Pierson Prioleau festeggia così l'accesso ai playoff! Il cesto del Gatorade lo vuole tutto per sé…
Joe Gibbs ci è riuscito, i suoi Redskins sono la sesta squadra NFC a raggiungere la postseason. Ha dovuto attendere il primo giorno del nuovo anno, ma l'obiettivo playoff è finalmente arrivato e il vecchio allenatore (classe 1940 e proprietario di un team nella Nascar) ha potuto ricominciare a sorridere come ai tempi dei suoi Redskins anni '80.
Un posto ai playoff sofferto, combattuto, perso a metà stagione e ritrovato, con coraggio e insistenza, grazie anche ad una striscia finale di 5 vittorie. Gibbs considera Washington una famiglia, quattordici anni nel team (1981-1992 e 2004-2005), al secondo anno da head coach il vecchio e già hall of famer allenatore di Mocksville (NC) ha mantenuto la promessa fatta all'owner Daniel M. Snyder: ribaltare il deludente 6-10 del 2004.
Nulla di più perfetto, quindi, se proprio il record opposto (10-6) è ciò che i Redskins totalizzano per accedere alla postseason. Joe Gibbs è abituato a vincere e mancare i playoff al suo secondo anno, del secondo atto di capo-allenatore, sarebbe stato davvero troppo per colui che è stato eletto Team President della squadra. E Gibbs non ha deluso.
Con un football dal gusto quasi antico, solido e abbastanza conservativo, i Redskins hanno trovato quella continuità che, per come sono stati costruiti, non avevano mai sfiorato in questi ultimi 24 mesi, tranne proprio dall'inizio di dicembre a oggi, quando dopo essersi sbarazzati dei mai arrendevoli Philadelphia Eagles per 31 a 20 sono finalmente riusciti a centrare un obiettivo che manca alla franchigia dal secolo scorso (1999) e il brindisi di inizio 2006 ha un sapore davvero molto dolce.
La partita non è stata facile, i Redskins hanno trovato il break decisivo solo nell'ultimo periodo e, durante l'arco di tutta la gara, sono stati bravi a sfruttare soprattutto i turnover concessi da Phila (6) che ha pescato tra i fumbles il problema più grosso nella gestione del gioco. Senza questa serie di incredibili palloni persi forse avremmo avuto un risultato tanto diverso quanto sorprendente, ma lo sport viaggia anche sul filo dell'errore e sulla propria capacità di sfruttare quelli avversari.
Mark Brunell è stata la piacevole sorpresa della stagione. Subentrato già alla week 1 al titolare Patrick Ramsey, messo fuori causa dalla difesa di Chicago, l'ex quarterback di Green Bay e Jacksonville è riuscito a trovare finalmente un ritmo efficace per potersi riprendere il timone della squadra dopo che le 9 presenze della stagione scorsa non erano bastate a convincere il coaching staff.
Brunell in regia e il solito immenso Clinton Portis a correre, tanto, anzi tantissimo, su ogni campo, contro ogni difesa: 1516 yards in stagione e il gioco è fatto. Il match tra due avversarie di division ha riempito di nuovo i posti del Lincoln Financial Field e Philadelphia ha cercato in ogni modo di onorare il campo di fronte ai fiduciosi spettatori; in fin dei conti togliere le speranza playoff ad una rivale storica con le proprie mani è sempre un bel regalo per l'anno che va a cominciare.
Gli Eagles hanno spesso messo in difficoltà i Redskins mettendo palla in aria, con un Mike McMahon (16/31 234, 2 TD, INT) indiscreta forma e che pescava, con una certa frequenza, i propri WR in zone centrali del campo dove i backs di Washington sembravano spesso in ritardo. La difesa degli ospiti ci ha messo un po' di tempo ad ingranare, a far girare a pieno ritmo i propri uomini sul backfield avversario e a limitare per bene le corse Bruce Perry (15/70) e Ryan Moats (7/23), limitati solo col passare dei minuti.
L'avvio di Washington è traumatico, un primo tempo con 17 punti subiti, grazie all'avvio delle danze dato dal kicker di Philadelphia David Akers e due TD messi a segno Reggie Brown (7/77), sempre ben pescato sul profondo da McMahon e costante spina nel fianco della difesa avversaria insieme al TE L.J. Smith, scappato più di una volta dai controlli di LaVar Arrington e Lemar Marshall.
Washington rischia seriamente di soccombere ma rimane a galla grazie a un td pass di Brunnel per Sellers e ad un calcio di John Hall. Ma è nel secondo tempo che si assiste finalmente alla vera faccia di Washington, squadra che cerca i playoff con tutti i mezzi e che capisce che non ci sarà nessuna "concessione" gratuita da parte dei rivali di division.
Il primo drive del terzo quarto è fatto di corse piuttosto brevi di Portis che trovano un incredibile aiuto dal big play confezionato da un opaco Brunnel (9/25 141, TD, INT) per Santana Moss (4/83), il quale si ritrova a completare un lancio del proprio passer dopo ben 54 yards a sole 6 yard dalla endzone. Portis chiude in meta ed è pronto nell'ultima frazione a scatenarsi dopo che Akers aveva ridato 3 punti di vantaggio ai suoi.
Sean Taylor ha ormai aumentato la pressione nel box da un po', agevolando il gioco dei linebacker e le penetrazioni nel backfield avversario che alla fine produrranno 4 sacks; il sistema difensivo gira perfettamente per tutta l'ultima mezz'ora di gioco tanto che il cambio di Andy Reid in regia, con l'inserimento del veterano Koy Detmer, produrrà solo 27 yards ed un intercetto. I giochi sono fatti.
La difesa comincia a dominare, un primo intercetto a McMahon frutta un touchdown per Portis che buca il centro della retroguardia avversaria per andarsi poi a conquistare la sideline tagliando il campo verso sinistra e arrivando fino alla endzone. Drive dopo e di nuovo palla recuperata, stavolta senza risultati positivi sul ribaltamento di campo. E allora si attende ancora, e su un sack di Phillip Daniels ai danni di Detmer arriva l'ennesimo fumble, ricoperto da Sean Taylor che riporta l'ovale in meta dopo 39 yards. Stavolta è finita davvero.
Portis e Moss abbandonano il campo come due eroi, entrambi battono infatti un record di franchigia: quello delle yard corse da Portis, che supera le 1432 di Stephen Davis nel 2001; il wide receiver dal canto suo ha catturato palloni per 1483 yards, punteggio che gli permette di affossare il primato di Bobby Mitchell (1436) che rimaneva fermo sui libri dal 1961.
Joe Gibbs e i suoi Redskins volano sul tetto delle sei migliori di NFC grazie a una rimonta iniziata il 4 dicembre, dopo che tre big "L" consecutive sembravano averne affossato ogni speranza. La squadra è solida, gode di un QB di una certa esperienza, ma può soprattutto sfruttare le abilità di Moss e di un corridore come Clinton Portis, ottimo nelle uscite dalla tasca grazie al gioco di una linea solida e compatta.
La difesa vive di alti e bassi, è capace di limitare gli avversari in ogni modo come di soffrire tantissimo sulle palle messe in aria, dove spesso le secondarie si trovano fuori posizione e costrette al recupero. Gli 'Skins rimangono comunque una delle top defense NFL, dotata di ottimi elementi nel pass rush e sulla pressione nelle zone vicine alla linea di scrimmage, la speranza per Joe Gibbs è che questi frequenti blackout non siano una prassi anche ai playoff se si vuole tentare di andare il più avanti possibile ora che le partite diventano senza ritorno: o si vince o si va a casa. Esordio in postseason previsto per sabato, per la prima wild card NFC, a Tampa Bay.
Gli Eagles (ci sono anche loro) hanno onorato il campo e finalmente giungono al termine della loro più brutta stagione degli ultimi anni. Andy Reid ha di che lamentarsi col destino, con gli infortuni e un po' anche con la bocca di Terrell Owens, ma la partita per il 2006 è già aperta. Recuperati gli infortunati ed aggiustato qualche reparto gli Eagles saranno di nuovo in corsa per traguardi prestigiosi. Nel frattempo, però, a ridere è Joe Gibbs.