Brutta serata a Foxboro…

Javon Walker e le sue due ricezioni vincenti hanno deciso la sfida a favore dei Broncos.

La partita che ha chiuso il quadro domenicale degli appuntamenti Nfl ha messo davanti i New England Patriots ed i Denver Broncos in un rematch della partita di playoffs del campionato scorso, la stessa che aveva decretato la prima sconfitta di Tom Brady in carriera in una gara di postseason.

Con i padroni di casa impegnati a mantenere l'imbattibilità  e con gli ospiti circondati da critiche dopo le buie prestazioni iniziali di Jake Plummer c'era abbastanza carne al fuoco per assistere a del buon football, cosa che per larghi tratti del match non si è però vista: con due difese di alto livello, in particolare quella di Denver che non ha concesso un TD in 11 quarti giocati eguagliando una prestazione del 1942, alla fine si è deciso quasi tutto con due episodi che hanno consentito a Javon Walker di tornare sotto le luci della ribalta, dopo che di lui avevamo sentito parlare solamente di fatti economico/contrattuali o di riabilitazioni dopo il grave infortunio nella partita di apertura del 2005.

In una gara spesso priva di emozioni spettacolari ma mai avara di contenuti tattici, Walker si è rapidamente trasformato in quel playmaker in grado di fare la differenza, ovvero ciò che sarebbe servito proprio ai Pats, andando a raccogliere un pallonetto preciso di Plummer a qualche secondo dalla fine del primo tempo, e facendosi trovare esattamente in mezzo tra safety e cornerback per poi esplodere in un gioco di 83 yards, terminando la gara con 3 ricezioni totali e 2 delle quali per dei TD, i primi per vie aeree della stagione messi a segno dai Broncos dopo due partite con il solo contributo di Jason Elam e Mike Bell.

L'ex Packer ha colpito duro le secondarie di New England andando a superare Ellis Hobbs in velocità  in occasione del parziale 10-0 pro Broncos in occasione di un terzo tentativo con una yarda da prendere, quando qualsiasi presente allo stadio avrebbe predetto una facile corsa per il primo down per mettere Elam in condizioni di calciare, mentre nel colpo di grazia ha ricevuto un pallone lanciato molto bene da Plummer in una zona scoperta del campo, con Asante Samuel peccaminoso in copertura e James Sanders in colpevole ritardo nel coprire la zona di campo di propria responsabilità .

Questi gli highlights di una strategia offensiva studiata come di consueto con la massima cura da Mike Shanahan, che ha trovato nel fido Tatum Bell l'uomo di giornata per correre con costanza (4.5 yards a portata, 123 totali) e quindi gestire il cronometro a dovere, mischiando il tutto con passaggi a medio-corto raggio del non sempre preciso Jake The Snake, che al di là  delle statistiche (256 yards, 2 TD) non è riuscito a completare che il 50% dei suoi tentativi peccando spesso di precisione all'interno della tasca per poi trovare migliori risultati nei lanci effettuati in bootleg, gli stessi che gli hanno consentito gli unici guadagni oltre le 20 yards grazie alle ricezioni del tight end Stephen Alexander e del wide receiver David Kircus.

La difesa, granitica, ha contrastato al meglio un gioco di corse presto orfano di Corey Dillon, arresosi ad un infortunio dopo i primi drives, lasciando il promettente Lawrence Maroney a 18 yards in 12 portate; Tom Brady, che ha risentito senza ombra di dubbio dell'assenza di riferimenti sicuri come gli ex-compagni Deion Branch e David Givens (nonché dell'infortunato Chad Jackson), è parso nervoso ed ansioso di muovere il pallone, trovando successo con le sole ricezioni negli sganciamenti esterni di Ben Watson, oppure pescando gente collaudata come Kevin Faulk e Troy Brown senza però riuscire ad avere continuità  nelle conversioni di terzo down (4/16).

Particolare successo ha avuto anche l'utilizzo dello stesso Maroney in fase di ricezione, con il rookie abile a far mancare placcaggi e potente nel resistere alle botte di Ian Gold e soci, accumulando un notevole numero di yards dopo aver rotto il tackle; tuttavia nei primi 45 minuti effettivi di gioco nemmeno questo fattore è riuscito a far avvicinare in territorio favorevole i Patriots, e nell'unica occasione capitata è entrata in gioco un po' di sfortuna, con il rookie Stephen Gostkowski a calciare addosso al muro di Denver un tentativo di field goal, calcio rivelatosi poi viziato da una cattiva stabilità  del piede di appoggio causato dal terreno del Gillette Stradium.

La gara si è svolta con poco ritmo, spezzato dai molti fazzoletti gialli da ambo le parti, dai passaggi incompleti e da molta tattica, strumento sapientemente usato da Shanahan per tenere a lungo fuori dal campo Tom Brady (31/55, 320 yards, TD), il quale è parso a tratti frustrato e fuori sincronia con alcuni dei nuovi ricevitori. Sovente alla ricerca della giocata a lunga gittata, specialmente dopo che la front seven di Denver aveva chiarito che ieri notte non si correva, Brady ha provato in un paio di occasioni il lancio in profondità  mostrando precisione adeguata e potenza eccessiva, con il pallone sempre troppo lungo per il ricevitore inteso: non ingannino le 65 yards accumulate da Doug Gabriel, bersaglio comunque di difficile placcaggio, arrivate nell'unico drive andato a punti per i bostoniani con una ricezione dello stesso, e le 46 di Caldwell, punto di riferimento sparito con il procedere della partita ed autore di qualche interferenza offensiva di troppo, provocata dalla marcatura esemplare di uno dei migliori corners della lega, Champ Bailey.

Al di là  del 17-7 finale, dalla lettura delle statistiche escono diversi ragionamenti: da un lato il lento e ragionato avanzare dell'attacco di Denver ha goduto degli errori concessi dalle secondarie mettendo in piedi due drives, ambedue per 7 punti, lunghi di guadagno e corti in minutaggio, dall'altra la discontinuità  e l'assenza di spazi ha fatto sì che Brady infilasse una serie vincente di 80 yards in poco più di 3 minuti dopo tre quarti di nulla di fatto, e che i Patriots, con piccole ma concrete possibilità  di rimonta, collezionassero un 3 & out prima ed un quarto down giocato alla mano poi quando invece si poteva calciare dalle 39 yards, fatto che avrebbe posto i padroni di casa a 7 punti di distanza con la possibilità  di calciare un onside kick. Ma Gostkowski non è Vinatieri e probabilmente Belichick non se l'è sentita di rischiare un altro sbaglio.

Questa ed altre decisioni prese dall'head coach hanno lasciato un po' di amaro in bocca, compreso un altro tentativo di convertire alla mano nel primo quarto e brutalmente fermato dai linemen difensivi dei Broncos ed un playbook talvolta conservativo all'eccesso, con traiettorie spesso corte dal primo down e facilmente intuibili da una delle difese più attente viste nelle prime tre partite di questa sorprendente stagione, che continua a rifiutarsi di dare indicazioni sulla continuità  della Afc, dove ancora non sembra esserci una corazzata in grado di battere tutto e tutti.

Ma se per fare questo tipo di conti è presto, per Tom Brady, agitato come l'abbiamo visto, è anche troppo tardi per rimettere le cose a posto: per uno competitivo come lui, sconfitte come quella di ieri sono davvero dure da mandare giù. Anche ai vincenti come lui, serate del tutto storte come quella appena trascorsa, possono capitare.

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