2006 AFC EAST PREVIEW

Nick Saban, coach di Miami, spera di vedere i Dolphins in testa alla division già  quest'anno.

C'è chi voleva chiamarla Bill Belichick division. E non è detto che per i prossimi due anni non sia così. Poi qualcosa dovrebbe cambiare ai vertici della AFC East. Ovviamente sempre che i progetti di Mangini e Saban vadano in porto e Jets e Dolphins diventino contenders. Fino ad allora comandano sempre i Pats che, nonostante le perdite ( di non poco conto comunque ), rimangono i favoriti in una division che si preannuncia interessante.
Per tanti motivi.
Scontri fra ex colleghi. Tre rookies fra i primi 16 assoluti. Un nuovo quarterback in Florida che arriva nel regno del miglior quarterback NFL. Un left tackle destinato a ripercorrere le orme di un Odgen o di un Roaf.

BUFFALO BILLS

Prendi un ottuagenario che con una banda di scanzonati giovanotti qualche anno addietro si è dato da fare tanto da lasciare solo un dito libero per la gioielleria e mettilo in una squadra di football dove il tuo, autocandidatosi, miglior running back NFL salta tutto il mandatory camp per starsene in Florida ad allenarsi per conto suo. Condisci il tutto con un nuovo staff tecnico ( nuovo head coach ed offensive coordinator ) e con la perdita del ricevitore franchigia ed avrai ottenuto la versione 2006 dei Buffalo Bills.

OFFENSE

Nella AFC in genere per essere un buon team devi saper correre. Nella East quest'assunto ha maggior valore. Ecco perché Buffalo arriverà  fin dove Willis McGahee la porterà . Dimagrito ( una decina/quindicina di pounds ) ma sempre potente, il "nuovo" running back dei Bills sarà  la punta designata dell'attacco disegnato dal nuovo coordinatore, Steve Fairchild, sulla falsariga dei Rams versione Mike Martz. Quindi maggior presenza del back nel passing game e più corse esterne. Un cambio di tendenza anche in un certo senso obbligato.

Partito Eric Moulds, semplicemente l'unico Bills negli ultimi anni a prendere i palloni che partivano dalla tasca, il corpo dei ricevitori potrà  contare su Lee Evans, che come numero 1 è tutto da verificare, e sul cavallo di ritorno Peerless Price che spera di ripetere i numeri del 2002 (94 ricezioni ).
A far partire questi signori c'è un comitato di quarterbacks che dovrebbe trovare il portavoce nella figura di J.P.Losman stando alle ultime parole del coach Jauron. Losman è un terzo anno che l'anno scorso ha faticato lasciando il posto a Kelly Holcomb a metà  stagione e che quest'anno troverà  pure la concorrenza di Craig Nall, l'ex numero 3 dei Packers. La fiducia in Losman, a nostro parere, sembra quantomeno doverosa visto che, è bene ricordarlo, i Bills hanno sacrificato per il giovane QB due prime scelte, una seconda e una quinta.

Buffalo dovrebbe anche migliorare lungo la linea offensiva dove Tutan Reyes prende il posto di Anderson, rispetto al quale è più veloce ed altrettanto efficace nei blocchi nonostante la ridotta mole.

DEFENSE

Quando fai 5-11 e finisci 29° in total defense è fin troppo chiaro che qualche rimedio lo devi trovare. Specialmente se l'anno prima eri la seconda difesa NFL. Ecco quindi che alla 31° difesa della lega sulle corse si sono uniti, via Colts, il DT Tripplett fresco di una splendida stagione e, via draft, John McCargo, forse ancora un anno indietro in quanto a maturità  ma già  in grado di contribuire.

E' partito Milloy e qui il buco nella posizione di safety verrà  preso dall'altro rookie Donte Whitner. Scelto alla 8, da molti sopravalutato, l'ex Ohio State è già  un buonissimo giocatore NFL, utile contro le corse anche se ovviamente dovrà  migliorare nelle coperture.

Il nuovo coordinatore difensivo Perry Fewell ha anticipato che Buffalo adotterà  la Cover 2 come schema difensivo e i Bills hanno fatto incetta di giocatori veloci ed atletici che ben si adattino alla difesa resa famosa dai Bucs ed ora usata de molte squadre. E se nella posizione di cornerback la conferma di Clements e McGee dà  conferme a Jauron quello che cambierà  veramente il volto di Buffalo sarà  il ritorno di Takeo Spikes dopo l'infortunio al tendine d'Achille.

MIAMI DOLPHINS

C'è una bella scritta all'esterno del box contenente il progetto Saban: NON APRIRE PRIMA DI 3 ANNI. Nella mente del capo allenatore dei Dolphins infatti il primo anno doveva servire a decidere chi facesse parte del progetto e chi invece poteva benissimo trovarsi un altro datore di lavoro. Ora che siamo al secondo e vistosi andare "in fumo" la balia di Ronnie Brown ( che ora avrà , a suo dire finalmente, qualcosa in più delle 207 portate del 2005 ) si potrebbe pensare che Saban riparta dalle 6 vittorie in fila con cui i Dolphins avevano chiuso la stagione passata ma tutto ciò potrebbe essere fuorviante. Certo sei in fila non le metti se qualcosa dentro non ce l'hai, ma andatevi a leggere i nomi degli avversari (ve li diamo noi così risparmiate tempo: Jets, Titans, Raiders, Bills, Pats già  qualificati, Chargers) e poi ditemi se non avrebbero fatto la loro onesta figura anche gli attori della serie TV Playmakers.

Ma vediamo nei dettagli come si presenta la squadra nei due reparti, offensivo e difensivo. Ah dimenticavamo; è arrivato il Florida Mr. Football del 1994. Con un bel numero 8 stampato sulla jersey.

OFFENSE

Il passing game male non è andato l'anno scorso ( 16esimo della nazione ) ma un conto è leggere Frerotte sul retro, altro paio di maniche è vedere stampato sul fondo bianco 9 lettere verdi bordate di rosso che lette tutte d'un fiato fanno dire Culpepper. Certo ci vorrebbe il Daunte versione punto zero quattro (.04) ovvero quello che, con Moss come bersaglio e Linehan (Scott, l'offensive coordinator ora capo allenatore ai Rams e passato anche in Florida nel 2005) a cucirgli gli schemi come un sarto italiano, produsse una stagione da 110.9 di rating, 39 TDs e 4717 yards.

A Saban basta però che l'ex Vikings sia pronto per, diciamo, metà  stagione quando Miami dovrà  andare a Chicago e poi ospitare i Chiefs e i Vikings. Nel frattempo si è coperto le spalle con la firma dell'ex-Lion Joey Harrington che si è subito affrettato a dire che lui, al sole della Florida, sta benissimo. Condizioni climatiche favorevoli a parte, Harrington può davvero dare una mano ai Dolphins ora che non avrà  addosso tutta la pressione della stampa locale e del proprietario come avveniva puntualmente a Detroit.

A proteggere entrambi i quarterbacks è stato firmato ( 4 anni a 15 milioni ) il left tackle L.J. Shelton, grande e grosso uomo di linea (come di quelli che piacciono all'allenatore di linea offensiva Houck che infatti si è fatto recapitare anche l'ex Jaguars Pearson in cerca di riscatto dopo gli infortuni che ne hanno condizionato la carriera a soli 25 anni) che a Cleveland era caduto in disgrazia visto che lo mettevano in uno contro uno con Freeney, confronto dal quale usciva sempre sconfitto. Qui potrebbe andargli anche peggio contro Seymour, Ellis, Schobel ma quello che gli chiede Saban è di tenere quel tanto che basta al braccio ed ai piedi di Culpepper per fare la giocata.

Altro piccolo punto interrogativo nell'attacco di Miami è quello alla fine delle parole Ronnie Brown. Saprà  il running back secondo anno riuscire a diventare giocatore da 20/23 portate? Alle sue spalle c'è il vuoto o quasi ( Sammy Morris e Travis Minor sono giocatori da terzo down, situazionali in pratica ) e molto dell'attacco dei Dolphins passerà  dalle sue gambe che, a suo dire, sono sempre state pronte.

L'ultima nota riguarda il reparto ricevitori: chi dietro al fenomenale WR Chambers e al TE Randy McMichael? L'ex Bear Marty Booker come complemento di Chambers è ottimo, è stato anche firmato il tight end ex Charger Peelle ma manca un terzo ricevitore che potrebbe essere il rookie Hagan o addirittura il settimo rounder Aromashodu.

DEFENSE

Una volta il vanto di questa franchigia, la difesa dei Dolphins ha perso progressivamente, con gli anni, la sua pericolosità . Stiamo sempre parlando della 18esima difesa NFL ma lontani sono i tempi in cui facevi in tempo a contare cinque e il nome Miami era già  uscito.

Come sempre si riparte da Jason Taylor e Zach Thomas. Se il linebacker potrebbe aver perso un passo o due in velocità  (ma i 162 tackles del 2005 sono record carriera) l'end potrebbe invece vivere una seconda giovinezza e beneficiare dall'arrivo del nuovo coordinatore difensivo, Dom Capers, esperto dei fronti 3-4, con l'allineamento nella posizione di outside linebacker anche se, è bene ricordarlo, Jason rimane un giocatore che dà  il meglio con le mani in terra. Ciò non toglie la possibilità  ai Dolphins di utilizzare più schemi difensivi e più fronti.

Il grosso punto interrogativo viene dalle secondarie. Partiti tutti i titolari della passata stagione Saban e Mel Philips (da 22 anni ai Dolphins) avranno il loro bel da fare per dare coesione ad un reparto che potrebbe vedere il rookie Jason Allen partire da subito nello spot di free safety e il secondo anno Travis Daniels ( ex LSU ) come cornerback opposto al neo firmato Will Allen. C'è profondità  comunque nel reparto se non altro a garantire un qualche possibilità  di cambio.

Per finire un nome per far felici gli appassionati di fantasy: Channing Crowder. Il linebacker al secondo anno, reclutato da Saban ai tempi dell'high school, sembrerebbe essere pronto per una stagione di alto livello essendo l'unico giocatore, a detta dell'head coach, ad essere in grado di ricoprire tutte e 5 le posizioni di linebackers che il book di Saban contiene al suo interno.

NEW ENGLAND PATRIOTS

Probabilmente Bill Belichick non avrà  mai ascoltato un cd di Tupac Shakur (anche se non ci stupiremmo del contrario) ma se mai uno dei suoi giocatori gli prestasse un auricolare dell'IPod potrebbe venirgli comodo chiedere di sentire il ritornello di Me Against The World. Vi state chiedendo il perché? Provate voi per il terzo anno di fila ad impostare la stagione con l'ennesimo nuovo coordinatore difensivo (Dean Pees) e, in aggiunta nella versione 2006, con uno dei tuoi uomini guida, Willis McGinest, in Ohio a rinverdire i tempi con Romeo Crennel.

Ma i Patriots ripartono. E lo fanno, per l'ennesima volta, da favoriti di division. Nonostante l'aver perso il kicker più decisivo della storia del football, Adam Vinatieri, e l'altra metà  del corpo dei ricevitori, David Givens. Belichick ha scelto al quarto round un kicker, Gostkowski, che dovrà  vincere la concorrenza di un Martin Grammatica caduto in disgrazia nelle paludi della Florida. Nessuno dei due ovviamente vale quanto il predecessore, questo è ovvio, ma non ce la sentiamo di mettere in dubbio lo scouting di Belichick che, in occasione di ogni draft, sembra avere sul cellulare lo speed-dial del veggente. O di un certo Signore.

OFFENSE

Allora, qui si riparte da un nome e un cognome. Tom Brady. E potrebbe anche bastare in tempi di vacche grasse. Ma visto il periodo è stato opportuno rifirmare la guardia Neal per dare consistenza ad una linea che potrà  contare anche sul ritorno del LT Matt Light, fermo per infortunio dalla Week 3 del 2005, e sull'esperienza accumulata dai due rookies di allora, Mankins e Kaczur.

Stante la situazione Pioli e Belichick si sono potuti dedicare, nel draft, con maggior attenzione a ricevitori e running back assegnando loro tutte le prime quattro scelte. Molta attenzione hanno suscitato infatti sia la scelta dell'ex running back di Minnesota, Laurence Maroney, che quella del receiver uscito da Florida, Chad Jackson.

Maroney è il futuro di New England nella posizione di RB e potrebbe diventare, in corso di stagione, qualcosa più di un semplice cambio per Corey Dillon se l'ex Bengal dovesse continuare a mostrare i segnali di invecchiamento che nel 2005 hanno fatto capolino. Jackson invece potrebbe levare molta pressione dal ricevitore numero 2, l'ex Charger Caldwell, e ritagliarsi uno spazio importante. Ha fisico, velocità , buonissime mani e, avesse fatto la stagione da senior al college, sarebbe sicuramente andato via, l'anno prossimo, molto prima della 36° chiamata di quest'anno.

Un bel colpo per i Patriots in sostanza considerando anche tutta la telenovela Branch, il top receiver, assente dal minicamp di giugno ed anche all'inizio di quello di luglio.

DEFENSE

L'anno scorso potevi lanciare anche una borsa piena di dollari (pesante a dir la verità ) o il reggiseno dell'Arcuri e potevi star certo che nessun difensore dei Patriots sarebbe riuscito a metterci le mani sopra. 231.4 yards signori. Peggio solo dei 49ers. Qui il ritorno alla piena efficienza fisica di Rodney Harrison dovrebbe un attimino aiutare e potremmo chiedere ad Eugene Wilson per conferma, apparso a volte confuso in campo senza la guida del veterano.

Per un veterano che ritorna però ce ne è uno che non tornerà , come dicevamo in apertura. Nonostante infatti Mike Vrabel sia stato l'effettivo MVP difensivo dei Pats versione '05 nessun giocatore potrà  rimpiazzare la leadership che Willis McGinest garantiva e portava in campo. In una mossa che Pasquarelli di espn.com da definito "disperata" Belichick ha tirato fuori dalla naftalina ancora nuova di pacchetto il neo-ritirato Junior Seau.

Condividendo, seppur non totalmente, il giudizio del columnist di ESPN viene da chiedersi veramente se l'head coach di New England sappia sempre qualcosa che gli altri non sanno. La presenza dell'ex Dolphin, tecnicamente parlando, però permette a Belichick di usare per spezzoni di partire un run-stopper sempre temibile lasciando il detto Vrabel all'esterno dove nel 2005 ha giocato solo per 5 partite.

Il problema che i Patriots si trovano ad affrontare inoltre è la perdita, seppur temporanea, di Tedy Bruschi che, con il polso rotto, dovrà  saltare almeno una settimana di training camp allungando i tempi di coesione con l'altro inside linebacker Monty Beisel.

NEW YORK JETS

La stampa di New York è impietosa, i fans sostengono di essere i più competenti del territorio americano e tu, neo capo allenatore di una squadra che negli ultimi 3 anni ha fatto i playoffs solo una volta, ancora non hai deciso, training camp in svolgimento, chi sarà  il tuo quarterback titolare?. Benedetto Eric Mangini, il più giovane head coach NFL, uno nato a pane e football.

Quindi altri 20 giorni di patemi e poi vedremo se i Jets inizieranno ad assomigliare ai Patriots dai quali Mangini proviene. Nell'attesa il coach si è messo avanti cambiando il modulo difensivo. Si passa da un fronte pari ad uno dispari e vedremo, più avanti, cosa questa decisione comporterà  nel gioco dei Jets.

OFFENSE

Qui siamo ad un quadrilatero e se danno il "piccolo Meccano" a Mangini ed al coordinatore offensivo Brian Schottenheimer dovrebbe venir fuori un fantasy player con la testa di Pennington, il primo passo di Bollinger, il braccio di Ramsey e l'incoscienza di Clemens. Il nuovo coach ha fatto chiaramente capire che giocherà  chi emergerà  come il più pronto dopo il training camp ma, recupero permettendo, la miglior scelta a disposizione di Mangini rimane sempre Chad Pennington.

A maggior ragione dietro una linea offensiva, vera novità  di New York, che dovrebbe schierare addirittura due rookies in due posizioni cruciali come il tackle sinistro e il centro.
Non che dovesse andare così nei piani dello staff. Ma il veterano Teague, ex Bills, si è rotto una caviglia e forse ne avrà  per tutta la stagione addirittura, lanciando così Nick Mangold a fare da snapper accanto alla quarta scelta assoluta D'Brickashaw Ferguson.

I problemi dei Jets però continuano nel backfield dove il titolare Martin, 33enne ed in odore di ritiro, ha perso già  tre settimane di training camp per i postumi dell'infortunio al ginocchio lasciando il reparto con i soli Blaylock e Houston ai vertici della depth chart. Ecco perché, saltato lo scambio con Cleveland per portare a New York Lee Suggs, i Jets hanno preso dai 49ers il running back Kewan Barlow sempre che il giocatore superi le visite mediche.

DEFENSE

I veri cambiamenti dei Jets versione 2006 dovremmo vederli in difesa. L'arrivo di Mangini infatti porterà  l'implemento dello schema 3-4 come difesa base. L'ex coordinatore dei Patriots è partito da un semplice dato: i Jets hanno problemi con la pass-rush e non riescono a fermare nessuno via terra. Ma allora non era meglio fare ogni sforzo necessario per tenere John Abraham? - viene da chiedersi.

Partito il fantastico end, New York ha portato al suo posto Kimo Von Oehlhoffen che è eccellente contro le corse ma non ha proprio nel dna la pass rush. Così tutto il lavoro ricadrà  nei piedi di un Shaun Ellis in calo nel 2005 e di un reparto di linebackers vero punto di forza della squadra.

Mangini, con un'ottima mossa, ha promosso l'allenatore dei linebackers, Bob Sutton, a defensive coordinator dando così un punto di riferimento importante al miglior difensore dei Jets, quel Jonathan Vilma incontenibile dei primi due anni. Uno dei dubbi che avvolgono il cambiamento di allineamento difensivo riguardano però proprio l'adattabilità  di un giocatore dalle caratteristiche fisiche come Vilma ( 6-1, 230 pounds che come middle linebacker, ruolo ricoperto fino ad ora, possono andare ) ad una posizione che richiede enorme impegno fisico trovandosi in quasi ogni gioco a confrontarsi con guardie e centri di tonnellaggio e misure nettamente superiori.

Da come i linebackers metabolizzeranno il nuovo schema e da come New York riuscirà  a contenere il gioco di corsa avversario usciranno le risposte della prossima stagione dei Jets.

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