NL East Report #5

David Wright sta trascinando i Mets verso la vetta della NL East

La lotta nella NL East continua nella più assoluta incertezza: nessuna squadra, in vetta e in coda, si è ancora staccata in maniera netta, a tutto vantaggio dello spettacolo (almeno dei tifosi imparziali).

Gli Atlanta Braves continuano a guidare la division, senza tuttavia riuscire ad imprimere un’accelerazione tale da guadagnare un margine di sicurezza sulle inseguitrici. La squadra è reduce da una lunga serie di gare esterne e il ritorno al Turner Field può rivelarsi un elemento decisivo per le prossime due settimane del team di Bobby Cox.

Al secondo posto spuntano i New York Mets, la squadra più calda del lotto: un pitching sorprendentemente incisivo sta garantendo prestazioni di alto livello alla squadra della Grande Mela, cui si accompagna un lineup in forma. Il rientro, ancora non programmato, di Carlos Beltran potrebbe dare un’ulteriore spinta alla squadra, rimangono però alcuni dubbi sulle capacità  della rotazione di mantenere gli standard degli ultimi giorni.

I Phillies continuano a patire la scarsa vena produttiva dell’attacco e non bastano, al momento, le ottime prove di Hamels e Halladay per mantenere la squadra della Pennsylvania al vertice. Philadelphia rimane, salvo infortuni, il team più attrezzato per accedere alla post-season, ma il lineup deve iniziare a produrre prima che il ritardo dalla vetta diventi troppo ampio.

Continuano a galleggiare attorno a quota .500 i Florida Marlins; gli uomini di Fredi Gonzalez si dimostrano in grado di battagliare egregiamente contro tutti, ma la continuità  di risultati decisamente non abita al Dolphin Stadium.

Chiudono, come quindici fa, i Nationals, le cui ambizioni di classifica passano in secondo piano di fronte all’esordio, stellare, di Stephen Strasburg. Difficilmente, infatti, si potrebbero avere basi migliori per ricostruire un team di successo, e l’attesa di qualche anno può ben valere il sacrificio, viste le premesse.

Vediamo, ora, nel dettaglio il cammino delle cinque squadre.

Atlanta Braves (37 W / 28 L)

La formazione di Bobby Cox ha un po’ perso, come prevedibile, la continuità  di risultati che aveva portato alla striscia di nove vittorie consecutive, ma si conferma, ancora al vertice nonostante un margine esiguo.

Continua a produrre la rotazione, in cui spiccano le buone prove di Medlen (2-0, 3.98 ERA) e Hanson (1-0, 3.18 ERA): 28 K e 5 BB è il fatturato dei due giovani lanciatori di Atlanta in poco più di 31 innings combinati.

Alle loro spalle troviamo la coppia Hudson (3.00 ERA) – Kawakami (3.63 ERA): bilancio decisamente negativo per i due (0 vittorie e 3 sconfitte) nonostante cifre tutto sommato accettabili, 21 K e 13 BB.

Il peggiore, se così si può dire, è quindi Derek Lowe (1-1, 4.66 ERA): 13 K e 6 walks (di cui 3 intenzionali) sono comunque numeri più che buoni per un teorico n. 4/5 di rotazione, a testimonianza della profondità  del reparto in casa Braves.

Un po’ sottotono, invece, il bullpen che sta pagando l’assenza per infortunio del giapponese Saito: il closet Billy Wagner concretizza tutte le tre occasioni di salvezza, a dispetto dei pochi strikeouts (6 in 5 innings di lavoro).

Positivo il contributo di quello che dovrebbe diventare il suo sostituto, ovvero Kimbrel, che chiude con 2 BB e 8 K i suoi quattro innings sul monte; Venters, nonostante 2 BS, si conferma come una delle sorprese di questo 2010 grazie ai 13 K, con 3 BB in 6.2 IP.

Continua a faticare Moylan (1-1, 8.10 ERA) che regala 6 free-pass in poco più di tre riprese e vede interrompersi la lunga striscia, iniziata nel 2008, di gare lanciate senza subire HR.

Troy Glaus e Martin Prado guidano l’attacco della formazione della Georgia: il primabase (.320 AVG) ha guidato la squadra in doppi, HR, runs e RBI, mentre il suo compagno rimane ai vertici della NL in termini di media battuta, dopo aver chiuso gli ultimi quindici giorni a quota .382.

Molto migliorato il rendimento di Escobar (.326, 11 BB e 9 K), che alla solita ottima difesa, sta iniziando ad aggiungere un contributo offensivo importante, nonostante la mancanza di potenza stia diventando un po’ preoccupante.

Positivo, infine, anche l’apporto fornito da Melky Cabrera (.317 AVG) e Omar Infante (.342), nonostante un utilizzo limitato; prosegue senza particolari acuti, anche la stagione di McCann (.262 e 9 RBI), ben supportato dal compagno di reparto David Ross.

Sta, come prevedibile, calando nelle sue prestazioni Eric Hinske (.257 con 5 doppi), che rimane una minaccia costante contro i RHP; sembra, invece, destinata a concludersi nella mediocrità  la stagione di Clipper Jones, il cui apporto in termini di walks (in calo) non riesce a sopperire al crollo della potenza.

Capitolo a parte per Heyward (.214 AVG) che sta attraversando uno slump prolungato che ha visto un calo in termini di XBH e l’aumento vertiginoso degli strikeouts, ben 20 in 56 AB.

Coming up: TB@ATL, KS@ATL, ATL@CHW e DET@ATL.

New York Mets (36 W / 28 L)

Sicuramente una della squadre più in forma, e non solo della division, ma dell’intera lega; a guidare il team, a sorpresa, è una rotazione diventata improvvisamente affidabile e duratura. In un reparto in cui nessuno chiude con un record negativo, la parte del leone la fa Jonathon Niese (3-0, 1.57 ERA): 23 IP, 15 H, 3 BB e 15 K sono numeri da vero ace.

Leggermente peggiori in termini di prestazioni, ma comunque ottime, le prove offerte da Pelfrey (1-0, 2.40 ERA) e Dickey (2-0, 2.70 ERA): a parità  di hits e walks concesse, la differenza la fanno, a favore del secondo, le eliminazioni al piatto, 12 contro 7.

Il giapponese Takahashi (1-0, 4.38 ERA) pur senza brillare è autore di due buone partenze, e come teorico n° 4/5 di rotazione è più che adeguato; periodo non felicissimo per Johan Santana (1-1, 5.27 ERA) che alle 15 valide e 6 BB può opporre la miseria di due strikeouts, decisamente cifre non all’altezza della sua fama e del suo talento.

Le ottime prove dei partente hanno regalato innings di riposo al bullpen, con solo 4 uomini impegnati per almeno tre riprese: a guidare il gruppo è, come di consueto, Francisco Rodriguez che grazie anche agli otto K nei sei innings lanciati ottiene quattro salvezze in altrettante situazioni.

Buone prove anche per Dessens (1-0, 0.00 ERA) e Feliciano (1-0, 0.00 ERA), con quest’ultimo, in particolare, bravo a non far pesare le 6 valide concesse in 4.2 IP.

Sicuramente meno brillante il rookie Jenrry Mejia che nei tre innings abbondanti di permanenze sul monte, oltre a non eliminare nessun battitore al piatto, concede 4 valide, 2 walks, completando il tutto con 1 HBP e 1 WP.

Parlando del lineup, impossibile non iniziare da un David Wright stellare (.395 AVG), che guida il team in hits (17), doubles (4), fuoricampo (3), runs (9) e RBI (16). Se tutto ciò non fosse abbastanza, si può notare anche il brusco calo dei K subiti, otto in 43 AB.

Diventa difficile, viste le premesse, non sfigurare di fronte a questi numeri, ed, infatti, passano un po’ in secondo piano le pur ottime prestazioni della coppia Reyes-Francoeur: il ritorno in piena forma del veloce leadoff ha trasformato la stagione dei Mets, mentre l’esterno destro dimostra che, se riesce a limitare i K e i first-pitch swing, può garantire una produttività  più che adeguata.

Di un altro livello le prove offerte dagli altri due esterni, Angel Pagan (.267) e Jason Bay (.225): mentre il primo continua ad offrire, almeno, una buona difesa e un eccellente baserunning, per il secondo la mancanza di potenza (4 HR in stagione) sta iniziando a diventare un problema difficilmente trascurabile.

Completano il quadro il positivo Ike Davis (.283, 2 HR e 9 runs), sempre più a suo agio sul cuscino di prima base e il C Ruben Barajas, che sta attraversando un lungo slump offensivo dopo un ottimo periodo di forma, specialmente in termini di fuoricampo.

Alex Cora e Ruben Tejeda si dividono, senza infamia e senza lode, il ruolo di 2B e rappresentano, ad oggi, il vero punto debole della squadra di Jerry Manuel.

Coming up: NYM@CLE, NYM@NYY, DET@NYM e MIN@NYM.

Philadelphia Phillies (32 W / 30 L)

Il periodo peggiore sembra essere alle spalle, ma la ripresa sta continuando lentamente: a guidare il parco lanciatori del team è la solita coppia Hamels-Halladay ma, una volta tanto, non è il pitcher ex-Toronto il migliore dei due.

Cole Hamels (1-1, 1.80 ERA) sembra ritornato il giocatore dominante del 2008, anche e soprattutto in termini di risultati: 8 valide e 4 BB è tutto ciò che ha concesso negli ultimi 15 innings lanciati, tra cui una positiva partenza a Fenway contro i Red Sox.

Roy Halladay (1-2, 3.86 ERA), dal canto suo, è stato meno dominante del solito nonostante i 20 K in 21 innings lanciati: in particolare sono state le valide subite (ben 24) il vero problema, in particolare nell’ultima uscita contro gli Yankees.

Proprio contro i Bronx-Bombers ha sfoderato un’ottima partenza “nonno” Moyer, prova che però non basta per cancellare un periodo opaco chiuso con un’ERA di 6.50 con 3 HR e 19 valide subite in 18 riprese sul monte.

Va paradossalmente peggio agli ultimi due membri della rotazione, Blanton (0-1, 14.00 ERA) e Kendrick (0-0, 6.43 ERA) puniti in maniera pesantissima dalle tantissime hits concesse, ben 32 in 16 innings: di fronte a questi numeri, concedere tre sole walks non è bastato.

Una delle note positive della stagione è il rientro in piena forma (per il momento) di Brad Lidge, pilastro della squadra campione del 2008: 3 saves e, soprattutto, 9 K in 4.2 IP il suo fatturato nel periodo.

Poco altro da segnalare tra i rilievi, se si eccettuano le buone prove di Durbin (0-0, 3.18 ERA) e Contreras (1-0, 2.25 ERA) all’interno di un reparto che comunque, non brilla per stabilità  e profondità .

Continua, come detto, il momento difficile del lineup: per la seconda volta consecutiva nessuno raggiunge la doppia cifra in runs e RBI e anche il positivo rientro di Polanco dall’infortunio non ha innalzato in maniera apprezzabile il rendimento offensivo.

Placido Polanco (.333 AVG) e Ryan Howard (.300 AVG) sono stati, probabilmente i migliori, ma è una forzatura definire tali due giocatori che combinano 19 K e 6 BB, con l’aggiunta di otto XBH e 11 runs batted in.

Discreto il rendimento di Victorino (.244 AVG) che compensa una media battuta tutt’altro che invidiabile con buona potenza (2 doppi, 2 tripli e 2 homerun), buona velocità  (4 stolen bases) e la solita puntuale difesa all’esterno centro.

Mediocre è anche l’aggettivo che meglio descrive la stagione di Ibanez (.263 AVG), autore di due sole extrabase hits e 3 runs: sicuramente non il rendimento adeguato per il suo ruolo e la sua difesa.

Periodo nero anche per Chase Utley (.211, 1 XBH) e Jayson Werth (.206 e 12 K): sono proprio loro due che, più degli altri, stanno facendo mancare il loro prezioso contributo in attacco e le ambizioni dei Phillies non possono prescindere dalle prove dei due slugger.

Chiudono, tristemente, il lineup il catcher Ruiz (.074, 2 hits in 27 AB) e lo shortstop di riserva Wilson Valdez (.182), giocatore decisamente inadeguato per un ruolo così importante: mai come ora sta pesando l’assenza di Jimmy Rollins, il cui ritorno potrebbe ridare nuova linfa a tutto il reparto.

Coming up: PHI@NYY, MIN@PHI, CLE@PHI e PHI@TOR.

Florida Marlins (31 W / 33 L)

Sempre a cavallo di quota .500, la squadra della Florida sta disputando una stagione in sordina con pochi bassi ma pochissimi acuti degni di nota: uno di questi è sicuramente rappresentato da Josh Johnson (2-0, 0.82 ERA), ormai stabilmente tra i migliori interpreti del ruolo in tutta la ML.

Purtroppo per lui, e per i tifosi, il resto della rotazione non ha molto altro da offrire, a cominciare da un Anibal Sanchez (1-2, 4.34 ERA) in lieve flessione dopo le recenti buone uscite: 24 hits, 2 HR e 8 walks è quanto concesso ai battitori avversari.

Simile, in termini di risultati, anche il rendimento di Nate Robertson (0-1, 6.10 ERA) che dalla sua, se non altro, può vantare un rapporto K/BB di 10/2; tutto l’opposto di quanto espresso dal compagno Chris Volstad che, a dispetto di cifre peggiori, porta a casa una W in due partenze.

Chiude, mestamente, la rotazione Ricky Nolasco, partente in due gare ma in campo per soli 7.2 innings chiusi con le seguenti cifre: 17 hits, 3 HR, 4 BB e 4 K. Nessuna sorpresa che la sua ERA sfiori la doppia cifra (9.39 per la cronaca).

La situazione non è migliore tra i rilievi, eccezion fatta per Brian Sanches (0-0, 0.00 ERA); il closet Leo Nunez trasforma due delle tre occasioni di salvezza, e insieme a Clay Hensley (0-2, 9.82 ERA), è l’unico lanciatore a chiudere con più strikeouts che walks.

Degne di nota, in negativo, sono le prestazioni offerte da Tim Wood e Taylor Tankersley, una BS ciascuno, che chiudono con 1 K, 5 BB e 1 WP in poco più di sei innings sul monte.

Uomo copertina, tra gli hitters, è il ROY in carica Chris Coghlan (.429), che guida il team in hits, singles, doubles, triples, runs, walks e strikeouts; quest’ultimo non è un primato di cui andare fieri, ma almeno si è rivisto in campo il giocatore ammirato durante lo scorso campionato.

Decisamente positivo il rendimento di Gaby Sanchez (.357 AVG), unico battitore a chiudere con un saldo attivo tra BB e K e autore, anche, di tre fuoricampo; molto più sotto-tono, ancora, le prestazioni di Ramirez (.238 AVG) miglior hitters della squadra in termini di OPS+ stagionale, ma ancora lontano dagli standard degli scorsi anni.

Situazione analoga per gli altri due infielders, Uggla (.214 AVG) e Cantu (.250): per il primo solita potenza (3 doppi e 2 homerun) e soliti problemi al piatto (12 strikeouts), mentre il 3B sta attraversando un periodo di scarsa vena produttiva, come testimoniato dai soli 4 RBI registrati negli ultimi quindici giorni.

Ronny Paulino sta disputando un campionato assolutamente nella media (100 OPS+) ma nelle ultime due settimane ha mostrato una pazienza al piatto insospettabile, conquistando 4 delle 9 BB stagionali, anche se sta venendo meno il suo apporto in termini di potenza.

Sembra giunta al tramonto l’annata di Maybin (67 OPS+), mentre continua ad andare a corrente alternata Cody Ross (.222), buona potenza ma troppi K; a completare il reparto è stato chiamato il promettente rookie Mike Stanton (.259): 2 XBH, 3 BB e 11 K in 27 AB è il suo biglietto da visita.

Coming up: TEX@FLA, TB@FLA, FLA@BAL e SD@FLA.

Washington Nationals (31 W / 34 L)

Stephen Strasburg: difficile parlare d’altro dopo aver assistito alle sue prime due partenze nelle majors, anche perché i compagni di reparto non hanno propriamente brillato negli ultimi quindici giorni, anzi.

Dopo 12.1 IP le sue cifre, note ormai a tutti, parlano di 22 K, 5 BB e 6 valide: a destar maggior preoccupazione tra gli avversari, però, sono probabilmente i margini di miglioramento del ragazzo, che a ventidue anni sono tutt’altro che prevedibili.

Alle sue spalle difficilmente qualcuno potrebbe uscire dall’ombra, a maggior ragione se si parla dei lanciatori dei Nationals: è andato benino Luis Atilano (0-2, 3.00 ERA) a dispetto di un record negativo, come testimoniano gli 8 K a fronte di 3 BB.

Discreto il rendimento anche di J.D. Martin (0-1 5.40 ERA) che pur vantando un rapporto K/BB a quota 7/1, paga a caro prezzo le 17 valide (compresi 4 fuoricampo) subite in poco più di 13 riprese di lavoro.

Lancia poco (1 partenza, 6.2 IP) ma bene (1 ER e 0 BB) Craig Stammen: lo stesso non si può dire per Livan Hernandez (1-1, 5.79 ERA) e John Lannan (0-1, 10.00 ERA). Quaranta (!) valide, 19 BB e 11 strikeouts in poco meno di 28 innings lanciati, sono numeri che parlano da soli.

Periodo difficile per Matt Capps (0-1, 5.06 ERA) che brucia 2 delle 5 occasioni di salvezza avute a disposizione, a dispetto delle zero basi regalate agli hitters avversari.

Nettamente migliore il percorso di Clippard (1-0, 0.00 ERA), autore fin qui di una stagione eccellente: nelle ultime sette riprese lanciate ha concesso 4 valide, 0 BB, mandando K 9 dei 25 battitori affrontati.

Incoraggianti prove anche per gli altri rilievi, a cominciare da Walzer (0-0, 3.00 ERA), passando per Burnett (0-0 2.45 ERA) e Slaten (0-1, 2.70 ERA) per finire con il rookie Drew Storen, che coglie la sua seconda vittoria dell’anno.

Brilla, come quindici giorni fa, la stella di Adam Dunn (.304 AVG), leader in quasi tutte la statistiche offensive della squadra, a cominciare dai K, ben 19. Per lui, comunque, soprattutto 14 valide, 3 doppi, 5 HR, 9 runs e 8 RBI.

Come al solito il supporting cast risponde al nome di Ryan Zimmerman (.273 AVG) e Josh Willingham (.308 AVG): 4 fuoricampo, 16 runs, 9 RBI e 9 walks sono le cifre principali che i due giocatori possono vantare.

Altro contributo importante è quello garantito, a sorpresa, dall’esterno Roger Bernadina (116 OPS+) che chiude le ultime due settimane, unico tra gli hitters, con più BB che K, aggiungendo al tutto anche 2 HR e 3 basi rubate.

Tutto sommato positivo anche il rendimento dell’interbase Ian Desmond (.282 AVG), pur senza mettere in mostra niente di eclatante; discorso ampliabile anche al compagno Pudge Rodriguez, che nonostante l’allergia alle BB continua a battere con buoni risultati, portando la sua media stagionale a quota .340.

In fondo al lineup, statisticamente parlando, troviamo Guzman (.229 AVG) e Morgan (.196) che, oltre ad andare spesso K (otto volte a testa), fanno una grossa fatica a mettersi in base, come testimoniato dalle 3 BB incassate.

Coming up: WAS@DET, CHW@WAS, KC@WAS e WAS@BAL.

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