NFC WEEK 7 REPORT

Terrell Owens china il capo. Siamo a metà  terzo quarto e per i Cowboys sarà  un'altra sconfitta.

NFC East
N.Y.Giants 4-2, Philadelphia Eagles 4-3, Dallas Cowboys 3-3, Washington Redskins 2-5

Impegnati nel Monday Night Cowboys e Giants, il cui resoconto è, come sempre, affidato alle parole di Dave Lavarra, la scena domenicale era tutta per gli Eagles ed i Redskins che si trovavano ad affrontare due squadre pericolose, rispettivamente i Buccaneers e i Colts.

E' ufficiale: Washington sta andando alla deriva. Certo il compito sulla carta non era facile visto che si faceva visita al dome di Peyton Manning ma uscirne con le ossa cos' rotte non l'avrebbe pensato neanche il più ottimista dei Gibbs di questo mondo. Quando giochi contro una squadra ( i Colts ) che fa dell'up-tempo offense il suo credo, che cerca i passaggi veloci per muoversi sul campo, che ha nel quarterback il miglior interprete della no-huddle offense, l'unica cosa che puoi fare è cercare di contenere le sfuriate offensive dell'avversario concedendo guadagni corti e facendo stare molto tempo in campo la squadra avversaria.

Ciò che più o meno erano riusciti a fare i Titans due settimane prima. Il problema di affrontare un attacco "veloce" è che, dalla sideline, non riesce a cambiare il personale in campo, non riesci a cambiare volto alla tua difesa, a mischiare i fronti difensivi. Tutto ciò, ovviamente, che Gregg Williams, assistente allenatore e "mente" della difesa dei Redskins, ama fare.

Nonostante le precarie condizioni fisiche di una secondaria orfana del cornerback numero 2 ( Carlos Rogers ) e con un Kenny Wright od un Mike Rumph a coprire uno dei wide receivers Colts, Washington sul profondo ha tenuto concedendo solo 5 passaggi da più di 20 yards, quando in stagione erano stati, dopo 6 partite, già  25.

Resta il fatto che poi, però, sul corto devi comunque coprire e qui Manning è andato a nozze. Dopo il primo impatto fisico iniziale contro la difesa di Washington il quarterback dei Colts ha preso le misure alla difesa avversaria completando quei passaggi veloci e corti che hanno prodotto drives corti in termini di possesso palla ma, proprio per la loro natura, più efficaci rispetto a drives enormemente più lunghi.

Neanche quindi con il maggior possesso del pallone Washington è riuscita ad imporre il proprio gioco. Contro una difesa come quella dei Colts capace di concedere 214 yards via terra a Tennessee e, più in generale, quasi 167 yards a partita, era persino ovvio che buona parte del successo dei Redskins sarebbe stato nelle portate di Clinton Portis e dei suoi compagni di backfield.

Ma Indianapolis, grazie anche alla freschissima aggiunta dal mercato del DT McFarland, ha tenuto il running game di Washington a livelli di una mediocrità  assoluta e soprattutto a messo nel braccio e nelle gambe di Brunell il compito di vincere la partita.

Non ingannino infatti le 114 yards corse da Washington o le 4.8 yards di media a portata: Portis ha chiuso con 43 yards su 12 portate mentre Betts ha corso 10 volte per un guadagno di 52 yards. Se di considera che con una sola corsa Portis ha preso 34 yards e Betts 19, viene fuori quel dato di cui parlavamo prima. Ovvero che con 11 portate Portis ha conquistato 9!! yards mentre ne ha messe insieme 33 con 9 corse.

Inesistenti.

Alla luce di questa sconfitta la situazione per Washington si fa critica. In una division forte come la East essere già  0-2 negli scontri all'interno della stessa non aiuta. Gibbs deve trovare il modo di far decollare un running game che stenta a farlo o, se avviene, è solo sporadicamente. Le statistiche dicono che quando Portis rimane sotto le 77 yards via terra Washington non conosce vittoria.

La pass defense, dal 23° posto che occupava, con le 342 yards concesse ad Indianapolis ed una media di 9.8 yards per passaggio nonché 4 TDs, è scesa al 29° con 14 touchdowns concessi.

Due sconfitte consecutive, quando parli apertamente di Super Bowl, non se le potrebbero concedere neanche i Bears di quest'anno, figuriamoci una formazione come i Philadelphia Eagles che attendono ancora che la giuria esprima un verdetto sulla loro capacità  di essere contenders.

L'imputata alla sbarra è la difesa sui passaggi. 27° NFL, 237.7 yards di media, coperture mancate, difensori "bruciati" dei ricevitori avversari, quarterbacks che completano il 72.5% dei passaggi effettuati, con una media di 8.1 yards per tentativo e che completano 31 passaggi su 38 tra ultimo quarto e overtime. Dati, quest'ultimi, che emergono dalle sconfitte degli Eagles contro Giants ( Eli Manning ) e Saints ( Drew Brees ).

Considerando che il pur ottimo Gradkowski ( quarterback dei Bucs ) non è al livello dei sopramenzionati è facile capire come questa volta la difesa di Philadelphia abbia tenuto il gioco aereo avversario sotto le 100 yards. Peccato che questo non sia bastato per evitare la seconda sconfitta consecutiva.

Arrivata, quest'ultima come quella della settimana precedente contro i Saints, all'ultimo secondo a causa di un field goal avversario. Questa volta da esattamente il doppio della distanza da cui John Carney aveva calciato l'ovale. 62 yards. Record NFL mancato per una yard.
Il problema ovviamente non è tanto l'aver perso per un episodio ma le condizioni che hanno portato gli Eagles a dover, per l'ennesima volta, rientrare in partita da una situazione di svantaggio nel punteggio.

Bisognava contenere il running game avversario ed in particolare un Cadillac Williams reduce da due partite consecutive sopra le 100 yards stando attenti a non concedere big plays sul profondo. Considerate le caratteristiche dell'attacco dei Buccaneers il piano partita di Johnson era stato preparato quindi più su una difesa di copertura che non una di tipo aggressivo, anche considerando le deficienze della propria secondaria.

Ad un gioco di corsa avversario tenuto a 2.5 yards di media su 13 tentativi nei primi 30 minuti e ad un Gradkowski inefficace, il cui unico passaggio degno di nota era stato quello da 26 yards messo nelle mani di Warren in un drive a fine secondo quarto, non era però seguito un gioco d'attacco capace di mettere punti sul tabellone.

Anzi. Il primo tempo degli Eagles era inguardabile con 3 punts, 2 intercetti e 1 fumble nei primi sei possessi offensivi ed un McNabb versione McChicken. Atteggiamento che era proseguito nell'apertura del terzo quarto quando la quarta palla persa ( 2° intercetto di McNabb ) di Philadelphia sul primo possesso offensivo finiva tra le mani di Ronde Barber per il secondo touchdown della giornata su intercetto del cornerback di Tampa Bay.

Quello che deve far riflettere della sconfitta di Philadelphia è il modo in cui è maturata: la tendenza ad andare sotto nel punteggio in almeno 3 delle 7 partite di questo 2006 deve far riflettere Andy Reid. Perché non tutte le domeniche riesci a rientrare in partita nonostante sei titolare del miglior attacco NFL della stagione. Come hanno ampiamente dimostrato le 506 yards di total offense messe su contro Tampa Bay.

Il calendario propone agli Eagles la settimana prossima la visita dei Jaguars mentre i Redskins osservano un benedetto turno di riposo con i Giants, invece, impegnati in casa contro i Bucs ed i Cowboys ospiti dei Panthers.

NFC North
Chicago Bears 6-0, Minnesota Vikings 4-2, Green Bay Packers 2-4, Detroit Lions 1-6

Chicago riposava e quindi l'attenzione era tutta sulle tre squadre rimanenti delle division.

Fra Lions e Jets si è svolta la partita che non ti saresti mai aspettato. Quella che ha visto Detroit concedere meno del previsto per via aerea ( 70 yards sotto la media stagionale ), quella che ha mostrato una New York scoprire, per la seconda volta, di avere in casa un giocatore utilissimo nel running game.

I Lions, dicevamo, hanno " tenuto", nonostante i soli 6 incompleti di Pennington, il gioco aereo dei Jets pagando però l'assenza dei DT Rogers ( sospeso dalla NFL per 4 partite ) e la mancanza di stabilità  di una linea difensiva che ha visto cambiare uomini e posizione senza soluzione di continuità .

Le conseguenze sono tutte nei numeri del gioco via terra dei Jets: 16 primi downs su 27 totali, 42 corse e 221 yards, 3 TDs. Numeri che hanno costretto la difesa di Detroit a stare in campo 34 minuti contro i quasi 26 di quella avversaria.

Privata del possesso palla la squadra di Marinelli non è mai stata sopra nel punteggio, trovandosi costretta ad inseguire e forzata nella necessità  di capitalizzare al meglio i possessi offensivi. Ovviamente nel tentativo di rimonta l'attacco dei Lions è diventato mono-dimensionale ( il rapporto lanci/corse, dal 50% del primo tempo è diventato 65 ) cercando più il passaggio dimenticando un running game che aveva dato comunque buoni frutti ( 7.3 di media a portata nel primo tempo ) nonostante le non perfette condizioni fisiche di Kevin jones.

Qualche nota positiva per Marinelli comunque c'è: la consapevolezza che la sua squadra non ha mollato nonostante sia stata sotto per tutta la partita e la stabilità  a livello di offensive line per prima volta in stagione con la conferma degli stessi cinque titolari della settimana scorsa davanti a Kitna.

La chiave nella gara dei Packers contro i Dolphins era "convincere" la difesa di Miami della bontà  del corpo di ricevitori in casa di Green Bay. Convincimento che, per inciso, non aveva, e non ha, neanche Brett Favre stesso. Ma questo è un altro discorso. A meno che"

A meno che il tanto bistrattato running game non mescolasse le carte in gioco a dare un diverso aspetto alla squadra allenata da Mike McCarthy e a salvare gli ultimi spiccioli di dignità  rimasti in Favre.

Game plan abbastanza prevedibile quindi quello messo in atto da Green Bay: diamo la palla a Green, teniamo i difensori dei Dolphins con le mani per terra, dando a Favre la possibilità , libero da pressione addosso, di esplorare sul profondo la mal ridotta secondaria dei Dolphins.

Una riflessione: 155 yards potrebbero sembrare tante, le 118 di Green altrettanto ma, appunto, il condizionale è d'obbligo. Specialmente quando da quei totali levi un singolo guadagno di 70 yard ( peraltro concluso con un TD ) e la media a portata che ti rimane è un misero 3.03. Poco per riuscire a " vendere" il tuo gioco di corsa liberando un uomo dalle coperture.
Però i Miami Dolphins di questo periodo sono veramente poca cosa e ai Packers, per portare a casa una vittoria necessaria quanto l'aria, è bastato sfruttare gli errori dell'attacco guidato da Harrington. Proprio l'ex Lion, con i suoi tre intercetti, ha rimesso i Packers in partita e nella posizione di vincere.

Tredici sono stati infatti i punti derivanti dagli intercetti del quarterback di Miami. Errori che sono andati a sommarsi con le ricezioni mancate dei ricevitori dei Dolphins e che hanno vanificato sia i minuti di possesso in più a favore della squadra della Florida che i 17 giochi offensivi in più rispetto ai Packers.

A cui comunque va dato il merito di aver saputo approfittare al meglio degli errori avversari e producendo un gioco equilibrato, a dispetto dei numeri, con la chicca finale del drive da 11 giochi, 80 yards e della durata di quasi sei minuti che ha permesso ai Packers di mettere più di una segnatura di distanza nei confronti dei Dolphins.

I Vikings non avevano un compito facile: provare a vincere al Qwest field, in uno degli stadi più rumorosi e difficili della NFL, non è mai facile per nessuno. Figuriamoci per una formazione come quella di Minnesota che presenta una linea offensiva ancora non perfettamente rodata e, quindi, maggiormente esposta ad errori di comunicazione.

Era quindi abbastanza intuitivo pensare che i problemi di Minnesota sarebbero partiti dalla linea offensiva e da come i cinque giocatori in campo si sarebbero comportati con gli eventuali risvolti su un running game che, in stagione, non aveva certo impressionato.

A peggiore il quadro c'era anche la difesa avversaria sulle corse, 6° NFL prima della partita, che concedeva solo 3.4 yards per portata.

In estate però i Vikings hanno messo mano al portafoglio investendo 65 milioni di dollari in giocatori. Un investimento importante che domenica ha iniziato a pagare i suoi dividendi. Come in occasione del gioco che ha affossato le speranze dei Seahawks.

Terzo quarto, 5 minuti alla fine, viene chiamato una corsa dalla parte di sinistra, dalla parte della guardia da 49 milioni di dollari e del LT McKinnie. Un gioco sulla falsa riga di quelli che vedevano protagonista Hutchinson con la maglia di Seattle e che tanto merito hanno avuto nelle prestazioni di Shaun Alexander.

Con la tavola apparecchiata dai blocchi degli uomini di linea il running back Chester Taylor ha corso come mai prima d'ora, bevendosi le 96 yards che lo separavano dalla end zone avversaria e mettendo i Vikings in posizione irraggiungibile per i Seahawks targati Hasselbeck e Alexander, figuriamoci per la versione 0.2 ( ovvero senza i due assi ).

I Vikings hanno poi controllato il tempo aggiungendo anche quel big play che ormai è il marchio di fabbrica di una difesa arrivata nell'elite NFL e che ha dei due difensive tackle due run-stopper formidabili e nella linea di linebackers tre giocatori polivalenti.

Esempio ne è il touchdown messo a segno da Kevin Williams su un fumble forzato dal linebacker Leber su un sack dello stesso ai danni di Seneca Wallace, riserva di Hasselbeck.

Prossima settimana Detroit sarà  in bye mentre i Packers ospiteranno in casa i Cardinals. Chicago andrà  per la settima in fila in casa contro i 49ers mentre i Vikings cercheranno di tenere il ritmo dei Bears affrontando i Pats in casa nel Monday Night.

NFC South
New Orleans Saints 5-1, Atlanta Falcons 4-2, Carolina Panthers 4-3, Tampa Bay Buccaneers 2-4.

Come due rondini non fanno una primavera, così due vittorie, per giunta consecutive, non fanno, di un groviglio di giocatori, una squadra. Non fraintendete. Onore a Tampa Bay ed a coach Gruden che sono stati capaci di "tenere" il ritorno degli Eagles e di, benedetta fortuna, trovare un kicker capace di centrare i pali da 62 yards.

Vittoria che fa morale e risolleva i Buccaneers all'interno di una divisione difficile e combattuta. Tampa non ha impressionato, tutt'altro, però ha saputo approfittare degli errori commessi dagli avversari arrivando a punti con giocate difensive e field goal e dimostrandosi capace anche di non commetterne nonostante un saldo negativo stagionale nel rapporto fra palle recuperate e palle perse.

La vittoria però non ha mascherato i problemi offensivi della squadra di coach Gruden capace di arrivare dentro la red zone avversaria solo una volta, conquistare 14 primi downs, e confermare i problemi dell'attacco nelle conversioni di situazioni di terzo down ( 5/14, appena sotto il 37% stagionale ).

Nota positiva invece la prestazione del running back Williams, sotto le 100 yards dopo due partite consecutive, ma fondamentale nelle sue 23 portate. A conferma della statistiche che vede i Bucs vincenti quando il loro running back corre per più di 20 volte.

Fermi i Saints e con la partita dei Falcons raccontata dal sempre presente Lavarra occupiamoci dei Carolina Panthers.

Di scena a Cincinnati, la squadra di John Fox era reduce da quattro vittorie consecutive e soprattutto dalle 414 yards guadagnate contro la seconda difesa della lega, quella dei Ravens. Logico quindi aspettarsi un'altra prestazione del genere contro la 25° difesa NFL contro le corse.

Peccato però che Carolina non sia riuscita, praticamente mai, a stabilire il proprio running game con Foster ( il rookie DeAngelo Williams non era attivo ) anzi subendo quello avversario, con Rudi Johnson a correre per 101 yards dentro una difesa che non aveva concesso a nessuno degli ultimi quattro running back affrontati di fare altrettanto.

Eppure il game plan messo su dal coordinatore difensivo Trgovac, nel primo tempo, aveva funzionato alla perfezione con i Bengals incapaci di prendere un primo down in cinque dei sei possessi offensivi avuti a disposizione.

Delhomme, seppur modestamente, aveva sfruttato due dei sei possessi offensivi per mandare in meta prima Mangum e poi Nick Goings andando al riposo con un rating di 132.4 e solo 5 incompleti su 18 passaggi.

Cosa è cambiato nel secondo tempo è difficile dirlo con precisione. I Panthers si sono disuniti difensivamente ed offensivamente non riuscendo a produrre drives vincenti e convincenti con Foster ha portare il football solo in quattro occasioni e Delhomme a lanciare lo stesso 16 volte.

Atteggiamento che, sinceramente, ha sorpreso: la partita era in equilibrio, il terzo quarto aveva visto solo un field goal di Cincinnati nonostante i 10 minuti di possesso della squadra allenata da Marvin Lewis, e anche dopo il touchdown del WR Houshmandzadeh i Panthers erano sotto solo di 3 punti.

Anziché sfruttare il running game per produrre un drive lungo, mangia-tempo, la scelta di Carolina è stata affidarsi al braccio del proprio quarterback che, ad onor del vero, era riuscito a portare la sua squadra in posizione per vincere salvo poi vanificare il tutto con quell'intercetto a quattro minuti dalla fine che ha sepolto le speranze di Carolina.

Week 8 dunque. I Panthers ospiteranno in casa i Cowboys reduci dalla sconfitta nel Monday Night contro i Giants che ospiteranno, a loro volta, i Tampa Bay Buccaneers. I capolisti Saints saranno di scena in casa contro i Ravens mentre i Falcons andranno a testare se i Bengals sono veramente tornati quelli della passata stagione.

NFC WEST
Seattle Seahawks 4-2, St. Louis Rams 4-2, San Francisco 49ers 2-4, Arizona Cardinals 1-6

Con Rams e 49ers in bye e con l'ennesima sconfitta di Arizona commentata con le parole di Alessandro Santini non resta che parlare dei Seattle Seahawks.

Che rimangono in vetta alla division solamente per demeriti altrui ( l'incapacità  di Arizona di "finire" le partite ) o per riposi forzati ( il bye di St. Louis ) perdendo però, dopo Alexander, anche il miglior giocatore della squadra. Il quarterback Matt Hasselbeck.

Seattle doveva fermare il running game avversario e l'impresa sulla carta non era neanche delle più titaniche visto lo stato di forma dei runner di Minnesota e nonostante la prova di Taylor da 123 yards la settimana precedente. Venuta contro i Lions.

In effetti, eccezion fatta per la corsa da TD di 96 yards, la difesa dei Seahawks ha tenuto il campo contro il running game avversario mostrando però quelle lacune nel difendere il passing game avversario che sono alla base della 25° difesa NFL e che hanno finito per concedere almeno una ricezione a 9 giocatori differenti dei Vikings.

Seattle, ovviamente, ha pagato l'infortunio occorso al proprio quarterback a caro prezzo ma avrebbe potuto sopperirvi se il gioco di corsa avesse avuto quantomeno un ruolo all'interno della partita della squadra di Holmgren. Invece, ben contenuto dalla difesa di Minnesota, Maurice Morris ha conquistato solo 49 yards non riuscendo ad essere mai un fattore per la propria compagine.

La settimana prossima Seattle sarà  impegnata sul campo dei Chiefs mentre i Rams saranno a San Diego contro i Chargers. San Francisco andrà  a far visita ai capolisti della NFC mentre Arizona sarà  impegnata in casa dei Packers.

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