrà  esaminata meglio in queste pagine; basti solo pensare che la pressoché perfetta sfida tra San Diego e Cincinnati (430 yards di total offense contro 545) ha visto gli ospiti trionfare 49-41 dopo essere stati sotto, all'half time, per 28-7. Così anche Cincinnati (4-5) come altre favorite della conference compie il proprio suicidio rischiando di dire addio anche solo ad una wild card; le innumerevoli occasioni sprecate che avrebbero potuto dare tutt'altro record alla squadra dell'Ohio fanno felici solo i tifosi di Baltimore (7-2) ormai in fuga nella East Division dopo aver battuto Tennessee (2-7) non senza qualche problema di troppo. I due intercetti subiti da Steve McNair hanno contribuito a mettere in difficoltà  una squadra incapace di correre e messa spesso sotto dal running game avversario di Travis Henry (27/107) e Vince Young (8/39). Proprio sulle corse di questi due, e di Bo Scaife, i titans riuscivano a prendere il largo in avvio di gara, realizzando tre TD e costringendo McNair (piedi fuori dal campo) a una safety in endzone. A fine secondo quarto i Ravens iniziavano però la rimonta che avrebbe portato al definitivo sorpasso nell'ultimo quarto di gioco grazie a un field goal di Matt Stover (2/2) e al TD decisivo di Derrick Mason (8/64) il quale, con 3:35 sul cronometro, riceveva il passaggio vincente di McNair (29/47, 373 yds, 3 TD, 2 INT) per 11 yards.

Nella stessa Division ritornano alla vittoria anche i due fanalini di coda, con Pittsburgh (3-6), che ha sempre un anello da onorare, a fermare quasi a sorpresa la corsa dei New Orleans Saints (6-3) grazie alla prova di un ritrovato Ben Roethlisberger (17/28, 264 yds, 3 TD) e, soprattutto, della magnifica esibizione di Willie Parker. Autore in particolar modo di un grandissimo secondo tempo, Parker ha collezionato il proprio career high correndo per 213 yards in 22 portate e segnando durante l'ultima frazione le due mete decisive per il 38-31 dopo una gara combattutissima che ha visto più volte i Saints condurre le danze. L'altra "ultima", Cleveland (3-6), registra invece uno dei più grossi colpi di giornata espugnando il Georgia Dome di Atlanta, ridimensionando le ambizioni di Michael Vick (due intercetti, un fumble perso, un sack subito) e colpendo con un gioco ordinato, mai forzato e sfruttando soprattutto i turnover. Di Reuben Droughns (21/54) e Braylon Edwards (3/31) le mete iniziali che mettono sotto i Falcons (5-4) tenendoli a distanza fino all'ultimo quando, ancora avanti di un punto, i Browns centrano il field goal della tranquillità  con Phil Dawson.

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