NFC WEEK 8 REPORT

Una grande prestazione di Vick riporta i Falcons in vetta alla NFC South

NFC East
N.Y.Giants 5-2, Dallas Cowboys 4-3, Philadelphia Eagles 4-4, Washington Redskins 2-5

Allora notizia della settimana: la deriva verso cui stava andando Washington si è improvvisamente allontanata dai giocatori di Joe Gibbs. Nessun trucco, nessun inganno però.

Ovviamente i Redskins erano in bye. Spiegato l'arcano.

E con la partita di Philadelphia commentata dal puntuale Dave Lavarra, a noi comuni mortali restano da commentare le due sfidanti del Monday Night scorso.

I Giants, con la vittoria sui Bucs, sono andati al comando della division portando il record contro avversari di conference a 5-1 mantenendo quello di division immacolato.

Una partita che però non è stata per niente facile, caratterizzata da un forte vento che ha condizionato il passing game maggiormente ma, in generale, tutti i vari aspetti del gioco. A rendere le cose più difficili per i ragazzi di Coughlin c'erano stati anche gli infortuni che avevano privato, alla vigilia, la squadra di New York di tre titolari difensivi, tra cui il DE Umenyiora.

I Giants hanno saputo, complici anche gli errori offensivi dei Buccaneers, tenere gli avversari a 174 yards totali, mettendo costante pressione su Gradkowski con, anche e soprattutto, le riserve in campo per l'occasione e bloccando il running game avversario a 63 yards su 13 portate, così come successo più o meno in tutta la stagione visto che solo Warrick Dunn è riuscito a superare le 100 yards via terra contro questa difesa.

La formula usata dal coordinatore difensivo Tim Lewis è stata semplice ma efficace ed ha permesso all'attacco di New York di avere sempre un'ottima posizione di campo ( in media i possessi offensivi dei Giants sono cominciati dalle proprie 37 yards ).

Il resto lo ha poi fatto un attacco che, nonostante abbia faticato ad entrare in ritmo se non a fine partita ( a parte il TD venuto dopo il fumble di Gradkowski, i drives offensivi dei Giants, dal 3° al 12°, non sono durati più di 3 minuti ed in media meno di 2 minuti l'uno ), ha sfruttato il proprio backfield con Barber e Jacobs per dare credibilità  alla play action.

Così un Manning, apparso un po' in difficoltà , ha avuto il tempo per far viaggiare il pallone e colpire la difesa di Tampa Bay con le ricezioni ( 7 ) di Plaxico Burress, abile a sfruttare i propri centimetri contro la secondaria dei Bucs ed in particolare contro Ronde Barber, come in occasione del primo touchdown della partita.

La quarta vittoria consecutiva lancia ora i Giants verso la settimana prossima e verso l'abbordabile incontro casalingo contro i Texans in attesa della vera sfida, sempre al Giants Stadium, contro i Bears.

Nell'altro incontro che vedeva di fronte una squadra della East ed una della South, a spuntarla è stata ancora una volta l'appartenente alla costa est.

A Charlotte erano di scena i Cowboys reduci dalla sconfitta contro i Giants nel Monday Night con in cabina di regina non più Drew Bledsoe ma Tony Romo, al quarto anno nella lega. Quindi, stando alle parole di Bill Parcells, " non certamente un rookie".

La preoccupazione di ogni squadra che si trova ad affrontare un fronte difensivo come quello dei Panthers è quella di proteggere il quarterback, soprattutto quando quella squadra si chiama Dallas Cowboys ed ha dimostrato difficoltà  nel bloccare la pass rush avversaria.

L'idea di Parcells era quella di cercare di contenere la pressione di Peppers e compagni dando a Romo la possibilità  di far emergere le differenti caratteristiche del quarterback rispetto a Bledsoe. Ovvero mobilità  e gestione oculata del football. Per fare ciò serviva anche un buon running game che ha trovato in Julius Jones ( 92 yards e 1 TD ) e Marion Barber ( 9 portate per 49 yards e 2 segnature ) due ottimi interpreti.

Nonostante tutto però i Cowboys erano sotto nel punteggio ( -14 ) dopo il primo quarto. Da quel momento Dallas ha iniziato ad ingranare in attacco grazie all'accuratezza ed all'equilibrio di Romo che con rilasci veloci e passaggi corti trovava Owens ( 9 ricezioni per 107 yards ) ed il TE Witten ( 6 per 80 ) sfruttando anche gli errori di Carolina.

Fumbles e intercetti che hanno fruttato 22 dei 25 punti finali dell'ultimo quarto con i quali Dallas ha recuperato lo svantaggio e ha messo un'altra doppia V nella colonna che conta a fine stagione.

La vittoria ovviamente ha dato ragione a Parcells ed alla sua decisione di "panchinare" Bledsoe, facendogli terminare la striscia delle partite consecutive a quota 70. Difensivamente Dallas ha mostrato la compattezza della difesa contro le corse, concedendo a Foster solo 50 yards su 15 portate e tenendo i fallosi ricevitori dei Panthers a 17 ricezioni e nessuno sopra le 60 yards con il completo più lungo da 22 yards.

NFC North
Chicago Bears 7-0, Minnesota Vikings 4-3, Green Bay Packers 3-4, Detroit Lions 1-6

Non poteva certamente essere la 31° difesa NFL a far apparire il primo 1 nella colonna delle sconfitte dei Chicago Bears. Che, tanto per sgomberare il campo da ogni equivoco, hanno messo 41 punti fra se e i 49ers nell'arco dei primi trenta minuti di partita. Andando in modalità  pilota automatico nella seconda metà  della gara.

Una partita che è servita a Grossman per riprendere confidenza con il proprio attacco e con i propri mezzi dopo la bruttina prova di domenica scorsa contro i Cardinals e al running back Thomas Jones per ricevere quelle attenzioni ( leggere portate ) che, a suo dire, finora erano mancate nei suoi confronti.

La solita difesa di Chicago ha forzato San Francisco in situazioni pericolose dalle quali sono scaturite tre palle perse nei primi quattro possessi offensivi della squadra di Mike Nolan che hanno visto i Bears approfittarne andando in meta in ciascuna delle situazioni.

Al resto ci ha pensato un attacco equilibrato ( 35 corse e 32 passaggi ), anzi, oseremmo dire ad onor del vero, maggiormente sbilanciato verso un running game che ha visto Jones tornare sopra le 100 yards corse dopo le 43 guadagnate contro Arizona e il compagno Benson avere qualcosa in più ( 8 palloni ) rispetto alla singola chance avuta la settimana precedente.

Il calendario propone a Chicago la settimana prossima la visita dei Dolphins mentre si dovrà  aspettare il trittico fuori casa contro Giants, Jets e Patriots per avere una ancora più reale percezione di quanti forti sono questi Bears.

E finalmente è arrivata la prima vittoria casalinga della stagione per i Packers. A farne le spese sono stati i derelitti Arizona Cardinals.

Grazie all'efficienza del running game Brett Favre ha potuto ben amministrare i possessi offensivi non dovendo troppo ricorrere al gioco aereo. Infatti i 25 passaggi tentati sono il dato più basso dalla terza settimana di stagione regolare. Ovvio con numeri così bassi si sono ridotte anche le possibilità  di commettere errori ( leggere intercetti ) e, difatti, Favre ha chiuso per la terza partita consecutiva senza intercetti.

Molto del merito va anche ad una linea offensiva che ha spazzato via il fronte difensivo dei Cardinals aprendo varchi per le corse ( 203 yards totali ) di Green e Morency ( entrambi sopra le 100 yards via terra come non succedeva ad una coppia di RBs dei Packers dal 1985 ) e tenendo lontani in difensori di Arizona dal proprio quarterback.

Con un running game così produttivo ed efficace Green Bay non ha avuto problemi a mettere insieme drives vincenti, tenendo la difesa avversaria in campo per tanti minuti ( quasi 34 rispetto ai 26 della propria ) e andando subito in vantaggio 21-0 dopo il secondo touchdown di Ahman Green.

Poi è bastato controllare il gioco per portare a casa la seconda vittoria stagionale che, se non altro, risolleva il morale della squadra di McCarthy. Perché, di una wild card, è ancora prematuro parlarne.

Chiudiamo la division con il calendario della prossima settimana ricordando che potrete leggere della partita dei Vikings nel resoconto sul Monday Night di Dave Lavarra. Detto dei Bears impegnati in casa contro Miami, restano i Packers che faranno visita ai Bills mentre Minnesota volerà  nella baia di San Francisco per affrontare i 49ers e i ripostati Lions ospiteranno invece i Falcons.

NFC South
Atlanta Falcons 5-2, New Orleans Saints 5-2, Carolina Panthers 4-4, Tampa Bay Buccaneers 2-5.

L'avevamo affermato la settimana scorsa. Le due vittorie consecutive, seppur di misura, dei Buccaneers non dovevano trarre in inganno circa i problemi che affliggono la squadra di John Gruden e che sono esplosi nella sconfitta contro i Giants di domenica.

Tampa Bay ha faticato contro New York in tutti gli aspetti del gioco, a cominciare da quello offensivo che l'ha vista prendere il primo al possesso offensivo ( vale a dire a metà  del secondo quarto ) e chiudere con solo 63 yards su corsa. La carente prestazione del running back Williams, che pur veniva da due gare consecutive sopra le 82 yards via terra, ha portato poi Gruden ad abbandonare il running game troppo presto rispetto a quello che richiedeva la situazione.

A maggior ragione quando non c'erano le condizioni climatiche adatte che giustificassero il ricorso al passaggio per ben 48 volte contro solamente le 13 portate via terra. E si che la run defense dei Giants mancava di alcuni elementi importanti.

Gradkowski non riesce a portare questi Bucs in potenziali situazioni di segnatura, non riuscendo a convertire, se non in maniera irrisoria rispetto alla media NFL, le situazioni di terzo down che la sua squadra si trova ad affrontare ( 2-16 dopo il 5-14 della settimana precedente ). Risultato ne è la mancanza dei Bucs nella red zone avversaria ( mai all'interno delle 20 di New York ).

Difensivamente, invece, Tampa Bay ha tenuto il campo non arrivando a concedere troppe yards all'attacco avversario ma dimostrando, ancora una volta, la preoccupante situazione nelle situazioni di tackle con, appunto, numerosi placcaggi mancati con angoli improbabili come in occasione di alcune corse di Tiki Barber.

Il problemi dei Bucs arrivano fino al reparto difensivo e non sono solo appannaggio degli undici uomini di attacco. Tampa Bay è scesa fino al 30° posto NFL nella difesa contro le corse, concede 4.8 yards di media a portata e le squadre avversarie sfruttano, ovviamente, questa inefficienza e tendono a correre contro i Bucs, come dimostrano i 213 tentativi di corsa che la difesa di Tampa Bay si è trovata a difendere già  quest'anno e che ne fanno la decima squadra NFL.

La nona settimana di stagione regolare offre ai Bucs un incontro interessante contro i co-capolisti di division, i New Orleans Saints.

Dopo quattro vittorie consecutive ecco la seconda battuta d'arresto in fila per i Carolina Panthers. Sconfitta che deve iniziare a far pensare coach John Fox. Soprattutto per come è maturata, con i suoi sopra di due touchdown dopo un quarto d'ora di football e poi praticamente in balia di un quarterback alla prima partita da titolare.

Era già  emerso la settimana precedente contro i Bengals ma sembrava più un incidente di percorso che una tendenza vera e propria. I Panthers hanno, invece, seri problemi nel correre. E si sa che la filosofia di gioco di Fox richiede di un running game valido e produttivo per poter essere efficace.

Cosa che contro i Cowboys non è mai avvenuta: Foster ha corso a 3.3 yards di media, e i primi down presi dal running back sono stati solo 3 a fronte dei 16 complessivi della squadra. Con poco possesso del football quindi anche i drives hanno avuto vita corta ( appena 3 su 13 da più di 3 minuti ).

A complicare le cose ci sono stati poi gli errori dell'attacco sotto forma di ricezioni mancate ( Smith, Foster, Johnson e Gaines gli indiziati ), palloni persi ed intercetti che hanno rimesso in campo un attacco dei Cowboys capace di sfruttare ogni minimo errore avversario per mettere punti sul tabellone.

Per la seconda settimana consecutiva i Panthers si sono disuniti difensivamente ed offensivamente non riuscendo a produrre drives vincenti e convincenti ed, anzi, Delhomme ha chiuso la partita con un sack e l'ennesimo intercetto che ha vanificato qualsiasi tipo di rimonta.

Settimana prossima la squadra di Fox osserverà  un turno di riposo quanto mai opportuno in questo momento difficile.

Si bloccano invece i New Orleans Saints, strapazzati dai Ravens in una partita che ad un certo punto aveva assunto caratteri di disfatta, come il punteggio di 35-7 a metà  terzo quarto stava per dimostrare. La successiva reazione dei Saints ( 15 punti nell'ultimo quarto ) serviva solo per le statistiche ma non certo per far levare dagli occhi la sensazione di una squadra in difficoltà .

Sia in fase offensiva che in fase difensiva. Coach Payton, ovviamente, ha posto l'enfasi sui troppi errori commessi dalla sua squadra sia in termini di palle perse ( 5 ) che di penalità  ( 10 ) che hanno avuto l'effetto di mettere i Ravens in una condizione di relativa sicurezza.

Dal fumble e dall'intercetto in due dei primi tre possessi offensivi la squadra allenata da Billick è uscita con due segnature che hanno subito scavato il divario fra le squadra in campo e costretto i Saints ad abbandonare il running game dopo che, all'intervallo, lo scoreboard vedeva la squadra di casa sotto 28 a 7.

Gli errori degli uomini in attacco hanno portato gli undici difensivi di New Orleans ha porvi rimedio, capendo però ben poco di quello che Baltimora stava facendo offensivamente. Nel momento in cui se ne sono resi conto i Ravens erano già  scappati e Payton si è affidato al braccio di Brees che, infatti, ha mandato per aria 45 palloni, di cui 24 sono stati presi dai ricevitori dei Saints.

Conseguenza di tale atteggiamento sono stati i quattro palloni intercettati da una difesa di Baltimora che ha sì concesso 6 ricezioni da più di 25 yards ( 3 risultate in TDs ) ma ne ha anche riportati due per 121 yards. Recuperi che hanno dato il via a due drives offensivi vincenti.

Anche il game plan di Payton necessita di aggiustamenti soprattutto alla luce della pessima chiamata sfociata nell'intercetto lanciato da Reggie Bush. E, proprio in merito al running back, destano preoccupazione le condizioni della sua caviglia anche se non sarebbero tali da minare la partecipazione alla prossima gara fuori casa in Florida, a Tampa.

Chiusura finale con l'altra squadra che comanda la division, quei Falcons che erano attesi da un non facile confronto contro i Cincinnati Bengals, un altro AFC North team dopo l'incontro con gli Steelers della settimana precedente.

Atlanta vince una partita che ha sostanzialmente avuto in pugno per tutti i 60 minuti della sua durata riuscendo a garantire una zona di conforto a Vick per esprimere tutto il suo potenziale. Il quarterback infatti ha chiuso con solo 8 incompleti e 291 yards, facendo anche valere tutta la sua atipicità  con 9 corse per 55 yards.

Soprattutto i Falcons sono stati abilissimi a mantenere vivi i possessi offensivi ( 7 conversioni su 13 occasioni di terzo down ) grazie ad un running game che, nonostante sia rimasto sotto la media stagionale Falcons, ha comunque messo insieme 143 yards su 38 tentativi.

Al resto ci ha pensato, come dicevamo, un Vick molto in controllo, che ha lanciato 3 touchdowns a tre differenti ricevitori ma, soprattutto, non andando mai in situazioni difficili di down con tante yards da recuperare. Dei 20 completi infatti ben 15 sono serviti per prendere un primo down.

Il running game efficiente ha poi avuto il pregio di tenere per tanto tempo ( 37 minuti ) fermo sulla sideline l'attacco avversario che, una volta in campo, ha dovuto giocoforza abbandonare le corse di Rudi Johnson nel tentativo di tenere il passo offensivo dei Falcons che erano andati a segno in sei dei primi sette possessi ( in realtà  otto totali considerando che quello di chiusura del primo tempo ).

Difensivamente è piaciuta la partita del CB Hall che ha tenuto il temuto Chad Johnson a 6 ricezioni e 78 yards con un TD anche se il piano partita dei Bengals aveva portato l'attacco lontano dal difensore dei Falcons.

La seconda vittoria consecutiva riporta Atlanta in vetta alla division e dà  alla squadra di Jim Mora la spinta necessaria per affrontare domenica prossima fuori casa i Lions anche se il calendario proporrà  la prima vera sfida difficile alla dodicesima settimana quando Vick farà  visita ai Baltimore Ravens.

NFC WEST
Seattle Seahawks 4-3, St. Louis Rams 4-3, San Francisco 49ers 2-5, Arizona Cardinals 1-7

Certo, molto può essere ricondotto agli infortuni, alle assenze di giocatori importanti sul piano offensivo ma questi Seattle Seahawks non convincono nonostante stessero per vincere una partita che li ha visti concedere 499 yards alla squadra avversaria.

Seattle ha diversi problemi che esistevano anche prima dell'infortunio ad Alexander. Non dimentichiamo infatti che il running back, prima di rompersi il quarto metatarso del piede sinistro, stava correndo a 2.9 yards di media, esattamente la stessa media che sta tenendo il suo sostituto, Maurice Morris.

Il che evidenzia un problema che riguarda tutta la linea offensiva e che è stato anche la causa dei soli 17 minuti di possesso che l'attacco di Seattle ha avuto nella partita contro i Chiefs. Poco tempo però che era stato, ad onor del vero, benissimo se è vero che i Seahawks erano sopra 28-27 a sei minuti dalla fine.

Grazie anche un Seneca Wallace al quale coach Holmgren aveva lasciato spazio non chiedendogli troppo, vista che quella contro Kansas City era la sua prima partita da titolare, e grazie anche alle giocate dei due wide receivers ( Jackson e Branch ) che stanno dimostrando di essere "l'attacco" di Seattle in questo momento.

Perché hanno perso dunque i Seahawks? Perché una regola non scritta del football impone alla tua squadra di saper controllare l'orologio e, soprattutto, limitare le giocate offensive avversarie. Cosa che puntualmente non è riuscita alla difesa di Seattle.

Che ha finito con il concedere 191 yards via terra e 39 portate ad un Larry Johnson da 4 touchdowns ed un attacco dei Chiefs che è stato in campo per 42 minuti sui 60 totali della partita. Le lacune anche sui passaggi hanno poi completato il quadro come in occasione della ricezione da 51 yard di Kennison nel drive che ha riportato Kansas City in vantaggio.

Settimana prossima Seattle sarà  impegnata nel Monday Night contro i Raiders.

Analoga partita hanno disputato i St. Louis Rams che erano ospiti dei Chargers. Fermare Tomlinson era l'ordine impartito da coach Linehan per cercare di fermare un attacco Chargers molto pericoloso in entrambi gli aspetti offensivi.

Le statistiche a fine partita sono impietose con la difesa dei Rams che, oltre a concedere più di 30 punti al terzo avversario nelle ultime quattro partite, ha lasciato che il ground game di San Diego a dettare i ritmi di gioco. La difesa ha finito per concedere 216 yards via terra, di cui 183 con 25 portate ad un incontenibile Tomlinson ( 3 volte nella end zone avversaria ), e tutti quei big plays che hanno permesso ai Chargers di mettere punti sul tabellone.

Difensivamente quindi St. Louis ha bisogno di migliorare visto che nell'altro aspetto, quello offensivo, male non è andata considerando che il running back Steven Jackson, nonostante le 84 yards corse, non è stato un fattore rimanendo sotto le 20 portate e con un guadagno singolo più lungo di 12 yards.

Bulger, nonostante i tre sacks rimediati da un incontenibile Merriman, ha chiuso ancora con un rating vicino ai 110.0 completando 27 passaggi con due touchdown e distribuendo il pallone a 7 ricevitori diversi.

La seconda sconfitta consecutiva però non compromette più di tanto il cammino dei Rams all'interno della division vista anche la contestuale sconfitta dei Seahawks contro quei Chiefs che la squadra di Linehan si troverà  ad affrontare in casa la prossima settimana.

Possiamo stare tutto il giorno a ripetere che non sono i 49ers degli anni passati, di quanto è stato finora ottimo il lavoro di Mike Nolan ma la verità  è che se poi rimani ancora a due vittorie su sette partite qualche dubbio su quello che stai facendo devi iniziare a fartelo venire.

Non che la partita contro i Chicago fosse quella che avrebbe dovuto segnare " la svolta " ma un arrendevolezza tale, una girandola di errori nei primi trenta minuti di partita erano difficilmente ipotizzabili.

I 49ers hanno perso, loro per primi, la partita che poi Chicago, meritatamente, ha dimostrato di poter e voler vincere e di saperlo fare anche senza i regali concessi da un attacco di San Francisco che, con le proprie palle perse, ha permesso ai Bears di attaccare una zona di campo relativamente corta. I drives offensivi degli uomini di Marvin Lewis venuti su turnover di San Francisco sono infatti iniziati tutti in territorio 49ers e rispettivamente dalle 15, 41 e 13 yards.

E in tutte le situazioni Chicago ha segnato aprendo una voragine nel punteggio. Distacco che poi San Francisco non è riuscita a colmare nonostante la discreta prova del running back Gore ( 111 yards su appena 12 portate ), autore della miglior prestazione stagionale concessa dalla difesa di Chicago ( la corsa da 53 yards ad inizio ultimo periodo che ha portato poi al calcio di Nedney del 3-41 ).

Il problema è che, a parte la suddetta corsa, Nolan ha avuto ben poco dal gioco di corsa subendo il possesso palla targato Chicago che ha avuto 15 minuti in più degli avversari il pallone in mano dando così meno tempo a Smith e compagni di costruire drives lunghi e vincenti.

Delle prossime nove partite che i 49ers dovranno affrontare solo tre saranno contro avversari con un record, al momento, perdente. Salvo clamorosi risvolti anche per il 2006 la stagione di San Francisco si chiuderà  in negativo quindi. A meno che la riscossa non parte domenica prossima dalla partita in casa contro i Vikings.

Difficile credere che il posto di Dennis Green non sia oggetto di discussioni e che la proprietà  degli Arizona Cardinals decida di continuare con un allenatore che, dopo la sconfitta contro i Packers, ha visto il suo record con la squadra scendere a 12 vittorie e 28 sconfitte. Sette delle quali consecutive. Striscia, tra l'altro, ancora in corso in questa stagione 2006.

Fin dal primo giorno, e dall'acquisto del running back James, la direttiva di Green è stata quella di appoggiare il gioco d'attacco sull'ex Colt. Ma i problemi della linea offensiva ( i maggiori guadagni singoli di James sono stati da 7 e 9 yards ) uniti a quelli del running back non hanno permesso ai Cardinals di stabilire un gioco offensivo valido, facendo ricadere gran parte della responsabilità  offensiva nelle braccia dei due quarterback.

Contro i Packers, poi, è stata fin da subito difficile. Sotto da subito nel punteggio, Arizona ha presto sacrificato le corse di James ( non male ma neanche benissimo domenica ) nel tentativo di mettere velocemente qualche punto sul tabellone nel tentativo di non far scappare Green Bay.

Il che ha condotto Matt Leinart ad armare il braccio ( 20 tentativi nel secondo tempo a fronte di sole 7 portate di James ) e testare la peggior difesa NFL sui passaggi. Ma la difesa di Green Bay, miscelando blitzes a coperture, è riuscita a mandare fuori ritmo il quarterback di Arizona, mettendo anche a segno 4 sacks che hanno costretto l'attacco dei Cardinals in situazione di 2° e 3° con tante yards da conquistare.

Un bisognoso turno di riposo attende ora la squadra di coach Green che potrà  lavorare su quelle lacune che affliggono la sua squadra e che potrebbero costargli il posto. L'arrivo dei Cowboys tra due settimane in Arizona ci dirà  di più del destino di coach Green.

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