Daunte Culpepper rimarrà a lungo nei cuori dei tifosi Vikings
Il mese di Marzo è vissuto, da ormai due anni, con una certa apprensione nello stato del Minnesota, soprattutto dai tifosi dei Vikings che attendono con trepidazione i movimenti in uscita della squadra durante la off-season.
Nelle ultime due stagioni infatti il terzo mese dell'anno ha segnato un profondo spartiacque con il passato, portando al divorzio tra la squadra e i suoi uomini di punta, nel 2005 a lasciare la Twin city era stato Moss, quest'anno è toccato a Culpepper.
L'ultimo "abbandono" ha però segnato la fine di un'era per i Vikings, quell'era iniziata quando al draft del 1999 venne scelto al primo giro del draft il giovane e "gigantesco" QB di University of Central Florida, Daunte Culpepper. Il colored di Ocala dopo il primo anno da rookie passato a fare l'apprendistato sotto le sapienti cure di Jeff Gorge e Randall Cunningham prese possesso del backfield di Minnesota nel 2000, e lo mantenne ininterrottamente, salvo infortuni, fino alla fine dell'ultima stagione, il 2005.
Nel primo anno del nuovo secolo Culpepper si dimostrò subito dominante, balzando agli occhi di tutti i tifosi e gli addetti ai lavori NFL per il suo gioco e per la grande e spettacolare simbiosi che lo univa ai propri ricevitori: Randy Moss e l'eterno Chris Carter. I tre insieme formarono uno dei più spettacolari ed efficaci attacchi che la NFL dell'ultimo lustro ricordi e solo la mediocrità del resto della squadra impedì ai Vikings di imporsi.
Nel 2000 Culpepper lanciò per 3937 yards e 33 touchdown, 15 per Moss, che ricevette anche 1437 yards, e 9 per Carter, che ne ricevette 1274. Quell'anno fantastico permise al giovane QB di porsi all'attenzione del grande pubblico, tanto da guadagnarsi la nomea di uno dei migliori pitcher della lega, grazie soprattutto al suo potentissimo braccio che le permette di disegnare parabole spettacolari, e conqustare l'ambita copertina del videogioco Madden della stagione successiva.
Il 2001 però fu per Minnesota un anno tutt'altro che indimenticabile, quando infatti sembrava che ci fossero i presupposti per puntare al grande ballo la difesa della squadra cominciò a mostrare debolezze e lo stellare trio d'attacco visto all'opera l'anno precedente sembrò essersi inceppato; complice un infortunio che tenne Culpepper lontano dai campi per 5 partite la squadra non riuscì a centrare l'obiettivo playoff, nonostante la coppia di ricevitori che mise insieme ancora 16 TD e più di 2000 yards su ricezione.
Alla fine della stagione 2001 i Vikings dovettero affrontare il primo distacco doloroso, quello dal ricevitore Chris Carter, che decise di appendere guanti e scarpette al chiodo lasciando il mondo del football professionistico (salvo ritornare con i Miami Dolphins per un breve periodo nel 2002). Con il ritiro di questo eccezionale giocatore l'attacco di Minnesota perse molto del suo potenziale, aprendo una lacuna nella depth chart offensiva che non verrà mai del tutto colmata.
A risentire principalemente dell'addio alla NFL di Carter sarà proprio il trio delle meraviglie, nel frattempo trasformatosi in un duo: Culpepper e Moss. Il QB al quarto anno da UCF giocherà infatti la sua peggiore stagione per rapporto touchdown-intercetti, mettendo a statistica solo 14 TDs pass e ben 23 INTs; soprattutto questa seconda cifra fu figlia della mancanza di Chris, difatti, con il solo Moss ricevitore credibile della squadra e principale terminale offensivo scelto dall'offensive coordinator, Culpepper si trovò il più delle volte a dover forzare per raggiungerlo incorrendo ripetutamente in errori grossolani utili solo a "gasare" le difese avversarie.
La prima stagione "piena" di Mike Tice, ex Tight End dei Vikings che aveva rilevato nel corso del 2001 Dennis Green, non si tramutò nello sperato, e sospirato, rilancio ma si materializzò con un altro record negativo: 6-10. In una stagione così travagliata Moss riuscì comunque a ricevere per 1347 yards e 7 TD concludendo una delle migliori stagioni in maglia purple&gold. Il 2003 iniziò sotto i migliori auspici con Culpepper che sembrava aver riacquistato la sua miglior forma e Randy prontissimo a riprodursi come terminale prediletto dei lanci dei suo QB.
I due ragazzi entusiasmarono i tifosi con le loro giocate in coppia e per Moss si materializzò quella che sarà la sua migliore annata nella NFL, concludendo con ben 1632 yards ricevute e 17 touchdown segnati. Con un ricevitore in forma strepitosa, spalleggiato dal buon WR rookie Nate Burleson, Daunte tornò a realizzare ottimi numeri, riportando finalmente in positivo il rapporto TD-INTs, 25 contro 11,e lanciando per 3479 yards.
La rincorsa incredibile verso i playoffs dei Vikings si fermò però nel deserto dell'Arizona, dove contro i Cardinals la squadra di Tice subì un TD a pochi secondi dalla fine e perse il treno per la "gloria".
Dopo Moss toccò a Culpepper "sfornare" la sua miglior stagione NFL e "gareggiare" con Peyton Manning per il titolo di miglior quarterback della lega lungo tutta l'annata 2004.
Il ragazzo della Florida si rese protagonista di un grandissimo avvio di stagione dove trascinò i Vikings, grazie anche ad un ottimo Moss, ad un inaspeettato record di 7 vittorie e 0 sconfitte nelle prime 7 settimane di regular season. Minnesota grazie al duo delle meraviglie sembrava finalmente essere proiettata verso la terra promessa, verso quei playoffs che a Minneapolis mancavano da troppi anni.
Mentre la stagione sembrava procedere al meglio cascò la prima tegola sui Vikings, con Moss che si infortunò e cominciò un calvario che lo porterà a saltare diverse partite in stagione, a giocare a sprazzi, e comunque mai al top delle sue possibilità . L'ex WR di Marshall fino al momento dell'infortunio aveva comunque giocato alla grandissima, tant'è che a fine delle 16 settimane di stagione regolare riuscì a totalizzare 13 touchdown e 767 yards ricevute in 13 partite giocate, e nemmeno tutte per intero.
Di contraltare Culpepper non saltò nemmeno un minuto della "scorribanda" vichinga concludendo la stagione con dei numeri al limite dell'incredibile : 4717 yards lanciate, 39 TD pass, 11 intercetti e ulteriori 2 TD personali su corsa.
L'infortunio di Moss incise però sulla squadra in modo ben maggiore di quanto Tice e la dirigenza potessero pensare, infatti dopo l'inizio scoppiettante Minnesota cominciò a cedere il passo e si qualificò per i playoffs solo per il rotto della cuffia, concludendo la stagione con un record in perfetta parità , 8-8.
Nell'ultima a Washington successe però il fattaccio che segnò la reale fine della carriera in Minnesota di Randy Moss, il quale abbandonò il campo prima della fine del tempo regolamentare mentre i compagni cercavano di recuperare i Redskins, in vantaggio 21 a 18, e qualificarsi per la post-season. I Vikings riuscirono comunque a qualificarsi ai danni di New Orleans grazie alla vittoria 38 a 31 che avevano ottenuto nel testa a testa del 17 ottobre 2005, però la dirigenza, Tice, e lo stesso Culpepper si legarono al dito il comportamento irrispettoso del fenomenale WR.
La post-season di Minnesota si concluse però dopo solo due partite, una vinta al Lambeau Field contro i Packers ed una persa a Philadelphia contro gli Eagles dell'altro duo delle meraviglie McNabb – Owens. Complice il cambio al vertice della franchigia, con i fratelli Wilf che subentrarono al vecchietto terribile Red McCombs, la dirigenza dei Vikings cominciò seriamente a pensare di mandare via Randy Moss e giocarsi il proprio futuro con Nate Burleson, suo predestinato successore.
Il 18 di Marzo del 2005 tutti i tifosi con le corna sul casco ricevettero il primo, irrimediabile, colpo al cuore, Moss passò agli Oakland Raiders in cambio di una prima scelta al draft dello stesso anno più il promettente linebacker Napoleon Harris. Moss lasciò i Vikings dopo 7 splendide stagioni, corredate da 574 ricezioni per 9.142 yards e 90 touchdown. Convinti di aver fatto un affare Tice e la dirigenza si mettono al lavoro e costruiscono un'ottima squadra da molti indicata come possibile outsider e mattatrice della NFC North.
E veniamo ai giorni nostri, alla regular season 2005. Purtroppo la stagione inizia subito in salita, i nuovi acquisti sembrano non trovare l'amalgama per giocare al meglio delle loro potenzialità , lo stesso Harris si infortunia e sparisce dopo alcune prestazioni incolore, Burleson, il sostituto di Moss, non riesce ad incidere e il 7-0 della stagione precedente si trasforma in un inaspettato quanto incredibile 1-4 di apertura.
A complicare la faccenda ci si mettono pure i fatti extrasportivi, dapprima con Tice incriminato per bagarinaggio prima del Superbowl 2004, poi con la squalifica di Onterrio Smith per tutta la stagione causa abuso di sostanze stupefacenti, ed infine un discutibile "boat party" sul lago Minnetonka proprio nel momento più difficile della stagione.
Tra i protagonisti di questo party a sfondo alcolico e sessuale su tutti sembra esserci proprio Daunte Culpepper, coadiuvato da Moe Williams, Fred Smoot ed un'altra decina di giocatori. A far scalpore, oltre alla notizia di per se, è più il momento in cui arriva, proprio mentre i Vikings sono alle prese con un inizio di stagione tutt'altro che facile, un inizio che di tutto avrebbe bisogno tranne che delle distrazioni extrasportive a cui si prestano diversi atleti.
Culpepper dimostra comunque di saper incassare e dopo diverse battute a vuoto risponde sul campo ai suoi detrattori, guidando la squadra verso la seconda vittoria stagionale sui rivali di sempre di Green Bay, grazie ad un secondo tempo spettacolare che ribalta il risultato e sembra rilanciare definitivamente i Vikings.
Il destino però si sa, fa brutti scherzi, e nella settimana successiva mentre Minnesota faticava a tenere a bada i Panthers, un sack ed una brutta torsione del ginocchio toglieva di mezzo Culpepper per tutta la stagione.
I migliaia di tifosi in purple aspettano con ansia il responso della TAC prevista per il giorno successivo, ma nessuno sconto, rottura dei legamenti del ginocchio, stagione finita e squadra nelle mani del backup QB, il cavallo di ritorno Brad Johnson, tornato a Minnesota in estate dopo aver girovagato per mezza lega.
Sotto l'esperta guida di Johnson i Vikings non entusiasmano ma riescono nell'incredibile impresa di invertire la rotta e ribaltare il record mancando per un pelo i playoffs; grazie soprattutto ad una difesa che finalmente gioca all'altezza delle proprie capacità e con Darren Sharper vero trascinatore la stagione si chiude con un 9-7 di tutto rispetto. Mancata la qualificazione ai playoffs, all'indomani dell'ultima di stagione regolare contro Chicago, la dirigenza comunica a Mike Tice di fare le valigie, e qualcosa nei Vikings si rompe, soprattutto nei rapporti con il loro QB titolare, che sembra digerire malissimo questa decisione.
Un altro duro colpo al rapporto difficile tra Culpepper e i Vikings viene dato di li a pochi giorni, quando i Wilf nominano Brad Childress, ex offensive coordinator di Philadelphia, nuovo head coach della squadra.
Ad infiammare ancor di più l'ambiente inizia a circolare la notizia di un rifiuto del quarterback all'invito-imposizione della dirigenza di proseguire la riabilitazione in Minnesota invece che in Florida.
Nelle settimane che seguono cominciano i rumors, le dicerie, le voci, secondo le quali Culpepper non giocherà con la divisa di Minnesota la stagione 2006. Ogni giorno vengono pubblicati articoli, in un susseguirsi di possibili riavvicinamenti e definitivi allontanamenti, di auspicabili conferme e indubbie smentite; il tutto viene vissuto dal popolo di fede Vikings con estrema attenzione, viene ricercato ogni piccolo spiraglio che sembra falsare le notizie, che releghi tutte le parole dette o scritte a semplici pettegolezzi da fantasy football.
Intanto si fanno strada le voci sui possibili "acquirenti" : Miami che vorrebbe riportare in Florida il ragazzo, Oakland del suo ex compagno di squadra Moss, Arizona del suo padre sportivo e mentore Dennis Green, e Baltimora alla perenne ricerca di un valido QB.
Nei giorni di febbraio Culpepper licenzia il suo agente storico e in molti in Minnesota gridano al miracolo perché individuano in lui la vera causa della rottura; gli animi dei tifosi si surriscaldano ulteriormente quando di li a pochi giorni anche Zigy Wilf, il presidente, si pronuncia sull'argomento dichiarandosi disposto a pagare al quarterback il bonus contrattuale in scadenza a metà del mese successivo; in questo clima di apparente distensione anche il ragazzo di Ocala sembra riavvicinarsi alla franchigia, pronunciandosi pronto a spostare il pagamento del bonus contrattuale; a confermare ancora il tutto arriva anche un'intervista di Brad Childress in cui dichiara apertamente che i pitcher della stagione 2006 saranno Culpepper e Johnson, e che entrambe saranno la forza di questa rinnovata squadra.
Mentre i tifosi tirano un sospiro di sollievo sentendosi rassicurati sulla permanenza del loro campione, allo stesso tempo si compiacciono dei nuovi giocatori che nel 2006 vestiranno i colori della squadra di Minneapolis : Chester Taylor, Ben Laber, Steve Hutchinson. Una nuova brutta notizia giunge però a smuovere le tranquille acque dei laghi nel Minnesota, Daunte sbotta in modo incredibile in un intervista: " O mi traddano, o mi rilasciano"".
Tra i tifosi purple è sconforto, i più ormai pensavano di rivedere il loro numero 11 al mini camp di inizio Aprile, magari non in campo, ma comunque pur sempre vestito con i colori dei Vikings. Alla schiera dei disillusi si uniscono però anche i tanti tifosi delusi dal loro idolo, e al campione vengono soprattutto imputate le modalità con cui si ostina a voler lasciare Minnesota, il pessimo tempismo, considerando il fatto che ha vissuto una stagione tutt'altro che entusiasmante, chiudendo in modo pessimo con 6 TD, 12 INTs e 1564 yards lanciate in appena 7 partite.
A smontare ancora di più il QB davanti agli occhi della gente vi è il fatto che il suo backup, Brad Johnson, è riuscito quasi nell'impresa di portare la squadra ai playoffs grazie ad un positivissimo record di 7 vittorie e 2 sole sconfitte.
In Minnesota l'opinione pubblica è un po' scettica, anche per la causa in corso sul famoso "boat party" sul lago che vede implicato proprio Culpepper, ma i tifosi non mollano, e sperano che tutto venga appianato senza clamorose conseguenze. Invece è solo questione di giorni, se non di ore, difatti addì 13 Marzo 2006 Daunte Culpepper viene traddato dai Vikings per una discutibilissima terza scelta con i Miami Dolphins. Alla fine il ragazzo ha ottenuto ciò che voleva : tornare nella sua amata Florida per continuare la sua avventura nel football professionistico difendendo gli onori dello stato che le ha dato i natali.
Per Culpepper sarà un po' come giocare nel giardino di casa, infatti la sua Ocala dista davvero poche miglia da Miami, e dal Pro Player Stadium in cui probabilmente tornerà ad essere protagonista.
La sua avventura con i Vikings termina comunque in maniera del tutto dignitosa, in 7 stagioni ha lanciato per 20.162 yards e corso per 2.476, ha segnato 135 TD pass e 29 su corsa, "prodotto" 86 intercetti e 36 fumbles, portando per 2 volte la squadra ai playoffs.
All'indomani del suo addio a Minnesota molti giornali del settore riportavano una frase che è il succo di tutta la storia, quella storia recente dei Vikings che è stata consegnata ai libri di storia della NFL e che rispecchia lo stato d'animo di molti dei suoi tifosi : " La trade di Culpepper segna la fine di un'era per i Vikings, quell'era caratterizzata dai lanci lunghi in profondità di Daunte per le sicure mani di Randy Moss e le loro innumerevoli trasformazioni in touchdown" , un'era che molti tifosi di football ricorderanno con una certa malinconia.