Michael Clayton tiene a fatica il pallone che vale il touchdown per la prima vittoria stagionale di Tampa.
In attesa del Sunday Night che vede l'improbabile tentativo dei Raiders di espugnare Denver, qualcosa nella NFL si muove. A cominciare da quello zero infilato nella casella delle vittorie per altre tre squadre che, finalmente, viene cancellato. Vincono Tennessee, Detroit e Tampa Bay, con questi ultimi impegnati in una gara decisa sul filo di lana contro i tremendi Cincinnati Bengals. Gara difensiva, difficile, tesa, con una cosa apparsa chiara a tutti che va a confermare i sentori di una settimana fa: Bruce Gradkowski è l'uomo giusto per i Buccaneers.
Come un anno fa l'infortunio di Brian Griese regalò la scoperta di Chris Simms, in questa stagione è proprio il clamoroso infortunio subito dal figlio d'arte contro Carolina a lanciare prima del previsto il rookie – con la faccia da uomo fin troppo cresciuto - uscito dall'università di Toledo. Per la seconda volta consecutiva Gradkowski guida da starter la squadra di John Gruden e in questa occasione riesce persino a giocare il drive della vittoria nel finale. Il quarterback ha dimostrato una certa maturità , una leadership piuttosto inconsueta per un giovane come lui e la capacità di lottare dei grandi. Fa quasi balzare sulla sedia vederlo correre a fermare Troy James dopo che questi gli ha intercettato un lancio; gli copre lo spazio in campo da ultimo uomo, lo branca, lo maltratta con un face mask e gli leva il casco. Roba da safety verrebbe da dire, e di quelli cattivi anche.
I Bengals gettano via una incredibile opportunità di mettere al sicuro il proprio record scivolando a 3-2 nella AFC East e ringraziano i Panthers di avergli bloccato Baltimora, a sua volta alla seconda caduta in due gare consecutive. Non ride Gruden per la vittoria di Carolina, ma quantomeno può cominciare a sorridere, l'inseguimento è finalmente cominciato e la caduta di Atlanta dà una chance anche ai suoi Bucs di sognare un secondo posto nella division.
Una partita avara di emozioni che ha atteso il secondo tempo per cominciare a tenere sulle spine il pubblico con il risultato rovesciato a favore di una o dell'altra fino al termine e dopo che solo a dieci minuti dalla fine del secondo quarto il punteggio era stato sbloccato da un triste 0-0. La difesa di Tampa sembra tornata quella di un anno fa, ha messo in difficoltà gli avversari proprio come faceva nel 2005, chiudendo la porta alle corse e marcando perfettamente sui giochi di lancio. Bloccato Rudi Johnson a 52 yards su 17 portate e senza grosse giocate, i Bucs hanno spinto i Bengals a cercare sempre più di frequente la via aerea. Carson Palmer non è ancora al top, non è così vicino dall'essere il talento ammirato nel 2005 fino all'infortunio al primo gioco dei playoffs. Il QB di Cincinnati si è trovato in mano le intere sorti del team ed ha portato a termine il proprio compito con buoni numeri e senza gettare via un pallone.
Pur trovando spesso nei defensive backs avversari un limite ai propri lanci, Palmer ha alzato 261 yards con un TD tenendo una buona percentuale di completi (24/37), che diventa ottima se consideriamo le difficoltà della gara. Il TD è però merito di uno strepitoso T.J. Houshmandzadeh che va a prendersi una palla talmente impossibile che il marcatore diretto quasi lo lascia sfilare verso la sideline convinto, come tutti, che l'ovale sia irricevibile tenendo entrambi i piedi in campo. Houshmandzadeh, invece, fa proprio il pallone e sorvola il paletto che delimita la endzone buttandolo giù; c'è il challenge di Gruden, ma il touchdown è convalidato. Giustamente. La meta sbloccherà l'incontro e nonostante le difficoltà nel contenere Chad Johnson (6/99) e lo stesso Houshmandzadeh (10/102), sarà l'unica concessa dalla difesa dei padroni di casa.
Il 14-13 finale per Tampa nasce così dal primo drive del terzo quarto grazie a un passaggio di Gradkowski completato in meta da Alex Smith; dopo un primo quarto con quattro punt calciati consecutivamente da Josh Bidwell (7/44.0) la meta di Houshmandzadeh mandava in confusione l'attacco dei Bucs, intercettati nel drive successivo a quello di un field goal sbagliato da Matt Bryant dalle 43. Due errori commessi nel momento in cui l'inerzia cominciava a girare in favore degli ospiti, due errori che possono condizionare la gara e ogni tentativo di rimonta.
Si fa sentire Gruden, negli spogliatoi, e i Buccaneers partono a dovere. Il loro vantaggio è reso inizialmente vano da Shanye Graham il quale infila due calci tra terzo e quarto periodo dando ai Bengals un vantaggio che sembra incolmabile per come si svolge il gioco sul campo. Nonostante la giornata di Cadillac Williams (19/94) l'attacco non riesce a dare troppa profondità e il gioco aereo si ferma sull'arco disegnato dai backs avversari, molto abili nel giocare sui lanci a ridosso del box e sui tentativi in downfield. Da sottolineare la prestazione di Ahmad Brooks, linebacker rookie da Virginia in grado di giocare sulle corse di Williams ponendo spesso un limite ai lampi del runningback che non si lascia togliere comunque la soddisfazione di un paio di giocate da buon guadagno. E' proprio su uno di questi big play, da 38 yards, che Tampa costruisce il drive della prima meta.
Ma per vincere serve qualcosa di più anche per Gradkowski; il suo 25/44 per 184 non è un record da far gridare al miracolo, ma alla fine basterà . Delta O'Neal, e Tory James giocano a ridosso dei propri WR in ogni occasione, difficilmente se li lasciano scappare e spesso è il supporto di un onnipresente Madieu Williams a impedire la ricezione o a dare grande contributo per fermare la partenza del receiver dopo il completo. La pressione per entrambi i QB non è stata delle più asfissianti, il gioco si è svolto più lontano dalla tasca che all'interno della stessa e questo, alla lunga, ha creato i presupposti per la vittoria finale dei Bucs.
Con due sacks totali subiti Gradkowski ha cominciato l'ultimo drive disponibile mostrando una grande determinazione e quella giusta dose di freddezza che serve in situazioni da two minutes drill. Dopo aver cercato quasi sempre Joey Galloway (7/67) e Michael Clayton, Gradkowski ha scoperto in Michael Pittman il target cruciale per andare a vincere. Con una buona pozione di campo (le proprie 46), due lanci da 10 yards ciascuno proprio per il vecchio runningback e una penalità di Mahan, Gradkowski si è trovato a ridosso della linea di meta, zona da dove è riuscito a pescare Clayton per la meta – convalidata dopo controllo all'istant replay – della vittoria. Una meta che ha dato sì via alla gioia dei tifosi, ma ha anche, e forse soprattutto, permesso a chiunque di tirare un sospiro di sollievo senza vedere la possibilità di vittoria svanire all'ultimo come contro Carolina.
Il drive successivo, con 30 secondi da giocare, ha permesso ai Buccaneers di rinforzare numericamente le secondarie spingendo Graham a calciare da 62 yards un inutile field goal. Tampa può finalmente sorridere, ha trovato un quarterback (un altro) da sgrezzare ma che mostra già grandissime doti e non si perde facilmente d'animo. Il suo ultimo drive non è stato certo perfetto e si è giocato sempre al limite della fine delle possibilità , ma una volta trovato un mastino come Pittman da scagliare nel mezzo a cercare chiusure di down, il gioco è riuscito. La sua leadership è un dono naturale e per un QB che si lancia nella NFL questo è un dato fondamentale. Qualche incompleto di troppo di sicuro, contro una difesa compatta e ben schierata che alla fine ha probabilmente pagato un'eccessiva stanchezza, ma un carattere che gli permette di andare oltre una buona parte dei limiti di gioco che ogni rookie tende a palesare in quella posizione. Tampa è riuscita a sfruttare Cadillac Williams per far correre l'orologio e costruire drive che alla fine risultavano sempre nulli, ma il tener palla e il concedere nulla o quasi in difesa ha permesso alla squadra di rimanere vicina nel risultato e di colpire nel finale.
Una beffa per i Bengals, bravi in alcuni numeri meno nel momento di tentare il colpo che chiudesse la partita. I tre soli terzi down convertiti (su 14 con uno 0-1 nei quarti) sono un sinonimo di come la difesa dei Bucs sia sempre riuscita a limitare ogni giocata nei momenti cruciali confidando su un attacco che, nel finale, ha pagato. Palmer sta via via tornando l'arma affidabile di un anno fa, ma prendersi il lusso di isolare così tanto Rudi Johnson e di non avere un gioco di corse efficace non può pagare più di tanto. E soprattutto non può pagare contro una difesa che sta riacquistando il giusto ritmo che un anno fa la portò ad essere tra le migliori di tutta la NFL, addirittura prima per la media yards concesse.
Un 1-4 non è un record di cui andare troppo fieri, ma serve per ripartire e cominciare a sognare. Le sfide interne alla division sono ancora tante ed anche se i Saints sembrano assolutamente irraggiungibili per come corrono attualmente, tentare di recuperare sulle altre è un obbligo che qualsiasi squadra dovrebbe avere. Tanto più se c'è John Gruden a dirtelo. Il viaggio è cominciato.