Andrew Walter può diventare il nuovo starter fisso dei Raiders. L'infortunio di Aaron Brooks gli ha spianato la strada.
Il football americano è il gioco di squadra per eccellenza, una disciplina dove la tempistica il sincronismo e le piccole cose che non sempre saltano all'occhio rappresentano la maggior parte del successo di una squadra professionistica. Ma si sa, questo è uno sport di contatto ed è quasi impossibile uscire da uno stadio senza una parte dolorante, anzi spesso i giocatori subiscono infortuni che terminano anzitempo le loro stagioni e per questo motivo avere profondità nei ruoli è una cosa fondamentale per restare nei piani alti della lega.
In particolare il ruolo di quarterback, ovvero la testa pensante, il regista, il leader emotivo, è il più delicato di tutti oltre che uno dei più esposti ai colpi, per cui avere a roster un sostituto di qualità è una condizione necessaria per non gettare al vento un intero campionato o comunque per salvarne il salvabile.
Ci sono riserve che se chiamati in campo avrebbero delle difficoltà , qualcuno immagini i Colts con Jim Sorgi al posto di Peyton Manning, ce ne sono altre che potrebbero essere titolari se solo vestissero un'altra maglia, basti pensare a Matt Schaub o David Garrard: in entrambi i casi i giocatori sono tutti molto preparati, data l'imprevedibilità di un'eventuale entrata nel campo di gioco e data la complessità degli attacchi Nfl, ed alcuni di loro stanno trovando il modo di distinguersi nel presente campionato, che ha già perso più di qualche starter per infortunio o per raggiunto limite di tolleranza agli errori.
Già alla prima settimana di gioco il bollettino degli infortunati recava nomi illustri, come quelli di Ben Roethlisberger, assente per un'operazione di appendicite e comunque in ritardo sulla preparazione a causa del suo famoso incidente motociclistico, e di Trent Green, violentemente atterrato da Robert Geathers nell'opener che i Chiefs hanno giocato contro Cincinnati ed uscito praticamente immobile dal campo con una sonora commozione celebrale a suo carico.
Ed è proprio in queste occasioni che il duro lavoro in allenamento paga, che la conoscenza degli schemi dev'essere perfetta, che l'intesa con i compagni deve essere quanto di più simile a quella del titolare: ed è in queste occasioni che un sistema offensivo si rivela valido o no, ovvero quando il prodotto non cambia rimanendo di successo pur invertendo l'ordine dei fattori.
Charlie Batch ha trovato il suo luogo di lavoro ideale quando nel 2002 è stato chiamato per fare il secondo quarterback a Pittsburgh dopo 4 anni di critiche e di inconsistenza con i Detroit Lions, dove i suoi ratings medi oscillavano dai 67 agli 84 punti e dove non era riuscito in alcuna delle stagioni giocate a superare le 2.500 yards stagionali. Inoltre, le sconfitte che la franchigia aveva dovuto sopportare in quel periodo non avevano certo aumentato la sua popolarità in città , e gli fu così preferito un personaggio al quale faremo un accenno più avanti, Joey Harrington.
In occasione dell'anticipo che ha aperto la presente stagione contro i Miami Dolphins, Batch è dovuto scendere in campo per iniziare la difesa del titolo, dovendo sostituire Big Ben come già era successo un anno prima (gli Steelers vinsero entrambe le gare in assenza del loro titolare), ed ha fornito una prestazione inattesa per solidità e consistenza terminando con il 60% di passaggi completati per 209 yards e ben 3 TD,tra i quali una giocata di 87 yards eseguita assieme al tight end Heath Miller che ha messo la parola fine alla contesa.
Eseguito alla perfezione il suo compito da rilievo senza strafare, Batch è stato richiamato in campo questa domenica contro gli Atlanta Falcons, quando lo sfortunato Roethlisberger è dovuto uscire per un brutto colpo alla testa: Charlie è diventato tra i protagonisti dello shoot-out di Atlanta confezionando, ancora a freddo, un TD pass di 70 yards assieme ad Hines Ward, riuscendo a replicare la segnatura nel quarto periodo dopo un drive di 6 giochi e 79 yards, mettendo sul tabellone i punti del pareggio necessari per rimandare le decisioni all'overtime.
Batch sarebbe anche riuscito a fare di meglio senza una penalità di Nate Washigton, una falsa partenza in situazione di spike: negli ultimi secondi del match, il quarterback era riuscito a trovare ancora Ward per un guadagno che aveva portato Pittsburgh sulle 33 yards avversarie, ma il fallo del compagno nel riallineamento aveva fatto terminare il tempo a disposizione e quindi tolto la possibilità di vincere la gara mettendo in campo Jeff Reed.
Analoga, ma più a lungo termine, la già citata situazione di Kansas City dove Damon Huard sta sostituendo con egregi risultati l'infortunato Green: Huard, che in carriera ha sempre agito da backup con Miami e New England prima di arrivare nel Kansas nel 2004, ha collezionato 3 vittorie e 2 sconfitte da partente dopo che molti avevano dato i Chiefs per spacciati, segnando 7 passaggi da TD a fronte di un solo intercetto, dando sicuramente meno spettacolo ma maggiore consistenza al reparto da lui guidato.
La sua presenza ha senz'altro costretto Herman Edwards a studiare un approccio più conservativo alla partita, contando sulle gambe di Larry Johnson e su lanci in sicurezza e ad alta percentuale, ottenendo comunque dei discreti risultati. Finora Huard ha toppato, come tutta la squadra, solo la partita contro Pittsburgh (guarda caso coincisa con la rinascita di Big Ben) e per il resto ne ha persa una contro i Broncos in una battaglia tra kickers. Importanti i successi, ottenuti contro San Francisco per 41-0 con un rating di 133 a suo favore, contro Arizona con 288 yards su passaggio in una giornata negativa per il running game, ed infine la più prestigiosa, quella contro San Diego, quando con 33 secondi a disposizione ha centrato tre completi consecutivi partendo dalle proprie 18 yards e consentendo a Lawrence Tynes di infilare i punti della vittoria dalle 53.
Davvero non male, per uno abituato a tenere in mano una lavagnetta con una cuffia sempre in testa.
Altro contingente comparabile a quello appena descritto è quello di Tampa, dove l'infortunio alla milza di Chris Simms ha dato l'opportunità al rookie Bruce Gradkowski di mettersi in luce, dimostrando inaspettate qualità di leader e di sangue freddo.
Gradkowski, proveniente da Toledo e scelto al sesto giro del draft 2006, era stato preso senza l'intenzione di essere utilizzato da subito, in quanto le prospettive del team di Jon Gruden erano ben più alte dei risultati ottenuti e Simms aveva fatto ben sperare portando i Bucs ai playoffs nel 2005.
L'inizio di campionato è stato invece (sportivamente) tragico, con il figlio di Phil a segnare un solo TD pass e ben 7 intercetti, condizionando chiaramente le prestazioni offensive del team della Florida; nella terza settimana di gioco, dopo la sconfitta all'ultimo secondo contro Carolina e dopo la sua migliore gara stagionale, Simms è stato poi ricoverato per un dolore alla milza, rivelatosi poi conseguenza potenzialmente pericolosa di un colpo ricevuto in campo.
Gradkowski ha preso in mano la squadra quindici giorni dopo, con il bye week di mezzo, utile per affinare l'intesa con i compagni in allenamento. Nella sua prima partenza da professionista il rookie ha risposto alla grande nonostante la sconfitta di tre punti contro i Saints, completando il 64% dei passaggi tentati con due mete ed un rating di 107, ma il meglio è arrivato nelle due settimane successive, con i Bucs a vincere le prime due partite di stagione contro avversari di calibro quali Bengals ed Eagles.
Contro Cincinnati l'ex Toledo ha dimostrato tutta la sua inesperienza, fatto normalissimo, ma nella ripresa è riuscito ugualmente a trovare un certo ritmo offensivo grazie ai passaggini corti nel mezzo e andando in scramble quando la situazione lo richiedeva: il ricordo più limpido di quella partita resta senz'altro l'ultima serie giocata, terminata a 43 secondi dalla fine del match con un suo passaggio vincente per Michael Clayton, quello del 14-13 che ha scioccato Carson Palmer e compagni, quello che ti fa dire "ma è una matricola, come ha condotto un drive del genere?"
Le prestazioni di Gradkowski avevano strabiliato in preseason, quando le circostanze fecero propendere Gruden nel regalargli il posto di quarterback numero 2 scalzando Tim Rattay, mentre quelle in regular season hanno fatto decidere Simms di diventare free agent a fine stagione, una mossa che fa intravedere un cambio definitivo di rotta nella cabina di regia nella nave pirata.
Più tranquilla ma pur sempre vittoriosa la gara contro Philadelphia, determinata dai due TD di Ronde Barber su ritorno di intercetto e conclusasi con il calcio di 62 yards di Matt Bryant allo scadere che ha comunque sancito la seconda vittoria consecutiva con Gradkowski da titolare.
Gli infortuni hanno levato dalla scena anche Aaron Brooks, preso come free agent dai Raiders in sostituzione di Kerry Collins per tentare di salvare una stagione che si sta rivelando anche peggiore di quella passata. In sua vece è entrato in campo Andrew Walter, prelevato un anno fa da Arizona State per ringiovanire e rinvigorire il settore regia e progressivamente migliorato di gara in gara, dopo una partenza molto difficoltosa e due sconfitte contro Ravens e Browns, aggravate dai 10 sacks subiti ed un 38% medio di passaggi completati.
Nonostante i risultati di squadra negativi Walter ha fatto vedere delle belle cose in campo, in special modo nell'ultima settimana, dove fronteggiava l'antico rivale del college, Matt Leinart.
I due si erano fronteggiati due volte ai tempi della Ncaa, ed in entrambi i casi Leinart aveva avuto i riflettori tutti per sé ed era tornato a casa con un successo; domenica le cose sono andate molto diversamente e per il quarterback dei Raiders il 22-9 con cui i californiani si sono imposti sui Cardinals ha avuto un sapore di rivincita.
Walter ha completato 17 tentativi su 30 per 263 yards con una meta ed un intercetto, si è mosso con disinvoltura ed ha effettuato delle scelte non sempre adatte alla situazione; tuttavia che è stato felice dei suoi progressi è senz'altro Randy Moss, che nella settima settimana di gioco ha vissuto la miglior partita stagionale con 7 ricezioni per 129 yards. Il rilascio veloce di Walter ha nullificato parte dell'effetto dei blitz avversari, consentendo ai ricevitori dei Raiders, ritrovatisi meno marcati, di fare molte più giocate produttive: le 3 ricezioni di Ronald Curry sono state tutte per un primo down, e Moss ha ricevuto un passaggio da TD di 32 yards, una delle giocate più lunghe per Oakland in questo campionato.
Oltre alla vittoria che ha spezzato una serie negativa di ben 11 partite, Walter si è levato la soddisfazione di battere e collezionare migliori statistiche di Leinart, una bella iniezione di fiducia per lui che, al contrario dell'ex Usc, deve faticare di più per dimostrare di essere pronto per i pro.
E con la lenta ripresa di Brooks, il posto da titolare in questo momento ha un solo padrone.
Infine c'è il caso di Dallas, dove Bill Parcells ha eccessivamente punito Drew Bledsoe sostituendolo nell'intervallo del Monday Night perso contro i Giants coinciso con l'ingresso in campo di Tony Romo, quarto anno da Eastern Illinois con pochissima esperienza tra i professionisti.
Bledsoe, a suo tempo involontario protagonista del lancio di Tom Brady a New England, era arrivato un anno fa a Dallas con l'etichetta dell'uomo giusto per muovere il pallone ed anche se i risultati di squadra erano stati inferiori alle attese aveva comunque segnato 23 mete con 17 intercetti con passaggi per 3.200 yards, alternando prestazioni solide ad altre da strapparsi i capelli.
A causa della sua scarsa mobilità e del vizio di rilasciare il pallone spesso all'ultimo istante disponibile, il veterano da Washington State era stato messo sul patibolo e già dal training camp si parlava di una possibile controversia di quarterbacks nel Texas.
Queste sensazioni hanno preso forma nell'intervallo di lunedì notte, quando un sanguinoso intercetto in zona punti e quattro sacks subiti (ma qui la colpa è di altri) hanno fatto prendere a Parcells la decisione di mettere in campo Romo e tutta la sua inesperienza.
Il sostituto ha esordito male, facendosi intercettare al primo tentativo, ma ha mosso meglio l'attacco con lanci anche in corsa, terminando l'opera con un TD pass di 53 yards per Patrick Crayton, seppure a risultato acquisito. Nonostante 3 intercetti (uno riportato per 96 yards) e qualche scelta davvero infelice, Romo ha comunque dato la sensazione di poter riuscire a smuovere le cose, date le maggiori opzioni che le sue diverse caratteristiche possono fornire, ed ha finito i suoi due quarti di gioco con 14 completi su 25 per 227 yards, esattamente il doppio di quante ne aveva accumulate Bledsoe in precedenza.
E che dire in quel di Miami, dove Joey Harrigton, ripudiato da Detroit, ha improvvisamente acceso la miccia dell'attacco dei Dolphins pur non migliorandone le sorti?
D'accordo, con lui Miami è 0-3, ma se non altro il reparto produce maggiori yards che non con Dante Culpepper, preso in offseason per ridare un gioco aereo ad una squadra che da anni non ce l'ha ma ampiamente deludente nelle sue prime uscite, tanto da suscitare dubbi sul suo effettivo recupero dal brutto infortunio che ne tranciò la stagione 2005.
Quarterback con il vizio dell'intercetto irrimediabile, Harrington ha comunque stabilito un record di franchigia tentando 62 passaggi nella sconfitta di domenica contro i Packers, accumulando un career high di 414 yards. Il suo ingresso in campo, se non altro, si è rivelato un toccasana per il tight end Randy McMichael, che in tre partite con lui ha sempre superato le 70 yards dopo aver ricevuto solo 10 palloni nelle precedenti 4 uscite, e maggiore è stato anche il coinvolgimento del rookie Derek Hagan, che ha ammassato 118 yards in due gare dopo un esordio con degli utilizzi sporadici.
Alcuni dei registi che abbiamo analizzato oggi vedranno il loro momento di gloria terminare con il pieno recupero dei titolari del ruolo. Altri si sono visti aprire delle porte inattese, ed avranno la possibilità , grazie alla giovane età , di fare esperienza e crescere prima del previsto. Altri ancora, ci vengono in mente Jason Campbell e Aaron Rodgers, vedranno il campo l'anno prossimo o sul finire del campionato, quando il record della loro squadra sarà compromesso o quando lo starter avrà deciso di aver giocato abbastanza.
Ed in qualsiasi momento ciò accada, sarà meglio farsi trovare pronti: tanti destini delle squadre Nfl passano proprio dalle loro mani.