Primo degli “ultimi”: DeMeco Ryans è stato il primo giocatore chiamato dopo i
Dopo il clamore del primo giro, dei grandi nomi, per il draft NFL arriva il momento di inoltrarsi nei giri più strani, quelli che, aldilà del fenomeno di turno, servono (o dovrebbero servire) a rifinire al meglio una squadra. Quei giri che, spesso, dopo il secondo round fanno impazzire tifosi, scout e analisti in un mare di nomi e caratteristiche che talvolta sembrano tutte uguali. Quante volte vi sarà capitato di leggere cose come "undersized", versatile, adatto su tutta la linea, ottimo per entrambi i ruoli, eccetera" Spesso è proprio dai giri più bassi che possono uscire i campioni o, in ogni modo, giocatori in grado di dare un apporto fondamentale alla riuscita di un sistema di gioco. Come per le prime scelte vale sempre la regola secondo la quale saltare dalla NCAA alla NFL non è facile per nessuno, che ogni previsione può saltare già in ottobre, sia che ci si chiami Reggie Bush, sia che ci si chiami Devin Aromashodu. Dal terzo giro in avanti è difficilissimo valutare giocatori che a volte non escono nemmeno da programmi di Division I-A, che hanno poca visibilità o che semplicemente arrivano da conference piuttosto "semplici". Ci si affida così al fiuto dei GM e degli scout, i quali da combine, workout, interviste e filmati provano a chiamare quello che, in un gruppo di cloni apparenti, sembra il pezzo più pregiato della mostra. Dopo il pezzo sul primo giro ecco una "piccola" nota sulle così dette "seconde scelte" del draft 2006.
Arizona Cardinals.
Dopo aver messo le mani su uno dei più promettenti giocatori del draft, il QB Matt Leinart, i Cardinals continuano a rinforzare l'attacco nei due giri a seguire, acquisendo la guardia Taitusi 'Deuce' Lutui, compagno di Leinart a USC, e il TE Leonard Pope, uno dei migliori prospetti del ruolo. In realtà il colpo più interessante è Leinart, che se soddisferà le aspettative potrà trovarsi davvero a proprio agio nel gioco offensivo dei Cards, dove Pope potrebbe diventare l'uomo in più sia in fase di blocchi sulla linea che di ricezione. Lutui non sembra la miglior guardia del draft e potrebbe cominciare col finire in rotazione, mentre nei giri bassi Arizona punta sui rinforzi ad una difesa che necessita assolutamente di forze nuove. Due DT interessanti come Gabe Watson da Michigan e John Lewis da Virginia Tech sono gli uomini che dovrebbero dare profondità al centro della linea negli anni a venire. Tra i due, al quinto giro, arriva Brandon Johnson da Lousiville, un OLB non certo tra i più quotati e che i Cards dovranno valutare nei mesi estivi. Ultima chiamata per un WR tutto da studiare per il coaching staff: Todd Watkins (Brigham Young), ricevitore piuttosto veloce che in molti rankings di ruolo era comunque inserito sempre dopo la dodicesima posizione.
Atlanta Falcons.
Dopo gli inattesi problemi difensivi della passata stagione, Atlanta comincia il proprio draft con un CB scelto al secondo giro vista la mancanza di pick al primo round. Jimmy Willimas da Virginia Tech è a mio parere un ottimo giocatore, veloce con un buon istinto in campo e un ottimo senso di posizione sulle coperture. Probabilmente uno dei top three nel ruolo dopo Tye Hill e Antonio Cromartie, sembra il giocatore giusto per poter dar man forte già dal primo snap settembrino, magari cominciando come difensore aggiunto durante le situazioni di nickel defense. Nonostante l'ormai celebre gioco di corse dei georgiani (Vick-Duckett-Dunn), Atlanta si butta al terzo giro su Jerious Norwood, RB da Mississippi State: il "traffico" nel ruolo dietro a Vick non impensierisce il rookie dal momento che le sue caratteristiche fisiche (182 cm. per 92 kg. circa) unite alla sua velocità (4.37 alle combine) lo rendono una perfetta arma da corse "nel mezzo". Giocatore abile a sgusciare tra i tackle è capace di big play non indifferenti grazie all'abilità nel rompere i blocchi e le sue ultime stagioni in NCAA sono lì a dimostrarlo. Le ultime tre scelte (round 5, 6 e 7) portano in Georgia un OT come Quinn Ojinnaka (Syracuse), il WR Adam Jennings (Fresno State) e D.J. Shockley, QB da Georgia. Premesso che non sapremo chi verrà confermato dopo i vari camp, solo l'ultima scelta, in ottica di cessione Matt Schaub per ricche contropartite, mi pare azzeccata. A occhio Jennings non è l'uomo che può aiutare Vick a migliorare nel lancio offrendosi come target, così come Ojinnaka non pare essere il tackle devastante che permette di fare un salto di qualità ad una O-line. Ma le sorprese del draft saranno, come al solito, infinite.
Baltimore Ravens.
Chiamato Haloti Ngata per rinverdire i fasti di una difesa insuperabile almeno fino a due stagioni or sono, i Ravens giocano le loro carte nei giri più bassi muovendosi molto bene e alternando le chiamate tra attacco e difesa cercando di dare il giusto equilibrio e di creare, da subito, i presupposti per ricostruire una squadra con molti tasselli da mettere in ordine. Mike Flynn ha 32 anni, Jason Brown non è una certezza obbligata, così il secondo pick per Baltimora è Chris Chester (Oklahoma), centro non potentissimo ma abile e rapido nei movimenti. Buoni gli snap a cui fa seguire un abile gioco di blocchi molto utile anche per il running game. David Pittman (Northwestern) è la scommessa nel ruolo di CB, mentre le due scelte al quarto giro "rinfrescano" l'attacco a (quasi) 360° con un WR, Demetrius Williams, e un interessante RB come P.J. Daniels da Georgia Tech. Se curato bene, Daniels può essere il RB che era al college, ossia l'uomo da corse sull'esterno per le quali, ad oggi, non pare avere la giusta velocità , soprattutto nel lungo periodo. Può partire con poche portate di prova durante la stagione per sfruttare le buone letture difensive e giocare tra i tackles in casi di short yardage. Sempre da Georgia Tech la prima delle due chiamate del 5° giro, la FS Dawan Landry, ragazzo che sa tenere bene il campo e che personalmente considero uno sleeper ed un buon colpo a questo round. Quinn Sypniewski (TE, Colorado) non sembra l'uomo che possa dare una vera rotazione a Todd Heap, mentre al 6° i Corvi si "regalano" un punter come Sam Koch, non certo un top del ruolo, e un altro CB che risponde al nome di Derrick Martin il quale esce dal college del Wyoming e porta con sé velocità e buone doti atletiche. Ultimo giro di giostra ed ultima chiamata con Ryan LaCasse, DE da scoprire.
Buffalo Bills.
I due picks al primo giro mettono Buffalo nelle condizioni di scegliere la safety Donte Whitner e il DT John McCargo, dopodiché il draft dei Bills scivola via con scelte decisamente più azzeccate delle prime. Chiamare due elementi così al primo round ha fatto innervosire parecchi tifosi, ma le scelte basse, quelle che fanno la squadra, sembrano tutte piuttosto buone per come si sono svolte. Ashton Youboty è un CB junior che arriva da Ohio State, ed è un prospetto interessante anche se poco pubblicizzato, un buon pick per un terzo round che anticipa Ko Simpson, altra safety di buona fattura, prodotto del college di South Carolina. Questi due defensive backs, per le caratteristiche e il turno di chiamata risultano essere più azzeccati delle scelte del primo round e potrebbero dare profondità al reparto in tempi non troppo lunghi. Al quinto giro arrivano due tackle, un difensivo come Kyle Williams a mio modesto avviso un po' undersized per la NFL ed un offensivo come Brad Cutler da Virginia che se diventasse più concreto nei blocchi e più forte nelle uscite in pull sarebbe davvero una scelta interessante. Keith Eleison è un LB da Oregon State, apparentemente non fortissimo ma sicuramente ben pescato ad un giro così basso (6°). Altro classico talento da "naturalizzare" tra i pro, ma da non sottovalutare. Il draft termina quando all'ultimo giro a disposizione i Bills chiamano Terrance Pennington, altro OT da New Mexico, e Aaron Merz, guardia dell'università California.
Carolina Panthers.
DeAngelo Williams al primo giro è il vero colpo di un draft pieno di scommesse, non tutte facili da vincere ma certamente interessanti. A cominciare da Richard Marshall, junior da Fresno State che avrà il compito di rimpiazzare da subito le perdite avvenute in off season. Scommessa difficile, ma Marshall è un giocatore certamente interessante, e probabilmente il meglio che si potesse chiamare con la 58^ assoluta. Il LB esterno James Anderson e l'OT Rashad Butler vengono entrambi scelti al terzo giro a un solo pick di distanza l'uno dall'altro. Anderson è un giocatore più forte di quanto la considerazione riservatagli finora non lasci pensare; veloce e istintivo ha un'ottima partenza sugli snap che vive dei suoi potenti scatti da fermo. Da migliorare fisicamente risulta a mio modo di vedere un prospetto interessante per le stagioni a venire. Butler esce invece da Miami (Fla.) ed è un tackle piuttosto "leggero" ma capace di giocare benissimo sia a destra che a sinistra della linea. Va cresciuto a dovere, ma la sua versatilità lo rende un atleta interessante e una buona chiamata al terzo giro visto e considerato che Carolina aveva a disposizione due picks. Nate Selley viene da un ottimo programma (Ohio State) ma non sembra possedere grandissime doti come tanti suoi compagni usciti dalla stessa scuola. Al 5° arriva Jeff King, tight end che per questo round sembra davvero un bel regalo. Buona combinazione di fisico e atletismo per il ruolo, ragazzo dotato di una incredibile resistenza sul campo e atleta modello fuori, King è conosciuto come un gran lavoratore in allenamento. L'attacco di Carolina, già devastante di suo, potrebbe aver trovato oltre ad un nuovo protagonista nel running game, anche l'uomo in più per togliere pressione a Delhomme e dare più profondità giocando in prossimità della linea e ricevendo, per vie centrali o meno, palloni anche in mezzo al traffico dell'ora di punta. Dopo le due chiamate del 7° giro (la guardia Will Montgomery e l'end Stanley McClover), Carolina è andata a pescare tra gli undrafted trovando accordi nei giorni scorsi con ben 13 giocatori da portare al camp, tra cui cinque WR ed il QB Brett Basanez rimasto undrafted un po' a sorpresa dopo tutti e sette i giri.
Chicago Bears.
Sicuramente il draft più controverso dell'anno" il 29° attacco della lega 2005 non spaventa coaching staff e dirigenza che danno piena fiducia ai giovani ricevitori già presenti a roster e confidano nel pieno (pienissimo) recupero di Rex Grossman dando ampio spazio al rinforzo difensivo. Proprio così, una delle migliori difese della lega e, ciò nonostante, sei delle sette chiamate arrivano proprio in quel reparto. Ceduta la prima scelta ai Bills, i Bears si buttano al secondo giro su Danieal Manning, "figlio di un programma minore" (Division II al college) anche se dotato di grandi doti fisico-atletiche e un'ottima velocità . Scelto come safety, Manning partirà certamente come returner viste le grandi qualità a disposizione, e rimane quindi un mistero la successiva chiamata di Devin Hester, un misto tra CB e WR che ha pochissima esperienza sul campo ma è certamente il miglior "specialista" di ritorni presenti al draft. Il ritiro di Jerry Azumah ha spinto Chicago lontano dal TE tanto desiderato dai tifosi per dare aria fresca alle secondarie, con due giocatori che difficilmente vedremo spesso impegnati in schieramento ma che potrebbero regalare molte yard alla squadra negli special team. Con Tank Johnson a rischio preseason i Bears curano la rotazione sulla D-line con Dusty Dvoracek, giocatore potente ma con un carattere incontrollabile. Stesso discorso per il pacchetto linebacker, con Lance Briggs e Hunter Hillenmayer in scadenza nel 2006 e difficilmente "rifirmabili" entrambi. Ecco allora Jamar Williams, prospetto "minore" da valutare durante la stagione. Il DE Mark Anderson è il "vero colpo" di Chicago, visto che al 5° giro è davvero un'ottima acquisizione; giocatore rapido, buon colpitore,ottimo dominatore della linea, potrebbe far comodo già dalle prime rotazioni. Finalmente un "attaccante", il FB J.D. Runnels da Oklahoma dovrebbe essere l'uomo in cui Chicago riporrà le speranze di vedere più varchi aperti verso l'esterno e tentare così di lanciare Cedric Benson dando respiro a Bryan Johnson che nel 2005 ha registrato più di un problema fisico. Ultima scelta per la guardia Tyler Reed al sesto round, dopodiché i Bears raggiungono accordi con 13 undrafted tra cui l'interessante TE (finalmente diranno in tanti) Tim Day, giocatore di Oregon al college che non avrei mai previsto fuori dal draft all'inizio dei giochi.
Cincinnati Bengals.
Dopo il CB Johnatan alla prima, i Bengals puntano a rinforzare ambo le linee, giocandosi la carta Andrew Whitworth (Louisiana State), importante OT reduce da quattro anni da titolare nella difficilissima SEC. Grande esperienza per un giocatore potente e resistente, praticamente immune all'infortunio. Col terzo e quarto giro tocca la D-line, con un end (Frostee Rucker) da USC che andrà valutato vista la poca esperienza on field (un solo anno da starter a tempo pieno) e un tackle, tal Domata Peko (Michigan State), che dovrà sorprendere con il suo gioco oltre che la sua capigliatura in pieno Polamalu style. Peko non era molto considerato dai rankings, e le sue caratteristiche non sembrano effettivamente da capogiro. Va meglio con il LB A.J. Nichols che a mio giudizio è davvero un'ottima "pescata" al quinto round. Non aggiungerà molto da subito, ma è un prospetto futuribile che ha dimostrato una certa diligenza tattica e ottime capacità di placcatore, soprattutto nell'ultima stagione. Reggie McNeal è un QB (sesto giro da Texas A&M) che aggiunge poco al valore nello spot già occupato da Carson Palmer. A meno che non lo si voglia utilizzare in altri ruoli (WR? CB?) sfruttando le sue buone doti fisico-atletiche e la sua velocità (4.36 sulle 40), McNeil aggiungerebbe poco se non poter risultare un back up migliore di Craig Krenzel anche se assolutamente lontano dal gioco dei Bengals. La sua abilità di andare in scramble e di lanciare in movimento non sembrano essere le ipotesi da meglio inserire nel game plan di Cinci, già abituata alle fiammate e alla guida dell'ottimo Palmer. Back up rivoluzionario o receiver aggiunto? Vedremo. Resta il fatto che al settimo giro, con le ultime due scelte, le tigri dell'Ohio si buttano su due WR di basso profilo: il primo, Ethan Kilmer, ha poca esperienza e pochi snap sulle gambe a Penn State, il secondo, Bennie Brazell, arriva invece con poche credenziali da LSU anche se alcuni ne parlano come di un atleta dotato di grande velocità ed immensa esplosività . Steal?
Cleveland Browns.
Passata la scelta di Kamerion Wimbley al primo giro, il draft dei Browns prosegue con buone chiamate che, pur senza clamori, vanno a cercare giocatori interessanti nel tentativo di coprire il maggior numero di ruoli possibili. E' il caso di D'Qwell Jackson da Maryland, seconda scelta assoluta dei Browns e indubbiamente uno dei migliori prospetti in fatto di MLB. Grandi caratteristiche da leader, colpitore e atletismo di buon livello, Jackson è una perfetta acquisizione difensiva per una squadra che già in off season si era mossa molto bene. Ma Jackson non è l'unica scelta del ruolo, visto che al 4° round Cleveland si è buttata anche su Leon Williams, prospetto che all'apparenza non sembra essere fenomenale ma che rimane tra i migliori nomi nel ruolo e darà ancora più profondità alla 3-4 della squadra di Crennel. Prima di colmare definitivamente le lacune di un gioco difensivo tanto concreto quanto duro da realizzare, la squadra dell'Ohio aveva chiamato un WR di Oklahoma, tale Travis Wilson, e la scelta era apparsa quantomeno azzardata. Questa chiamata non sembra poter dare maggiore spessore al reparto offensivo, all'interno del quale si continua a cercare talento anche nel running game che pure è già piuttosto ben fornito. Arriva qualche runner dagli undrafted, ma soprattutto arriva Jerome Harrison al 5° giro. In questo round, il RB da Washington State, è certamente un buon innesto, ma la sensazione è che i Browns si stiano guardando intorno per trovare in tempi brevi il secondo violino per eccellenza, magari da affiancare a Lee Suggs piuttosto che all'ex Broncos Drounghns. Tante altre mosse in difesa nei giri bassi pieni di scelte per via dei compensative picks, dove vale la pena segnalare DeMario Minter, 152^ scelta assoluta da Georgia, i quali numeri potenziali vanno ben oltre il pick di chiamata.
Dallas Cowboys.
Un buon draft quello degli uomini di Parcells che dopo aver messo sotto contratto un uomo chiave per l'attacco come Terrell Owens, puntano a qualche grosso rinforzo in difesa per garantirsi un buon avvenire. Ma la prima chiamata dopo Bobby Carpenter vede proprio l'uscita di un attaccante, un TE che potrebbe dare ai Cowboys la chance di giocarsi in più modi le scelte nell'offensive game plan. E' Anthony Fasano da Notre Dame il giocatore che esce al secondo round, giocatore capace di correre splendide tracce e fornito di mani davvero sensibili, un atleta che potrebbe dare ancor più profondità agli attacchi di Drew Bledsoe e rappresentare la classica "valvola di sfogo" nelle situazioni più complicate. Non colpisce troppo come bloccatore Fasano, ma come sistemare la situazione offensiva, a questo punto, spetta solo a Dallas che si trova certamente tra le mani un ottimo prospetto nel ruolo. La difesa, dicevamo, viene raddrizzata di nuovo al terzo round quando Paul Tagliabue annuncia la scelta di Jason Hatcher da parte dei 'Boys, defensive end poco pubblicizzato che arriva dal college di Grambling State. La stazza e la forza del giocatore non sono in discussione, ma i texani lasciano correre sulle emergenze di O-line prendendo un giocatore che, pur con una discreta abilità , non sembra essere in grado di fare la differenza in una 3-4 da NFL, dopodiché, il team, si butta su un WR (Skyler Green) e di nuovo sulla difesa. Pat Watkins (safety) e Montavious Stanley (DT) sono le due successive scelte, con il secondo che potrebbe davvero divenire la sorpresa di questo draft per i Cowboys, vista la versatilità ed il grande atletismo di cui dispone Stanley, vero dominatore della D-line di Louisville. Dallas chiude il draft con la chiamata del 6° giro con Pat McQuistan (G) e al 7° con E.J. Whitley (C) con l'impressione di aver giocato molto sui giovani per sistemare la difesa non solo per la prossima stagione, rimandando probabilmente al prossimo anno il ricambio generazionale in attacco.
Denver Broncos.
Non solo Plummer finisce nel pentolone dei presunti problemi offensivi di Denver i quali, nonostante l'impresa di eliminare i Patriots dai playoff 2005, vogliono puntare su un futuro più splendente per quel che riguarda i giochi offensivi. Ed ecco che, dopo la scommessa Jay Cutler da Vanderbilt (teoricamente il miglior QB dopo l'intoccabile coppia Leinart-Young), arrivano un TE (2° giro) e due WR (entrambi al 4°). Spunta il nome di Tony Scheffler da Western Michigan per i due volte campioni del mondo, un nome che attira più di un'attenzione visto il grande margine di crescita che questo tight end sembra avere. Non eccelso come bloccatore è comunque capace di ricevere una moltitudine di palloni in ogni zona del campo, veloce e preciso sa proteggere l'ovale come pochi. Certamente da sgrezzare come atleta in sé è l'uomo che più di ogni altro può diventare il receiver aggiunto nella franchigia del Colorado. I due WR scelti al quarto round sono Brandon Marshall e Domenik Hixon, con il primo che sembra essere un buon nome in vista del futuro nello spot di WR a Denver. Un addio di Lelie non è da escludere ed i Broncos sono infatti corsi ai ripari selezionando successivamente anche qualche undrafted. Tra i due ricevitori, al secondo pick del quarto giro, i Broncos hanno messo occhi e mani su un DE come Elvis Dumervil da Louisville. Le sue misure non dicono molto (5-11 per 257), anzi, fanno quasi sorridere visto il ruolo. Eppure parliamo di un giocatore rapidissimo sullo snap, capace di lasciare sui blocchi praticamente tutti gli offensive linemen della NCAA incontrati, abilissimo nel pass rush, nel mettere pressione al QB e nel placcarlo (20 sack solo nel 2005). Gran lavoratore sfrutta le lunghe braccia a dovere ed è abilissimo nel trovare il pallone nascosto dagli avversari riuscendo a provocare parecchi fumble. Non so se la stazza sia davvero adatta alla NFL nel ruolo di end difensivo, ma siamo certamente di fronte a un'ottima scelta che Denver non può non inserire tra i propri piani.
Detroit Lions.
Draft mediocre per i Lions, Detroit si muove in maniera illogica ed è in piena confusione anche se, ad onor del vero, le cose da sistemare sono talmente tante in squadra che non è possibile stabilire cosa sia davvero giusto o sbagliato. Inoltre, lo sappiamo, il draft non è una scienza e anche se lo fosse non sarebbe esatta. Se il nome di Ernie Simms come prima assoluta ha destato più di una perplessità , non si può dire il contrario del resto dei picks. Daniel Bullocks, safety, è una discreta acquisizione ma potrebbe dover abbandonare la posizione di SS per passare a FS, dove i Lions sembrano tutto sommato più scoperti. Brian Calhoun è un RB inserito in buone posizioni in molti rankings, ma non è pronto per la NFL. Il junior da Wisconsin non è troppo rapido e fisicamente perde qualcosa rispetto ad altri pari-ruolo. Abile nelle corse in mezzo avrà certamente problemi contro le difese pro ed il suo apporto senza palla nel backfield è stato, al college, praticamente pari a zero. Jonathan Scott potrebbe rappresentare la miglior scelta dei Lions, con questo tackle offensivo, infatti, la linea dovrebbe ritrovarsi con un valore aggiunto piuttosto importante; stessa cosa non si può dire per il back Alton McCann da west Virgina, il quale non pare in grado di essere un upgrade ma solo un giocatore da inserire in una rotazione piuttosto scarna.
Green Bay Packers.
Tante scelte per le cheesehead, e tante chiamate in ogni zona del campo. Buono il draft dei Packers che vanno a cercare nomi nuovi in attacco ed in difesa cercando di porre fine al calvario della stagione 2005 anche se Brett Favre sarà di nuovo al timone dei gialloverdi. La linea offensiva è sempre stata un buon punto di forza per la squadra del Wisconsin, ma è proprio un OT ad essere chiamato al secondo turno del draft: Daryn Colledge da Boise State è però un atleta che non pare davvero in grado di dare maggior spessore al settore. Molto veloce deve tutto alla propria "leggerezza" (298 libbre) che non sembra essere l'ideale per il gioco nella NFL. Dalla sua l'esperienza sul campo e la predisposizione a giocare in un playbook impostato soprattutto sul gioco aereo e che potrebbe quindi essere ideale per un passer come Favre. Il draft di Green Bay va poi a concentrarsi sui ricevitori con le scelte 52, 104 e 115; il primo, al terzo giro, è Greg Jennings (Western Michigan), ricevitore tascabile (5-11) molto rapido e in possesso di ottime mani. Il suo apporto su certe tracce o come terzo WR in pianta stabile potrebbe essere immediato, mentre Cory Rodgers (TCU) e Will Blackmon possono essere utili per la rotazione nello spot e si giocheranno il posto in estate. Prima di completare il servizio tra i receiver, i Packs sono andati a chiamare un nuovo LB (dopo A.J. Hawk, prima assoluta), stavolta centrale, ossia Abdul Hodge da Iowa, certamente uno dei migliori MLB del lotto e chiamata azzeccatissima per un terzo round. Con lui e Hawk, se tutto girasse per il verso giusto, Green Bay potrebbe aver sistemato la secondaria dietro la linea difensiva trovando qualità e, soprattutto, un rinnovo della carta d'identità che permetterebbe di guardare molto avanti negli anni. La difesa riceve anche i rinforzi di Johnny Jolly (DT, Texas A&M, 6° giro) e Dave Tollefson (DE, Northwest Missouri State, 7°) mentre l'attacco punta per il secondo anno di fila su un QB. Quasi a ritirare la loro fiducia su Aaron Rodgers, prima scelta di GB nel 2005, i Packers non solo hanno rinnovato il posto da titolare a Favre, ma si sono buttati anche su Ingle Martin, quarterback chiamato al 5° round e proveniente dal college di Furlan. Pur avendo mostrato discrete qualità al college ed un buon bagaglio tecnico e di repertorio con il braccio, Martin è ben lontano dall'essere il nuovo erede di Favre, ma solo un altro tentativo di cercare un leader da mettere dietro al centro nel futuro prossimo venturo. Marcus Vick poteva essere una scelta migliore, se non altro a livello di merchandising, ma anche lo stesso Rodgers dà l'idea di avere qualcosa in più.
Houston Texans.
Una partenza dedicata ai reparti difensivi e un'aggiustata, dovuta, alla linea offensiva. Il draft di Houston gira per il verso giusto, con la giocata su Mario Williams al primo round che lascia fuori dalla prima assoluta i grandi nomi di Bush, Young e Leinart. DeMeco Ryans, LB da Alabama, è il secondo chiamato dei texani, giocatore perfetto per la difesa viste le abilità di muoversi a tutto campo sfruttando la miglior caratteristica in dote che è, probabilmente, il cambio di passo e di direzione mentre si muove per intercettare il portatore di palla in uscita dalla tasca. Gran lettore è il perfetto "cacciatore" di RB, sia all'interno del backfield avversario che in uscita, dove diventa abilissimo nel capire il gioco e chiuderlo rapidamente. Il dramma 2005 dei Texans si chiamava offensive line, cosicché al terzo spuntano i nomi di due linemen di sicuro valore. Charles Spencer esce al pick 65 e arriva dal college di Pittsburgh dove ha mostrato una versatilità incredibile e dei numeri che gli hanno permesso di essere schierato sia come guardia che come tackle. Jolly della linea quindi che, nella passato della high school, giocò persino DT. La posizione seguente viene poi utilizzata per Eric Winston da Miami (Fla.), tackle puro con grande abilità da pass-protector e con doti fisiche tra le migliori in NCAA rispetto a tutti i pari ruolo. Miglior prospetto dopo Justice e Ferguson è una grande acquisizione per ridare ossigeno alla O-line. Owen Daniels è un TE che arriva per testare le possibilità di dare davvero maggior profondità al gioco aereo sul medio-corto e, forse, rinforzare ulteriormente la linea di protezione alla tasca con l'uomo più esterno. Ancora in attacco le ultime due chiamate ma le chance di vedere all'opera il RB Wali Lundy ed il WR David Anderson non sembrano tante.
Indianapolis Colts.
Trovato in Joseph Addai il giocatore che dovrà , faticosamente, ripercorrere le orme di Edgerrin James, ai Colts serviva anzitutto dare qualche ritocco per dare rotazione ad una difesa che lo scorso anno è andata piuttosto bene ma ha terminato la stagione in calare. Arrivano due uomini per la O-line nei giri bassi (5° e 6°), ma è tutto impostato sulla difesa il grosso del draft di Indy. Un CB e un LB nei giri due e tre, con scelte di difficile lettura delle quali solo gli scouts del team sapranno in quale chiave vada inserito il tutto. Tim Jennings viene chiamato quando i backs di valore sono già usciti e, probabilmente, converrebbe iniziare da un altro ruolo, mentre al terzo giro tocca a Freddie Keiaho, oggetto abbastanza misterioso da San Diego State. Mentre il primo finirà a dare più peso ad uno spot non troppo fenomenale, il secondo servirà quasi certamente per dare fiato al lato debole dei LB schierati in campo, dando per scontato che i titolari dello scorso anno formeranno di nuovo la prima secondaria allineata nel box. Antoine Bethea (FS da Howard) e T.J. Rushing (CB da Stanford) sottolineano come la formazione allenata da Tony Dungy sia in cerca disperata di spessore sulle secondarie, ma per ricevere davvero un grosso contributo da questi ultimi atleti, la speranza è che gli scouts dei Colts siano riusciti a pescare degli sleepers di valore incredibile dopo un gran lavoro di studio.
Jacksonville Jaguars.
Un draft in sordina, all'apparenza, per i Jags che dopo Mercedes Lewis "sprecano" un'altra chiamata in attacco andando a scegliere il RB Maurice Drew da UCLA, junior velocissimo che andrà "costruito" per la NFL vista la stazza non proprio impressionante. Piccolo ma abile nei movimenti se troverà modo di inserirsi e avrà costanza negli allenamenti potrebbe essere un buon secondo violino in tempi relativamente brevi. E' tutta difesa il resto del draft, con una chiamata al 3° giro e uno scivolone per tre scelte nei round più bassi (una al quinto e due al settimo). Clint Ingram al terzo è un interessante LB uscito da Oklahoma, abilissimo soprattutto nel run-block ed è una bella chiamata nell'ultimo giro alto per la franchigia. In basso si pensa alla D-line con l'arrivo di due linemen da valutare durante l'estate dei camp e dei mini-camp (Brent Hawkins e il veloce James Wyche), mentre il cornerback Demetrice Webb da Florida è l'ultima scommessa per il draft 2006.
Kansas City Chiefs. Non ha emozionato il pubblico e i tifosi il draft dei Chiefs i quali, dopo la scelta di Tamba Hali come prima assoluta si sono buttati un po' alla rinfusa andando lontani dal cosiddetto team needs e pescando la safety Bernard Pollard (Purdue) al secondo giro. Giocatore discreto che va a ricoprire un ruolo ottimamente difeso da Sammy Knight nella stagione scorsa e che completa la confusione al terzo giro con la scelta di un QB come Brodie Croyle, atleta dotato di un braccio piuttosto potente ma che non ha la stazza da pro e, soprattutto, pare abbonato agli infortuni. Non si capisce perché questa scelta piuttosto di altri QB che avrebbero potuto dare maggiore sicurezza come backup o, addirittura, qualcuno di maggior talento, magari da chiamare al secondo giro al posto di una safety. Perso un giro, il quarto, Kansas va di nuovo sulle secondarie con un CB, Marcus Maxey (Miami, Fla.), potenzialmente in grado di rivelarsi un'ottima chiamata anche se, come prima stagione, pagherebbe la poca esperienza accumulata in campo durante il college. Maxey è stato titolare un solo anno e servirà molto lavoro per inserirlo al top. Tre' Stalling al sesto sembra essere niente di più di quello che un round così basso può concedere; la guardia da Mississippi anticipa le chiamate di due giocatori come Jeff Webb (WR che avrei pronosticato fuori molto prima del 6° e potrebbe risultare un buon terzo spot) e Jarrad Page, altra safety stavolta da UCLA che non mi pare aggiunga molto alla depth chart dei Broncos.
Miami Dolphins.
La mossa migliore, gli uomini di coach Saban, potrebbero averla già conclusa in marzo con l'acquisizione di Daunte Culpepper, ma devo ammettere che il draft di Miami mi è sembrato discreto anche perché si è cercato con costanza di tappare i buchi più grossi che la squadra ha messo in evidenza nel 2005, e di trovare qualche buon talento "nascosto" per dare al nuovo QB qualche target di spessore. Solo la prima chiamata mi lascia un po' perplesso, quel Jason Allen come top pick è un giocatore abbastanza completo e versatile, certo, ma non so quanto potesse valere un primo giro mettendo poi i Dolphins nella condizione di rinforzare le linee con seconde scelte che andranno valutate molto attentamente, soprattutto considerato il fatto che i Dolphins si sono ritrovati con tre chiamate all'ultimo round perdendo il secondo ed il quinto. Al terzo è così arrivato un WR, scelta quasi obbligata visto l'arrivo di un QB dal braccio più che valido come Culpepper, e Derek Hagan è potenzialmente un'ottima chiamata, in particolare se consideriamo il giro a cui è stato scelto. Giocatore molto fisico e con ottime mani non è velocissimo ma può essere importantissimo nei giochi di Saban. L'OT Joe Toledo da Washington non era invece uno dei prospetti più interessanti e va a ricoprire uno spazio sulla linea dove, tutto sommato, mi sembrava che Miami avesse meno bisogno. I due tackle difensivi arrivano al settimo giro, quando ormai i prospetti si differenziano di poco gli uni dagli altri, almeno sulla carta. Fred Evans (Texas State) e Rodrigue Wright (Texas) non sembrano poter dare gran spinta alla D-line di Miami, anche se a onor del vero per il secondo ci si aspettava da molte parti una chiamata più alta e questo lo rende un prospetto interessante dal punto di vista dei giovani da scoprire. Il WR Devin Aromashodu è l'ultima scelta dei Dolphins e, a sua volta, vale più di un settimo giro anche se, a quanto pare, non sono stati in molti a credere in lui. Con Culpepper a lanciare un altro giocatore che potrebbe crescere bene, soprattutto considerato che ci sarà il bravissimo Saban a lavorarselo.
Minnesota Vikings.
Nella seconda metà della stagione 2005 la difesa dei Vikings, che sulla carta avrebbe dovuto rendere parecchio già dal primo snap, cominciò a ingranare e diede possibilità a Minnie di inseguire il sogno playoff fino alle ultime battute. In due stagioni, inoltre, i Vikes hanno perso sia Randy Moss che Daunte Culpepper, lanciatore e terminale di una delle più temibili combo viste in NFL in tempi recenti. Per chiudere verrebbe da dire che il running game è un oggetto misterioso. Eppure i vichinghi sono tornati subito a ritoccare una difesa potenzialmente ancora piuttosto solida ed hanno, a mio modo di vedere, giocato davvero male le tre carte a disposizione nel secondo round. Un buon LB al primo (Chad Greenway), e poi via con Cedric Griffin da Texas, discreto CB che non penso possa inserirsi da subito nei giochi "tradizionali" da professionista. Ryan Cook, forte centro da New Mexico e Tarvaris Jackson, QB che non mi pare abbia i numeri da pro, almeno in tempi brevi è difficile che raggiunga un certo stato di grazia. Non arrivano nei primi due giri un WR o un TE che servirebbero non poco per ridare profondità ai ruoli, ed il QB chiamato da inserire in depth non era certo il meglio in circolazione. Inoltre, valutando l'ipotesi di inserire un fullback per giocare con un solo TE a differenza della passata stagione, si nota subito come in squadra non vi sia un TE di spessore e come, per ora, nessun FB sia stato arruolato. Nemmeno al draft, dove le ultime due chiamate (quarto e quinto giro) riguardano ancora la difesa con il DE da Purdue Ray Edwards, il quale tutto sommato mi pare un buon giocatore, e la FS Greg Blue da Georgia, un tentativo di pescare il classico sleeper nella posizione di Darren Sharper.
New England Patriots.
Chi sembra non sbagliare quasi mai è la truppa di Bill Belichick. I Patriots detronizzati dopo due anni di dominio assoluto ripartono da un draft ben fatto a cominciare dai primissimi giri dove, dopo la scelta del talentuoso RB Laurence Maroney, arriva quello che probabilmente era il miglior prospetto tra i WR del draft. Trovarsi Chad Jackson libero al pick 36 sarà sembrato quasi uno scherzo ai tre volte campioni del mondo i quali, in ogni caso, non hanno perso tempo ed hanno reclutato il WR da Florida, talento certamente da sgrezzare e far maturare che ha mostrato ottime mani al college ed un perfetta coordinazione nelle corse sui palloni alti. Dave Thomas e Garrett Mills escono in successione nei due round susseguenti alla chiamata di Jakson e sono entrambi attaccanti che dovranno giocarsi il posto in spot poco incisivi nell'offensive game dei Pats. Buon vantaggio per il primo nel ruolo di TE, visto il forte utilizzo in ricezione nel college di Texas dove ha mostrato grandi capacità sulle tracce intermedie e due mani che raramente droppano palloni ricevibili. Per Mills parliamo di un fullback che potrebbe intervenire già da settembre nelle partite di regular season soffiando magari il posto al pur buono Patrick Pass; Mills è in grado di giocare TE oltre che nel ruolo principale ed ha qualche trascorso da halfback. Questo lo rende un giocatore molto promettente con un passato collegiale davvero favoloso. Il FB da Tulsa ha infatti registrato nel suo ultimo anno ben 1235 yards di ricezione durante le proprie rotazioni in campo tra backfield e in chiusura della linea. Un vero uomo in più per l'attacco di Tom Brady, almeno sulla carta. Sempre al quarto giro la chiamata alle armi è per Stephen Gostkowski potente "piede" da Memphis che si tenterà di trasformare nel nuovo Vinatieri, Gramatica permettendo. Due guardie (Ryan O'Callaghan e Dan Stevenson), il DE Jeremy Mincey, Le Kevin Smith e il CB Willie Andrews chiudono l'affollatissimo draft di New England.
New Orleans Saints.
Okay, i Saints hanno preso il Presidente (Reggie) Bush alla prima ed hanno fatto felici tutti i fans della squadra; okay, un QB esperto era già stato preso in offseason e con Drew Brees dovrebbero essere abbastanza a posto in cabina di regia. Il resto del draft però mi lascia un po' sorpreso, soprattutto per i nomi chiamati che non erano proprio il meglio in circolazione nel momento in cui New Orleans è andata on the clock. La safety Roman Harper non è la miglior scelta che si potesse fare nel ruolo, ma in particolare credo che NO avrebbe potuto puntare su altre carte al secondo giro. I bisogni del team erano parecchi e cominciare da una safety non è stato un gran numero, soprattutto quando i nomi forti erano già usciti e considerando che il meglio di quest'anno lo si trovava tra le strong safeties. Il tutto con l'aggiunta di un'assenza dal terzo giro per i santi, i quali sono dovuti scendere al quarto round per chiamare di nuovo pescando Jahri Evans, offensive lineman da Bloomsburg che non sembra poter aggiungere tanto, anche se bisogna sottolineare la possibilità di schierarlo in più zone della linea. Il DE Rob Ninkovich arriva a sua volta senza clamori e non pare essere certo il futuro chiave di una linea difensiva comunque da rivedere. Gli assestamenti nei giri più bassi non sono che le solite puntate azzardate, eccezion fatta per Mike Hass (WR, Oregon State) che può essere una bella sorpresa se reso più veloce. La tecnica è buona, le mani anche, al sesto giro può uscirne un bell'affare.
New York Giants.
Forse il peggior draft 2006 ha sede proprio tra le mura dei Giants. Anche senza valutare la carta d'identità del signor Michael Strahan, è impossibile non notare come le prime due chiamate scivolino su ruoli non esattamente primari per la parte blue di NY. Un DE al primo giro e via subito con Sinorice Moss al secondo, WR certamente veloce e talentuoso che può dare maggior profondità all'attacco guidato da Eli Manning ma che va a "pestare" i piedi a ricevitori veterani ancora in grado di dire la loro e di non far troppo pesare l'assenza di qualche giovane scommessa. Il MLB tanto atteso da affiancare a LaVar Arrington arriva quindi al terzo giro con Gerris Wilkinson, ma vista la pochezza di questo draft nel ruolo forse erano altri gli spot da ricoprire prima per puntare su maggior talento e meno rischi, giocandosi la carta LB magari più in basso. Così se Mathias Kiwanuka toglie la prima scelta e lo stesso Wilkinson la terza, per le secondarie e i tackle difensivi non si può che scendere tra il quarto e settimo giro dove tutto diventa una scommessa piuttosto pesante. Charlie Peprah (S da Alabama)) e Gerrick McPhearson (CB da Maryland) sono classici mid-rounder scivolati abbastanza giù da poter essere ancora disponibili per i Giants, mentre persino sulla O-line, l'intervento su Guy Whimper appare tardivo nei tempi e non dà troppe chance di aver incrociato un classico steal of draft.
New York Jets. Si muove decisamente meglio la sponda biancoverde dell'Hudson River che corre subito ai ripari per quel che riguarda la linea offensiva scegliendo, immediatamente dopo al gigante D'Brickashaw Ferguson, il centro migliore del lotto, ossia Nick Mangold da Ohio State. Esperto e tenace, Mangold non dovrebbe aver problemi ad inserirsi da subito in un sistema che l'anno scorso ha avuto non pochi problemi di snap e di gioco davanti al QB. Kellen Clemens è un quarterback da sgrezzare e da valutare durante l'estate con la speranza di aver pescato un giovane che possa contribuire a risolvere l'ingarbugliata situazione nel ruolo che ormai da tempo affligge i Jets. Il terzo giro riguarda la difesa che con un MLB come Anthony Schlegel di Ohio State e una SS come Eric Smith di Michigan State aggiunge un buon valore al reparto. Soprattutto Schlegel sembra in grado di giocarsi ottime chance per avere un posto in campo già dai primi snap settembrini. Tre spot di movimento offensivi vengono addizionati di altrettanti giocatori tra il quarto e quinto giro, con i picks 103 e 117 riservati rispettivamente al WR Brad Smith e al RB Leon Washington, discreto runner con ottime abilità di movimento e tagli di direzione. Arriva infine un TE, Jason Pociask da Wisconsin, che precede i difensori Drew Coleman (CB) e Titus Adams (DT).
Oakland Raiders.
Cosa manca ai Raiders? O meglio, cosa mancava prima del draft? Tanto, a vedere come sono andate le ultime stagioni, soprattutto in difesa e sulla linea offensiva visto che in attacco ci si è mossi su Aaron Brooks a fine stagione e che i tre top QB se ne erano andati. Reparto corse a posto, a ricevere Randy Moss. In difesa verrebbe da dire "tutto in un draft", visto che dopo l'ottimo Michael Huff arrivano il LB Thomas Howard (veloce esterno da UTEP) e la safety Darnell Bing (interessantissimo prospetto da USC, veloce ed atleticamente eccellente). Poi, come detto, la linea offensiva, "raddrizzata" con gli innesti del terzo, sesto e settimo giro, rispettivamente: Paul McQuistan, un misto tra G e T dotato di discrete referenze, Kevin Boothe altro giocatore in grado di adattarsi bene su tutta la linea (anche se pare predilige la posizione da OT) e buon bloccatore. Infine il centro Chris Morris da Michigan State, giocatore "leggero" e non strepitoso ma esperto e abituato alla pressione dei giochi importanti. Chiude il draft il wide receiver Kevin McMahan, ragazzo veloce uscito dall'università del Maine.
Philadelphia Eagles. Le aquile della Pennsylvania devono dimenticare in fretta una stagione andata malissimo e il divorzio non privo di polemiche dall'(ex)idolo Terrell Owens. La prima scelta per la linea difensiva (Brodrick Bunkley) e la seconda, ottima, per quella offensiva grazie all'arrivo di Winston Justice, possente junior da USC uscito pieno di esperienza da una linea incredibilmente forte come quella dei Trojans. Ancora D-line al terzo giro, stavolta con un end come Chris Gocong, il quale arriva da un programma di division I-AA (Cal Poly, l'università per cui giocò John Madden) e in grado di iniziare la carriera universitaria come LB, proseguirla come NT e terminarla con due stagioni eccellenti da DE. La dedizione al lavoro di Gocong ha inoltre colpito un po' tutti: gran lavoratore, perfetto conoscitore del football fa scorpacciate di filmati di avversari e di partite per studiare ogni dettaglio del gioco. La guardia Max Jean-Gilles chiude l'altalena tra le linee al quarto giro ed è un'ottima scelta per Philly che va a pescare uno dei migliori prospetti nel ruolo. Ma il bel draft degli Eagles va avanti e, per dare di nuovo profondità al reparto receivers, pesca Jason Avant sempre al quarto giro, giocatore da valutare ma tecnicamente molto dotato e in possesso di mani favolose a sentire buona parte degli analisti. Certamente un'ottima pesca per un round così basso. Avant a Michigan è stato un giocatore rispettato anzitutto dai compagni di squadra, un atleta che per carattere e tecnica ha tutto per diventare un first receiver in NFL. L'altro WR chiamato al draft è Jeremy Bloom, per il quale assicura anche Hines Ward, in particolare per una presunta velocità da" record del mondo dei 100 metri. Aldilà delle voci e degli sponsor parliamo di un atleta certamente dotato dal lato fisico-atletico ma che ha spartito parte degli allenamenti dedicati al football con quelli per il free-style, per il quale ha partecipato a Torino 2006. Se non un WR potrà essere comunque un returner piuttosto concreto. Omar Gaither è il LB che verrà "studiato" come compagno da inserire alla destra di Trotter, mentre LaJuan Ramsey è un altro DT da USC che chiude l'ottimo draft di Philadelphia.
Pittsburgh Steelers. I campioni del mondo trovano quello che cercano già al primo giro e, in un certo senso, il loro draft potrebbe anche essere finito qui. Squadra che vince non si cambia, ma perso Randle-El la scelta di Santonio Holmes è una delle migliori chiamate che potevano capitare a Pittsburgh considerando che i WR di valore non erano tantissimi e che l'ex Buckeye può essere sfruttato molto bene soprattutto per tracce non lunghissime, il gioco prediletto da Ben Roethlisberger. Dal terzo round (seconda scelta assoluta) gli Steelers si abbuffano di giocatori di "secondo piano" coi quali cercheranno di rinforzare le zone meno coperte. Al fianco di Polamalu vorrà esserci, ad esempio al posto di Ryan Clark o Tyrone Carter, Anthony Smith, senior uscito da Syracuse con i gradi di leader assoluto delle secondarie. Subito dopo tocca di nuovo ad un receiver, Willie Reid da Florida State è una scelta forse troppo affrettata e, comunque, abbastanza simile a Holmes come caratteristiche generali. Dopo la guardia Willie Colon al quarto, inizia l'opera di costruzione "backup del futuro". Premesso che la scelta di Orien Harris di Miami (Fla.) è una buona chiamata per un giocatore capace di essere tackle in una 4-3 e end nella 3-4 (di Pittsburgh), tre delle ultime quattro chiamate saranno, appunto, i futuri compagni di banco di Ben Roethlisberger, Heat Miller e Willie Parker. Al quinto giro escono Omar Jacobs, atletico ed interessante QB da Bowling Green che difficilmente potrà attendere la pensione di Big Ben e il TE Charles Davis, buona chiamata per inserire una rotazione alle spalle del giovanissimo Miller. Presumibilmente non andrà meglio a Cedric Humes, ultimo pick della serie arruolato dall'università di Virginia Tech ed apparentemente molto lontano dai numeri esibiti da Willie Parker.
San Diego Chargers.
A San Diego non hanno per nulla digerito la stagione perdente e i playoff passati davanti alla tv. Un po' di repulisti nel coaching staff e tanto movimento sul mercato, con l'addio a Drew Brees e la scelta di lanciare il talento puro di Philip Rivers. Nel dubbio, al terzo round, un altro QB da aggiungere alla depth chart: Charlie Whitehurst viene chiamato al cospetto dei Chargers dopo due anni da starter passati a far vedere cose discrete nel più classico del pocket pass a Clemson. La scelta di un QB evita ai Chargers la possibilità di trovarsi scoperti nel ruolo dove la riserva sarà A.J. Feeley, ma Whitehurst non sembra avere i numeri da top player e Rivers è ancora una bellissima promessa rimasta parcheggiata due anni sulla sideline. Prima di lui, al secondo giro, Marcus McNeill primo OT scelto insieme a Jeromey Clark al sesto. Per McNeill (Auburn) si tratta di un'acquisizione piuttosto buona vista la rapidità che accompagna un giocatore così grosso, capace di sfruttare benissimo contro i difensori i propri movimenti rapidi e decisi. Clark è invece un late rounder abbastanza versatile che ha trovato il passaporto per la NFL (o almeno per i camp) poco prima che San Diego mettesse gli occhi sul kicker Kurt Smith, il quale a Virginia si sarebbe messo in evidenza più come specialista dei kick off che per le abilità sui field goal. In mezzo agli OT selezionati era arrivato, oltre al QB Whitehurst, anche un LB interno da Iowa State, ossia Tim Dobbins. Dobbins è un prospetto interessante sul quale lavorare con due anni di esperienza come starter in NCAA, una discreta velocità e buoni numeri in repertorio. Chase Page (DT) e Jimmy Martin (C) sono le chiamate del settimo round dei Chargers.
Seattle Seahawks.
I Seahawks sono arrivati al draft da vicecampione del mondo e con operazioni del front office che ne avevano già rinforzato le linee con acquisizioni (Peterson) e conferme dove vi era rischio di "svalutazione" (Alexander). Il rinforzo sul lato opposto di Trufant sarà Kelly Jennings, cornerback scelto al primo giro, mentre al secondo arriva Darryl Tapp (DE) da Virginia Tech, eccellente leader fuori e dentro il campo e capitano della propria difesa al college. Perso il terzo giro i campioni della NFC si sono buttati al quarto sulla G Rob Simms, junior da Tennessee, ma soprattutto sul fullback David Kirtman da USC al quinto, giocatore che dovrà migliorare sui blocchi nel backfield ma che si muove benissimo sulle tracce in uscita e ha mani piuttosto interessanti. Il settimo e ultimo round porta in casa Seahawks il punter Ryan Plackemeier da Wake Forest, a dimostrazione che l'ossatura di Seattle è più che a posto, infatti, la squadra di coach Holmgren ha scelto uno dei migliori punter del draft, giocatore dotato di gran gamba e che registra tempi di "hang time" davvero ottimi; insieme a lui, ultimo degli ultimi, il receiver Ben Obomanu, Auburn.
San Francisco 49ers.
Una squadra da rivoluzionare ed un attacco da mettere nelle mani di Alex Smith; Vernon Davis è subito una buona scelta e, in attacco, gli vanno a fare compagnia ben tre wide receivers presi con le chiamate 84, 100 e 175. Si tratta di Brandon Williams, reduce da una buona esperienza nella Big Ten dove ha indossato la maglia di Wisconsin. Con i Badgers Williams ha vissuto la sua migliore stagione nell'anno da senior e pur se di piccola taglia ha mostrato ottimi movimenti con la palla tra le mani risultando utile anche come returner in alcune occasioni. Michael Robinson da Penn State sembra invece una scelta piuttosto rischiosa per un quarto round, dove si poteva pescare decisamente meglio, mentre Delanie Walker poteva tranquillamente essere uno dei tanti cavalli su cui scommettere a fine draft anche se, pur essendo piuttosto atletico e veloce, non si è dimostrato un uomo in grado di conquistare molte yards negli anni passati a Central Missouri State. Al primo giro era uscito anche il LB Manny Lawson, che insieme ai DE Parys Haralson e Melvin Oliver rappresenta una parte delle scelte difensive dei Niners. Parte da dividere con Marcus Hudson da NCS e Vickiel Vaughn, defensive backs decisamente di basso profilo per un ranking di ruolo ed infatti chiamati alla sesta e alla settima tornata.
St. Louis Rams. Salta subito all'occhio la chiamata di due TE in due giri per quel che riguarda i Rams, con Joe Klopfenstein da Colorado scelto al secondo e Dominique Byrd ultima scelta del terzo round dove St. Louis ha opzionato tre giocatori. Personalmente preferisco il secondo (uscito da USC) anche se entrambi andranno valutati a modo in chiave NFL; nessuno dei due sembra comunque una scelta nettamente superiore all'altra e l'aver trovato libero Byrd al terzo giro può, in un certo senso, aver "bruciato" la seconda scelta assoluta per la squadra. Le altre due chiamate del terzo round, prima di Byrd, erano state Claude Wroten, un ottimo DT da Louisiana State in grado di giocare anche end al college ed buonissimo run stopper, e Jon Alston, LB considerato undersized ma estremamente atletico e concreto nelle azioni di placcaggio. Colpitore duro e ottimo nei blitz sul quarterback avversario. Al quarto round un altro uomo di linea, un defensive end che esce da Indiana e conosce molto bene il proprio lavoro. Victor Adeyanju, 43 partite consecutive in NCAA ha esperienza e preparazione da vendere e la sua scelta potrebbe essere davvero azzeccatissima per St. Louis. Il WR Marques Hagans non sembra avere numeri fisici e cronometrici da professionista, il suo quinto round vale forse più di quello che è, e i Rams saltano al settimo con altre tre chiamate che sfruttano per Tim McGarigle, LB che può trovare spazio in NFL cominciando dal basso, e le due guardie Mark Setterstrom e Tony Palmer con il primo, uscito da Minnesota, che sulla carta può divenire davvero un bel regalo. Scelto così in basso, Setterstom era considerato da molti analisti un giocatore che tranquillamente sarebbe terminato tra la fine del quarto ed il quinto giro.
Tampa Bay Buccaneers. Sono ben nove i giocatori che si aggiungono alla guardia Davin Joseph per il draft 2006 di Tampa, un draft che è stato sfruttato in maniera perfettamente bilanciata affinché venissero sistemati vari spot della franchigia della Florida. Nonostante il problema potesse essere l'età dei forti CB titolari, sulle secondarie si è cominciato a lavorare soltanto dal 4° giro, puntando di nuovo sulla linea offensiva nel secondo, dove un altro punto scottante è stato sistemato con Jeremy Trueblood, una scelta forse tardiva che poteva essere migliore se si fosse puntato da subito su un tackle. Joseph risulta però essere certamente un pick molto buono come guardia, forse più di quello che non si sarebbe potuto fare allo stesso giro per un OT. Il classico compromesso tra team needs e best availible che con Jospeh ha visto comunque un upgrade sulla O-line. Scelta che cade quindi sull'ex giocatore di Boston College che anticipa un'altra chiamata più che logica come quella del receiver Maurice Stovall, possente WR da Notre Dame utilissimo nei giochi all'interno della redzone per via di una stazza che, pur non rendendolo molto rapido, gli permette di reggere a parecchi colpi e di andare a ricevere palloni piuttosto alti sopra le teste degli avversari. Arriva come annunciato il CB, e anche se questo Alan Zemaitis da Penn State non sembra poter essere il nuovo Ronde Barber è certamente un buon nome per il quarto round e potrebbe veder sfruttate le proprie caratteristiche come ritornatore pur se con poca esperienza nel ruolo. Con lui arriva al settimo il pari-ruolo Justin Phinisee, giocatore poco esperto di operazioni on field uscito dagli Oregon Ducks. Prima ancora erano arrivate però tre chiamate interessanti, come il DE Julian Jenkins da Stanford al quinto, il talentuoso QB Bruce Gradkowski, elemento maturato in un produttivo spread offense a Toledo, ed il TE T.J. Williams da North Carolina, cresciuto in un buon programma e che può essere certamente aiutato a raggiungere i canoni dell'atleta NFL. Due ottime chiamate per un sesto giro, che precedono la ronda conclusiva con tre picks tra i quali, oltre Phinisee, il LB Charles Bennett e un secondo TE, Tim Massaquoi da Michigan.
Tennessee Titans.
Dieci scelte anche qui in Tennessee dove, in barba a ciò che sembrava essere il vero bisogno della squadra, si è deciso di tagliare corto con il passato e affidare le chiavi dell'attacco ai talentuosi Vince Young (prima scelta) e LenDale White, promettente RB da USC che ha dato un buon contributo a questi anni d'oro per i Trojans correndo 2405 yards nelle ultime due stagioni (sophomore e junior) all'ombra di Reggie Bush. Dopo aver sistemato l'attacco con due scommesse importanti come queste, i Titans si buttano sulla difesa e chiamando in quattro picks, su due giri, altrettanti difensori. Si comincia con la safety Calvin Lowry buon elemento da Penn State utile per rinforzare un reparto piuttosto latitante in squadra ed ottimo da utilizzare per raddoppi e in anticipo sul gioco di corsa avversario del quale sembra avere ottime letture. Segue Stephen Tulloch, LB versatile che va a ricoprire un ruolo nel quale i Titans hanno davvero bisogno; gran colpitore, il junior da North Carolina, è un giocatore istintivo ed ottimo nel muoversi contro le corse. Quinto round ed altri due difensori, con un altro LB come Terna Nande da Miami (OH), giocatore che ha mostrato buone doti al college ma è reduce da un brutto infortunio, ed il DT Jesse Mahelona, capace uomo di linea con buone caratteristiche che avrebbe potuto essere più appetibile in questo draft se non fosse stato per i vari infortuni che ne hanno accompagnato la carriera al college. Dal sesto giro in avanti le scelte dai profili più bassi, eccezion fatta forse solo per il primo di questi, il pick 172, ossia il WR Jonathan Orr. Il giocatore uscito dal Wisconsin ha prodotto meno numeri di quanto non ci si possa aspettare dal suo fisico e dalla sua velocità durante l'esperienza universitaria, ma se diventerà più forte nel "corpo a corpo", magari mettendo su qualche chilo, potrebbe risultare un'ottima scelta visto che ha le caratteristiche adatte per attaccare in down field, ma necessita certamente di maggior concretezza in più parti del campo, dove spesso la velocità per separare l'avversario non è l'unica carta richiesta.
Washington Redskins.
Il vero draft gli 'Skins lo hanno svolto tra i veterani della NFL nei giorni antecedenti alle scelte dei rookie, momenti nei quali la squadra capitolina si è arricchita di un paio di giocatori come Brandon Lloyd e Adam Archuleta. Visto lo scarso numero di pick a disposizione anche l'inizio del mese in corso è stato piuttosto movimentato in casa del mitico Joe Gibbs, con ben 23 accordi raggiunti tra il 2 ed il 9 di maggio. Prima di cominciare i camp estivi un roster che si riempie quindi, con molti giocatori da valutare insieme ai sei rookie usciti dal draft. Il top pick è Roger McIntosh detto "Rocky", giocatore di Miami (Fla.) che mischia bene velocità e fisico ed ha la possibilità di essere schierato sia sull'esterno che sull'interno. Senza più pick alti il draft di Washington perde subito in emozioni, regalandosi dal quinto round in avanti cinque giocatori che nei rankings non sembravano stazionare tra le posizioni più alte. In cerca di un tackle difensivo, gli 'Skins si sono buttati su una coppia di giocatori piuttosto simili come Anthony Montgomery (Minnesota) e Kedric Golston (Georgia). Scelte intervallate dalla chiamata di Reed Doughty da Northern Colorado, safety cresciuto in un programma di seconda divisione. Ultime due chiamate al settimo giro con il lineman Kili Lefotu di Arizona e il MLB Kevin Simon da Tennessee, giocatore piuttosto basso ma robusto, abbastanza adattabile nei ruoli della prima secondaria e buon placcatore nei suoi anni di college. Forse una piccola sorpresa con l'ultimo pick" in tutti i sensi visto che parliamo di un atleta di 177 centimetri.