L'infortunio di Tulowitski è un colpo durissimo alle ambizioni dei Rockies
Ci si avvicina alla boa di metà stagione e le questioni in seno alla NL West stanno diventando veramente spinose.
I Dodgers conquistano la vetta, poi la riperdono per poi riagguantarla e venire raggiunti di nuovo dagli irriducibili Padres; nel frattempo, i Giants rientrano furiosamente sulle due di testa ed adesso sono a sola mezza partita dalla coppia regina.
Colorado, dal suo canto, mantiene un record positivo ma non è certamente nel suo momento migliore: in ogni caso, i Tracy Boys restano assolutamente in lizza ma dovranno muoversi perchè l'andatura delle rivali è spedita.
Per Arizona invece si è aperta la stagione dei saldi: Conor Jackson è stato il primo ad inaugurare il "rebuilding" ma non sarà certamente l'ultimo.
Buon 2011 ai D'Backs.
Vediamo come si è arrivati a questa situazione.
Los Angeles Dodgers 38-28
Brutto calendario per i Dodgers, anche se ricco di gare casalinghe; si parte con una serie interna da 4 contro i lanciatissimi Braves, molto tirata e conclusa con un salomonico 2-2.
Arrivano poi i Cardinals che vengono sweeppati senza riguardo alcuno, nonostante schierassero i dioscuri Carpenter/Wainwright; purtroppo per i Dodgers, l'impresa viene totalmente annullata dal susseguente sweep ricevuto ad opera degli Angels, autentica nemesi dei loro concittadini.
I Dodgers non demordono però e riescono a sconfiggere Cincinnati a domicilio (2-1).
La rotazione, che da un discreto periodo sta tirando la carretta, vacilla un pò: Kershaw e Kuroda vanno ancora alla grande ma stanno arrivando i primi problemi per Monasterios e soprattutto per Ely.
Con il rientro di Padilla ormai prossimo, i due rischiavano il posto ma è giunto l'infortunio di Billingsley a salvarli dalla demotion; era comunque impensabile che i due babies continuassero a mantenere i numeri da capogiro che stavano esibendo.
L'attacco invece sta beneficiando del rientro in forma di Ethier e di Furcal, a lungo assenti, e dall'ottimo rendimento di un caldissimo Loney.
In ombra invece Kemp e Blake, mentre qualche segno di risveglio lo sta dando persino il buon Manny Ramirez.
Resta alto il numero dei lapsus difensivi, altra croce di stagione per LA, anche se Torre può consolarsi con la coppia del bullpen Broxton/Kuo, veramente micidiale nella gestione dei finali punto a punto che spesso caratterizzano le partite dei Dodgers.
Mai in questa stagione attacco e rotazione hanno sincronizzato i loro migliori momenti di forma e non è detto che possa succedere: la discontinuità di rendimento che caratterizzano i reparti non sembra promettere nulla di buono, anche se le punte di rendimento spesso sono alte.
I Dodgers però sono sempre lì, e converrà non tirarseli dietro fino alla fine se gli altri vorranno provare a strappargli il titolo.
S.Diego Padres 38-28
Quindicina in chiaroscuro per i Padres che impattano (2-2) con Philadelphia e perdono la serie contro i Mets (1-2), ambedue serie casalinghe.
In Interleague, l'ottimo esordio a Seattle (2-1) viene vanificato dalla sconfitta (1-2) subita a Toronto che sancisce la fine della fuga in testa e l'aggancio da parte di Dodgers e Giants.
Ovviamente, salvo rarissime eccezioni, tutte partite a punteggio basso grazie a quella rotazione monstre a cui S.Diego ci ha ottimamente abituato: Latos, Richard e Le Blanc continuano a lanciare splendidamente, non sbagliando una uscita che sia una.
Garland invece qualche piccolo segno di cedimento lo sta offrendo, anche se una sua brutta uscita è stata anche figlia di un 3 day rest, mentre Correia si è disiscritto ufficialmente dal Club dei fenomeni e attualmente rappresenta l'anello debole della catena.
Tuttora fantastico, ed è così dall'inizio della stagione, il bullpen: salvo due day "off" (a rovinare due partenze sontuose di Richard), è sempre stato come tirar giù una saracinesca, vedi il 6-5 a Philadelphia con 7,1 scoreless innings in rilievo a Correia che non aveva finito neppure il secondo inning.
Tutti bravi, ma vogliamo segnalare il 24enne Ryan Webb che con una ERA di 0.77 in 23,1 IP sta facendo mirabilie.
Il tutto, ancora senza Stauffer, ovvero uno dei migliori rilievi del reparto.
A tutti questi bravissimi lanciatori, l'unico che offre un minimo di supporto non può essere che l'immenso Adrian Gonzales; il buon Gonzo fa le pentole ed anche i coperchi, aiutato talvolta dagli Hairston's (Jerry e Scott), talvolta da Eckstein, talvolta da gli altri a rotazione ma assolutamente senza contuinità .
Menzione per il giovane Cunningham, entrato a roster per lo sterile Stairs (DL) ed autore del suo primo Grand Slam ai danni di Toronto.
Briciole d'attacco, troppo poche per spaventare i rivali in chiave pennant ma anche S.Diego, come i Dodgers, sono sempre lì e sono una squadra incredibilmente difficile da battere perchè contro di loro si segna con il contagocce.
Anche per loro, si consiglia di non trascinarseli dietro sino alla fine altrimenti potrebbero anche fare il colpaccio.
S.Francisco Giants 37-28
Gran bel momento per S.Francisco che recupera terreno e sembra aver risolto brillantemente il problema offensivo che attanagliava il team da anni.
I Giants iniziano battendo Pittsburgh (2-1) e dividendosi la posta contro i Reds (2-2) in casa, per poi dominare Oakland (3-0) e Baltimora (2-1) in trasferta.
Reds a parte, non certo delle corazzate ma squadre contro cui si può anche perdere ed è basilare non perdere le occasioni che il calendario offre.
Con gli innesti di Posey e di Burrell ed il rendimento straordinario di Huff, Uribe e Freddy Sanchez, l'attacco sembra aver cambiato marcia e sopporta benissimo il fatto che Molina e Sandoval non stiano ripetendo i numeri della stagione scorsa.
Ottimo (ed inaspettato) anche il lavoro di Torres mentre, a questo punto, il rientro di Renteria potrebbe solo creare un pericoloso sovraffollamento dell'infield anche se, quando ha giocato, il veterano si è sempre fatto valere.
Vedremo a breve come Bochy gestirà la situazione.
Nel frattempo, Lincecum ha smaltito il piccolo momento di flessione che lo aveva afflitto ultimamente ed è tornato a dominare mentre invece Cain non ha mai smesso di farlo ed ha aggiunto il terzo complete game di stagione.
Veramente eccezionale il rendimento del pitcher, attuale leader della miglior rotazione della lega; rotazione che perde il suo quinto, ovvero Wellemeyer che va in DL e viene sostituito da Joe Martinez con risultati analoghi e non brillantissimi ma che non spostano il valore complessivo del reparto.
Considerando che il bullpen resta un fortino quasi inespugnabile, pur con un calo di prestazioni di Affeldt e di Mota, al momento S.Francisco sembra la squadra da battere nella division.
Colorado Rockies 34-32
I risultati, non esaltanti, della ultima quindicina non preoccupano Tracy tanto quanto la catastrofica notizia della frattura ad un polso per Troy Tulowitski: il leader offensivo dei Rockies dovrà stare fuori almeno sei settimane ed in questo periodo Colorado definirà il suo futuro.
Se sarà ancora in lotta per la vetta, cosa di cui dubitiamo, potrà sfruttare il ritorno del fortissimo SS per la volata decisiva, altrimenti si dovrà pensare alla prossima stagione.
Nel frattempo, dopo aver perso inopinatamente contro Arizona (1-2) e Houston (1-3), Colorado recupera contro Toronto (3-0) per poi cadere nuovamente (1-2) contro i Twins.
Un cammino non esaltante, costellato di buone prestazioni dei partenti, con Jimenez su tutti ma anche con un Hammell in grande forma; mancano però i punti dell'attacco, un problema che Colorado storicamente non ha mai avuto ma che attualmente è la pecca principale della squadra.
Per questo la perdita di Tulo sarà così deleteria: il solo Carlos Gonzales non potrà certo dare più di quello che sta attualmente facendo mentre occorre che tutti gli altri si diano una svegliata, Hawpe ed Helton su tutti ma anche da tutti i giovani che tanto bene avevano fatto nel 2009 si attendono risposte ed in fretta.
Stiamo parlando soprattutto di Stewart e Barmes (che sostituirà Tulo come shortstop) a cui spetterà il compito di tenere a galla Colorado e di dare un po' di supporto agli ottimi lanciatori (bullpen compreso) che Tracy ha a disposizione.
Arizona D'Backs 26-41
Le vittorie (2-1 entrambe) contro Colorado e St Louis ed il pari contro Atlanta (2-2), anche se seguite da uno sweep subito a Fenwey Park contro Boston, non hanno illuso il Front Office dei D'Backs che ha iniziato la fase di disimpegno dal 2010 e quella di costruzione del 2011.
Così ci si è liberati di Conor Jackson, finito agli A's in cambio del giovane rilievo Demel; strano vedere uno che fino a qualche tempo fa era considerato un pilastro del futuro venire svenduto a metà stagione.
Evidentemente era venuta meno la fiducia in lui e probabilmente sarebbe stato rilasciato a fine stagione.
Si è mirato a rafforzare il disastroso bullpen dove Qualls ha perso il ruolo di closer a favore di [bHeilman che effettivamente rappresenta il male minore, ovvero il rilievo che ha mostrato numeri quanto meno decenti.
Si attendono adesso nuove mosse perchè forse solo Upton e Kennedy sono immuni dalla possibilità di cessione, dove invece Kelly Johnson sarà il più probabile bersaglio vista la sua ottima stagione ed il suo abbordabile contratto in scadenza.
Persino Haren, quest'anno non certo al top delle sue performance, potrebbe cambiare aria così come La Roche, con situazione contrattuale simile a quella di Johnson.
Un po' presto per queste manovre ?
Con 4 squadre nella division sopra .500 le speranze di rimonta erano praticamente nulle e bene ha fatto Byrnes ad iniziare il mercato anche se forse si poteva ottenere qualcosa di più: se continua così, molti GM verranno a bussare alla sua porta per chiedere rinforzi, starà a lui porre le giuste basi per non ripetere stagioni come questa.