A tu per tu con Paolo Leopizzi

Il logo di Sky, la TV satelittare che trasmette la NFL in esclusiva per l'Italia.

Capita di mandare una mail a Sky per avere informazioni sul palinsesto, per protestare o fare complimenti. Capita, altre volte, di mandarla per particolari richieste. Una di queste volte, dopo aver ricevuto in risposta un numero di telefono, decido di comporlo. La voce è inconfondibile, sentita più e più volte durante le partite seguite sul satellitare italiano. Non ci sono dubbi, anche se la domanda che serve a rassicurarmi è d'obbligo, dall'altra parte del cavo telefonico c'è Paolo Leopizzi, da vent'anni e più dentro al football in Italia (in un modo o nell'altro) e voce della NFL per Sky insieme all'inseparabile Bebo Nori.

Riattacco un attimo e cerco Dave (col quale avevo progettato questa intervista) ma non lo trovo a computer. Così vado io e mi butto sotto nel confronto col buon Paolo. Poteva essere un'intervista. Anzi, doveva essere un'intervista, ma tutto il mondo è paese e sembra proprio che quando due appassionati di NFL si incontrano sia impossibile non discutere di speranze, palinsesti TV, nuove promesse e vecchie partite. Così finisce che, mentre provo a prendere appunti dattilografando simboli che nemmeno un esperto di antico Egitto sarebbe in grado di tradurre, chiacchieriamo come nulla fosse, con il sottoscritto nella parte del curioso di turno e lui in quella del veterano che ne ha tante da raccontare, ma non tutto il tempo per dire ogni cosa .

Stringi stringi riusciamo comunque a discutere brevemente del suo passato di allenatore, del suo ingresso nel giornalismo, della stagione scorsa, degli americani, dei pronostici e della stagione Sky. Senza scendere mai in particolari eccessivi, senza far mai finta di essere giornalisti (io, s'intende); solo la voglia di sentire l'opinione di chi, con questo fantastico sport, ci lavora. Anche se da lontano, anche se dall'altra parte dell'oceano. La chiacchierata non ha comunque solo la logica del duetto confidenziale, com'è giusto che sia, e diventa una specie di appunto su una piccola parte del mondo del telecronista Sky, del suo lavoro, della sua passione.

Si poteva fare di più, certamente, giudicherete voi, ma siamo certi che vi farà  piacere leggere qualche curiosità . Mancava solo la possibilità  di bere un po' d'acqua (o una birretta) e accendersi una sigaretta (le mani erano entrambe impegnate con biro e telefono) ma la conversazione è scivolata via meravigliosamente. In modo un po' banale forse, e qui la colpa dovete darla a me, ma certamente sincera ed appassionata. E qui penso che le colpe siano di entrambi.

Così, dopo ventidue minuti di piacevole conversazione, rileggo questa specie di geroglifico che è il mio foglio appunti e, quello che ne esce una volta tradotto, è il dialogo che abbiamo deciso di pubblicare per Play.it USA, parlando di Kurt Warner, Terrell Owens, Reggie Bush e, naturalmente, di Al Saunders.

E' cominciata più o meno così"

Alessandro Santini, Playit: Ciao Paolo, io non sono un giornalista professionista, quindi non userò formalità  alle quali magari sei abituato visto il tuo lavoro"

Paolo Leopizzi: Tranquillo, non c'è nessunissimo problema, vai pure.

AS: Direi di cominciare da te, da come ti sei avvicinato al football giocato e a quello televisivo. Le tue esperienze "sul campo".

PL: E' abbastanza semplice. Ho cominciato a giocare nel 1981 nei Rams di Milano. Ero vicino a Paolo Crosti e altri importanti nomi italiani di questo sport. Sono stato tra i fondatori dei Seamen, altra squadra di Milano, nel 1983. Ho fatto l'allenatore fino al 1989: sono stato uno dei primi quattro head coach in Italia nel 1986 quando ero ai Giaguari di Torino. Ho vinto un campionato di serie C senza subire un punto. Insomma, qualcosina ho fatto"

AS: E il famoso camp a San Diego?

PL: Il famoso camp di San Diego" è presto detto. L'allenatore dei Chargers a quei tempi era Al Saunders, e me lo fece conoscere Guido Bagatta, persona a cui devo tantissimo, un anno in cui si trovava a Salsomaggiore. Parlando del più e del meno ci invitò al camp, ma non credo si sarebbe mai aspettato di trovarci davvero là . Invece arrivammo, io, Bebo e Guido, con le nostre borse e tutto il necessario. Ci diedero le maglie, le tute" non abbiamo mai fatto parte della squadra, non voglio millantare cose non vere, ma Saunders ci trattò come membri dello staff e come tali dovevamo comportarci. Questo significava sveglia alle 5, colazione alle 6, riunione con il resto degli allenatori alle 7. E in campo, con la squadra, sempre in piedi con tutti gli altri coaches.

AS: Un'esperienza favolosa.

PL: Sì, fantastica. Non siamo mai stati davvero in squadra, ci tengo davvero a sottolinearlo, ma Saunders ci trattò per tutto il camp come membri ufficiali dello staff. Divise, regole e orari da allenatori. Pensa che un pomeriggio mi sedetti su un sacco a prendere fiato. Ero massacrato, sempre in piedi in campo" Saunders si avvicinò, mi appoggiò una mano sulla spalla e mi disse: "Paolo, vedi qualcun altro a sedere qui intorno?" Capii che, anche se non ero membro del team, mi trovavo lì per imparare e per rispettare le regole come tutti e lui stesso mi vedeva in quel momento come uno di loro. Saunders poi è una persona straordinaria. Un genio del football, ma troppo mite per fare l'head coach penso. Oggi è offensive coordinator a Washington sotto Joe Gibbs, farà  bene, è una delle menti migliori di questo sport.

AS: Insomma viveste un'estate da uomini della NFL.

PL: Esattamente. Tutto il camp e le partite con la squadra, poi ad agosto ce ne andammo. L'anno dopo ci tornai in viaggio di nozze, io in campo e la mia moglie di allora in tribuna a guardare.

AS: E le piaceva? Alla moglie intendo, piaceva stare lì a seguire gli allenamenti?

PL: Sì molto. A dire il vero anche ora sono appena tornato da San Diego, ci vado sempre, anche in vacanza. Sono rientrato l'altra sera"

AS: Ci sono stato anch'io, anche se in un contesto diverso ovviamente. Molto bella davvero. E un'esperienza unica la vostra, eccitante.

PL: Sì, davvero. Indimenticabile.

AS: Oggi i Chargers li commenti quando passano su Sky, parliamo quindi di televisione. Dove hai cominciato? Bagatta ti ringrazia per la collaborazione alla fine del Super Bowl vinto da Chicago, parecchi anni fa quindi.

PL: Sì" personalmente sono entrato a titolo definitivo a fine anni 80. Ho cominciato in televisione nel 1989. Ho smesso col football sul campo e sono entrato a Odeon TV dove ho fatto l'inviato per i motori. Poi, con l'avvento di Tele +, ho seguito da telecronista sia il Motomondiale che la Formula 1. Nel 1999 sono arrivato alla NFL.

AS: Qual è il tuo ruolo esatto a Sky, ho visto che commenti anche DTM e a volte il tennis, mi pare.

PL: Sono caporedattore per i motori e gli Sport Usa.

AS: Quindi sei a capo anche della NBA.

PL: Sì, coordino tutto ciò che riguarda gli States.

AS: Bebo Nori invece? Mi sarebbe piaciuto parlare anche con lui, però mi dici che non è facile trovarlo.

PL: Lui è un collaboratore esterno, arriva 10 minuti prima della partita da commentare. Non è sempre qui, per cui non è a "disposizione".

AS: Come avete visto la situazione del football in Italia? Vi è sembrato che sia migliorata, ci sono più appassionati secondo i vostri dati?

PL: La scorsa stagione è stata per noi molto soddisfacente. L'idea dei contenitori ha dato ottimi risultati. Le repliche di Sunday Night e Monday Night hanno avuto un buonissimo seguito.

AS: Rimarrà  lo stesso palinsesto anche quest'anno?

PL: Sì. Come ben sai le dirette hanno il commento in originale. Per me e Bebo sarebbe impossibile seguire tutte le partite di notte. Io devo presenziare in redazione la mattina, lui ha un lavoro differente da quello del commentatore. Arriviamo in studio, ci viene data la cassetta tagliata e noi la commentiamo senza sapere nulla. Tutte le informazioni che ci servono ce le stampiamo il giorno prima. Ci tengo a sottolineare che non sappiamo il risultato. Lo dico perchè mi è capitato spesso di leggere il contrario sul alcuni forum. Giuro su mia madre che è così, per noi è assolutamente una partita in diretta.

AS: E' anche più divertente per voi in fin dei conti.

PL: Certamente. Tutto ciò che si sente, anche gli errori, è dovuto a un telecronaca fatta come se si fosse in diretta.

AS: Quindi quest'anno è confermato, anche tutti i playoffs in diretta.

PL: Sì, Anche l'opening kick off e il Thanksgiving Day. In diretta col commento in italiano. Un paio di volte all'anno possiamo anche fare le ore piccole, di più sarebbe impossibile visti i nostri impegni. Rimarranno i contenitori, il martedì sera quello del Sunday Night, e mi sto battendo per anticipare quello del Monday Night. Lo vogliono mandare di venerdì"

AS: Un po' troppo tardi"

PL: Assolutamente, non lo accetto. Non mi va giù.

AS: Anche perché con i mezzi di oggi non venire a sapere il risultato sarebbe impossibile.

PL: Sì, sì. Ma è assurdo. Non si può dare ad un appassionato di football il Monday night con quattro giorni di ritardo. Considera che questi contenitori non vengono seguiti solo dagli appassionati, ma un po' da tutti. Infatti danno risultati di pubblico decisamente migliori. Ti dico la verità , Sky Sport Extra non arriva ai mille decoder accesi la notte delle dirette di regular season.

AS: Mentre le differite danno buoni dati.

PL: Sì, perché avvicinano anche chi, diciamo così, non è "malato" per questo sport. I dati delle dirette ci dicono però che anche i più appassionati seguono le differite. Così pochi decoder accesi di notte significa che non si sta nemmeno videoregistrando l'evento. E' qualcuno che si è addormentato davanti alla televisione e poco altro" l'orario è proibitivo.

AS: Vero.

PL: Invece le repliche vanno bene, anche se non posso fornirti i dati, siamo stati davvero molto contenti. Mi batterò ancora molto per la storia del venerdì, è inconcepibile.

AS: Sì, è troppo tardi per una differita. Rimanendo alla televisione, è vero che c'è la possibilità  di avere NASN all'interno del pacchetto Sky o sono solo voci?

PL: Me ne parlò Bebo un anno fa, ma io non ne so nulla. Ho sottomano il palinsesto della prossima stagione e ti posso dire che per quest'anno il pacchetto è confermato così com'è. Per il futuro non saprei, so che NASN dà  parecchie partite, forse tutte, ma io non ne ho mai sentito parlare qui.

AS: Parliamo del football giocato ora?

PL: Certo, proviamo (ride).

AS: I tuoi Chargers: tifi per loro dai tempi del camp con Saunders o erano già  una tua passione?

PL: No, è dai tempi del camp.

AS: Come li vedi quest'anno?

PL: (sospira, è un tifoso") Difficile dirlo. In attacco molto bene con Rivers, a patto che LT non si rompa e Gates continui a fare Gates.

AS: Rivers lo hai visto bene?

PL: Sì, ho avuto modo di seguirlo negli USA. E' molto bravo, si sta comportando bene.

AS: Vale le aspettative che si sono create su di lui insomma.

PL: Certamente, è il momento di lanciarlo. Hanno fatto bene a cedere Brees, è il momento di far giocare Rivers.

AS: Probabilmente Brees fu confermato lo scorso anno in omaggio alle ottime prestazioni della stagione precedente.

PL: Hai ragione. E hanno fatto bene; ma ora è il momento di Rivers, non lo si poteva tenere un altro anno fermo. L'unica cosa che mi preoccupa è la difesa, ma penso che questo attacco possa portarci ai playoffs "tutta la vita". A differenza dei molti analisti americani che ci stanno un po' maltrattando"

AS: Ma loro non ci azzeccano quasi mai"

PL: Verissimo, ma è il gioco dei pronostici. Si fanno per sbagliarli, io non li azzecco mai (ride).

AS: Segui la NCAA?

PL: No, poco.

AS: Quindi non sai molto degli altri giovani quarterbacks usciti al primo giro del draft.

PL: Be' no, qualcosa in realtà  so. Leinart, Young e" il terzo no.

AS: Cutler, quello scelto da Denver.

PL: Ecco, lui non lo conosco bene. Ma Leinart è molto bravo. E' stata l'ultima prima scelta a firmare, ha perso parte della preparazione e là  erano piuttosto arrabbiati, ha fatto un po' di confusione. Ma ha dei numeri davvero, è evidente.

AS: E Young?

PL: Fenomenale, l'ho visto e atleticamente è spaventoso. Grande giocatore. Un altro quarterback giovane che ho visto alla grande è il secondo di Dallas" Romo. Davvero molto bravo.

AS: Sì, ne ho sentito parlare bene in questi giorni.

PL: In America lo stanno apprezzando parecchio, tanto da chiedersi se non debba cominciare lui piuttosto che Bledsoe. Mi è piaciuto molto da quel che ho visto.

AS: A proposito di Dallas, parlami di Terrell Owens. Come hai recepito le voci su di lui in America? E' davvero la stampa che ci gioca o lui seriamente è così difficile e "antipatico"?

PL: TO ha dei problemi con tutti, anche con se stesso. Se ne stava con la maglietta simpatica addosso mentre gli altri si allenavano. Voleva solo dimostrare di non sottostare a nessuno. Non è la stampa che esaspera le cose, non sempre. Lui è così, come Moss. Non accettano nulla a prescindere, cercano sempre la sfida. E l'atteggiamento di Owens è stato quello di sfidare Tuna. Appena Parcells ha detto che "giocherà  chi si allena, non importa il nome" il teatrino è terminato e Owens ha cominciato ad allenarsi.

AS: Un caratteraccio insomma.

PL: Più o meno. Una persona problematica, cresciuta in modo problematico. Allevato dalla nonna, senza veri punti di riferimento"

AS: Tra l'altro da adolescente scoprì che la ragazzina di cui si era invaghito, la figlia del vicino, era in realtà  la sua sorellastra. Un ambiente un po' brutale"

PL: Ma sì! Come Moss. Sono cresciuti in posti dove non c'è nulla, zone degradate" vengono su con un certo carattere. TO adora creare zizzania, gli piace fare casino, sempre. Peccato, perché lui e Moss sono dei fenomeni.

AS: Su questo non si discute.

PL: Ma se le cose stanno così prendo Marvin Harrison tutta la vita. Non un problema, non una discussione. Un signor giocatore.

AS: Sono con te. Tu che sei a stretto contatto con gli USA, come hai visto le reazioni dopo il Super Bowl dell'anno scorso? Partita mediocre"

PL: Come spesso accade.

AS: Sì, ma quella forse peggiore di tante altre. Le reazioni sull'arbitraggio tanto contestate?

PL: Poche, una piccola lamentela. Paul Allen ha accennato a qualche errore, ma coi soldi che ha il ragazzo, se fosse stato in Italia, avrebbe incendiato la NFL.

AS: Invece si è sedato tutto subito.

PL: Sì, come sempre. La mentalità  è differente. Qui in Italia si è abituati a crearsi un alibi per la sconfitta prima di giocare, per questo si trovano sempre scuse. L'allenatore che perde la Champions League ha già  pronta la scusa. Là  scendono in campo per giocare e vincere, non si creano un alibi preventivo. Credimi, senza un alibi preventivo diventa addirittura più difficile crearsene uno dopo, e loro non sono abituati così.

AL: Tutto nella norma insomma.

PL: Sì, due paroline ma è finito tutto lì. Anche perché, valutando la stagione, il titolo di Pittsburgh non è demeritato.

AL: Be' no, ha vinto tutti i playoffs fuori casa.

PL: Appunto.

AS: La meta di Big Ben era buona secondo te?

PL: (ci pensa un po' su)No, direi di no.

AS: Te lo chiedo perché secondo me era meta, era buona.

PL: Può darsi, ma va bene tutto. Secondo me non c'era e anche la meta annullata a Seattle era buona. So che fecero degli ingrandimenti sull'azione di Roethlisberger per dimostrare che non c'era. Ma poco conta, è finita lì. Tra l'altro non mi ricordo bene, quando riparlo dei Super Bowl mi è persino difficile ricordare chi lo ha perso.

AS: Troppi dati.

PL: Sì, un po' di confusione. Se mi chiedi chi ha perso l'anno scorso non mi ricordo"

AS: Philadelphia.

PL: Philadelphia, vero. E' che quando diventa un lavoro è complicato registrare tutto di tutto. Spesso dimentico qualcosa.

AS: Sicuramente non è facile.

PL: No, non lo è.

AS: Torniamo al football di oggi, prossima stagione. Quale sarà  la squadra a migliorare di più?

PL: Oddio" io non ci prendo mai.

AS: Così, su due piedi. Chi migliorerà  nettamente il proprio record?

PL: I Saints.

AS: I New Orleans Saints?

PL: Sì, I Saints. Quel Bush è fenomenale, un mostro, sul serio.

AS: Sì è vero, molto forte"

PL: L'ho seguito in America, davvero strepitoso.

AS: L'ho visto al college, impressionante. Tra l'altro un vero e proprio All Around come dicono loro, ma a volte la NCAA è un altro pianeta.

PL: Verissimo, ma lui vale davvero tanto. Può fare bene fin da subito. Gli manca il fisico però, non ha peso. Considera che i numeri americani sono spesso gonfiati. Bush lo danno a 90 kili circa, ma a vederlo sembra non arrivare agli 80. Certo, oggi con la farmacologia 4 o 5 chili in estate li prendi però"

AS: Sarebbero ancora pochini.

PL: Infatti. Rischia di prenderle.

AS: Pensi che il problema potrebbero essere i colpi? Potrebbe soffrirne troppo?

PL: Sì. Se sta lontano dai colpi duri è fatta. Se gli concedono mezzo metro non lo prendono più, ma se gli stanno addosso è difficile che prenda il campo e può subire il peso dei difensori. Gli ho visto fare alcune portate, è forte davvero, rovescia il campo in modo incredibile. Vediamo a livello fisico"

AS: Sì, ho visto qualcosa al college, mi pare molto forte. Però sai, a volte tra i pro la differenza è immensa.

PL: Verissimo, ma lui esce da USC, una scuola che gioca con un sistema offensivo eccezionale. Probabilmente è già  adatto alla NFL.

AS: E' vero, anche Leinart esce da lì e penso che anche lui potrebbe essere già  pronto.

PL: Sì, ma sui quarterbacks non rischia quasi nessuno. Almeno mezzo campionato lo deve fare in panchina. Una prima scelta non la rischi così" lui è sceso qualche posizione, ma potenzialmente era una prima assoluta.

AS: Poi hanno Kurt Warner, se non si rompe è in grado di dire ancora la sua.

PL: Come ha sempre fatto. Un grande, si è sempre risollevato. Ha sempre trovato la forza, anche nella vita di tutti giorni. Si ritroverà  anche quest'anno da grande uomo qual è.

AS: Altro pronostico. La squadra che perde il Super Bowl, nelle ultime stagioni non è mai arrivata ai playoffs l'anno seguente. Seattle ce la farà ?

PL: Sì, sì, assolutamente. E' molto forte, ha fatto altre buone acquisizioni. Ha perso Hutchinson quindi correre a sinistra sarà  più difficile"

AS: Ma ha tenuto quello che sa correre.

PL: Infatti, Alexander è un fenomeno. Arriveranno in fondo e, in fin dei conti, la vittoria se la meritano anche.

AS: Quindi pensi che vinceranno addirittura il Super Bowl.

PL: Non lo so (ride), forse esagero, ma non è impossibile. I playoffs li fanno di sicuro comunque.

AS: Chi lo vince il Super Bowl? E' una domanda stupida ma bisogna farla.

PL: Eh" che domanda" a saperlo" dico Chargers o Giants.

AS: Fiducioso.

PL: Tanto una delle due finaliste, a inizio anno, non la prevede mai nessuno. Alla fine c'è chi arriva e dice "io l'avevo detto", ma non è vero. Una delle due fa costantemente parte delle squadre non pronosticate, nessuno la prevede, nemmeno Madden . Quindi, visto che si sbaglia tanto, Giants o Chargers.

AS: Be', a questo punto io spero nei miei Bears.

PL: Chicago, con la difesa che ha" trovasse due elementi offensivi, un quarterback capace di far girare la palla" diventerebbe molto pericolosa.

AS: Sì, ne sono convinto anche io. Speriamo bene. Intanto Paolo ti ringrazio tantissimo per il tempo concesso e per la chiacchierata.

PL: Figurati, grazie a te. E buon lavoro.

AS: Ti farò avere il link così potrai leggere il tutto.

PL: Ecco bravo, così leggo le cavolate che ho detto.

Risate.

Saluti.

Sipario.

Are you ready for some football?

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