Palmer ko, Steelers avanti

Senza Palmer, strada spianata per gli Steelers

Perdere Carson Palmer dopo 40 secondi di playoff in attacco è un po' come giocare a scacchi contro Kasparov e farsi soffiare la regina in 3 mosse. I dubbi sul "come sarebbe andata se"" resteranno e, sicuramente, andranno ad arricchire la storia della rivalità  tra Cincinnati e Pittsburgh. Il football, però, è anche questo. E in questa crudeltà  ha anche uno dei tratti principali della sua bellezza.

Così i dubbi non possono in nessun modo ridimensionare il verdetto del campo, che ha detto 31-17 per gli Steelers dopo 60 minuti in cui la squadra di Bill Cowher ha giocato da autentico diesel. A Pittsburgh è andato quasi tutto per il verso giusto. Il perno dell'attacco avversario uscito subito con i legamenti del ginocchio sinistro saltati, la rimonta dal 10-0 filata liscia senza intoppi ed un field goal automatico dei Bengals gettato al vento per uno snap marcio ed un holder distratto.

I meriti, insomma, si sono intrecciati nel migliore dei modi alle fortune. Fortuna e bravura l'aver vinto una partita di wild-card nonostante una carburazione lenta ed un inizio stentato. Fortuna e bravura aver sbancato il Paul Brown Stadium nonostante la serata difficilissima di Willie Parker, limitato dalla difesa dei Bengals a 38 yds su 16 palloni giocati a terra. Le corse, gli Steelers, le hanno sfoderate nell'ultimo quarto d'ora, alternando Jerome Bettis e Verron Haynes (98 yds in due).

Perché a trasformare la rumorosissima Giungla di Cincinnati in un giardino zen silenzioso ci ha pensato Ben Roethlisberger. Con buona pace dei commentatori di Sky e della loro visione algebrica del football, la partita del ragazzone di Findlay è andata oltre il 14 su 19 per 208 yds, 3 touchdown, 0 intercetti ed un rating di 148,6 accumulato, di fatto, in tre quarti di gioco. Roethlisberger si è permesso il lusso di un pallone giocato male solamente a partita chiusa, in uno degli unici due passaggi tentati nel corso dell'ultimo quarto, e tirando le somme ha spaccato in due la partita colpendo 3 volte su 3 il bersaglio in profondità .

Già , il quarterback che "sul profondo non costituisce una minaccia" ha permesso a Cedrick Wilson - scarto dei San Francisco 49ers - di uscire dal campo con un touchdown su un trick play favoloso e la consapevolezza di essere stato il miglior ricevitore della partita. Algebricamente meglio di Chad Johnson. Due i palloni lunghi finiti a Wilson. Uno, invece, sparato verso Randle El, che ha perso il possesso rimbalzando in endzone ma ha rimediato una interferenza decisiva di Kevin Kaesviharn sulla linea delle 5 yds: lì è entrato Jerome Bettis, che si è trascinato in meta un paio di Bengals realizzando il touchdown del sorpasso.

Una rimonta lanciata dai due td pass di Roethlisberger: il primo, sul 10-0 per Cincinnati, con uno screen da 19 yds per Parker; il secondo, in risposta al 17-7 firmato da TJ Houshmandzadeh su passaggio di Jon Kitna, con l'ennesima slant vincente di Hines Ward nel cuore della endzone. Un classico, ormai, per il numero 86 di Pittsburgh. La meta di The Bus, solita corsa prepotente a testa bassa, ha di fatto messo fine ad una partita già  incrinata da un field goal divorato da Cincinnati per uno snap velenoso passato tra le mani dell'holder Kyle Larson. Un segnale chiaro.

I Bengals, dopo l'uscita di scena fulminea di Carson Palmer, colpito dal casco del defensive end Kimo Von Oelhoffen, hanno giocato un quarto sull'onda dell'emotività . Una scossa che ha giovato anche a Kitna, riuscito giocare su livelli eccellenti per un quarto d'ora abbondante. Poi, però, gli Steelers hanno ingranato la marcia giusta, trovando in difesa gli accorgimenti necessari. Così, complice anche l'assenza di Chris Henry - estromesso da un apparente problema muscolare subito dopo aver fatto suo il missile da 66 yds di Palmer - la versione bonsai della Steel Curtain ha preso il sopravvento.

Le secondarie black'n'gold, vero tallone d'Achille anche nella passata stagione, hanno contenuto nel migliore dei modi la tecnica e l'esplosività  dei ricevitori di Cincy, frenati in un paio di occasioni da gravi sbavature arbitrali. La crew bianconera, che ad inizio partita aveva ignorato una netta interferenza a danno di Pittsburgh, ha invece visto bene su un touchdown non convalidato agli Steelers quasi identico a quello non concesso a Tampa Bay, il giorno precedente, su uno splendido pallone profondo di Chris Simms. Luci e ombre, insomma, per confermare la tendenza generale di una stagione che ha messo in luce diverse incertezze da parte degli arbitri e, gettando un occhio alla partita tra New York e Carolina, la necessità  di rivedere i confini del challenge.

I Bengals, tirando le somme, salutano la NFL 2005 con la sensazione di aver interrotto una partita di poker non per mancanza di soldi né per assenza di punti. Ma perché, tutto ad un tratto, sono sparite le carte. Una squadra è fatta da 53 giocatori e i Super Bowl li vincono anche i quarterback di riserva, ma perdere un quarterback, soprattutto se si chiama Carson Palmer, è un colpo durissimo.

Gli Steelers, invece, continuano il loro viaggio. La prossima fermata potrebbe essere l'ultima nella carriera di Bettis. Il Bus e compagni giocheranno il divisional ad Indianapolis: contro i Colts l'impegno è quasi proibitivo e la sensazione è che ci vorrà  qualcosa in più di una semplice giornata di grazia per indicare l'uscita a Peyton Manning & soci.

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