Ken Griffey Jr. si ritira. Se non fosse stato per lui, i Mariners probabilmente non esisterebbero più!
Ritroviamo la classifica molto più corta ed incerta in questo report. Los Angeles ha rialzato la testa ed è appaiata con Texas, che è sempre davanti. Rimasta immutata la situazione di Oakland, mentre Seattle precipita ancora di più.
Grandi cambiamenti sono in vista per la squadra di Don Wakamatsu, tesi perlopiù a migliorare il futuro, ancora una volta traballante, della società . Vedremo ovviamente come gli Angels si siano ripresi da un inizio campionato da censura, oltre alle prestazioni individuali più notevoli.
Texas Rangers
C'è qualcosa di ormai assodato circa i Rangers di questo 2010, il fattore campo.
Essi sono 22-11 in casa, i migliori nella American, ed il trend è quantomai confermato nel periodo di riferimento. Sconfitte nelle serie con i Cubs, i Royals ed il cappotto in Minnesota, vittorie in casa contro Tampa Bay e Seattle. Il confronto con gli Angels, che funzionano anche lontani dalla California, è impietoso, ed è probabilmente fuori dalle mura di Arlington che i Rangers dovranno guadagnarsi la prima piazza finale.
Si vede anche a livello individuale: avevamo parlato di C.J. Wilson e di quanto le sue prestazioni potessero peggiorare nei tempi a venire. Combinazione, nelle ultime quattro partite iniziate ne ha perse due fuori casa e vinte due in casa.
La situazione dubbia degli infortuni ed affaticamenti di Nelson Cruz e Vladimir Guerrero potrebbe essere un'altra causa di questo passaggio a vuoto in traferta, ma è una scusa debole.
Intanto, Texas perde anche Derek Holland alle prese con una brutta infiammazione della spalla ma guadagna la sorpresa Tommy Hunter, che nella prima uscita stagionale ha proprio distrutto Tampa Bay attirando le attenzioni degli addetti ai lavori. La rotazione, a quanto sembra, è molto più profonda del previsto…
Basterà a tenere lontani gli arrembanti Angels?
Los Angeles Angels
I campioni sono tornati: a mezza partita di distanza dai Rangers, si ripropongono come forza all'interno della division e della lega. Cosa è cambiato? Iniziamo dalla situazione dei partenti, quella più spinosa.
Ervin Santana ha vinto le ultime 5 partite che ha giocato ed è uno dei più in forma in questo momento. Joe Saunders, per distacco il peggiore fin qui, le ultime due concedendo 2 run in 15 inning, sebbene con due squadre offensivamente povere. Joel Pineiro non sarà eccelso ma non ha cadute clamorose, mentre Jered Weaver è in leggero calo ma sempre il migliroe dei suoi. Ma soprattutto, la rotazione degli Angels è la più duratura dell'intera MLB. I rilievi hanno dovuto giocare soli 11.2 inning nelle ultime 5 partite e da Weaver a Pineiro non si trova chi tra i partenti di Scioscia non duri minimo 100 lanci, anche nelle partite peggiori. A lungo andare, questo pagherà , anzi ha iniziato proprio ora.
Pagherà anche quando l'assenza di Kendry Morales si sentirà . Lo slugger si è infortunato festeggiando un Home Run della vittoria, e sarà fuori con una gamba rotta per tutta la stagione, o quantomeno fino a settembre. Le immagini hanno fatto il giro del Mondo, ma per rendere questo il primo capitolo di una favola a lieto fine, gli Angels devono continuare con le W anche quando lo schedule non sarà facile come nelle due settimane passate, ed arrivare ai Playoff sperando che Morales possa aiutarli.
Oakland Athletics
Due giocatori, perfetti in queste due settimane, testimoniano la bontà e profondità del dipartimento lanciatori al servizio di Bob Geren. Sono Trevor Cahill e Vin Mazzaro. Il primo ha vinto ieri notte contro gli Angels la sua quarta partenza consecutiva, lanciando per 8 inning, massimo in carriera, e concedendo un punto ed una sola base per ball. Mazzaro invece, l'unico a non essere partito titolare l'anno scorso, ha avuto numeri da capogiro in MLB l'anno scorso nelle prime partite che ha giocato, e quando quest'anno c'è stato da sostituire Bret Anderson, ancora ai box, si è fatto trovare pronto vincendo entrambe le sue partenze. Sembra più un rilievo di qualità , ma per ora va benissimo così.
Il cappotto rifilato a San Francisco due settimane or sono dà fiducia ad Oakland, che si ritrova a dover intraprendere un road trip pazzesco appunto contro i Giants, i Cubs ed i Cardinals. Se sapranno sopravvivere a quest'onda d'urto, gli Athletics testimonieranno ancora una volta di poter restare al passo delle compagne divisionali, anch'esse impegnata in Interlega, momento che, viste le distanze odierne, diventa clamorosamente importante.
Intanto, nel weekend dovranno fare a meno di Kurt Suzuki per problemi familiari, ed attendere, oltre ad Anderson e Coco Crisp, anche Rajai Davis, da qualche giorno alle prese con un fastidio muscolare alla gamba. La dirigenza californiana sta dando ormai da anni segni di essere pragmatica, ai limit dell'esagerazione. Se tra due settimane ci saranno molte più sconfitte nel ruolino di marcia degli A's, potremmo assistere ad uno smantellamento che in questo momento sembra tutto tranne che opportuno.
Seattle Mariners
Ad 8 partite di distanza dai capolista siedono un po' malinconici i Mariners.
Malinconia non è un termini troppo colorito, quanto veritiero. Malinconia per il ritiro di un grandissimo, e per la necessità di mettere sul mercato un asso che doveva rappresentare la svolta per la squadra del nord ovest.
Ken Griffey Junior dopo ben 21 anni di baseball si è ritirato. Lo fa con un walk off RBI, lasciando un sorriso sui volti degli appassionati della squadra che lo scelse, come primo assoluto, nel 1987. Griffey ha segnato pagine leggendarie dello sport, e sarà sempre ricordato come uno dei migliori outfielder e battirori di sempre. Quinto per numero di Home Run nella storia dell'MLB, lascia a Seattle il ricordo di una franchigia che stava per andarsene dallo stato di Washington ma che, proprio grazie a lui e ad una sua mitica corsa a casa base durante una partita di Playoff con gli Yankees, indusse il governatore ad essere mantenuta a Safeco Field, allora in corso di costruzione.
E così, Griffey è diventato un mito per gli amanti di baseball, e quanto si possa dire d'altro rafforza solo questa osservazione. Mai invischiato nei vari scandali doping, sempre pronto a riprendersi da infortuni ed operazioni al limite della fanta-chirurgia, con i suoi 10 gold glove e le 13 partecipazioni alla partita delle stelle possiamo dire di perdere un grande protagonista.
L'ultimo scampolo di stagione ci aveva portati a 'chiedergli' di ritirarsi. Ora possiamo dire di essere stati profetici, e sottoscriviamo la decisione di un atleta che, ancora una volta, dimostra razionalità e coraggio, anche nel dire "basta".
Chissà invece quando si ritirerà Cliff Lee. Probabilmente tra una decina d'anni se non di più, ma sicuramente non lo farà come una bandiera degli Ms. Metterlo in trading block è abbastanza naturale, visto che il giocatore è di valore assoluto, in rosa si hanno altri due ottimi pitcher e serve un aiuto al piatto non solo per il 2010 ma soprattutto per gli anni a venire.
New York è chiaramente la squadra più interessata (gli Yankees si interessano a tutto e a tutti, specialmente ai campioni), e potrebbe offrire due ottimi prospetti come lo shortstop Eduardo Nunez ed il catcher Jesus Montero. Imballare Lee è la priorità dei Mariners, visto la scadenza del contratto a fine stagione, ed ora sembra il momento di farlo viste le statistiche dell'americano che, per esempio con meno di 9 arrivi in base ogni 9 inning, guidano la lega.
Abbiamo un po' divagato in questo paragrafo, ma sicuramente quando le prestazioni offensive di Seattle ci daranno da parlare lo faremo!