Detroit, stiamo arrivando!

Quest'anno Brady non è il favorito, ma una partita nei Playoff ancora non l'ha persa in carriera…

Eccola, la strada per Detroit. Quando la NFL espone il cartello "Playoffs" si tocca una vetta difficilmente raggiungibile da qualsiasi altro sport, da qualsiasi lega professionistica. Non esistono serie da vincere, non ci sono seconde possibilità , non c'è il sogno di una Gara-7 per rimediare ai propri errori.

Sessanta minuti senza appello. Due squadre, due collettivi, due staff tecnici, due organizzazioni che si contendono quel passo in più verso il sogno che ogni giocatore coltiva dal primo momento in cui ha indossato casco e armatura, dalla prima volta in cui ha visto altri uomini toccarlo con mano, quel sogno. Il Super Bowl. Il football di gennaio, insomma, è un'altra cosa.

E mai nella storia della NFL le squadre arrivate a giocarlo, questo football, si sono presentate agguerrite e competitive come quest'anno. Già , perché le vittorie ottenute in 17 settimane dalle magnifiche 12 sfornate da Afc ed Nfc sono ben 138, un numero mai toccato, mentre da 28 anni non si registrava una percentuale complessiva di vittorie così alta (71,9%, nel 1977 si arrivò a 73,2%). E in fatto di record va ricordato che ben 10 di queste squadre hanno vinto almeno 11 partite nel corso della regular season. Anche qui, senza precedenti.

Ci sono i Jacksonville Jaguars, che affronteranno i campioni in carica di New England a Foxboro con il seed numero 5 ma con un record migliore dei Patriots, vincitori della Afc East: 12-4 contro 10-6. Ci sono, soprattutto, 12 squadre in gran forma, in grado di accumulare 52 successi e appena 20 sconfitte dal weekend del Ringraziamento a quello del Capodanno. Dodici squadre che hanno chiuso la regular season tra le migliori 10 per produzione offensiva o tenuta difensiva.

Ci sono Patriots, Steelers, Colts, Broncos e Seahawks che negli ultimi 5 anni hanno terminato la stagione con almeno il 60% di vittorie. C'è, insomma, un menu senza precedenti. E ci sono, da subito, delle sfide caldissime, ricche di significati.

Ci sono i Washington Redskins che tornano a Tampa per affrontare i Buccaneers. Sarà  la ripetizione di quella sfida elettrizzante che il 13 novembre finì con 71 punti e 729 yds totali messe insieme dai due attacchi, che terminò a 54 secondi dalla fine con la contestatissima conversione da 2 di Mike Alstott per il 36-35 in favore dei Bucs.

Nelle successive 7 partite sia Tampa Bay che Washington vinsero 5 volte, strappando una posto ai playoff. I Buccaneers grazie ad un Chris Simms ordinato e, ovviamente, a Cadillac Williams, che esordirà  nella postseason della NFL con il riconoscimento di rookie offensivo dell'anno. Due ragazzi in posizioni fondamentali opposti a due veterani come Mark Brunell e Clinton Portis.

Nella NFC ci sono anche i New York Giants di Tiki Barber (3 partite da 200 yds quest'anno) contro i Carolina Panthers di Steve Smith, leader della lega per ricezioni (103) a pari merito con Larry Fitzgerald e per ricezioni in touchdown (12) con Marvin Harrison. Sarà , questa, la sfida più interessante di questo Wild Card Weekend per quanto riguarda le difese. I Giants presentano sulla linea a 4 due giganti come Michael Strahan ed Osi Umenyora, mentre i Panthers risponderanno con due 'end' di livello assoluto come Julius Peppers e Mike Rucker.

Due difese tra le migliori in fatto di pressione sul quarterback avversario, visto che in fatto di sack New York (34,5) e Carolina (33,0) hanno chiuso la regular season alle spalle delle sole Indianapolis (41,5) e Miami (35). E poi c'è John Fox, uno dei cinque head coach della NFL di questi giorni passato per la posizione di defensive coordinator dei Giants (gli altri sono Bill Belichick, Bill Parcells, Marty Schottenheimer e Mike Nolan).

Poi la AFC. I Patriots, nonostante mille infortuni, ce l'hanno fatta nuovamente e anche quest'anno sono lì. Nel mirino di Tom Brady, ovvero del miglior quarterback della NFL (e non solo per il primato in fatto di yds macinate in stagione), c'è il quarto anello in cinque anni. Un'impresa che permetterebbe a New England di fare meglio addirittura dei leggendari Steelers degli anni '70, che vinsero 4 Super Bowl ma in 6 stagioni.

Stavolta, però, i campioni in carica partiranno da lontano e, oltretutto, contro i Jacksonville Jaguars, ovvero l'ultima squadra riuscita a battere New England nella postseason. Era il 1998, e la giovane squadra di Tom Coughlin passò al Divisional a spese di Pete Carroll. Ma i Pats, allora guidati da Pete Carroll, attuale coach di USC, da quel momento in poi sono stati infallibili. Tanto che con una vittoria, sabato notte, eguaglierebbero le 10 vittorie consecutive nella postseason fatte registrare da Green Bay tra il 1961 ed il 1967.

E poi c'è la sfida targata AFC North tra i Cincinnati Bengals e i Pittsburgh Steelers, che in questa stagione hanno chiuso il conto degli scontri diretti con un 1-1 caratterizzato da due vittorie in trasferta. La copertina del confronto è sicuramente quella della sfida tra due quarterback di grande avvenire come Carson Palmer e Ben Roethlisberger (i primi nella NFL per la percentuale di td lanciati con un identico 6,3), o anche quella della battaglia tra un attacco spregiudicato come quello di Cinci ed una squadra fisica e 'cattiva' come Pittsburgh.

A ben vedere, visto che si tratta di un playoff, l'equilibrio sarà  rotto dai due running back, che paradossalmente vantano caratteristiche opposte a quelle generali delle loro squadre: potente, logorante e fisico Rudi Johnson, veloce, imprevedibile e sorprendente "Fast" Willie Parker. Due giorni, sabato e domenica, per decidere le quattro squadre che voleranno al Divisional. Lì, ad attendere, ci sono Indianapolis, Denver, Seattle e Chicago. La strada verso Detroit è iniziata, buon viaggio.

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