Oakland assapora la vittoria.

Andrew Walter si è messo in evidenza con giocate decisive nella prima vittoria ottenuta ieri da Oakland.

Come spesso capita, nel football, ti trovi un sabato a discutere di alcune cose che poi, puntualmente, la domenica notte devi rimangiarti completamente, proprio quando dai per scontato che il primo pick 2007 sarà  di una squadra piuttosto che di un'altra e, invece, il campo cerca in tutti i modi di ribaltare le tue opinioni. Oakland e Arizona si affrontano in California e ciò che ne esce è la prima vittoria stagionale dei Raiders, i quali lasciano il Coliseum scacciando per una volta le critiche a giocatori, allenatori e tutto il resto. Dopo tutte le belle parole spese per i Cardinals, squadra perdente ma certamente fin troppo sfortunata e assolutamente in grado di ribaltare una situazione disastrosa, ecco che Matt Leinart e compagni vengono rasi al suolo dalla squadra più in difficoltà  della NFL.

Per i Raiders non è tutto rose e fiori, una vittoria non allontana le pessime impressioni date in pasto al pubblico in questi quasi due mesi di football giocato, ma perlomeno dimostrano che possono ancora tirare fuori tanto carattere e giocarsela alla pari con squadre che, pur se potenzialmente superiori, navigano nelle loro stesse torbide acque.

I due punti chiari per il pubblico del Black Hole ieri sono stati certamente due: Andrew Walter (17/30, 263 yds, TD, INT) incomincia a prendere un buon ritmo per guidare il team neroargentato (Aaron Brooks può fare le valige senza rimpianti); Randy Moss, quando non ha voglia di farsi ricoprire di insulti, è ancora lo splendido wide receiver che tutti abbiamo conosciuto negli anni. E' evidente che i Cardinals visti con Chicago ieri non si siano presentati in campo, portando una difesa che dopo i sei turnover forzati lunedì scorso ha sì recuperato tre palloni (due fumble e due intercetti), ma non si è mai trovata davvero compatta nell'infierire sulla pessima O-line avversaria, trovando il modo di forzare spesso Walter, di placcarlo (5 sacks) ma mai di limitare realmente i numeri del gioco avversario.

I terzi down convertiti da Oakland (13-20) sono un chiaro segnale di come Arizona abbia spesso coperto malissimo nei momenti cruciali e di come il lavoro fatto spesso sulla linea sia stato vanificato sui lanci profondi e sui giochi di corsa. Se la O-line dei Raiders non è infatti riuscita per l'ennesima volta a fare buon scudo al proprio quarterback, ha comunque dato la possibilità  a Justin Fargas (23/66), il fullback Zack Crockett (8/44) e il QB Marques Tuiasosopo (3/20) di correre le proprie belle yards, alle quali si aggiungono le sette (con TD) di ReShard Lee per un totale di 137 colpi inflitti con le gambe ai poveri Cards.

Cardinals spesso colpiti anche da Walter, capace di alcuni numeri semplicemente ottimi e fondamentali per la vittoria della partita. Basti pensare al 3rd & 21 convertito al secondo drive della gara grazie alla ricezione di Randy Moss (7/129, TD) e, soprattutto, a un movimento sgusciante perfetto del QB che si era trovato addosso tre difensori avversari. Un passo a sinistra, un piegamento per togliersi le mani di un lineman di dosso, l'uscita dalla tasca e il lancio trovato quando il sack sembrava cosa fatta.

E Randy Moss a ricevere per continuare il drive che porterà  al primo TD stagionale di Lee. Un'altra grande giocata di Walter è proprio il touchdown pass per il receiver ritrovato, un pallone profondo scagliato dopo una play action durante la quale la linea ha finalmente concesso quel secondo in più sufficiente al proprio quarterback per sparare verso la endzone e vedere Moss volare in cielo a ricevere. Un 14-0 nel primo quarto che stendeva Arizona e che veniva difeso fino alla fine a suon di field goal.

Lascia perplessa la prova degli ospiti, squadra completamente fuori registro e incapace di giocare. Togliendo gli ottimi giochi dei vari Bertrand Berry (3 sacks, 2 FF), Gerald Hayes (10+3 tackles) e Gabe Watson (3 tackle, sack) avvenuti grazie a un front seven offensivo piuttosto scadente, ai Cardinals è mancato il gioco delle secondarie, spesso mandate a farfalle dalle tracce di Moss e Ronald Curry, mentre la linea offensiva palesava di nuovo un pessimo gioco e una copertura quasi inesistente al backfield. L'esaltazione arrivata per la prova, ma non per il risultato, contro i Chicago Bears, si è spenta di fronte a un Matt Leinart intercettato due volte (la prima in modo piuttosto fortunoso per Oakland), mai protetto, confuso e totalmente lontano da importanti connessioni con il proprio first target Anquan Boldin (4/59). Il problema sulle corse è continuato anche ieri, con il povero Edgerrin James fermo a quota 34 yards su 13 portate e nessun altro in grado di fare molto meglio cercando di uscire palla in mano. Delle 50 yards accumulate su corsa dalla squadra di coach Green, la più lunga è stata una passeggiata da 9 proprio di James. Ed è quasi scontato che sia giusto su un tentativo di corsa dalla propria prima yard di Marcel Shipp (unica portata in partita) che gli Oakland riescano persino a colpire per una safety e a portarsi sul 22-3 nel quarto periodo.

Prima di chiedersi come mai in una posizione così pessima e con un gioco così deficitario non si sia deciso di rischiare comunque una palla in aria di Leinart o, quantomeno, di far eseguire la portata a James, giocatore più solido ed esperto il quale avrebbe forse potuto evitare la beffa dei due punti regalati, c'è da chiedersi dove fosse realmente ieri l'offensive game plan dei Cardinals, regrediti a uno stadio primordiale del peggior football giocato in era moderna.

Non è positiva nemmeno la nota dei tre calci infilati da Neil Racket, che dopo aver gettato al vento due field goal decisivi nelle ultime due gare, ne mette da 29, 45 e 38 yards in una gara dove solo così si poteva segnare, ma dove aveva già  fallito al primo drive dalle 49 in un'azione nata da turnover che avrebbe potuto perlomeno sbloccare lo 0-0 in favore dei suoi. Visto che la drive chart di Arizona è comunque pessima, che la squadra ha convertito un solo terzo down (su undici, più uno 0-1 in quarti down) tenendo palla per appena ventitré minuti va ringraziato ugualmente il kicker per aver evitato un passivo ancora più pesante e aver segnato sul tabellino il 22-9 finale.

Oakland brinda allo scongiurato pericolo di chiudere a zero vittorie il campionato, ed ora anche il discorso di migliorare la peggior stagione di sempre (1-13 nel 1962) diventa più probabile. La difesa ha sfruttato al massimo le debolezze della linea dei Cardinals e Derrick Burress (2 sacks) ha trovato una partita da leader esemplare lanciando spesso la carica su un Leinart mai visto così in difficoltà  e pieno di problemi nel trovare ricevitori liberi colpendo solo una volta attraverso un big play. Art Shell si consola finalmente con Walter, quarterback che non teme la sfida in una città  difficile e in una squadra non eccelsa, ma che dimostra di saperci fare con il corpo e con il braccio, anche se ovviamente è impossibile sfuggire per tutta la partita con una linea del genere e, forse per conservarlo da eventuali colpi troppo duri, alla fine viene anche sostituito giusto per controllare il cronometro. I Cardinals sbagliano atteggiamento, tattica, ma è soprattutto quella linea a non dare la sostanza che questo attacco meriterebbe, per cui risulta abbastanza spropositata la cacciata dell'offensive coordinator dopo la debacle nel Monday Night scorso e soprattutto se ne esce con l'idea che il piano offensivo semplicemente non fosse pronto del tutto. Ora chi sarebbe da cacciare, dopo essere stati dominati dagli ultimi della classe? Non si sa, forse tutto il coaching staff o forse nessuno, di certo il First Pick "Bowl" 2007 è ancora aperto a ogni risultato.

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