LeCharles Bentley sfoggia la sua nuova maglia.
L'apertura del mercato dei free agents nella Nfl ha fatto tirare un grande sospiro di sollievo a tutti quanti, ai tifosi che possono escludere il rischio di un futuro lockout ma soprattutto ai giocatori che hanno appena cambiato maglia, che hanno ricevuto dei golosi contratti resi possibili dal rinnovo dell'accordo tra lega e associazione giocatori, nonché dalla nuova cifra da non superare per il salary cap, che ha salvato alcune squadre al limite del disastro economico, rendendo inoltre più abbondanti le risorse di chi questo spazio per operare sul mercato se l'era già creato.
In questo scenario senza precedenti, dato l'alto numero di movimenti che ha coinvolto un altrettanto alto numero di squadre, i Cleveland Browns di Romeo Crennel e Phil Savage sono usciti parziali vincitori, grazie ad una massiccia acquisizione di volti nuovi in reparti chiave, che ha anche consentito l'approdo in città di veterani consumati di partite di playoffs.
Aggressivi come non mai, i Browns hanno focalizzato i loro acquisti nei reparti considerati più deboli, ovvero dando una decisa sterzata alla linea offensiva con l'aggiunta di due nuovi titolari, acquisendo un wide receiver esperto in grado di insegnare ai giovani ed infine lavorando su uno dei maggiori problemi della difesa, ovvero l'ancoraggio della linea e l'assenza di pass rush consistente.
L'obbiettivo dei movimenti di Savage era senz'altro di posizionare gente esperta mista a giocatori giovani ma già parzialmente affermati nei ruoli che sono stati critici per gli insuccessi avuti in questi ultimi 7 anni, ovvero da quando la franchigia è stata riesumata ripartendo dal nulla.
Parziale causa di questi insuccessi è individuabile nella debolezza della linea offensiva: l'acquisto di LeCharles Bentley, al quale è stato dato un contratto di 6 anni, ha dato a Cleveland il miglior uomo di ruolo disponibile sulla piazza spazzando via la concorrenza di molti altri teams (Eagles su tutti), che salvo infortuni gravi sarà il centro (ma può anche giocare anche guardia a destra) del futuro, l'elemento chiave che dovrà dettare ritmi e bloccaggi dell'intero reparto offensivo almeno per i prossimi 7-8 anni.
A 26 anni Bentley ha già giocato due Pro Bowls in quattro stagioni; avendo giocato ad Ohio State ed essendo andato alla High School di St. Ignatus gli ha fatto molto piacere poter tornare a giocare in questo stato da professionista. Il suo inserimento decretala fine dell'era Jeff Faine, centro spesso infortunato che però non ha mai mancato una partita, per il quale ora Savage sta cercando di imbastire una trade.
Rimanendo tra gli offensive linemen abbiamo la seconda importante aggiunta, ovvero quel Kevin Shaffer ex Atlanta Falcons che i Browns hanno individuato come futuro titolare di ambedue le posizioni di offensive tackle, posizione fondamentale per la protezione del quarterback dove i Browns hanno avuto pochissima continuità , avendo alternato 4-5 nomi senza molto successo.
Anch'egli 26enne e dunque futuribile, è stato originariamente scelto al settimo giro del draft del 2002 arrivando da Tulsa ed ha passato diverso tempo a fare da backup; serio professionista e giocatore disciplinato, Shaffer ha poi giocato 39 delle 53 partite disputate da titolare ai Falcons ed è considerato, per la sua durezza mentale, un altro degli elementi che fornirà finalmente un'attitudine vincente e grintosa allo spogliatoio di Cleveland.
Di lui ha detto Savage: Ho molto rispetto per Kevin, è un grande lavoratore che si è fatto un mazzo così per passare da giocatore scelto al settimo round a free agent ambito, alla sua età ovviamente non ha raggiunto la sua maturità agonistica e questo va a nostro vantaggio. Ha una stazza imponente, un'etica lavorativa straordinaria ed è un professionista con la testa sulle spalle, sempre disposto a migliorarsi.
Con un corpo di ricevitori molto giovane ed inesperto, ci si aspettava dai Browns un tuffo nella ricerca di elementi con anni di servizio alle spalle e Joe Jurevicius è stata una scelta senza dubbio logica, dati i molti fattori che intersecano ala perfezione giocatore e franchigia.
Reduce dal Super Bowl giocato con i Seahawks e da esperienze di rilievo con Giants e Buccaneers, Joe, 31 anni, l'anno scorso si è letteralmente preso Seattle sulle spalle dando garanzia di continuità ad un gioco aereo orfano per molte partite di Darrell Jackson e facendosi trovare per 10 volte puntuale all'appuntamento con la ricezione in meta prendendo anche 55 palloni per 694 yards, tutti massimi di carriera.
Dice Crennell: Sentivamo il forte bisogno di avere un veterano nella posizione di ricevitore perché con l'esperienza che io e Phil ci siamo fatti negli anni, abbiamo visto quanto importante sia per dei giovani talentuosi alle prime armi avere a disposizione un giocatore esperto che di lì c'è già passato, che può dar loro preziosi consigli e che può, dando l'esempio, motivarli a dare il meglio.
Anche Jurevicius ha parecchio a che fare con la città di Cleveland, avendo giocato e vinto due campionati con la Mentor Lake Catholic High School prima di accasarsi a Penn State: durante la conferenza stampa che lo ha introdotto alla sua nuova organizzazione il giocatore ha citato con piacere diversi episodi della gioventù facendo capire che l'occasione di approdare a Cleveland è stata una scelta da prendere al volo che si è ben sposata con la necessità impellente di cui i Browns abbisognavano.
Con tre colpi in altrettanti giorni di free agency, il morale della Cleveland del football era già alto, quindi le acquisizioni dei giorni successivi hanno provocato una piacevole indigestione al Dawg Pound.
Willie McGinest, nonostante l'età , potrebbe essere una di quelle aggiunte in grado di dare una svolta definitiva al reparto difensivo, povero di pass rushers e di esperienza nel giocare la 3-4, schema che Willie conosce invece alla perfezione avendolo giocato per molto tempo ai Patriots proprio sotto le direttive di Crennel.
Veterano, leader in materia di sacks nella postseason, attitudine vincente, McGinest in carriera ha costantemente registrato degli aumenti di rendimento nel mese di dicembre man mano che il clima veniva più freddo, traendo vantaggio dalla condizione psicologica avversa a chi veniva a visitare Foxboro. Questo fattore potrebbe riversarsi positivamente su Cleveland in partite particolarmente importanti per la classifica della Afc North, dove una giocata o due delle sue potrebbero fare la differenza in uno dei classici scontri diretti che il calendario potrebbe prevedere verso la fine del campionato.
A tenere occupata la linea offensiva avversaria ci penserà Ted Washington, à ncora difensiva di 365 libbre e campione Nfl con New England (da cui proviene il legame con Crennel), sarà una presenza importante nel mezzo, dall'alto dei suoi 38 anni: "Molte squadre guardano l'età dei giocatori, ma è solo un numero, se le immagini delle tue partite dimostrano che puoi ancora giocare ad alto livello è giusto che tu abbia un'altra possibilità . Sono uno dei giocatori più anziani della Nfl ma so giocare ancora ai livelli richiesti dalla lega. Oltre a questo, ho giocato in squadre vincenti, mediocri e anche perdenti e per questo posso portare leadership ed esperienza ad un gruppo che ne ha bisogno. Ormai ne ho passate di tutti i colori sui campi di football e comunque ho un carattere preposto a dare l'esempio, dato che quand'ero al quinto anno da professionista i ragazzi più giovani mi trattavano già da veterano. Non sono assolutamente egoista io do tutto: se mi faccio male e non posso giocare, desidero che chi mi sostituisce sappia cosa succederà in campo e ciò che lo aspetta. Per quelli che mi dicono che sono vecchio e grasso, beh, ci vediamo in campo dove vi dimostrerò che non è così."
La decisione di Washington, professionista da 18 anni, è stata facile dato che ad attenderlo c'era il suo ex allenatore di reparto del 2004, anno terminato con il Super Bowl vinto a Houston, ed al quale aveva promesso neanche tanto velatamente che a lui si sarebbe ricongiunto, quando questi sarebbe diventato un capo allenatore nella Nfl.
Come per McGinest, lo schema 3-4 installato l'anno scorso nella difesa dei Browns altro non è che la situazione ideale per far giocare un nose tackle come lui, un vero e proprio mammut che potrebbe ancora attirare su di sé diversi raddoppi, lasciando in questo caso l'outside linebacker libero di fare danni in blitz, dai quali vengono talvolta fuori dei turnovers in grado di cambiare un'intera partita in pochi istanti.
Altri tre movimenti, minori rispetto agli altri, hanno coinvolto Cleveland: Bob Hallen, ex Falcons, è arrivato per dare una mano anch'egli alla linea offensiva, il tight end Darnell Dinkins è arrivato dai Ravens per colmare parzialmente il vuoto lasciato da Aaron Shea, mentre per gli special teams è arrivata, sempre da Baltimore, l'addizione più significativa, quella di Dave Zastudil.
Dopo anni di instabilità nel ruolo, con i fallimenti di Chris Gardocki e Derrick Frost, e l'infortunio che ha terminato la stagione di Kyle Richardson, i Browns avevano bisogno di qualcuno in grado di occupare il ruolo con stabilità e Zastudil sembra essere il giocatore adatto: altro giocatore preso dai Browns e proveniente da Ohio State, questo punter scelto nel 2002 ha dimostrato di essere specialista valido ed accurato, piazzandosi al secondo posto nel 2004 per punts piazzati all'interno delle 20 yards con 31 e distinguendosi per la precisione nel direzionare i calci abbinata ad una gamba davvero potente; essendo il football un gioco di posizioni, il suo contributo sarà da non sottovalutare e potrà aiutare la difesa a recuperare velocemente il possesso sfruttando queste favorevoli posizioni di partenza che Zastudil sa creare.
Non c'è dubbio che questi movimenti abbiano risvegliato l'interesse della città per una delle squadre con maggior tradizione professionistica alle spalle, anche se è scontato che questo lavoro rappresenta solo il 50% dell'opera, la quale dovrà essere completata e supportata dalle vicende che si svilupperanno in campo ed essere contornata dal maggior numero possibile di vittorie per riuscire così a tornare ai playoffs.
Phil Savage questo lo sa: "Non si vincono le partite in marzo, e nemmeno i titoli. Ma ciò che abbiamo fatto ci prepara al meglio per fornire dei miglioramenti a quanto abbiamo fatto finora per poter rendere la squadra migliore, c'è sempre tanto lavoro davanti a noi, ma noi non siamo spaventati di doverlo affrontare per diventare dei vincenti."
Dunque per il campo ci penseremo a settembre, per ora, in prossimità del draft dove i Browns avranno un'ulteriore occasione per aggiungere del giovane talento al loro roster con la differenza che stavolta le matricole potranno imparare delle cose importanti dai veterani, i vincitori del mercato sono loro.
Il primo passo consistente per migliorare le 6 vittorie del 2005 è stato fatto: oltre ai nuovi, torneranno con un anno in più di esperienza il quarterback Charlie Frye ed il wide receiver Braylon Edwards, senza poi contare il sospirato esordio, dopo due anni di infortuni, di Kellen Winslow Jr.
La stagione più significativa dei Browns dal 1999, anno in cui rientrarono nella Nfl dopo essere stati inopinatamente "trasformati" nei Baltimore Ravens, potrebbe essere finalmente alle porte.