NFC – Week 16 Report

Matt Bryant ha appena calciato il field goal della vittoria dei Bucs contro i Falcons. Con questa vittoria Tampa Bay balza in testa alla NFC South

NFC East

New York Giants 10-5, Washington Redskins 9-6, Dallas Cowboys 9-6, Philadelphia Eagles 6-9

Bill Parcells potrà  avere anche in mente propositi di ritiro ma state sicuri da qui alla fine della stagione darà  via cara la pelle. Chiedere, per esempio ai Panthers di questa settimana.

Con in bilico la qualificazione alla post season e reduci dalla sconfitta contro i Redskins l'unico risultato utile per Dallas era la vittoria. E un po' di pathos finale faceva proprio al caso. I Cowboys infatti stavano per calciare il field goal del possibile pareggio ma il DE Peppers e il CB Lucas dei Panthers bloccavano il tentativo del kicker di Dallas.

A quel punto mancava un minuto a "the final gun" e i Panthers potevano già  godere della matematica qualificazione ai playoffs. Ma le zebre erano di opinione contraria invertendo il verdetto del campo e chiamando un "roughing the kicker" contro Carolina che ridava palla ai Cowboys.

Ci pensava poi Bledsoe, trovando in un angolo della end zone Terry Glenn, a chiudere i conti e dare speranza ai tifosi texani. Una partita che Parcells aveva cercato di mettere il meno possibile nelle mani del proprio quarterback.

Infatti per alleggerirlo della pressione derivante dal forte fronte difensivo di Carolina l'head coach aveva chiamato il numero di Julius Jones 17 volte guadagnando 87 yards su corsa nel solo primo tempo e tenendo il pallone per quasi 17 minuti. Però i Cowboys erano sotto nel punteggio causa anche un costoso fumble che aveva permesso ai Panthers di andare a segno con il TD pass di Delhomme per Drew Carter.

Ma Parcells non si è dato per vinto continuando con il proprio game plan fino a quando la difesa dei Panthers non ha iniziato a prendersi qualche gioco di pausa permettendo a Jones di correre fino a guadagnare il season high di yards (194 e primo scollinamento dei 100 quest'anno) e a Bledsoe di chiudere il secondo tempo con 7 completi su 10 passaggi.

Ora: avendo perso le due sfide con Washington, Dallas, per entrare nella post season, avrà  bisogno di battere i Rams domenica prossima in casa sperando che i Redskins perdano a Philadelphia.

Giants-Redskins era, a nostro avviso, la partita di cartello che la NFC proponeva questa settimana. Non solo per le implicazioni playoffs che racchiudeva in sé ma anche per il 36 a 0 che la formazione di New York aveva rifilato a Washington il 30 ottobre scorso.

In quell'occasione New York era stata abilissima a tenere i Redskins a 7 primi downs in tutta la partita sfruttando le corse di Barber in attacco e la pressione che i due ends avevano portato su Brunell che era finito nelle mani dei difensori avversari 5 volte.

Memore di ciò Joe Gibbs ha ulteriormente rinforzato la linea offensiva tenendo un extra bloccante a protezione del proprio quarterback e affidandosi tanto al gioco via terra con le corse di Portis e Betts. I tre minuti di possesso palla in più nel primo tempo però non si erano tradotti di un considerevole vantaggio sul tabellone.

I Giants infatti erano andati al riposo sotto 21-17 grazie all'intercetto che il LB Blackburn aveva riportato in meta e all'unico TD pass di Manning in tutta la giornata. Per il resto l'attacco di New York era rimasto imbottigliato nel piano difensivo preparato dal coordinatore difensivo dei Redskins, Gregg Williams, con il RB Barber a correre a 3.1 di media e solo 28 yards totali contro le 5.0 yards di media della stagione.

La svolta avveniva nel terzo quarto quando, con Brunell fuori per infortunio al ginocchio, Ramsey, nella seconda serie in campo, trovava Santana Moss per un touchdown da 72 yards che metteva Washington sopra di due segnature.

Era la 156 yards che il wide receiver dei Redskins riceveva (avrebbe chiuso a 160) espressione della difficoltà  dei Giants a coprire sul profondo. Un successivo field goal di Feely avrebbe poi riportato New York ad un TD di distanza ma Washington, a quel punto, ha gestito bene la gara.

Gibbs infatti ha messo il pallone nelle mani di Portis e in generale del suo reparto corse così i Redskins hanno finito per avere il possesso palla in 10 dei 15 minuti dell'ultimo quarto.

La sconfitta di Minnesota contro i Ravens ha dato la matematica certezza ai Giants che il 7/8gennaio ci saranno anche loro in campo. Il problema è vedere in che condizioni di presenteranno. Il reparto linebackers ha perso un altro pezzo sabato tanto che Coughlin ha firmato l'ex Pats Roman Phifer e l'ex 5 volte Pro Bowl Jessie Armstead, fuori dal campo dal 2003.

Aggiustamenti necessari e fondamentali dato che New York nelle ultime tre settimane ha concesso 173 yards di media su corsa e 23 primi downs e 5 touchdowns.

Chiudiamo l'analisi della division con gli Eagles. Di scena in Arizona nell'ultima partita al Sun Devil Stadium Philadelphia è stata semplicemente sopraffatta dalla maggiore voglia di vincere dei Cardinals in una partita che aveva ben poco in palio se non l'onore.

Gli Eagles l'avevano anche provata a vincere questa partita ma solamente nell'ultimo quarto, con un passaggio vincente di McMahon ed una corsa da TD dello stesso. Per il resto i giocatori di Phila sono stati testimoni passivi dell'ottimo secondo tempo del quarterback avversario e di uno dei tandem di ricevitori più elettrizzanti della lega.

In constante pressione della blitzing defense di Arizona (4 sacks) McMahon non ha goduto neanche del supporto di un running game decente con il RB Moats addirittura a guadagnare meno yards (13) del proprio quarterback (21).

Di conseguenza Philadelphia si è trovata ad organizzare drives corti sia per yards che per tempo finendo con il cedere il possesso del cronometro ai Cardinals (quasi 39 minuti). Il che suona molto inverosimile per una formazione, come quella di Arizona, che in attacco è monodimensionale non avendo un gioco di corsa.

Gli Eagles non sono riusciti neanche a fermare quel poco che Shipp e J.J. Arrington rappresentano complice anche l'uscita di scena di Jevon Kearse nel primo quarto per un infortunio al ginocchio.

NFC North

Chicago Bears 11-4, Minnesota Vikings 8-7, Detroit Lions 5-10, Green Bay Packers 3-12

Idea per un famoso spot molto in voga in questo periodo: fare il primo sweep dal 1991 e assicurarsi la division in casa del tuo più grande rivale? Senza prezzo. Per tutto il resto c'è Thomas Jones.

L'ultima cosa che Brett Favre avrebbe voluto era consegnare il primato definitivo di division ai Bears sul proprio campo. E l'ennesima rimonta del futuro hall of famer si stava per compiere.

Ma come troppe volte in questa stagione che lo ha beccato con le mani nella marmellata per ben 28 volte l'orgoglio di Favre se ne è andato con il quarto intercetto della giornata che ha chiuso il drive dei Packers e dato palla ai Bears nell'ultima azione della partita.

Green Bay infatti, con un ultimo quarto ben giocato, era tornata ad un touchdown di distanza da una formazione che l'aveva schiaffeggiata tutto il giorno esponendo in diretta tv tutti i limiti difensivi.

Nella prima di Grossman come titolare da un bel po' di tempo a questa parte il game plan di Chicago si basava sulle corse di Thomas Jones e una gestione del pallone in attacco. Ma, e qui sta la vera differenza fra Grossman ed il predecessore, coach Smith sa che Rex ha il braccio per andare sul profondo dando una nuova dimensione ai Bears.

Così sfruttando la velocità  del proprio corpo ricevitori Grossman trovava Berrian sul profondo gettando i presupposti per la corsa di due yards di Jones per il TD del 14-7. Una volta aperto il campo Chicago è stata abilissima a sfruttare le corse del proprio running back (105 yards con 25 portate) e il solito, ennesimo big play difensivo aveva portato il vantaggio a 10 punti.

Detto della rimonta Packers urgono due riflessioni. La prima riguarda i 51 lanci tentati da Favre segno che dal running game poco è stato ottenuto, oltretutto poco utilizzabile in una situazione di svantaggio nella quale devi mettere punti sul tabellone, tanti e velocemente.

Ciò non toglie che un maggior equilibrio nel game plan offensivo non può non giovare ad un quarterback, pur forte che esso sia, come Favre. Salgono così a quattro le partite senza un TD pass da parte del quarterback di Green Bay il cui futuro è più che mai incerto.

La seconda riflessione riguarda invece i Bears e la loro micidiale difesa che, ancora una volta, ha contribuito alla vittoria sia intercettando Favre 4 volte, con un ritorno in end zone, che arrivando allo stesso due sole volte ma decisive. Infatti i due sacks subiti sono arrivati nell'ultimo drive dei Packers.

Dopo che Favre aveva mosso i suoi 56 yards con un passaggio a Driver, sulle proprie 35 prima il DT Tank Johnson arrivava al numero 4 dei Packers e sull'azione successiva era Alex Brown a presentarsi al cospetto di Favre.

Chicago chiuderà  domenica prossima a Minnesota in casa dei Vikings eliminati dalla contesa playoffs dopo la sconfitta contro i Ravens.

E parlando proprio di Minnesota passiamo a commentare il Sunday night. I Vikings dovevano vincere e dovevano farlo contro una formazione, i Ravens, uscita rinvigorita dal Monday Night della settimana precedente.

E i Vikings sono mancati proprio negli aspetti che avevano permesso alla formazione allenata da Mike Tice di mettere insieme la striscia vincente che li aveva portati a giocarsi un posto nella post season.

La difesa infatti ha concesso a Boller di apparire come uno dei miglior quarterback della conference per la seconda settimana consecutiva facendogli lanciare 3 touchdowns a fronte di un solo intercetto. Ma il dato più importante è aver dato la possibilità  ai Ravens di tenere vivi i drives consentendo la conversione di ben 10 delle 15 situazioni di terzo down nelle quali l'attacco di Baltimora si era trovato.

L'attacco invece aveva giocato una partita solida, nella quale il solito Brad Johnson si era distinto per la gestione precisa del pallone (nessun intercetto e 10 ricevitori "illuminati") ma proprio un fumble del quarterback su un sack della difesa dei Ravens aveva permesso a Baltimore di tornare in attacco e calciare il field goal della staffa.

Cammeo finale per i Lions corsari in casa dei Saints. La prima vittoria per il coach Jauron però arriva alla fine di un pomeriggio nel quale il suo attacco si era perso fra i mille dubbi del quarterback Harrington e gli errori dei ricevitori.

Se non altro i giocatori di Detroit hanno avuto il merito di crederci. A secco per tutta la partita, con il solo TD della giornata su un fumble riportato nella end zone dei Saints dal DT Rogers in apertura, e con un Pinner che non riusciva a correre efficacemente, Harrington ha tirato fuori dal cilindro due big plays che hanno posto le basi per il field goal vincente di Hanson.

Non che il drive finale fosse stato impeccabile. Dopo un primo down conquistato con un passaggio a Pollard infatti Harrington aveva subito il sack da parte della difesa dei Saints e il successivo incompleto su Williams aveva portato i Lions sulle proprie 29 con un 3°-e-12 da giocare.

Una falsa partenza poi faceva poi indietreggiare la linea di 5 yards allungando il terzo down a 17 yards. Sul successivo incompleto a Vines altra penalità  dei Lions che New Orleans declinava. Ecco arrivare il big play: ricezione di Williams da 40 yards sul quarto down e Lions che muovono sulle 36 dei padroni di casa.

Altri due incompleti di Harrington accompagnavano poi il passaggio da 15 yards ricevuto ancora da Roy Williams che metteva i Lions in raggio da field goal. I Lions chiuderanno la stagione a Pittsburgh.

NFC South

Tampa Bay Buccaneers 10-5, Carolina Panthers 10-5, Atlanta Falcons 8-7, New Orleans Saints 3-12.

Tutti ad aspettare il primo verdetto della South ed ecco la week 16 dargli i natali. Conclusione che fa rumore: i Falcons sono ufficialmente fuori dai playoffs.

Ma partiamo dalla vetta o quantomeno da quelli che la settimana scorsa erano in cima alla division e quasi sicuri di un posto ai playoffs: i Carolina Panthers.

Che la certezza di giocare nel week-end del 7/8 gennaio prossimo l'avevano anche conquistata sul campo se un arbitraggio, a loro dire discutibile e rivedibile, non avesse ribaltato lo svolgersi dell'azione sul campo. Del fatto ne avrete letto nella parte riguardante i Cowboys quindi inutile soffermarsi ancora.

Meglio, e più utile, invece far notare dove Carolina ha perso la partita. Ovvero nell'aspetto sicuramente più forte della squadra di John Fox: la difesa. Apparsi molli, poco concentrati, stranamente abulici, gli undici difensori dei Panthers hanno concesso a Dallas quello che avevano negato agli avversari nelle ultime 10 partite.

Stabilire un gioco di corsa e andare sopra le 300 yards.

Nel giorno in cui a Fox viene a mancare la gran parte del motivo per cui Carolina è in doppia cifra nelle vittorie, doveva essere l'attacco a tenere a galla i finalisti di due anni fa. Qui però sono emersi i limiti offensivi che avvolgono la formazione di stanza a Charlotte e che l'espulsione del ricevitore Smith ha accentuato.

Senza il destinatario del 37% dei completi dei passaggi dei quarterback di Carolina e con un running game che stentava a prendere possesso del campo, Delhomme si è trovato a fare tutto da solo. Il risultato però è stato un solo drive vincenti sui quattro possessi avuti a disposizione. Troppo poco per mettere in frigorifero il risultato.

Finisse oggi la stagione i Panthers affronterebbero i Giants fuori casa nel primo turno di playoffs ma visto il quadro della NFC niente è da dare per scontato. Neanche che Carolina rimanga fuori dai playoffs anche se ci sembra alquanto improbabile visto lo scontro diretto a favore nel caso di un arrivo in volata a tre con Vikings e Redskins.

Battere domenica i Falcons al Georgia Dome eliminerebbe tutte le questioni.

Sui Saints è la loro sconfitta c'è poco da dire. E onestamente viene difficile farlo anche quando la partita contro i Lions non vede nessun touchdown offensivo e ben 6 field goals.

Dopo i 4 intercetti il quarterback Bouman è stato più oculato nella gestione del pallone non facendosi intercettare dai difensori dei Lions ed anzi portando a segno i Saints in tre degli ultimi quattro possessi. L'ultimo drive, in particolare, era durato più di 5 minuti e nei 17 giochi Bouman aveva mosso New Orleans 70 yards sul campo.
Il calcio di Carney a meno di due minuti dalla fine doveva dunque essere il preludio ad una vittoria che avrebbe fatto morale e consegnato ai Saints l'ultima vittoria casalinga di questa travagliata stagione.

Nell'ultimo possesso di Detroit però i Saints concedevano due big plays che permettevano ai Lions di arrivare in territorio avversario e chiudere con il field goal vincente la contesa.

New Orleans chiuderà  la stagione in Florida, ospite dei Buccaneers.

2/2. Magari la dirigenza dei Falcons quest'anno cercherà  di prendere, sul mercato, Matt Bryant. Il kicker dei Bucs, giustiziere dei Falcons 5 settimana fa, ha concesso il bis e con il calcio a 15 secondi dalla fine in overtime ha dato, nuovamente, la vittoria a Tampa Bay nello scontro contro Atlanta.

Ma prima di arrivare al field goal vincente la partita aveva offerto numerose emozioni a cominciare dall'avvicendarsi in testa nel punteggio. Nessuna delle due formazioni infatti è stata mai in testa con un vantaggio superiore ai 7 punti.

Una delle chiavi della partita risiedeva nella capacità  dei Falcons di bloccare le corse di Williams da una parte e mettere pressione su Simms dall'altra parte. Diciamo che il piano partita è riuscito a metà . Da una parte infatti la costante pressione degli uomini di linea ha portato a 2 sacks e 2 intercetti del quarterback dei Bucs, quest'ultimi arrivati dopo che il DE Kerney aveva battuto il LT Walker (scena ripetutasi più volte in giornata) andando a colpire Simms.

Atlanta ha avuto il merito di capitalizzare su questi errori del quarterback dei Bucs andando a segno prima con il TD pass da 8 yards di Vick per Jenkins e poi con il field goal da 31 yards di Peterson.

Dall'altro lato però il running back di Tampa Bay, candidato al premio di esordiente dell'anno, ha corso per 31 volte arrivando a conquistare 150 yards imponendo il gioco dei Bucs su quello dei Falcons ma soprattutto mettendo in luce le carenze difensive di Atlanta che, è bene ricordarlo, è orfana di Hartwell, e che ha finito per concedere ben 30 primi downs e 444 yards totali all'attacco dei Bucs.

L'overtime ha poi proseguito sulla falsa riga dei primi quattro periodi con i Falcons che prima si facevano bloccare un field goal e poi con i Bucs che, nella stessa situazione (di field goal), la sciupavano clamorosamente con il calcio di Bryant abbondantemente alla sinistra dei pali.

Avendo come uno risultato possibile la vittoria, per sperare in un'ardua qualificazione alla post season, viene dunque difficile capire la scelta di Jim Mora sull'ennesimo possesso Falcons dopo che i Bucs erano stati costretti al punt.

Sulle proprie 24, su una situazione di forth-and-2, Mora decideva di andare per il punt anziché provare a conquistare il down e muovere i suoi verso una posizione di campo più favorevole. Con appena più di un minuto sul cronometro e due timeouts a disposizione c'erano tutte le condizioni per cercare di arrivare in raggio da field goal. Quantomeno Mora aveva il diritto di provarci.

La scelta di andare per il punt, oltre ad essere infruttuosa visto che i Bucs sul possesso successivo, con due completi da 15 e 11 yards, davano a Bryant la possibilità  di vincere con un FG da 41 yards, ha dimostrato come ad Atlanta, nella off season, qualche cambiamento sarà  necessario.

Con la vittoria Tampa Bay raggiunge i Panthers in vetta alla division, si assicura, più che virtualmente, un posto ai playoffs e, se domenica batterà  i Saints in casa, anche il primo titolo di division dal 2002.

NFC West

Seattle Seahawks 13-2, St. Louis Rams 5-10, Arizona Cardinals 5-10, San Francisco 49ers 3-12

Almeno la soddisfazione di vincere l'ultima partita in quella che è stato il teatro degli ultimi 18 anni di football i giocatori dei Cardinals se la sono levata. Soprattutto il quarterback McCown che, libero a fine stagione, ha messo su un secondo tempo dove ha sbagliato solo tre passaggi trovando in end zone entrambi i suoi ricevitori, Fitzgerald e Boldin, per un cuscino di 20 punti di vantaggio che Philadelphia non è riuscita a rimontare.

Come al solito a favore della squadra di Dennis Green una difesa aggressiva che non ha lasciato tanto tempo per pensare al quarterback avversario confondendogli le idee (2/14 nelle situazioni di terzo down) ma sempre la solita nota dolente del reparto corse.

Con una formazione come gli Eagles che in stagione regolare concede 115.5 yards di media, i running backs di Arizona hanno avuto tante occasioni(32) per conquistare terreno sul campo ma il risultato (75 yards) non è servito nell'economia della partita se è vero che solamente 2 dei 19 primi downs dei Cards sono venuti grazie al ground game.

La stagione per Dennis Green si chiude con il viaggio ad Indianapolis contro i Colts.

Lo scontro tra San Francisco e St. Louis, analogamente a quello fra Cardinals ed Eagles, non aveva niente in palio se non la corsa dei 49ers al peggior record per avere la possibilità  di scegliere il collegiale Reggie Bush.

Se però con il primo cappotto ai danni dei Rams dal 1998 ad oggi i 49ers vedono il loro record raggiungere quelli di Packers e Saints dall'altro lato ottengono una vittoria grazie al tanto bistrattato gioco di corsa, reparto appunto che dovrebbe trovare in Bush, se scelto e se disponibile, il sognato rinforzo.

E San Francisco, complice una difesa dei Rams che per la seconda settimana consecutiva concede più di 6.5 yards di media a portata, lo fa con le corse delle riserve dell'assente Kevan Barlow. I 49ers guadagnano sul terreno 217 yard con 29 corse ma soprattutto con i due TDs da 73 e 30 yards di Hicks e Gore. Evidente segnale che qualcosa nel game plan dei Rams non ha funzionato.

Se infatti la tua difesa non riesce a fermare l'ultimo attacco della nazione, nonostante riesca ad arrivare al quarterback avversario 5 volte e questi chiuda il pomeriggio con 0 touchdown, è segno che qualcosa non va.

Così va a farsi benedire anche un game plan offensivo che, nonostante l'ormai cronica assenza del gioco di corsa (ma per volere dei coaches non certo per l'incapacità  dei protagonisti), era riuscito a mettere 13 punti di vantaggio sul tabellone ben affrontando i blitzes e la pressione dei difensori del coordinatore Billy Davis.

Anzi esponendo i limiti nella secondaria con Holt (163 yards e un TD) e i 7 ricevitori di St. Louis a prendere passaggi a 10.7 yards di media. Il QB Martin infatti ha stabilito il proprio record con 354 yards su passaggio frutto di 33 completi.
Peccato però che i due viaggi in territorio Rams nell'ultimo quarto non abbiano prodotto punti consentendo ai 49ers di interrompere la striscia di 7 sconfitte consecutive.

Sui Seahawks capolisti e sulla loro partita contro i Colts vi rimandiamo alle parole di Santini nel suo resoconto settimanale.

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