Seattle regina della Nfc

Matt Hasselbeck mostra con orgoglio il trofeo destinato alla vincitrice della Nfc.

Fino ai giorni d'oggi, la città  di Seattle ha avuto molto poco dal football Nfl: i Seahawks, squadra perennemente di medio-basso livello con la sola eccezione per l'edizione che vedeva la presenza del grande Steve Largent, hanno navigato più o meno sempre nei bassifondi della vecchia Afc West, prima che la rivoluzione delle divisions li spedisse direttamente nella Conference opposta iniziando un lento ma graduale processo di costruzione di nuove prospettive, più vincenti che in passato, capeggiate dal coach e general manager Mike Holmgren, personaggio a rischio di licenziamento fino all'anno scorso ma non più in pericolo dopo questo straordinario 2005.

Domenica, Seattle è stata davvero orgogliosa dei suoi ragazzi: un Qwest Field rumorosissimo, (24 le penalità  per falsa partenza fischiate agli ospiti in tutto il campionato, un record) pieno zeppo di cartelli inneggianti al 12mo uomo, appunto il pubblico, ha dato parecchia spinta emotiva ai giocatori di Holmgren, che hanno sfornato una gara offensiva degna del miglior attacco Nfl (lo sono stati tutto l'anno) ed una gara difensiva di ancor maggiore spessore, tenendo a freno quel diavolo di Steve Smith in fase di ricezione ed annullando complessivamente un attacco come quello di Carolina che poteva contare su un Jake Delhomme che in postseason aveva registrato dei numeri da fantascienza, con un rating medio poco superiore al 100 in 6 gare disputate.

La partita offerta dai padroni di casa è stata la più fluida vista finora, e l'attacco dei Seahawks è sempre un piacere da osservare in azione. Matt Hasselbeck è davvero maturato, è cresciuto molto da quando commetteva degli errori in momenti decisivi della gara, soprattutto nei playoffs, quando la franchigia era arrivata a filo della vittoria per poi perdere tutto su episodi e vedersi terminare così bruscamente una stagione tutto sommato buona.
Hasselbeck è diventato un quarterback in grado di prendere le decisioni giuste, e domenica si è presentato in campo con il 75% di passaggi completi nelle ultime 6 partite, una percentuale che dimostra tutto il nuovo valore aggiunto del regista.
Contro i Panthers non è cambiato nulla: Matt ha dispensato i suoi passaggi con perizia, centrando le mani dei suoi ricevitori per 20 volte in 28 tentativi con 2 passaggi da TD, ovvero quello iniziale per Jerramy Stevens e quello da 20 yards per il fondamentale Darrell Jackson, che ha chiuso definitivamente la partita con un quarto di anticipo.

La protezione concessa al quarterback è stata come al solito fenomenale. La miglior linea offensiva della lega ha contenuto i blitz di una delle linee difensive più temibili in circolazione, permettendo ad Hasselbeck di indietreggiare, posizionarsi e colpire il ricevitore libero e quando questo non è stato possibile, il regista dei Seahawks se l'è cavata più che discretamente andando a recuperare yards importanti grazie alla migliorata mobilità  in scramble, oppure spostandosi lateralmente quel tanto da evitare il contatto con il difensore e lanciando in corsa con un'ottima precisione, riuscendo a forzare poco o nulla.

Non dimentichiamo però l'Mvp: Shaun Alexander, in formissima dopo la commozione celebrale della settimana passata, è rientrato da miglior giocatore della lega e le sue corse, 34 per 132 yards e 2 mete, hanno solamente confermato la sua onnipotenza offensiva, datagli da quei piedi perennemente in movimento che hanno fatto mancare numerosi placcaggi quest'anno, facendo quasi (attenzione quasi) passare in secondo piano gli importanti blocchi del suo fullback Mack Strong, degno finalmente di un Pro Bowl dopo 13 anni passati a spianare la strada agli altri.
Le sue insistenti corse, oltre che segnare 14 punti sul tabellone, hanno definitivamente annientato la pubblicizzata difesa dei Panthers, incapace di fermarlo al primo contatto e costretta a subire, azione dopo azione, l'inesorabile scendere del cronometro e delle forze necessarie per fa rientrare in campo il proprio attacco.

Le statistiche offensive dei Panthers sono incredibili, specialmente se paragonate a quelle del Divisional Playoff, accumulate contro la difesa dei Bears, la migliore della Nfl.
Delhomme è stato costantemente pressato, indotto all'errore con una facilità  impensabile, costretto a pensare a cosa fare in un lasso di tempo umanamente insufficiente per essere lucido ed il risultato di questo ha portato a 3 intercetti, nonché a 3 posizioni di campo ghiottissime per Seattle, che come il miglior rapace ha speculato sui turnovers trasformandoli in punti a favore che hanno presto distanziato il punteggio, già  di 27-7 a metà  del terzo periodo.
I numeri parlano molto chiaro: un solo terzo down convertito su 9 tentativi, 212 total yards che non dimostrano appieno il dominio della difesa avversaria in quanto acquisite in buona parte a risultato acquisito, 36 yards su corsa (complice anche l'infortunio a Nick Goings) ed uno Steve Smith marcato benissimo autore di sole 5 ricezioni per 33 yards, statistica-chiave che riflette l'esatto andamento della gara.
Le uniche soddisfazioni degli ospiti sono arrivate con episodi isolati: sul 17-0 Steve Smith è scappato in endzone grazie ad un punt return da 59 yards seppur con il dubbio di un blocco illegale alla schiena da parte di Vinnie Ciurciu, special teamer di Carolina, mentre la ricezione da 47 yards di un più che buono Drew Carter ha solo alleviato il dolore per una sconfitta pesante, grazie ad un lancio di Delhomme che è parso più frutto della disperazione che non di un gioco effettivamente studiato.

Anche questa partita ha dimostrato i grandi passi in avanti del reparto difensivo di casa, che gli anni scorsi era solito perdere la concentrazione e farsi rimontare punteggi anche importanti, portando a casa delle figure imbarazzanti.
Domenica sera questo non è successo. Merito di Rocky Bernard, che nel 2005 ha vissuto la stagione più produttiva della carriera e che ha messo le mani su Delhomme per due volte, e merito dei due super rookies, Leroy Hill e Lofa Tatupu, che hanno rivoltato come un guanto il sospetto reparto linebackers del team: il primo ha, con 6 placcaggi, guidato la statistica di squadra, mentre il secondo ha inflitto uno dei tre intercetti a Delhomme trovando l'abilità  per riportare la palla per 21 yards e regalando all'attacco una posizione di partenza squisita.

Le marcature su Smith hanno di fatto deciso l'incontro. Il principale bersaglio di Delhomme, nonché l'unico motore offensivo sicuro dei Panthers, è stato costantemente raddoppiato, triplicato se non quadruplicato grazie alla bravura dei linebackers, abili nel ruotare la marcatura su di lui in modo molto efficace ottenendo il risultato di innervosirlo e di metterlo psicologicamente fuori dalla partita facendo crescere il suo senso di frustrazione, gioco dopo gioco.

Adesso per i Seahawks, che con l'accesso al Super Bowl hanno ottenuto il miglior risultato della storia della franchigia, si prospetta il viaggio a Detroit, per lo scontro con i Pittsburgh Steelers.
Il compito principale di Holmgren, già  esperto in situazioni di questo tipo, sarà  quello di tenere alta la tensione, e di far capire ai suoi giocatori che c'è ancora l'ultimo passo da compiere.

E quale miglior premio per Matt Hasselbeck, che così tanto voleva andare al Grande Ballo dopo le recenti delusioni? E per Alexander, dopo una stagione da record che lo ha visto incoronato quale miglior giocatore di tutti?
Non ci sono più speculazioni sulla division debole, sul calendario facile: i Seahawks hanno giocato meglio di chiunque altro in questo campionato nella Nfc e meritano a pieni voti di intraprendere il viaggio verso la gloria. Adesso c'è solo da fermare un certo Bus"

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