NFC – Week 17 Report

Possono essere i Panthers la sorpresa della NFC?.

Risulta sempre difficile commentare l'ultima giornata di regular season, ovvero il capolinea di una stagione per molte squadre mentre per altre rappresenta il trampolino di lancio. Quando due esponenti della rispettive fazioni si affrontano, come è successo questa settimana, spesso escono fuori partite strane, a volte non rispettanti l'ordine gerarchico che 16 settimane precedenti hanno stabilito.

NFC East

New York Giants 11-5, Washington Redskins 10-6, Dallas Cowboys 9-7, Philadelphia Eagles 6-10

Lasciato il commento della partita dei Redskins contro gli Eagles alle sapienti parole di Alessandro Santini concentriamoci su chi ai playoffs non ci è andato, ovvero i Cowboys di Bill Parcells.

Settimana scorsa accennavamo ai propositi di ritiro del mitico coach che, questa domenica, non ha perso tempo a ribadire come i suoi giocatori fossero scarichi, prima di tutto, mentalmente prima dell'incontro con i Rams.

Partita che comunque, visto il successo di Washington su Philadelphia e di Carolina su Atlanta, aveva ben poco significato per i Cowboys essendo ormai certa la non qualificazione per la post season.

Dallas era andata in vantaggio nel primo quarto grazie ad un passaggio di Bledsoe per Witten ed aveva poi arrotondato il punteggio con un field goal nell'ultimo possesso del primo tempo.

Ma nel secondo tempo il calo di motivazione è stato tale che Dallas non è riuscita ad organizzare un drive vincente nei 7 possessi avuti a disposizione chiusisi con 2 fumbles, 2 intercetti, 2 punts e un calcio sbagliato da Suisham. Neanche l'obiettivo di essere il primo running back dai tempi di Emmith Smith a correre per più di 1000 yards in stagione è servito al RB Jones (35 yards) per stabilire il gioco di corsa dei Cowboys.

E pensare che davanti avevano una delle peggiori formazioni NFL contro le corse. Ma quando non si hanno le motivazioni giuste a supporto di ogni azione anche la più semplice delle cose, come correre contro i Rams nel caso, può apparire come uno scoglio insormontabile.

Chiudiamo con i vincitori della division, i New York Giants. In campo nel sabato NFL contro i Raiders, fuori casa, i giocatori di coach Coughlin hanno dato vita ad una partita bruttina nella quale è emersa una differenza sostanziale fra le due squadre.

Ovvero la capacità  di fare la "giocata", il big play che ti fa vincere la partita. Quell'aspetto che ai Raiders doveva portare Randy Moss e che per mille motivi invece non si è mai concretizzato. Ai Giants invece hanno preso Plaxico Burress quasi ed esclusivamente per questo motivo.

I problemi dei Giants nella posizione di linebacker potevano creare più di un dubbio circa l'approccio difensivo che New York avrebbe tenuto ma l'assenza nelle file avversarie del RB Jordan ha levato ogni dubbio.

Incapaci di correre contro il fronte difensivo di New York i Raiders si sono affidati esclusivamente ai lanci di Collins (48 passaggi contro 17 corse) mentre i Giants hanno usato un attacco molto più equilibrato (24-34).

Nel quale sono emersi i due big play di cui parlavamo poco prima. Il primo per mano, anzi sarebbe più corretto dire gambe, di Tiki Barber che, sfruttando un gran blocco di Burress, toglieva le castagne dal fuoco per i Giants (un 2nd-and-14 sulle proprie 5 yard nel secondo drive della partita) con una corsa da TD di 95 yards (record franchigia).

Il secondo quando Burress, nel secondo quarto, riceveva da Manning un passaggio al centro del campo che trasformava in un touchdown da 78 yard evitando un modesto placcaggio di un Raider e sprintando fino in end zone.

Chiusa la partita permette un secondo di riflessione sulla situazione Giants ed in particolare sul proprio quarterback che, è evidente, sta facendo fatica magari accusando la longevità  di una stagione NFL, lui che nel 2004, era entrato in cabina di regia dopo 9 settimane di regular season e ora potrebbe trovarsi a corto di energie.

Tanto che nelle prime nove partite di questa stagione aveva 9 intercetti a fronte di 15 touchdowns, nelle ultime sette partite i primi sono stati 8 contro i 9 TD passes anche se è migliorata ma percentuali di completi ( dal 51 al 57%).

NFC North

Chicago Bears 11-5, Minnesota Vikings 9-7, Detroit Lions 5-11, Green Bay Packers 4-12

L'ultima settimana di regular season metteva di fronte i Chicago Bears e i Minnesota Vikings. Le attese per una bella partita, intensa, emotivamente coinvolgente erano state riposte con la sconfitta dei Vikings la settimana precedente.

La gara serviva a Chicago per fini meri statistici tra l'altro: ovvero migliorare il record franchigia per punti concessi in una stagione. La lepre erano i Bears versione 1985 che aveva concesso in quell'anno di grazie un totale di 187 punti.

I 34 punti messi sul tabellone da Minnesota hanno ovviamente rovinato la ricerca del record che, se Chicago avesse voluto, avrebbe potuto provare a raggiungere per davvero decidendo di schierare in campo gran parte dei difensori titolari.

Ma Lovie Smith ha deciso che è, a ragione veduta, più importante veder scritto il proprio nome nell'albo d'oro della NFL per una vittoria nel Super Bowl che per un record statistico che magari qualcuno fra 20 anni batterà . E quindi ha lasciato a riposo molti titolari, praticamente tutta la secondaria, il DE Ogunleye ed il WR Muhammad.

Facile quindi capire come Minnesota abbia potuto segnare tanto contro la miglior difesa della stagione 2005. Un efficace Brad Johnson, ben aiutato dalle corse del RB Moore nel primo tempo, ha completato 20 passaggi su 29 nel solo primo tempo portando la sua squadra a segno in 6 dei 9 possessi offensivi (il 10° è stato quello di fine partita).

Per i Bears dunque una sconfitta indolore che ha consentito di non riempire ulteriormente l'infermeria e che ha permesso, tra l'altro, a Thomas Jones di essere il primo running back dai tempi di Walter Payton a correre così tanto (1335 yards a fronte delle 1551 di Payton del 1985).

Spostando l'attenzione finale su Minnesota non si può non menzionare il licenziamento di Tice arrivato al termine di una stagione controversa, prima deludente, poi imbarazzante, successivamente esaltante, infine triste. Quello che il capo allenatore lascia è ovviamente una migliore identità  difensiva dei Vikings, merito anche del lavoro del coordinatore Ted Cottrell, ma che rischia di andare perduta visti i numerosi free agents senza restrizione che si annidano fra i difensori a disposizione della squadra.

Nomi come il CB Brian Willams, la S Chavous ed il DE Johnstone da cui i Vikings non possono prescindere se desiderano riscattare questa annata storta nella stagione 2006.

La partita di per sé non poteva avere un grande appeal vista la deludente stagione di Green Bay e la qualificazione, con vantaggio del fattore campo, di Seattle in cassaforte. Però poteva rappresentare il capolinea di uno dei più grandi quarterback che la storia della NFL ha proposto. E le 69.928 persone che si sono presentate allo stadio lo avevano capito.

La prima stagione perdente di Favre ai Packers però si è conclusa con il sorriso di una vittoria che sa tanto di risarcimento morale nei confronti di un giocatore che non ha mai mollato in stagione neanche quando gli avversari ricevano più palloni (29 recapiti stagionali, record carriera) dei giocatori che vestivano gli stessi colori del quarterback.

L'orgoglio di Favre e dei suoi compagni però ha indirizzato la partita verso i colori dei Packers ed il primo TD pass di Favre nelle ultime cinque partite aveva messo sopra Green Bay di una segnatura.

Ovviamente a fine gara i Packers avevano avuto più giochi offensivi, più minuti di possesso palla, più opportunità  ma, coerentemente con l'andamento della stagione, i giocatori non ne avevano saputo approfittare andando a segno solamente in due dei sei viaggi nella red zone avversaria.

Però Green Bay ha avuto il coraggio e la forza di crederci riuscendo a conquistare quei primi downs mancati per tutta la stagione, tanti (11/21) ottenuti da situazioni da di terzo down ovvero con molta pressione addosso.

Si chiude quindi per i Packers una stagione deludente che li ha visti chiudere con il secondo peggior record di tutta la NFC in coabitazione con i 49ers. Il futuro aspetta delle risposte a cominciare dalle riguardanti l'allenatore. Con Mike Sherman licenziato lunedì mattina si apre un vuoto sulla sideline dei Packers che il general manager Ted Thompson dovrà  riempire tenendo conto anche della posizione di Favre, al momento forse poco incline a tornare dovendo apprendere, nel caso, un nuovo sistema offensivo sotto un nuovo staff.

Anche per i Lions la sfida contro gli Steelers non offriva molte opportunità  se non quello di riscatto per una stagione andata male e al di sotto delle aspettative. Ma doveva anche servire per dare eventuali indicazioni sul futuro del coach Jauron e di Joey Harrington.

Di fronte però avevano una squadra affamata, calda come nessuno forse nella American Conference, guidata dal suo leader in quella che poteva essere l'ultima partita di una carriera che lo ha portato ad essere il quinto running back della storia per numero di yards corse.

Parliamo di Jerome Bettis ovviamente e delle sue tre segnature che hanno letteralmente girato la partita in favore di Pittsburgh. Quindi ball game a The Bus ma anche riconoscimento dei meriti di Detroit che, grazie anche ad una non concentratissima difesa degli Steelers, era rimasta in partita.

Harrington infatti era riuscito a fare quello che in stagione gli era capitato solo contro i Cardinals a novembre: lanciare per 3 TDs. Il tutto senza farsi intercettare dalla difesa a conclusione di una domenica da 102.1 di rating, 3° miglior prestazione personale stagionale.
In compenso in difesa sono emerse le solite lacune dei Lions che, se nel primo tempo erano riusciti a contenere a 88 le yards su corsa di Pittsburgh, alla fine il tassametro diceva 199.

Si chiude così la quinta stagione consecutiva con un record negativo per Detroit e la decima sconfitta consecutiva a Pittsburgh a far data dal 1955.

NFC South

Tampa Bay Buccaneers 11-5, Carolina Panthers 11-5, Atlanta Falcons 8-8, New Orleans Saints 3-13.

Ai Bucs bastava vincere contro quel che rimane dei Saints per conquistare il primo titolo della South negli ultimi tre anni. Non che sia servito molto. Una buona prestazione del quarterback Simms (143 yards e 2 TDs ma anche nessun intercetto), un Joey Galloway come tante volte in stagione decisivo ed una difesa che ha forzato tre palle perse ai Saints.

New Orleans però ha venduto cara la pelle tornando sotto con il field goal da 24 yards di Carney all'inizio dell'ultimo quarto. Sul primo gioco del possesso successivo Bucs Simms commetteva l'ingenuità  di farsi intercettare rimettendo il pallone nelle mani dei Saints.

Ma il coach di Tampa Bay Gruden riteneva che il football avesse toccato terra prima di essere raccolto dal linebacker di New Orleans e chiamava il challenge con le zebre che, dopo la visione del replay, gli davano ragione ridando il possesso ai Bucs.

In quel momento probabilmente i Saints si sono disuniti e Simms ha completato passaggi da 20 e 22 spostando Tampa Bay di 66 yards sul campo la cui conclusione era il field goal di Matt Bryant del 20-13.

A conclusione di una stagione travagliata causa la tragedia che ha devastato la città  di New Orleans è arrivato il licenziamento del capo allenatore Jim Haslett.

L'altro scontro di division metteva di fronte i Panthers e i Falcons. Con Atlanta fuori dai giochi per la post season chi pensava che Vick e compagni vendessero cara la pelle solo per il fatto di giocare contro i rivali di division si sbagliava.

Jim Mora aveva parlato di vendetta dopo gli episodi nel precedente confronto di regular season, Vick non era contento di tutti le critiche al suo modo di interpretare il ruolo di quarterback. In casa Panthers invece regnava la tranquillità  di chi sa di essere forte.

La safety Mike Minter aveva ripetuto più volte in settimana che la sua squadra, i Panthers, potevano battere chiunque nei playoffs e hanno dimostrato di poterlo fare iniziando a dominare ogni aspetto della partita contro i Falcons.

Opposti ad un quarterback mobile Carolina aveva un solo modo per tenere aperta la contesa: contenere il miglior attacco via terra della lega e imporre il proprio gioco. Fatto di corse, corse e ancora corse.

Così i Panthers sono partiti subito forte andando a segno nei primi sei possessi della partita lasciando che fossero le corse di Foster (14 portate per 107 yards nel solo primo tempo con la chicca della corsa da TD da 70 yards) a dettare il ritmo partita.

I Falcons sono così completamente usciti dalla partita dimostrando una sinistra tendenza a non lottare contro le avversità  quasi come fossero felici di farla finita il più presto possibile. La sconfitta consegna alla storia un'altra stagione nella quale Atlanta non fa meglio dell'anno precedente.

Più importante del rilievo statistico è la consapevolezza che la secondaria dei Falcons, in particolare le safeties, avrà  bisogno di rinforzi nella off season essendo dimostrata il vero punto debole della squadra allenata da Mora.

Carolina invece ha dimostrato di poter essere una legittima contendente per la finale di Detroit del 5 febbraio possedendo un buon gioco di corsa, un quarterback che quando non decide di strafare è un ottimo giocatore, ed una difesa da primi tre posti della lega.

NFC West

Seattle Seahawks 13-3, St. Louis Rams 6-10, Arizona Cardinals 5-11, San Francisco 49ers 4-12

La partita che vedeva i Seahawks impegnati nel Wisconsin contro i Packers aveva solamente due scopi: quello di far riposare i titolari evitando spiacevoli infortuni e quello di far guadagnare ad Alexander quelle yards necessarie per coronare una stagione memorabile con il titolo di miglior running back.

Dopo la grande prestazione di Tiki Barber nel sabato NFL al running back di Seattle servivano un po' di 50 yards e un TD per portare il record di segnature in una stagione una tacca più in là  di quanto aveva fatto Priest Holmes in passato.

Ecco quindi che il primo tempo è servito solamente a questo scopo con Hasselbeck autore di soli 6 passaggi in confronto alle 20 portate a disposizione di Alexander. E al termine di un drive a cavallo fra primo e secondo quarto il running back depositava in meta il 28 touchdown della stagione riportando tra l'altro sopra la sua squadra.

Con i migliori giocatori a riposo nel secondo tempo e l'orgoglio di Favre nella probabile sua ultima apparizione al Lambeau Field indirizzavano l'esito della partita in favore dei Packers ma quello che contava per Seattle era dar un turno di riposo a qualcuno dei propri giocatori ed evitare infortuni che avrebbero potuto mettere a rischio il cammino playoffs della squadra dello stato di Washington.

I Rams chiudono la stagione interrompendo la striscia aperta di quattro sconfitte grazie anche alla mera presenza in campo dei giocatori dei Cowboys, distratti e poco motivati nel loro ultimo impegno stagionale. Demerito 'Boys ma anche merito Rams sia chiaro.

Soprattutto perché ha dimostrato di crederci fino in fondo dando l'opportunità  a giocatori finora poco o mai utilizzati come la coppia di running backs formata da Aveion Cason e Arlen Harris di dimostrare il proprio valore.

E proprio grazie anche alle due corse da touchdown dei due giocatori sopra menzionati St. Louis è rimasta in partita e a mettere il muso avanti chiudendo poi la contesa con il field goal finale di Wilkins ed una difesa che ha tenuto il vacanziero attacco dei Cowboys a sole 271 yards di total offense di cui 57(minimo stagionale) su corsa.

Ora l'attenzione si sposta sul capo allenatore o meglio su quello che prenderà  il posto del licenziato Mike Martz e sulla decisione di Marshall Faulk di continuare o meno a giocare ogni maledetta domenica. Ma è chiaro che quest'ultima decisione si baserà  anche sul nome del futuro allenatore dei Rams che, in questa occasione chiarissimo invece, non sarà  Joe Vitt.

Chiusura finale positiva anche per i 49ers. Mai in stagione San Francisco era riuscita a mettere due W in fila. Ci è riuscita, complice anche il modesto valore degli avversari c'è da riconoscere, vincendo le ultime due di regular season contro i Rams settimana passata e ripetendosi contro i Texans questa settimana.

Approfittando delle premature uscite di scena dei due miglior giocatori offensivi di Houston (sia il QB Carr che il WR Johnson sono usciti nel primo tempo per infortunio) San Francisco ha tenuto bene il campo, difensivamente soprattutto, intercettando due volte il quarterback Banks e riuscendo a non concedere facili primi downs (27% la percentuale di conversione dei terzi down da parte di Houston).

Al resto ha pensato, per la seconda settimana consecutiva, la buona prova del running back Gore (primo rookie dal 1990 a capeggiare la classifica di squadra delle yards su corsa) nonostante un Alex Smith ancora impreciso ed oggetto delle troppe attenzioni della linea difensiva avversaria (3 sacks subiti).

Nonostante i 20 punti sul tabellone e le 324 yards totali San Francisco non ce l'ha fatta a non chiudere la stagione con il record franchigia per meno yards offensive in una stagione a dimostrazione di come il lavoro di Nolan sia ancora in fase di realizzazione anche se, difensivamente, i 49ers non sono andati malissimo nonostante le statistiche dicano il contrario.

Chiudiamo la divisione con i Cardinals che finivano la stagione ospiti dei Colts. O quantomeno di quello che rimaneva di loro dopo che lo staff tecnico aveva deciso di tenere fuori dalla contesa mezza squadra lasciando Manning in campo per una serie e i wide receivers Harrison e Wayne per due.

Nonostante questo i titolari di Arizona non sono riusciti a battere le riserve di Indianapolis che, anzi, hanno costretto i Cardinals a rivedere il loro piano partita quando sono stati fermati per ben tre volte sulle Colts 2 negli ultimi due minuti della partita.

Non che una vittoria contasse molto per Arizona ma quantomeno avrebbe dato morale e convinzione nella formazione allenata da Dennis Green e comunque uguagliato il record vittorie dell'anno scorso, primo sulla sideline dell'ex capo allenatore dei Vikings.

La partita almeno ha dato soddisfazioni a tre giocatori di Arizona: con i passaggi ricevuti domenica la coppia Boldin/Fitzgerald è diventata la terza coppia nella storia della NFL con 100 ricezioni a testa in stagione. Il kicker Rackers invece, con i due field goal contro i Colts, ha portato il totale stagionale dei suo calci a 40, uno in più del precedente record della lega.

Concludiamo ricordando gli accoppiamenti per il primo turno di playoffs che vedranno sabato Washington andare a Tampa Bay e domenica i Panthers andare a New York contro i Giants per il turno di wild card.

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