Il simbolo della sventura dei Bengals è diventato l'infortunio di Carson Palmer.
Da domenica scorsa i tifosi dei Cincinnati Bengals avranno un motivo in più per odiare gli arci rivali di sempre, i Pittsburgh Steelers: questo è rappresentato dall'azione che ha inevitabilmente legato il nome di Kimo Von Oelhoffen alla fine anticipata della stagione di Carson Palmer ed ai sogni in chiave playoffs di un'intera città , in attesa dall'anno astrale 1990 di vedere una partita giocata a gennaio dai propri beniamini.
Come già noto, Von Oelhoffen è caduto su Palmer torcendo il ginocchio sinistro del quarterback dopo pochi secondi dall'inizio della partita, mentre prendeva forma il gioco offensivo più entusiasmante della partita disputata da Cincy grazie ad un lancio perfetto destinato alle mani capaci del rookie Chris Henry per un completo di 66 yards, avvenuto poco prima che le telecamere della Cbs zoomassero affrettate verso la linea di scrimmage per inquadrare e capire se Palmer si sarebbe alzato con le proprie gambe oppure no da quel contatto sventurato, catturando involontariamente il disappunto dello stesso Von Oelhoffen per l'accaduto.
Il risultato? Infortunio al legamento crociato anteriore e con Palmer ci si rivede forse tra sei mesi, all'inizio del training camp, più realisticamente tra nove, e partita e post-stagione sostanzialmente terminati ancor prima di cominciare, un vero peccato dopo un campionato così promettente che aveva portato la squadra a vincere la Afc North per la prima volta dal realignement delle division.
Se l'infortunio del prezioso quarterback è sembrato un sinistro presagio per il seguito dell'avventura dei Bengals, un secondo segnale del destino si è abbattuto con altrettanta ferocia sulla franchigia dell'Ohio facendo accasciare al suolo anche Henry, infortunatosi nel big play di qualche minuto prima ed impossibilitato a continuare una partita per l'aggravarsi di un infortunio al ginocchio destro che lo ha costretto a guardare il secondo tempo con l'aiuto di due stampelle.
Da quel momento, la pressione degli Steelers su Jon Kitna e la concretezza sconcertante di un Ben Roethlisberger capace di 3 TD passes, senza dimenticare lo splendido trick play di Rande-El per Cedric Wilson via Big Ben, hanno affossato Cincinnati facendo sfumare tutto il buon lavoro fatto in precedenza da Marvin Lewis ed il suo staff ed il 31-17 con cui la contesa è terminata testimonia quanto Palmer sia il principale motivo del ritorno nelle alte sfere della lega di questa franchigia, nonché dell'impellente necessità di trovare delle nuove soluzioni per aggiustare un reparto difensivo nettamente al di sotto delle potenzialità di una normale squadra che punti almeno ad un Championship.
Proprio per queste motivazioni, per i compagni di Carson, è stato ancora più frustrante partire con una carica data dal fatto di aver vinto 11 volte in stagione e dal fatto di giocare davanti al proprio pubblico e vedere svanire tutto con un semplice scherzo maligno del fato, che ha seduto a terra senza possibilità alternative il loro miglior giocatore, un Pro Bowler sicuro dopo due stagioni sul campo (più una passata ad imparare), l'uomo che ha già cominciato a riscrivere alcuni records di quella franchigia che lo ha scelto con il pick numero uno del draft del 2003.
Per queste ragioni, è giusto dare uno sguardo indietro, e vedere come Cincinnati è riuscita a qualificarsi per i playoffs della Afc con pieno merito, seppur con molti difetti da correggere.
Che qualcosa fosse cambiato, nella Afc North, era già chiaro alla fine del mese di settembre, ovvero quando i tigrotti avevano già registrato tre vittorie consecutive dimostrando di fare davvero sul serio trovandosi addirittura a 6-2 dopo due mesi di campionato avendo perso solamente con Jaguars e, guarda caso, Steelers.
L'inizio di stagione aveva confermato pregi e difetti di questa squadra ma con la novità di un attacco aereo altamente esplosivo composto dal trio Palmer-Johnson-Houshmanzadeh con il buon Chad a confermarsi irrefrenabile sia per il talento che per la lingua tagliente che per l'invenzione di un nuovo festeggiamento per ogni meta personale ed arricchito dalla felice presenza della matricola Chris Henry, ottima opzione aggiuntiva nel ruolo di slot receiver dotato di una combinazione molto interessante di altezza e velocità che gli ha permesso di chiudere l'anno con 13.6 yards a ricezione e 6 mete, ovviamente senza dimenticare l'importanza capitale rivestita da Rudi Johnson e le sue corse, che sono significate per l'attacco 12 passeggiate nelle endzones altrui.
La difesa invece, in difficoltà con yards concesse e punti subiti, aveva comunque trovato il modo di limitare i danni registrando un numero di turnovers impressionante nelle prime uscite infliggendo 5 intercetti ciascuno a Daunte Culpepper ed a Kyle Orton in due uscite consecutive, numeri che avevano esaltato le qualità dei vari O'Neal, James e Ratliff nel pizzicare i palloni altrui ma che avevano contemporaneamente messo in secondo piano ai più il fatto che la difesa concedesse comunque più di 300 yards a partita agli avversari e che la media dei punti subiti si fosse alzata in maniera preoccupante dai 9.3 di settembre ai 19.4 del mese di ottobre.
La natura di queste prestazioni aveva sollevato dei dubbi sull'effettiva capacità dei Bengals di giocare ad alto livello contro squadre dal record in positivo ed aveva alimentato dei paralleli con le passate edizioni degli Indianapolis Colts e dei Minnesota Vikings, paralleli allo stesso tempo lusinghieri e non, data l'estrema forza e potenza degli attacchi presi in esame (basti pensare a Cunnigham-Moss-Robert Smith o a Manning-Harrison-James) e la perenne deficienza difensiva delle medesime squadre, punto dolente e decisivo per sbarrare ogni anno la strada verso un Super Bowl giocato in questi ultimi tempi solo da squadre dotate di difese di altissimo livello.
Nel proseguio della stagione, se vogliamo, anche la benevolenza del calendario ha fatto la sua parte mettendo di fronte a Cincy, in novembre, per due volte (con altrettati successi) i disastrati Baltimore Ravens, ma i Bengals hanno dimostrato tutto il loro valore con il 3-1 con il quale hanno chiuso dicembre raggiungendo la prima qualificazione ai playoffs dal 1990 e vincendo con due gare d'anticipo la Afc North con una serie di prestazioni che è gusto sottolineare.
La partita-chiave della stagione è stata senza dubbio la seconda disputata contro gli Steelers all'Heinz Field: la vittoria per 38-31 è arrivata grazie a 3 passaggi vincenti di Palmer, a 4 turnovers forzati dalla difesa e come ciliegina sulla torta con 2 mete su corsa di Rudi Johnson nel terzo e nel quarto periodo per dare il colpo di grazia a Pittsburgh mettendo gli avversari addirittura in pericolo per i playoffs.
Quindi, la settimana successiva, è arrivato un altro successo importante, strappato ai Cleveland Browns rivali divisionali con un calcio di Shayne Graham (affermatosi come uno dei migliori kickers in circolazione) all'ultimo secondo dopo che ancora Rudi Johnson si era eretto a protagonista con 169 yards in una giornata non particolarmente felice per il gioco aereo a causa di un vento piuttosto forte.
Infine, nella trasferta del 18 dicembre a Detroit, Cincinnati ha segnato 41 punti decretando una vittoria larga e dominante coincisa proprio con la matematica vittoria della division, aggiungendo alla storia anche il trentesimo TD pass stagionale di Palmer che ha battuto così il record di franchigia di 29 detenuto in precedenza da Ken Anderson.
Le statistiche individuali di fine regular season appartenevano sicuramente ad una squadra da postseason: Carson Palmer ha accumulato 32 passaggi da TD con 3836 yards ed un rating di 101.1, il trio Johnson/Houshmandzadeh/Henry ha chiuso con 22 ricezioni vincenti, Rudi Johnson ha corso per 1458 yards con 12 TD e la difesa ha contribuito con i 105 tackles, miglior prestazione di squadra, del rookie Odell Thurman (con 5 intercetti inoltre a segno), con i 4,5 sacks di David Pollack, l'altra matricola, secondi solo ai 6 di Justin Smith, per non parlare dei 10 intercetti preda di Deltha O'Neal.
Ora come ora, con la stagione bruscamente ed inaspettatamente già finita, l'organizzazione del team dell'Ohio si deve tenere pronta a preparare già il prossimo campionato ed il punto di ripartenza sarà sicuramente la valutazione dei tempi di recupero dall'infortunio della star indiscussa della franchigia.
Il dottor Lonnie Paulos, che ha operato Palmer questa settimana dicendo che infortuni come il suo possono potenzialmente terminare una carriera, ha rilasciato una dichiarazione che ha spiegato meglio il senso della frase:
Credo che ciò che hanno riportato i media riguardo alle mie dichiarazioni sull'infortunio di Carson Palmer sono state interpretate nella maniera sbagliata. Quando ho detto che l'infortunio era devastante e potenzialmente letale per la carriera, volevo solamente riferirmi a questo tipo di infortunio in generale e non nel suo caso particolare, volevo solamente dire che non è facile, complessivamente, riprendersi da un problema del genere visto il danno subìto al legamento crociato anteriore, nonchè al legamento medio collaterale.
La mia prognosi è e rimane ottimistica, con un programma riabilitativo fatto nel modo adeguato il giocatore ha probabilità eccellenti di essere in perfetta forma per la partenza della prossima stagione.
Chiarito questo aspetto non da poco, altri problemi da risolvere restano in capo alla franchigia, che tra le altre cose attende di sapere da Jon Kitna (free agent tra non molto) se intende restare o meno.
Kitna, che ha giocato due anni fa l'ultima stagione da titolare, è apparentemente indeciso se testare le acque del mercato per trovare un posto da starter oppure se continuare a lavorare come backup di Palmer essendosi trovato molto bene con lo staff dei Bengals.
Marvin Lewis ha inoltre dichiarato che il team intende prendere in considerazione nuovi candidati al ruolo di tight end dato che sia Schobel che Stewart saranno free agents senza restrizioni e Kelly sta entrando nell'ultimo anno di contratto e non è considerato tra i migliori in fase di ricezione.
Infine Kelley Washington, wide receiver di secondaria importanza, sarà libero ma con restrizioni, per cui Cincinnati potrà pareggiare le offerte che arriveranno per lui od in caso contrario usufruire della scelta di compensazione al prossimo draft.
Lewis, impegnato in questi giorni a smentire continuamente la presunta scazzottata nell'intervallo dela wild card con Chad Johnson, è comunque convinto che la sua squadra cercherà tra le proprie mura le risposte ai difetti di tutti e tre i reparti ed ha dichiarato che non ha intenzione di fare uso massiccio della free agency per risolverli, fidandosi di più della crescita e dello sviluppo dei giocatori selezionati negli ultimi tre anni come peraltro dimostrato dai costanti progressi fatti sul campo dai principali giocatori della squadra.
Se lui e lo staff continueranno a lavorare bene ed aggiusteranno i principali problemi che affliggono la difesa e con Palmer in salute, il 2006/2007 si preannuncia molto interessante per questa squadra, che andrà in cerca della rivincita contro quel destino malvagio che ha interrotto con una malaugurata azione un sogno ed una stagione che hanno avuto veramente del magico dalle parti del Paul Brown Stadium, che punta a confermarsi l'anno venturo come la giungla colma di tifo e passione che da tanto, troppo tempo non si vedevano in città .