Greg Monroe
Primo passo, ball handling, visione di gioco: queste sono le caratteristiche migliori di Greg Monroe. Che non è un playmaker, ma un'ala-centro da Georgetown.
– Data di nascita: 04/06/1990
– Posizione: PF
– Provenienza: USA, Harvey (LA)
– Ht: 211 cm
– Wt: 112 kg
– Team: Georgetown University
Monroe possiede un ball handling e un primo passo da guardia, qualità che lo aiutano a trovare punti facili attaccando fronte a canestro, soprattutto verso sinistra.
Spalle a canestro fa invece più fatica, riuscendo a essere convincente solo concludendo con la mano sinistra. Manca in tiro in allontanamento convincente e spesso la mancanza di esplosività può portarlo a subire una stoppata. Se a livello NCAA riusciva a superare gli avversari grazie alla stazza e ai piedi veloci, a livello NBA la maggior fisicità lo costringerà ad allontanarsi dal ferro.
Molto meglio in post alto, praticamente il suo ufficio: da lì ha un'eccellente varietà di opzioni. La sua arma migliore in attacco è il passaggio, grazie alla capacità di vedere in ogni momento la posizione dei suoi compagni.
Utilizza ancora troppo poco il jumper dalla media, un'arma che potrebbe aiutarlo a far avvicinare gli avversari, per poi poterli attaccare con più facilità .
Una perla della sua carriera collegiale è la gara contro Syracuse al Torneo della Big East: piazzatosi in mezzo alle due linee della zona 2-3 di Coach Boeheim, ha dominato la partita, chiudendo con ben 7 assist, oltre ai 17 punti e ai 10 rimbalzi.
Nonostante il tonnellaggio, per lui non è un problema correre in contropiede, favorendo le possibilità di successo della transizione grazie alla superiorità numerica all'interno dell'area.
A rimbalzo è una sicurezza, non tanto per l'energia che mette, ma per il fisico eccellente e l'istinto per la palla. Tra la prima e la seconda stagione collegiale si è visto tutto il lavoro fatto su questo fondamentale: reagisce con molta più reattività , è rapido nel trovare l'uomo da tagliare fuori.
Un suo difetto è sicuramente l'entrata mentale nella partita: ogni tanto capita di vederlo completamente spaesato, come se si trovasse in campo per caso. Raramente aggredisce all'inizio, preferisce un approccio passivo, aspettando che i compagni lo chiamino all'interno dei giochi.
In difesa si impegna il giusto, senza mostrare troppa passione. Il corpo lo aiuta quando deve difendere in maniera stanziale, con un po' di impegno può difendere facilmente anche in movimento e lontano da canestro, senza soffrire come fa attualmente.
Ha bisogno di lavorare sui movimenti laterali per migliorare la difesa sui pick and roll.
Già da ora può dire la sua, ma è il potenziale la carta per farlo entrare tra le prime cinque scelte. Con un allenatore adeguato, in attacco può diventare completo e difficile da arginare, anche a livello NBA.