Il sole risorgerà  sulla baia?

Ormai è deciso: sarà  Alex Smith l'uomo che dovrà  riportare i 49ers in cima all'NFL

Negli sport professionistici americani c'è sempre un solo un vincitore. Al termine della stagione uno festeggia, gli altri si rimettono al lavoro per il futuro. La differenza tra arrivare secondi ed arrivare ultimi è minima.
Questo almeno per gli addetti ai lavori e per le statistiche. Il tifoso vuole si vincere ma, almeno prima che inizi la stagione, vuole che la sua squadra sia nelle condizioni di poter competere con le altre. Perché, anche se la stagione NFL può sembrare corta, la strada verso il Vince Lombardi Trophy è lunga e piena di ostacoli, ed anche chi sembra destinato a vincere comodamente il titolo può miseramente fallire (Colts 2005), chi è arrivato al Superbowl l'anno prima fare una stagione disastrosa o chi viene da una stagione da 1-15 arrivare al grande ballo dopo soli due anni.
Le variabili in una stagione di una squadra di football sono così tante che è quasi impossibile dire, ad agosto, cosa succederà  a gennaio: è più facile che Giuliacci indovini che tempo farà  domani!
Dopo questo, ora, non voglio certo convincervi che i San Francisco 49ers quest'anno vinceranno il sesto anello, non lo credo neanche io! Quello che so è che quest'anno, i tifosi dei 49ers, si aspettano una svolta, un segnale che le cose stanno cambiando, che la squadra che ha segnato gli anni 80 e 90 della storia del football non è più quel brutto anatroccolo che si è fatto notare solo per aver battuto record negativi o per essere finito nella parte sbagliata degli highlights.
L'anno scorso Coach Nolan ha iniziato un duro lavoro di ricostruzione sulle macerie lasciate dal duo Donahue-Erickson, la stagione non è stata certo positiva, ma anche i tifosi più pessimisti sono riusciti ad intravedere qualche segnale positivo (non che fosse così difficile dopo il 2-14 del 2004").
La dirigenza ha deciso di continuare l'opera di rinnovamento facendo numerosi ed importanti cambiamenti nel roster: se ne sono andato il FB Beasley ed i suoi numerosi mugugni nello spogliatoio, Andrè Carter e la sua allergia verso la 3-4, Julian Peterson ed il suo fastidiosissimo agente (il problema è che se n'è andato ai rivali di division e vicecampioni uscenti Seahawks), Brandon Lloyd ed i suoi numeri di magia in campo (sia nel senso di ricezioni impossibili che in senso di sparizioni dal terreno di gioco, i più maligni dicono addirittura che sia un giocatore di Dodgeball").
La dirigenza ha cercato di creare un gruppo più compatto, giovane ma voglioso di ben figurare, più funzionale alla squadra, con alcuni uomini di esperienza che siano da guida per tutti.
E le acquisizioni più importanti fatte a riguardo sono state fatte, non a caso, tra i reparti più delicati: linea d'attacco e QB. Difatti, con l'acquisto di Larry Allen, è continuata l'opera di rinforzamento della linea che dovrà  proteggere Smith. C'è chi lo ha definito ormai logoro, vecchio o inutile, ma sbaglio o è stato appena convocato per il suo decimo Pro Bowl? Se lui Jennings e Newberry riusciranno a rimanere in salute si riuscirà  probabilmente a risolvere uno dei più grossi problemi che i Forty-niners hanno avuto in questi anni: l'inconsistenza della linea d'attacco.
Altra acquisizione importante viene giudicata quella del QB veterano Trent Dilfer. E questo non perché è considerato un fenomeno o perché debba essere lui a guidare l'attacco di San Francisco, ma perché viene considerato l'uomo giusto per fare da guida alla prima scelta dell'anno scorso Alex Smith, così come ha già  fatto con Matt Hasselbeck a Seattle e Charlie Frye a Cleveland. Chissà "magari riuscirà  ad insegnarli come si fa ad essere il più scarso (forse) QB della storia ad aver vinto un Superbowl"E poi è un ragazzo dell'area della baia che ha sempre sognato di essere un 49er!
Alex Smith dicevamo. E' inutile negarlo, quasi sicuramente, se Leinart si fosse dichiarato per il draft un anno prima, non sarebbe stato lui la prima scelta (i tifosi dei niners come me aggiungeranno anche che, se lo avesse fatto, anche il QB da USC avrebbe evitato di scendere così in basso nelle scelte, si sarebbe garantito un contratto migliore e, soprattutto, si sarebbe evitati tutti gli sberleffi che in giro per il web gli dedicavano i tifosi dei Red&Gold). Ed anche se si fosse trovato nel draft di quest'anno difficilmente avrebbe sentito chiamare per primo il suo nome.
Ma il ragazzo ha dimostrato di essere un duro! E' stato messo in campo quasi subito e, nonostante le batoste subite, fisiche e psichiche, non ha avuto paura, è tornato al suo posto ed ha continuato a lavorare per migliorare.
Il coaching staff ha dimostrare di credere in lui decidendo, infatti, di tradare gli altri QB giovani che erano a roster l'anno scorso e affiancandogli gente esperta che gli possa fare da guida. E' certo però che quest'anno si aspettano molto da lui, ora tocca a Smith iniziare a dimostrare di poter essere un fattore nel football professionistico.
Il nuovo OC Norv Turner, uno dei migliori, se non il migliore, nel suo campo, ha dichiarato: "The guy is solid, I don't worry about him at all."
Sia nelle scelte al draft che nell'acquisizione dei Free Agents, la filosofia che è stata utilizzata è stata quella di fornire il maggior numero di obiettivi possibili a Smith mettendolo nelle condizioni più adatte a far vedere il suo talento, perché il ragazzo talento ne ha, anche se non certo quello di un Peyton Manning.
La scelta di un giocatore come Vernon Davis, TE dal fisico devastante e dalle mani dolcissime, nonché bloccatore discreto e, a quanto sta facendo vedere nel training camp, anche leader e uomo spogliatoio, poteva far storcere il naso considerando la presenza a roster di uno come Eric Johnson. Ma tenendo conto dei numerosi infortuni subiti da quest'ultimo e, soprattutto, considerando la possibilità  di poterli schierare contemporaneamente, la scelta è stata veramente ottima.
Tutto per poter dare a Smith il maggior numero di obiettivi affidabili possibili: due TE in grado di ricevere sia sul corto che sul lungo o in mezzo al traffico, un ricevitore dalle mani sicure e che non ha paura di andare nel mezzo come il neoacquisto Antonio Bryant (i due si sono allenati insieme ed hanno raggiunto già  una buona chimica), un velocista come Gilmore (che darà  all'attacco quella dimensione verticale totalmente mancata negli scorsi anni), un funambolo con la palla in mano come Battle. Tra i RB abbiamo Barlow, atteso sempre al definitivo salto di qualità , ma soprattutto il secondo anno Frank Gore, autore di un esordio che ha fatto intravedere lampi di assoluta qualità , ed il rookie Michael Robinson, qb a Penn State che con la palla in mano ci sa fare, colpitore ed incassatore notevole, e che potrà  dare spazio alla fantasia di Turner.
Quello che manca è un altro WR di qualità , possibilmente una potenziale star, infatti il nome dei 49ers esce spesso nei rumor che riguardano il bizzoso Lelie o il Porter che dimora dall'altra parte della baia. Tutto comunque in nome della gioventù e della versatilità .
Turner sta lavorando con il numero 11 dei niners sin dalla metà  di marzo e si dice molto confortato dai progressi del QB da Utah. Il suo primo anno è stato molto duro, con 11 intercetti, 11 fumbles (Smith ha dimostrato di aver qualche problema a tenere in mano la palla specie nelle partite in trasferta sul campo dei Redskins e dei Seahawks) e un solo TD, nell'ultima partita tra l'altro, ma ha contribuito a finire l'anno con 2 vittorie consecutive.
Smith ha dimostrato di avere una buona visione di gioco ed una grande intelligenza, una buona capacità  di sfuggire alla pressione nella tasca (d'altronde si è potuto allenare molto con la linea d'attacco dei niners annata 2005") e di prendere decisioni mentre è in corsa ma anche un'ottima accuratezza quando poteva lanciare senza pressione nella tasca.
La pressione su di lui, che svolge il ruolo che già  è stato di Joe Montana e Steve Young, è certamente molta, ma lui ha fatto vedere di avere le spalle larghe. Ed è evidente che i 49ers andranno dove lui sarà  in grano di guidarli. E' stato anche ridotto il playbook basato sul West Coast Offense in modo da renderlo più semplice.
Il sistema di Turner potrà  permettere di far evidenziare le qualità  di Smith, infatti nelle maggior parte dei giochi non avrà  bisogno di fare molte letture progressive ma avrà  l'opportunità  di focalizzarsi sui principali match-ups difensivi.
L'attacco di Turner enfatizza la velocità , e vuole garantire un'adeguata protezione sugli esterni evitando la pressione dei difensive end, questo perché vuol mettere Smith nelle condizioni di prendere decisioni accurate e rapide, e ciò può essere fatto meglio se il qb vede la pressione solo davanti ai suoi occhi: l'uomo da Utah è stato sackato ben 29 volte l'anno scorso, ed il modo migliore di evitare un sack è rilasciare prima la palla!
Questa tendenza a tenere troppo la palla è dipesa molto dalla sua voglia di eseguire tutto alla perfezione, essendo lui, anche secondo quanto detto dal suo allenatore al college, un'estremista della perfezione, e tendendo ad arrabbiarsi con se stesso e perdendo lucidità  quando non tutto andava come lui desiderava andasse. Difatti, nel training camp, sta lavorando molto proprio sulla rapidità  nel fare le scelte, cosa che non potrà  che migliorare man mano che aumenterà  la sua conoscenza e confidenza con il playbook.
Su di lui Dilfer ha dichiarato:
"He's such a great kid, smart, a guy that's going to be able to digest information you give him and learn quickly from his mistakes and a guy that has some natural leadership skills."
Insomma, questo è l'uomo che la dirigenza crede posso far tornare in alto la franchigia che è stata di Montana, Young e Rice (che ha dichiarato di volersi ritirare come un niners e quindi, pochi scherzo, facciamogli firmare questo contratto da un giorno e facciamogli una grande festa per ringraziarlo di tutto quello che ha fatto).
Per quanto riguarda invece la difesa, i cambiamenti sono stati molti, d'altronde i numeri possono non dire sempre la verità , ma non possono neanche mentire in modo così spudorato. Al draft sono stati presi giocatori quanto più possibile adatti alla 3-4 e che facciano dell'aggressività  il loro credo.
La prima scelta Lawson sembra che non sta minimamente pagando lo spostamento come OLB, e comunque il suo compito non sarò molto diverso da quello che faceva al college: dare la caccia al QB. Altri uomini sono stati aggiunti per dare un continuo ricambio agli uomini di linea e garantire sempre freschezza, evitando quei cali fisici che hanno contraddistinto le seconde parti degl'incontri dello scorso torneo con una difesa che, causa un attacco poco continuo, era costretta a stare molto in campo.
Aggressività  sarà  anche la parola d'ordine della secondaria dei niners, con i CB chiamati dal nuovo allenatore del settore ad un continuo uso del bump. Nuove conoscenze del settore sono l'ex prima scelta dei Chargers Sammy Davis e l'ex safety di Green Bay Mark Roman, in una secondaria che si fonda sulle sicurezze Tony Parrish e Shantwae Spencer e che è sempre in (inutile?) attesa dell'esplosione di Mike Rumph.
Novità  ci sono state anche nel settore degli special teams dove è stato firmato, a sorpresa, il punter veterano Tom Rouen che lotterà  per togliere il posto al giovane Lee, che pur aveva ben impressionato, mentre il kicker sarà  sempre il solidissimo Nedney, cui è stato affiancato, forse solo per il TC, il rookie Jacas (già  soprannominato da qualche spiritosone del gruppo Jack-ass") che sta mostrando una potenza incredibile, non ancora purtroppo sempre ben indirizzata. Numerosi saranno quest'anno i potenziali ritornatori tra cui dovrebbe spiccare il rookie Brandon Williams.
In conclusione, sarà  questo l'anno del ritorno ai playoff dei californiani? Sinceramente non lo credo, anche perché la division non sarà  più la barzelletta della National, con i vicecampioni di Seattle che saranno ancora tra i favoriti per il grande ballo di gennaio, i Rams in fase di ricostruzione ma che non avranno più l'handicap Martz, e soprattutto i giovani rampanti di Arizona che sembrano ormai pronti a fare il salto di qualità  grazie anche all'arrivo di E.James e di Leinhart (cui spetterà  di sicuro una calda accoglienza in quel di San Francisco").
E allora quali saranno le aspettative dei 49ers? Lottare sempre, in ogni partita, per mostrare quei segni di crescita che i tifosi si aspettano in previsione dei prossimi anni in cui gli verrà  chiesto di tornare ad essere "veri" protagonisti della NFL. E la notizia di un sempre più vicino via libera alla costruzione del nuovo stadio sembra essere il viatico migliore perché i Red & Golds tornino ad essere una franchigia guida nel mondo del football professionistico americano.

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