NFC – Week 4 Report

Donovan McNabb è il simbolo degli Eagles edizione 2006 e l'MVP del primo mese di stagione

NFC East

Philadelphia Eagles 3-1, Dallas Cowboys 2-1, Washington Redskins 2-2, N.Y.Giants 1-2

Con i Giants di riposo e Philadelphia impegnata nel Monday Night l'attenzione mediatica questa settimana si sposta sui Cowboys. Reduci da una settimana in cui prima sembrava che Owens avesse deciso di farla finita con questo mondo terreno, poi, in un crescendo di smentite "guidorossiane", siamo giunti a capire che aveva fatto un troppo il gradasso e preso troppi antidolorifici.

Logico quindi che in questo contesto la partita contro i titubanti Titans di questo periodo assumesse poco significato se non quello di vedere come stavano i Cowboys dopo la settimana di riposo. La risposta è, sostanzialmente: bene. Bene il running game ( 217 yards ) facilitato anche dal trovarsi di fronte l'ultima difesa della lega in quell reparto ( 4.8 yards a portata, 8 TDs e 8 corse da più di 20 yards concesse sino ad ora ).

Bene anche la difesa ( 5° NFL ) capace di tenere il gioco di corsa di Tennessee ( 78 yards a 2.9 di media a portata ) e rendere l'esordio di Vince Young un meno zuccherato. Archiviata la vittoria ora il calendario porta un po' di peperoncino alla stagione NFL con il ritorno di Terrell Owens a Philadelphia nel Sunday Night.

Tralasciando la vittoria nel Monday Night proprio degli Eagles contro i Packers di un incostante Brett Favre ( che si contrappone alle costanti stupende prestazioni di Donovan McNabb ) chiudiamo l'analisi della East parlando dei Redskins.

Partita interessante che ha detto alcune cose e ne ha nascoste altre. Ha mostrato, per esempio, come gli insegnamenti ed il lavoro di Al Saunders stiano iniziando a dare i loro frutti nell'attacco di Washington. Se la panacea per tutti i mali offensivi di una squadra, che risponde al nome di Houston Texans, ci aveva mostrato un'ottima prestazione offensiva della squadra di Joe Gibbs, quella contro i Jaguars ha confermato la bontà  del sistema offensivo Redskins.

In una partita dal punteggio alto ( 76 punti con quasi 800 yards di total offense ) la differenza, al primo colpo d'occhio, si potrebbe pensare averla fatta Santana Moss e le sue tre ricezioni da touchdown. Niente di più corretto. Ma vediamo anche più in là  delle segnature. Giocare contro quei due tackles colorati di nero e verde non è mai semplice per nessuno, vista l'aggressività  con la quale Stroud e Henderson sono soliti giocare.

Dal contenimento dei quattro uomini di linea dei Jaguars sono nate le basi della vittoria dei Redskins. Con la protezione ( nessun sack concesso ) garantita dalla linea offensiva Brunell ha potuto giocare quel tipo di football che ama da due anni a questa parte, distribuendo il pallone in attacco ( 8 ricevitori con almeno una ricezione ) e togliendo pressione dal gioco dal running game.

Già , Clinton Portis. Tornano a posto fisicamente, il running back dei Redskins ha fornito un'ottima prestazione contro una delle migliori difese contro le corse della lega, chiudendo con 112 yards ed un TD. Chiaro che quando riesci a correre in questo modo contro una squadra che ha nel proprio game plan difensivo la negazione del running game avversario, il tuo gioco subisce conseguenze positive.

Difensivamente entrambe le squadre hanno fornito una prestazione sottotono ma Washington ha, perlomeno, avuto il merito di togliere ( 33 yds totali, solo 13 nella prima metà  ) il gioco di corsa dei Jaguars che così sono stati costretti a porre tutto nel braccio di Leftwich. Il quarterback da Marshall ha giocato una buona partita ( 3 TDs, 1 INTs e 289 yards ) ma ha anche subito la pressione ( 4 sacks, 7 hurries ) del fronte difensivo di Washington che ha costretto Jacksonville ha tante situazioni di terzo down ( 13 ), due delle quali solamente convertite con successo in primi downs.

Settimana prossima i Redskins voleranno a New York per lo scontro divisionale con i Giants e sarà  l'occasione per vedere se offensivamente Brunell e compagni hanno davvero trovato il ritmo giusto.

NFC North

Chicago Bears 4-0, Minnesota Vikings 2-2, Green Bay Packers 1-3, Detroit Lions 0-4

Come anticipato sopra potete leggere delle prestazioni dei Packers nel recap del Monday Night ad opera di Dave Lavarra così come sulla partita dei capolisti di division, i Bears, impegnati nel match clou contro i Seahawks e di cui parleremo approfonditamente in settimana.

Quindi spazio a Lions e Vikings.

Minnesota era di scena all'Orchard Park, in casa Bills. Le previsioni delle vigilia volevano che fosse la squadra di Brad Childress a fare la partita tramite il gioco controllato del quarterback Johnson e quel poco di running game ( 22° NFL ) a disposizione con Taylor contando sull'inesperienza di Losman e su una difesa, la propria, vera sorpresa di questa prima parte di stagione.

E' successo esattamente il contrario. La troppa aggressività  ha portato Minnesota a commettere troppe penalità  ( 12 per 78 yards ): di queste ne ha approfittato Losman per mettere insieme driver lunghi ( ben 4 con almeno 10 giochi ) che hanno portato a segnature e poco spazio per l'attacco dei Vikings. Buffalo infatti ha tenuto palla per 11 minuti in più, mettendo sempre Johnson e compagni nella condizione di arrivare al risultato nel tempo a disposizione concessogli.

La non eccelsa giornata del reparto corse ( 63 yards totali ) quindi ha lasciato al braccio del quarterback ex Bucs il compito di aggiornare il tabellone così Minnesota, forzata a lanciare, si è trovata in tante, troppe, situazioni di terzo down dalle quali non è mai uscita ( 2-13 ) a differenza delle precedenti partite dove, invece, Brad Johnson aveva il quinto rating fra i quarterback ( 101.1 ).

Il capo allenatore Childress si è preso tutte le responsabilità  per le sconfitte ma questa caduta di Minnesota deve far riflettere soprattutto in vista della settimana prossima quando invece la partita contro Detroit "esigerà " una vittoria.

Lions che erano di scena a St. Louis.

Il ritorno di Mike Martz a casa dei Rams era la notizia della giornata. E anche l'ultima visto che la partita è stato un susseguirsi di segnature senza che le difese riuscissero a fermare un qualsiasi gioco dell'avversario. Per darvi un esempio: dei 28 drives di cui si è nutrita la partita solo 7 hanno avuto come esito un punt. E il 50% ha prodotto una segnatura.

Di Detroit è piaciuto l'atteggiamento, mai domo, il notevole miglioramento dell'attacco ( il lavoro di Martz inizia a farsi vedere ) che, dopo due partite sottotono, ha messo su 58 punti negli ultimi due incontri.

Quello che non ha permesso ai Lions di vincere la partita però non è stato l'attacco o quantomeno non esso direttamente. Se da una parte è vero infatti che la difesa della squadra allenata da Rod Marinelli non ha fatto granchè per difendere la propria metà  campo, concedendo ai Rams la possibilità  di tornare in mettere 10 punti in due driver decisivi nell'ultimo quarto né forzando palle perse né riuscendo a fermare il running game avversario, dall'altra la prestazione di Kitna, in particolare, ha lasciato alcuni dubbi nel coaching staff dei Lions.

Soprattutto quell'intercetto lanciato nel penultimo drive Detroit dell'ultimo quarto che aveva ridato palla ai Rams quando mancavano meno di due minuti alla fine della partita. Il field goal successivo sbagliato da Jeff Wilkins aveva poi ridato una speranza ai Lions ma gli ultimi tentativi disperati di Kitna si infrangevano sugli ultimi due incompleti della giornata.

NFC South

Atlanta Falcons 3-1, New Orleans Saints 3-1, Carolina Panthers 2-2, Tampa Bay Buccaneers 0-3.

La notizia della settimana è che Tampa Bay era in bye e quindi John Gruden non ha potuto perdere.
Dopo le prime tre settimane in cui si assisteva solo a scontri divisionali ecco che l'unico della Week 4 lo presentava la South division con i Saints a far visita ai Panthers. Ma prima parliamo un attimo di Michael Vick e dei Falcons.

Domanda: chi ferma l'attacco via terra di Jim Mora?. La 27esima difesa NFL in quel contesto non ci sembra una risposta esatta. E quindi anche gli Arizona Cardinals ben poco hanno potuto fare contro quel mostro a due teste che si chiama Michael Vick.

Oddio il coaching staff qualche dvd della partita vinta dai Saints la settimana precedente, proprio contro Atlanta, dovrebbe averlo visto ma, ciò nonostante, gli undici uomini in difesa non sono riusciti a contenere un running game che ha "pestato " 262 yards di erba, 12 primi downs sui 19 totali e solo 4 yards perse su due tackles.

Troppo poco per impensierire un attacco che ha messo punti sul tabellone in ognuno dei primi tre drives ed in totale in sette dei dieci totali (escluso l'ultimo che ha chiuso la partita). Se però si va a guardare lo scoreboard si noterà  come sei di quelle sette segnature siano state field goals. E allora inizia a sorgerti qualche dubbio.

Che più o meno fa così: Atlanta è una grandissima squadra fino alle 20 avversarie e poi, quando le difese sono più attente, paga la mancanza di un quarterback cerebrale alla Manninng, oppure questi fatti sono solo coincidenze ed i TDs verranno in seguito?.

Difficile rispondere adesso che Atlanta è prima all'interno della sua divisione e si sta proponendo come una delle squadre migliori in questo primo mese di regular season. Ma i numeri sono chiari. I Falcons sono una delle ultime squadre all'interno della red-zone avversaria come produttività . Chiaramente prima o poi tutto il lavoro degli uomini che compongono l'attacco inizierà  a produrre risultati, ovvero punti sul tabellone e vittorie, ma fino a che continueranno questi problemi offensivi accanto all'attacco dei Falcons ci sarà  sempre un piccolo asterisco.

Chi invece non ha bisogno di asterischi è la difesa, la terza della lega contro le corse e la sesta in generale. Contro l'inesistente ground game di Arizona il compito è stato relativamente facile e i linebackers hanno potuto "vedere" il campo benissimo e "leggere" l'attacco avversario qualche secondo prima del necessario producendo giocate ( l'intercetto di Boley, l'altro da TD da 36 yards di Deangelo Hall su una palla toccata dallo stesso Boley ) che hanno rimesso in campo l'attacco.

Ora per Atlanta c'è una settimana di riposo mentre al ritorno in campo ci saranno tre partite difficili contro i Giants e gli Steelers in casa per poi andare a Cincinnati nella week 8.

Concludiamo l'analisi delle division con la partita fra Saints e Panthers. New Orleans veniva dalla vittoria nel lunedì contro i Falcons così come Carolina aveva battuto i Bucs. Due vittorie diverse nei modi e nei tempi ma che avevano portato alla sfida di questa domenica due squadre con tanta confidenza.

Forse ci si aspettava una prova meno carica da parte di New Orleans se non altro perché sembrava difficile ricreare il clima emotivo che aveva trascinato Brees e compagni contro Vick e soci. Ne è uscita fuori una partita intensa che ha visto nel predominio del gioco di corse dei Panthers ( 167 yards ) la chiave di volta dell'incontro mentre Bush e McAllister non riuscivano a conquistare terreno ( 63 yards su 23 portate ).

Affrontate un attacco diventato monodimensionale per i Panthers è stato fin troppo facile e Brees si è trovato costretto a lanciare 38 volte, numero decisamente troppo alto per il gioco offensivo dei Saints, prendendo quello che la difesa di Carolina gli ha concesso. Né più né meno. Ne è venuta fuori una partita godibilissima che ha ribadito il valore della squadra allenata da John Fox e le potenzialità  offensive ora che Steve Smith è rientrato in campo, seppur non a piano regime.

Condizione che però non gli ha impedito di mettere assieme 10 ricezioni e 87 yards che, insieme alle 6 per 63 di Johnson, hanno costituito l'89 % percento del fatturato aereo dei Panthers. La logica quindi porterebbe a pensare che, una volta bloccati i due ( e qui bisognerebbe pensare come visto che i raddoppi sistematici toglierebbero risorse alla difesa sulle corse ), il gioco di Carolina ristagni. Invece Delhomme, proprio in virtù dell'attenzione che le difese hanno su i due ricevitori, sta riuscendo a trovare anche altri giocatori.

La quinta settimana di regular season vedrò Carolina sfidare in casa i Browns mentre i Saints ospiteranno i Tampa Bay Buccaneers.

NFC WEST

Seattle Seahawks 3-1, St. Louis Rams 3-1, Arizona Cardinals 1-3, San Francisco 49ers 1-3

Io non c'ho capito un gran che. Mi sembrava che Mike Martz in estate fosse passato ai Lions ed al suo posto, sulla sideline dei Rams, ci fosse un signore con un'idea più bilanciata del sistema offensivo in atto a St. Louis. A vedere le statistiche della partita sembrerebbe che abbiamo rivissuto per una serata "The Greatest Show on turf ".

46 first downs, solo 6 su corsa, e ben 85 passaggi tentati dai due quarterbacks, 5 passing touchdowns, 608 yards. Tre uomini ( Williams e la coppia Bruce-Holt ) sopra le 100 yards in ricezione, un altro ( Furrey ) appena un gradino sotto. Il festival del passing game.

I Rams hanno avuto problemi tutto il giorno a contenere il wide receiver Williams esponendo alle squadre NFL i loro attuali limiti in copertura ( 213.5 yds/game e 60.5% di completi concessi ) ma anche trovando un running game solido con Steven Jackson ( 22 per 81 con 1 TD ) e la forza di riuscire a rientrare in partita dopo essere stati sotto per ben tre volte durante l'incontro.

Ha impressionato anche la linea offensiva di St. Louis che, seppur sempre priva del LT Pace, è riuscita a tenere con un fronte difensivo dei Lions molto pericoloso dando a Bulger il tempo necessario per connettere con i suoi ricevitori. L'ultimo quarto poi è stato qualcosa di strepitoso per l'avvicendarsi nel punteggio e per le occasioni che entrambe le squadre hanno avuto.

L'approccio più conservativo dei Rams ha portato, a dispetto di alcuni che lo ritenevano inadatto al personale a disposizione, molti benefici all'attacco coordinato da Greg Olson a cominciare dalle palle perse ( solo 3 fumbles persi e nessun intercetto ancora che portano il saldo palle recuperate/perse a + 10 ) e continuando con il possesso palla ( 31 minuti e mezzo, sesto numero della lega ) a dimostrazione di un maggiore equilibrio fra corse e lanci.

Settimana prossima i Rams andranno a trovare i Packers al Lambeau Field con l'intenzione di portare a casa un'altra vittoria e mantenere il comando della divisione.

West division che guidano insieme ai Seahawks malamente sconfitti a Chicago e di cui, noi di playitusa, vi abbiamo già  parlato.

Sotto quindi con 49ers e Cardinals.

Verrebbe quasi da evitare di consumare i tasti di un laptop per parlare del più grosso shutout della storia di San Francisco. Ma il dovere chiama e quindi ecco i vostri 49ers. Partita disastrosa se mai ne è stata giocata una. Mai una volta in red zone, mai una volta, conseguentemente, in situazione di goal-to, mai una giocata difensiva, nemmeno il sollecito al sostituto di Trent Green.

Era un'amichevole vero?. Il punteggio maggiore che può raggiungere un quarterback, come rating, è 158.3. Huard si è fermato a 133.3. Uno che l'ultima partita da titolare, Chiefs esclusi, l'aveva giocata nel 2000 con i Dolphins. Dopo che i difensori di San Francisco erano riusciti ad arrivare al QB avversario 12 volte nell'arco delle prime tre partite, la linea difensiva si è arenata di fronte ai cinque uomini di Kansas City non riuscendo mai a mettere pressione a Huard.

In attacco poi le cose non sono andate meglio con Alex Smith ben contenuto dalla difesa dei Chiefs a 92 yards su passaggio, anzi subendo la pressione ( 5 sacks ) della difensive line avversaria e concludendo i 12 drives offensivi nel seguente modo: 7 punts, 2 INTs, 2 fumbles lost e un calcio sbagliato.
San Francisco, la settimana prossima, avrà  comunque l'occasione di rifarsi ospitando una delle peggiori squadre NFL, gli Oakland Raiders.

Concludiamo con i Cardinals. La sconfitta con i Falcons quantomeno ha portato una novità : il lancio del rookie Leinart in cabina di regia. Cambiamento aspettato da tutti e doveroso da parte di Dennis Green, maturato all'indomani della partita di Warner contro Atlanta. Sono state proprio le prestazioni in caduta libera dell'ex Rams, e non tanto il miglioramento del quarterback primo anno, la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Arizona ha problemi in attacco notevoli che la partita contro i Falcons ha evidenziato in modo sostanzioso, non fosse altro per la presenza di una buonissima difesa guidata dal coordinatore Ed Donatell. Preso atto delle difficoltà  di Warner è utile anche parlare dell'involuzione del running back James, mai decisivo contro Atlanta ( 20 corse per 41 yards con un conquista massima di 8 ).

Con un gioco di corsa poco incisivo la pressione di Atlanta si è concentrate tutta sul quarterback, mettendo pressione alla linea offensiva con i quattro rusher davanti e con il giocatore in blitz occasionale. Il risultato sono stati i 4 sacks subiti dai quarterbacks di Arizona.

Difensivamente, ma questo poteva essere intuito, i Cardinals non avevano gli uomini per fermare il running game di Atlanta che ha conquistato 262 yards controllando il ritmo di gioco.

Per Arizona ora ci potrebbe essere una svolta. La promozione di Leinart, forse prima del previsto e non senza mugugni da parte dell'ex-titolare del ruolo, ha accelerato un processo che, se non quest'anno, potrebbe iniziare a dare i frutti già  nel 2007. Settimana prossima in Arizona arriveranno i Chiefs.

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