John Abraham azzanna Jake Delhomme: il motivo ricorrente della partita dei Falcons.
Dopo l'assaggio di giovedì notte con il confronto tra Pittsburgh e Miami, ieri sera è iniziata la prima vera giornata di campionato, con la maggior parte delle franchigie Nfl impegnate a fare il proprio esordio stagionale.
Lo spietato calendario della Nfc South ha messo davanti già di primo acchito Atlanta Falcons e Carolina Panthers in casa di questi ultimi, in uno scontro che già sin d'ora potrebbe avere risvolti in chiave playoffs per quanto riguarda la valutazione finale degli scontri diretti: vista dunque la pesante contemporanea sconfitta casalinga rimediata dai Buccaneers, per i Falcons non c'era modo migliore di iniziare il cammino verso il titolo divisionale e la dimostrazione di forza sciorinata al Bank Of America Stadium di Charlotte risuona come una forte iniezione di fiducia per il prossimo futuro.
La difesa dei georgiani è sembrata il reparto che maggiormente ha fatto vedere progressi rispetto alla scorsa stagione, mostrando un'aggressività che Mora avrebbe voluto vedere già tempo addietro: l'inserimento in squadra di John Abraham potrebbe essere stato l'acquisto dell'anno, dato che il defensive end ha frustrato il nervoso Jake Delhomme mettendolo a terra in due occasioni, forzandogli due fumbles e deviandogli più di qualche passaggio senza mai fargli prendere il ritmo, e generalmente è stato la maggior preoccupazione di una linea che ha visto il tackle Jordan Gross impazzire per contenerlo.
L'imponente fronte difensivo, che ha dovuto rinunciare a Patrick Kerney a partita in corso per uno stiramento del tricipite e ad Ed Hartwell, precauzionalmente non utilizzato, ha giocato con una determinazione di rara intensità , e la profondità garantita quest'anno dal reparto ha permesso al defensive coordinator Ed Donatell di ruotare diversi giocatori di situazione. Segnali importanti sono arrivati da Darrell Shropshire, al secondo anno, autore di un sack, mentre nel mezzo è stata ancora una volta positiva la presenza del leader Keith Brooking, tornato al centro per sostituire Hartwell con la conseguente partenza da titolare di Demorrio Williams all'esterno.
Delhomme, 21/36 per 186 yards ed un intercetto, non ha potuto contare sul suo bersaglio preferito, Steve Smith, ancora alle prese con un fastidioso stiramento, ed ha faticato a trovare il nuovo arrivato Keyshawn Johnson, 4 ricezioni per 40 yards, trovandosi con poche soluzioni alternative: a testimonianza di ciò vi sono i soli 3 primi downs conquistati nel primo tempo, nonché la prima conversione di terzo down registrata solamente all'inizio del quarto periodo.
Ma i problemi, per John Fox, sono arrivati anche da altre sponde, riesumando i difetti che costarono nel gennaio scorso la partecipazione al Super Bowl della sua squadra: i Panthers hanno infatti concesso 252 yards totali su corsa (5.4 per portata) ad una squadra che nel ground game trova la sua linfa vitale, vanificando l'ottimo lavoro di pressione su Vick che ha avuto successo per quasi tutto il primo tempo: il n. 7 di Atlanta ha chiuso con statistiche quali 10/22 per 140 yards e 2 TD, ma ha ancora una volta lasciato a desiderare circa l'accuratezza e la precisione dei suoi lanci, talvolta troppo alti, altre volte troppo potenti.
Immaginando questo, Mora ha cercato di sfruttare al massimo quella che sapeva essere l'arma a suo favore, sfruttando la velocità ed i tagli improvvisi di Warrick Dunn e della preziosa matricola Jerious Norwood, un clone del collega titolare per rapidità e per movenze, ed aggiungendo a questi le frequenti scorribande in scramble del suo quarterback, che ha guadagnato 48 yards in 7 tentativi.
Nonostante le buone tattiche usate contro il gioco aereo è bastato un errore di esecuzione, arrivato in chiusura della prima metà di partita, per permettere ai Falcons di segnare il primo TD della gara dopo tre viaggi in territorio avversario, dove in precedenza avevano racimolato 6 punti ed un field goal mancato da Koenen: Vick ha attirato la pass rush verso di sé lanciando un passaggio corto verso Michael Jenkins, il quale ha ricevuto in comodità e mandato a vuoto un placcaggio di Ken Lucas involandosi sulla sideline per un TD di 34 yards fissando il punteggio sul 13-3 al momento di rientrare negli spogliatoi.
La ripresa delle operazioni non ha variato lo svolgimento della partita con Carolina in difficoltà in ambedue gli aspetti offensivi, data la continua situazione di emergenza nei lanci e l'impossibilità di correre il pallone: al terzo snap del periodo Delhomme ha lanciato un intercetto preda di DeAngelo Hall, annullato solamente per una penalità di Abraham, John Kasay ha centrato i pali per la seconda volta in giornata con una conclusione dalle 46 yards riducendo il distacco a 7 punti, ma due sacks consecutivi inflitti a Delhomme hanno costretto i Panthers ad un punt nei pressi dela propria endzone, con la conseguente ripartenza dell'attacco avversario dalla metà campo.
La chiusura dei conti è arrivata in questo stesso drive, con un gioco ben eseguito nella redzone: dopo una serie viziata da tre penalità della linea difensiva dei Panthers, Vick ha lanciato un pallone stavolta preciso nelle mani sicure del tight end Alge Crumpler, bravo a portarsi nella parte destra dell'area di meta usando il vantaggio fisico a favore contro la marcatura del linebacker Chris Draft, ex di turno.
Da qui in poi c'è stato tempo solamente per un intercetto (stavolta vero) di Delhomme, cortesia di Jason Webster, per un lieve infortunio ad Abraham, e per l'ordinaria amministrazione che ha permesso ai Falcons di gestire i minuti rimanenti, operazione facilitata dagli ottimi schemi di corsa messi a punto da Greg Knapp che hanno esaltato Dunn e Norwood specialmente nelle azioni in counter.
In pochi avrebbero scommesso su un dominio così largo da parte di Atlanta, un po' per la discontinuità di risultati che ne ha contraddistinto le ultime edizioni, un po' per le alte aspettative che ci sono nei confronti di Carolina: il primo round intanto è andato a Vick e soci, mentre per coach Fox ci sarà una settimana molto impegnativa, dove urgono importanti correzioni ad una macchina che sulla carta rimane comunque molto forte, in attesa che il suo miglior giocatore offensivo rientri per restituirle l'esplosività perduta.