NFC – Week 9 Report

Il kicker dei Washington Redskins Nick Novak festeggia il successo contro i Cowboys

NFC East

N.Y. Giants 6-2, Dallas Cowboys 4-4, Philadelphia Eagles 4-4, Washington Redskins 3-5

La partita più interessante della divisione era la sfida prevista al FedExField tra i Redskins e i Cowboys. Raramente, nelle precedenti partite tra le due squadre, è capitato di assistere ad un finale pieno di emozioni come quello che ha permesso alla squadra di casa di vincere.

Vale la pena di riassumere quello che è accaduto negli ultimi 35 secondi dopo il field goal di 49 yard fallito da Washington. Dalle 31 yard dei Cowboys Tony Romo riusciva a portare i suoi in zona field goal con tre completi per 44 yard. Toccava quindi a Vanderjagt, a pochi secondi dalla fine, trasformare un calcio da 35 yard e dare a Dallas il successo numero 16 nelle ultime 19 sfide tra le due squadre.

Invece l'ex Colt non alzava a sufficienza il pallone e se lo vedeva bloccare da uno degli ultimi arrivati a Washington, Troy Vincent. Anche se l'ex Bill non avesse bucato la linea offensiva i Redskins avrebbero comunque bloccato il calcio. Il giocatore più rapido a recuperare il pallone era Sean Taylor che veniva bloccato sulle 44 yard di Dallas. Non era riuscito ad avvicinarsi abbastanza da tentare un altro field goal.

In soccorso dei Redskins arrivava però la left guard di Dallas Kyle Kosier che si faceva fischiare un holding e li portava sulle 29 yard. Siccome poi per il regolamento NFL una partita non può terminare con una penalità  difensiva tornava in campo Nick Novak. Questa volta il kicker non sbagliava e segnando da 47 yard chiudeva la partita con una vittoria per i Redskins.

Washington potrà  ora sfruttare l'entusiasmo per la vittoria per raddrizzare la stagione ma c'è ancora molto che non va. In difesa nonostante l'avvicendamento di Archuleta con Vincent i Redskins continuano a concedere troppo contro i lanci lunghi. A pochi secondi dalla fine Witten aveva superato proprio Archuleta per un completo di 28 yard che sembra aver chiuso la partita prima del field goal di Vanderjagt.

Nel terzo quarto, nonostante l'attenzione dedicatagli dal safety e dal cornerback Rogers, Owens era riuscito a fuggire verso la end-zone per un TD da 74 yard che avrebbe chiuso la partita. Invece per fortuna della squadra di casa il wide receiver faceva cadere il pallone ed alla fine del drive arrivava il punt.

In attacco i Redskins avevano anche iniziato bene ma si bloccavano già  nel primo possesso non riuscendo a guadagnare quattro yard in sette tentativi. Da quel momento in poi Washington ha raccoglieva pochissimo a parte una grande corsa di Clinton Portis (38 yard) ed un TD all'inizio dell'ultimo quarto. In quel caso però il merito va equamente distribuito tra l'attacco ed il safety Roy Williams.

Per quanto riguarda i Cowboys si può dire che hanno fatto tanto per vincere la partita e molto di più per perderla. Oltre al già  citato drop di Owens, ci sono le 11 penalità  per 153 yard (terzo peggior totale nella storia della franchigia) e tutta una serie di incredibili errori come quelli di Kosier e Williams. Quest'ultimo si faceva fischiare una pass interference di 48 yard e poi mancava l'intercetto nel drive che avrebbe portato poi i Redskins sul 19 pari.

Non è immune da errori anche coach Parcells. Il primo, avvenuto sulla safety di Jones, va imputato più ai suoi assistenti ma alla fine è il coach che decide. Parcells aveva già  tirato fuori la red flag ma assecondava gli assistenti anche se la decisione era molto dubbia e probabilmente sarebbe stata cambiata.

Nel secondo caso invece è tutta sua la decisione di provare all'inizio del secondo quarto una two point conversion sul 6-5 per i suoi. Il tentativo falliva e a fine partita quel punto mancante risulterà  decisivo. Era comprensibile cercare di mettere tre punti di distanza fra sé e gli avversari ma alla fine della partita mancavano 43 minuti.

Può sembrare poco ma Parcells si può consolare almeno consolare con l'ottima partita giocata da Tony Romo. Il quarterback è parso molto calmo e concentrato mostrando ulteriori miglioramenti rispetto alle prime due partite:nessun intercetto e 284 yard e due touchdown lanciati.

Visti il turno di riposo degli Eagles e la sconfitta dei Cowboys il successo dei N.Y. Giants contro Houston diventa ancora più importante. Anche se i Texans sette giorni prima avevano sorpreso gli Eagles New York ha dovuto però soffrire più del previsto.

I Giants hanno segnato un touchdown nel loro primo possesso ma hanno dovuto attendere 43 due quarti e mezzo prima di segnare un'altra volta. Protagonista di entrambi i drive da sette punti è stato Tiki Barber. Il running back ha segnato il primo con una corsa da 16 yard e guadagnato metà  delle yard che hanno portato al secondo. Barber ha potuto contare anche sull'aiuto di Shockey che ha preso il posto dell'infortunato Burress come bersaglio numero uno per Manning.

Quando Barber e l'attacco avevano difficoltà  ad avanzare è stata la difesa a tenere in partita la squadra di casa. Nonostante fosse priva di tre titolari ed avesse perso anche Strahan (fuori 2-4 settimane) il reparto ha concesso solo 251 yard totali ai Texans. Il gioco chiave dell'ultimo quarto è stato il fumble forzato dal rookie linebacker Gerris Wilkinson a cinque minuti dalla fine della partita. L'attacco dei Giants ha solo dovuto far scorrere il tempo per ottenere la quinta vittoria consecutiva.

NFC North

Chicago 7-1, Minnesota 4-4, Green Bay 3-5, Detroit 2-6

Dell'upset di Miami nei confronti di Chicago ha già  parlato Alessandro quindi ci occupiamo delle altre squadre della divisione. Sia Minnesota che Green Bay hanno perso mentre Detroit, come raccontato da Charles, ha vinto per la seconda volta nelle ultime tre partite.

I Vikings sono usciti sconfitti dalla sfida con i 49ers e i contrasti tra la difesa e l'attacco sono sempre più evidenti. La prima è una delle migliori della NFL mentre il reparto guidato da Brad Johnson, pur mettendo insieme abbastanza yard, si blocca una volta entrato nella red-zone.

Il cornerback dei Vikings Antoine Winfield dopo un lungo appello all'attacco ha concluso con un "è meglio che mi fermi qui prima di dire qualcosa che non dovrei". Secondo il veterano l'attacco è "troppo prevedibile. Sul primo down si corre, sul secondo e sul terzo si lancia".

Non può essere però solo un problema di play-calling. Dopotutto quando i Vikings eseguono i primi 15 giochi della partita (quelli preparati a tavolino) qualche punto riescono a metterlo a segno. Poi una volta esaurito lo script i Vikings vanno in tilt.

Il loro sistema di gioco richiede piccoli ma continui passi in avanti che però non riescono se, come capita spesso, i wide receiver fanno cadere il pallone (specialmente Troy Williamson). Domenica i WR hanno fatto cadere almeno tre lanci che avrebbero dato un primo down.

Il ritmo viene poi spezzato dalle penalità  che l'attacco si fa fischiare come accaduto anche contro i 49ers (cinque penalità  offensive per 40 yard). I tifosi chiedono a gran voce il cambio di quarterback e la prova di San Francisco dà  loro qualche motivo in più. Brad Johnson ha lanciato "solo" un intercetto ma ha perso due palloni che hanno portato agli avversari quei sei punti che hanno fatto la differenza.

Mentre Favre si avvicina sempre più al record assoluto di intercetti i Green Bay Packers interrompono la striscia positiva perdendo contro Buffalo. Il gioco chiave della partita è stato un primo down ad una yard dalla end-zone dei Bills a cinque minuti dalla fine (Green Bay era sotto di un touchdown).

Nonostante (o forse proprio per questo) un gioco di corse che nel drive aveva guadagnato 48 yard su 60 dalla sideline veniva chiamato un lancio di Favre. Il quarterback un po' per sfortuna e un po' per un lancio non proprio perfetto si faceva intercettare per la seconda volta. Ko Simpson riusciva a riportare il pallone fino alla end-zone chiudendo di fatto la partita (anche il primo intercetto era stato riportato in end-zone).

È la terza volta su tre (contro Saints, Rams e Bills) che il tentativo di rimonta nell'ultimo quarto si conclude con un nulla di fatto. Nonostante tutto i Packers hanno qualcosa di cui essere contenti. Il gioco di corse nel secondo tempo è parso in gran forma ed anche la difesa ha fatto un altro passo in avanti. Specialmente il buon momento dei running back dovrebbe permettere di non affidare sempre a Favre le sorti della partita nei momenti topici.

NFC South

New Orleans 6-2, Atlanta 5-3, Carolina 4-4, Tampa Bay 2-6

Della sconfitta dei Falcons parla Charles quindi, visto anche il turno di riposo di Carolina, andiamo subito ad occuparci dei Saints. Contro Tampa Bay la squadra allenata da Sean Payton è sempre controllato la partita anche dopo i due touchdown subiti prima dell'intervallo. In nove minuti nel terzo quarto i Saints hanno segnato quattordici punti e raggiunto, per la prima volta dal 2002, il record di 6-2.

Uno dei migliori in campo tra i Saints è stato un rookie ma il suo cognome non è Bush e non potrebbe essere altrimenti visto come sta giocando male l'ex USC. Si tratta del wide receiver Marques Colston che contro i Bucs per la seconda partita consecutiva ha ricevuto per più di 100 yard. Il rookie scelto al settimo round è quarto nella NFL per yard ricevute davanti a stelle come Marvin Harrison, Javon Walker e Steve Smith.

Le ottime prestazioni di Colston e di Drew Bress non hanno fatto sentire l'assenza di Joe Horn e quella del gioco di corse. A fine partita i Saints avranno infatti raccolto solo 49 yard in 35 corse per una media di 1.4 yard a portata. Bush ha addirittura chiuso con un meno cinque in undici tentativi.

Sull'altra sideline invece le cose vanno decisamente peggio. L'attacco è troppo inesperto per questi livelli e la difesa, già  calata rispetto agli altri anni, deve anche fare i conti con gli infortuni. L'assenza di Simeon Rice ed Ellis Wyms è uno dei motivi per cui i Bucs non hanno registrato neanche un sack per la seconda volta in stagione (era già  capitato proprio con i Saints).

In attacco Gradkowski e i rookie della linea non potranno fare altro che migliorare perché in questo momento l'attacco dei Bucs è uno dei peggiori dell'intera NFL. Gruden ha dichiarato piena fiducia nel quarterback e detto che "i rookie dell'attacco di quest'anno saranno la forza della nostra squadra. In alcuni di loro vedo dei progressi che mi entusiasmano". Speriamo ne sia convinto"

Il record dei Bucs è un misero 2-6 che da queste parti non si vedeva da parecchi anni ed ora il calendario non migliora di certo. I Bucs, per altro alle prese con parecchi infortuni, dovranno giocare tre partite nel giro di undici giorni. Prima sarà  la volta di Carolina nel Monday Night del 13, poi Washington in casa il 19 ed infine trasferta a Dallas il 23 per il Ringraziamento. Davvero un brutto calendario.

NFC West

Seattle 5-3, St.Louis 4-4, San Francisco 3-5, Arizona 1-7

Seattle era impegnata nel Monday Night mentre St.Louis ha rimediato una sconfitta casalinga nella sfida contro Kansas City. Dopo un ottimo avvio di stagione per i Rams si tratta della terza sconfitta consecutiva ed ora il calendario propone due trasferte: Seattle e Carolina. Per fortuna dei Rams nessuna delle due squadre, per motivi diversi, ha un ottimo running game in questo momento.

St.Louis ha infatti ha confermato contro i Chiefs di avere evidenti problemi contro le corse nonostante gli aggiustamenti fatti in settimana. Kansas City ha puntato decisamente sulle corse (32 contro 15 lanci) guadagnato 186 yard con le corse tenendo una media di 5.8 yard a portata. Purtroppo la soluzione non sembra semplice perché i problemi nascono sia dal talento non eccezionale dei giocatori che dalla loro difficoltà  nel muoversi negli schemi.

Tutti i problemi difensivi vanificano l'ottimo lavoro che Linehan sta facendo con l'attacco. Bulger nelle ultime tre sconfitte è stato perfetto (stona un pò a dirlo) con alte percentuali di completi, 1041 yard e sei TD passati contro un solo intercetto. I wide receiver sembrano quelli degli anni migliori di Martz ed anche il running game sta facendo il suo. Addirittura Steve Jackson non solo è quinto nella NFL per yard guadagnate ma domenica ha pure ricevuto 13 palloni per 133 yard.

Produce molto meno l'attacco dei 49ers che per superare Minnesota hanno potuto contare anche sull'aiuto di un"fantasma. Prima del terzo field goal di San Francisco i 49ers erano lenti a disporsi in campo perché pensavano che l'arbitro avesse perso tempo a posizionare il pallone. L'arbitro non era di questo avviso quindi il cronometro del gioco scorreva normale fino ad arrivare a due secondi. A quel punto qualcuno lo resettava riportandolo a 25 secondi.

Uno degli arbitri in campo evidentemente stava contando mentalmente e allo scadere del tempo lanciava in campo la flag per una penalità . L'arbitro "capo" però la annullava perché il cronometro aveva fatto pensare ai 49ers di avere ancora tempo a disposizione.

Il kicker Nedney segnava il secondo tentativo e portava i suoi sul 9 a 3. Chi è stato a resettare il cronometro? Qualcuno dice che si è trattato di un ufficiale di gioco mentre qualcun altro parla di una persona sconosciuta agli arbitri e a tutti i presenti in campo.

Al di là  del cronometro la vittoria è stata costruita soprattutto sulla difesa. Nolan ha puntato sulla 4-3 ed ha spesso cambiato gli uomini e la loro disposizione per confondere l'attacco avversario. Questa strategia si è rivelata vincente anche per la prolungata presenza in campo del reparto (quasi 35 minuti) che avrebbe potuto togliere un po' di lucidità  nel finale.

L'attacco dei 49ers invece ha avuto, contro l'ottima difesa dei Vikings, l'ennesima giornataccia raccogliendo soltanto 133 yard e convertendo solo 3 terzi down su 13. Sono ormai 11 quarti e 168 minuti e mezzo che San Francisco non riesce ad entrare nella end-zone avversaria (se escludiamo il passaggio di Joe Montana per Dwight Clark nell'intervallo).

Chiudono la divisione gli Arizona Cardinals che domenica osservavano un turno di riposo.

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