Jim Joyce chiama salvo Jason Donald: il perfect game di Armando Galarraga finisce.
Nel corso delle ultime settimane, si è parlato molto di Armando Galarraga e del suo “imperfect game”.
Le immagini di quell'ultimo out (che poi ultimo non è stato) sono state trasmesse perfino da Sky Sport 24, canale che solitamente ignora il baseball. Bellissima la scena che si è verificata il giorno seguente, con le lacrime di Jim Joyce, l'arbitro che ha chiamato salvo il battitore di Cleveland Jason Donand rovinando il perfect game, che ha ricevuto l'ordine di battuta dei Tigers proprio da Galarraga.
Si è parlato di perfect game morale, di 28-out perfect game, ma la realtà è che purtroppo l'impresa di Galarraga non sarà scritta in nessun libro dei record. Poteva essere il secondo perfect game lanciato da un pitcher latinoamericano (il primo ed unico venne lanciato da Dennis Martinez), poteva essere il terzo perfect game in una stagione (record MLB) e il quarto nel giro di 10 mesi, dopo quelli di Mark Buehrle, Dallas Braden e Roy Halladay.
Niente di tutto questo. Ma, ad avviso di chi scrive, la scena verificatasi a casa base il giorno dopo la mancata impresa, vale molto più di un perfect game.
Jim Joyce avrebbe potuto negare l'evidenza dei fatti, e continuare a dire che si trattava effettivamente di una decisione corretta. Invece, dopo aver visto un replay nel post partita, ha subito chiesto scusa ai microfoni di tv e radio.
Armando Galarraga, dal canto suo, avrebbe potuto sbraitare ed insultare l'arbitro. Invece con molta classe ha eliminato il battitore successivo ed ha chiuso la partita.
Paradossalmente, era il resto della squadra dei Tigers ad essere nera di rabbia. Tra l'out mancato e la fine della partita, il prima base dei Tigers, Miguel Cabrera, ha costantemente parlato all'arbitro Joyce, e siamo pronti a scommettere che non si trattava di complimenti.
Dopo l'ultimo out, tutta la squadra si è lanciata contro l'arbitro, con Jim Leyland, skipper di Detroit, che si è assicurato di dire all'arbitro quale fosse il suo pensiero. Tutti, dicevamo, tranne Galarraga, che si è subito allontanato.
Con questo gesto da vero campione, il lanciatore venezuelano si è guadagnato la stima di tutti.
Per quanto riguarda Jim Joyce, un recentissimo sondaggio effettuato fra i giocatori della MLB lo ha inserito fra i primi tre migliori arbitri, segno della grande stime di cui gode presso i giocatori stessi, anche dopo la discussa chiamata.
Purtroppo però, questi bei momenti di sport sono stati rovinati da un polverone di polemiche che si è protratto per più di una settimana. Oggetto del contendere: il potenziamento della moviola in campo, la possibile assegnazione del perfect game a posteriori da parte del Commissioner Bud Selig e punizioni più severe per gli arbitri che sbagliano.
Per quanto riguarda l'ultimo punto, punire un arbitro per un errore grave (ma comunque isolato) in 21 anni di ottima carriera pare una soluzione drastica ed esagerata. Inoltre, quale potrebbe essere la punizione da adottare?
La radiazione, proposta da alcuni (per fortuna pochi) porterebbe la MLB a rimanere senza arbitri nel giro di un paio d'anni. Senza dimenticare che eventuali umpire sospesi sarebbero rimpiazzati da colleghi delle Leghe Minori, sicuramente meno esperti e preparati.
L'eventuale assegnazione del perfect game a posteriori, invece, avrebbe portato ad un pericoloso precedente. Non è stata certo la prima volta nella quale un perfect game è stato rovinato da una chiamata arbitrale discussa (viene subito alla mente l'esempio del quasi perfect game di Milt Pappas).
Infine, la spinosa questione della moviola in campo. Se, per quanto concerne il fuoricampo, la moviola è facilmente applicabile dato che non esistono situazioni ambigue (la palla puo' essere valida o foul, non esistono vie di mezzo), per quanto riguarda l'arrivo in base, il possibile arrivo alla pari di difensore e battitore/corridore è possibile.
In questo caso la moviola, oltre ad appurare l'arrivo alla pari, non potrebbe fare molto per dirimere la questione. Allo stesso tempo, bisognerebbe decidere le modalità con le quali richiedere la visione della moviola. Il baseball, che ha visto negli ultimi anni una crescita sempre maggiore della durata delle sue partite, non può permettersi di allungare ulteriormente i suoi tempi.
Oggi, per verificare l'effettiva battuta di un eventuale fuoricampo, gli arbitri devono prima riunirsi sul terreno di gioco, discutere, eventualmente decidere di andare nella saletta adibita alla moviola in campo, chiamare la sede centrale di New York per chiedere di poter vedere il replay, rivedere l'azione incriminata, decidere, tornare in campo ed infine segnalare la decisione.
La durata di questo processo a volte supera i 5 minuti, e viene poi allungata dalle proteste del manager di una delle due squadre. Sarebbe meglio, come nella NFL, avere un arbitro adibito solo ed esclusivamente alla visione della moviola, per accorciare i tempi di ripresa del gioco.