Drew Beldsoe subisce un sack: una costante della serata infelice dei Cowboys.
Per un quarterback che cresce a vista d'occhio ce n'è un altro che ha intrapreso la strada del tramonto, forse in maniera inevitabile, o almeno queste sono le indicazioni che sono arrivate dal Monday Night perso in casa dai Cowboys contro Eli Manning ed i suoi New York Giants per 36-22.
In Texas ora regna la confusione totale e la più anticipata qb controversy dell'anno, in quanto i giorni di Drew Bledsoe, tuttavia non interamente colpevole della situazione creatasi, erano apparsi contati fin dalla preseason e mentre i presenti allo stadio intonavano a gran voce il nome di Tony Romo dopo 4 sacks ed un intercetto in posizione per segnare subiti dall'ex Patriots e Bills la decisione di Parcells di dare un colpo di spugna alla situazione prendeva forma e si concretizzava sin dal rientro in campo dopo l'intervallo.
Tanti turnovers, causati da letture fuori tempo di Bledsoe (7/12, 111 yards, INT) e dall'inesperienza di Romo (14/25, 227 yards, 2 TD, 3 INT) , ed una protezione del quarterback disastrosa sono stati l'infelice fardello che Dallas ha dovuto portare, dando quindi la possibilità ai New York Giants di mettere le mani avanti ben presto grazie alle saette in profondità di Manning per il fido Plaxico Burress, alle quali i Cowboys hanno risposto sì, ma o troppo tardi o dopo aver pagato ogni loro singolo errore commesso. Questo va detto perché la squadra di Parcells, nonostante le notevoli difficoltà nel correre il pallone con Julius Jones, è arrivata vicina alla endzone in due distinte occasioni con la possibilità anche di andare in vantaggio, e se l'attacco avesse preso ritmo la contesa sarebbe anche potuta girare in favore dei padroni di casa.
Presto sotto nel punteggio, infatti, con un'altra spettacolare ricezione di 50 yards per Burress imbeccato da un Manning molto migliorato in precisione (la sua percentuale di completi superiori alle 20 yards è aumentata di un buon 30%) e con una safety provocata dalla totale assenza di blocchi per il blitz di LaVar Arrington ai danni di Bledsoe, i Cowboys si sono rifatti sotto senza preoccuparsi molto, trascinati in partita dal chiacchierato, ma pur sempre talento infinito di Terrell Owens.
Suo infatti il merito del primo drive a punti di Dallas, dato che T.O. ha causato due pass interferences ed ha effettuato due ricezioni per 48 yards sfruttando tutta la sua potenza fisica contro i corners dei Giants, aiutando il suo attacco a ritrovarsi sulla linea della yarda dalla quale Bledsoe ha segnato il decimo TD su corsa della sua carriera.
Il veterano, atterrato per due volte da un ritrovato Michael Strahan, ha avuto per le mani la possibilità di rimettere in carreggiata il reparto, dato che la difesa texana aveva precedentemente intercettato Manning su un altro tentativo profondo per Burress ed aveva recuperato uno dei rari fumbles (il terzo in due stagioni) di Tiki Barber in territorio amico: l'errore che ne è conseguito, un intercetto di Sam Madison su un lancio a ridosso del piloncino destro della endzone inteso per Glenn, è stato l'episodio che ha determinato nella mente di Parcells la sostituzione con 3 minuti rimasti da giocare nella prima metà .
Non è andata meglio al rientro dagli spogliatoi: mentre le telecamere inquadravano alcuni fans festanti per l'ingresso in campo di Romo, lo stesso ha riportato un intercetto al primo snap giocato, preso da Antonio Pierce dopo una deviazione del solito Strahan ed un possibile 14-12 si è ribaltato in un attimo in un 19-7 per gli ospiti, lesti a capitalizzare il turnover con una meta di Jeremy Shockey, liberatosi della marcatura di Roy Williams con una traccia percorsa in maniera perfetta.
Ma nemmeno questo ha demotivato la squadra texana, che si è subito riportata in zona segnatura con un drive ben gestito da Romo, più mobile rispetto a Bledsoe e quindi più consono per effettuare lanci in corsa o in bootleg, fattore che ha aperto le tessiture strette della difesa avversaria e che ha reso le penetrazioni della linea più difficoltose di prima: tuttavia un errore di esecuzione è stato pagato ancora molto caro, quando in conversione di quarto down Owens si è visto lanciare un pallone perfetto e, smarcato, lo ha incredibilmente lasciato cadere a terra pensando al proseguio dell'azione con qualche secondo di anticipo di troppo.
New York ha quindi messo una seria ipoteca sulla gara sguinzagliando il potente Brandon Jacobs, che ha creato notevoli difficoltà alla difesa avversaria con la sua stazza ed il suo propulsore sempre acceso anche con tre uomini addosso per quella che è la nuova versione "Thunder & Lightning" dei Giants, che beneficia della potenza del secondo anno da Southern Illinois e dell'agile velocità di Barber, autore di 114 yards. La meta di Jacobs, arrivata praticamente a fine terzo periodo, è stata l'ennesima segnata dal giocatore all'interno delle 5 yards (d'altra parte è la sua specialità ) ed ha dato 19 lunghezze di vantaggio ai Big Blue con soli 15 minuti da disputare.
Romo ha risposto con prontezza ancora una volta, aprendo il gioco finalmente anche ai tight end Witten e Fasano (precedentemente impegnati a bloccare nel disastroso primo tempo) e continuando un misto di belle cose ed errori da inesperto, come quando ha trovato Owens in meta e trasformato di persona da due punti per poi scegliere di effettuare uno scellerato screen verso Julius Jones facilmente pizzicato dal tackle Fred Robbins, al secondo intercetto stagionale; quando poi, ancora nella redzone avversaria, è arrivato anche il terzo turnover personale sottoforma di un intercetto riportato per 96 yards dal rookie Kevin Dockery, la luce si è spenta definitivamente mettendo nettamente in secondo piano un passaggio da 53 yards per Patrick Crayton, utile solo per ridare un po' di compostezza al punteggio finale.
l'importante conferma permette ai Giants di rimanere imbattuti nella Nfc East (3-0) e di mantenerne la vetta, ambedue fattori fondamentali in chiave playoffs, e di trasformare la seconda parte di campionato in una serie di sfide appassionanti e dagli epiloghi incerti. New York prende ora il ruolo di favorita perla vittoria divisionale, conscia di avere una pass rush devastante (13 sacks nelle ultime 2 partite) e di possedere delle armi offensive intriganti, in special modo quella che accoppia Eli Manning e Plaxico Burress, ormai una certezza consolidata, senza poi dimenticare l'immenso Barber.
A Dallas invece regnano incertezze ed insicurezze, e secondo le ultime notizie non c'è in questo momento uno starter definito nel ruolo di quarterback; la tensione comincia a farsi sentire, e questo potrebbe essere deleterio per la rimanente metà di campionato, dato che Bledsoe ha lasciato per primo il campo e gli spogliatoi e dato che Romo sostiene di non aver mai ricevuto una parola d'incoraggiamento dal collega più anziano.
Ed ora in Texas ci si domanda, dopo tutte queste delusioni, se oltre all'era di Bledsoe sia finita anche l'era di Bill Parcells, coach di grande personalità che leggendo i risultati non è riuscito a riportare i Cowboys agli antichi fasti.
Solo il passare del tempo ci dirà di più.