NFC – Week 15 Report

220 yards: record franchigia. Un incontenibile Tiki Barber porta i Giants alla vittoria e in testa alla NFC East

NFC East

New York Giants 10-4, Washington Redskins 8-6, Dallas Cowboys 8-6, Philadelphia Eagles 6-8

Partiamo dal fondo della divisione andando a commentare la vittoria di Philadelphia contro i Rams. Vittoria tutt'altro che facile ed arrivata solo alla conclusione dell'unico TD pass del QB McMahon della giornata in un drive a cavallo fra il terzo e il quarto periodo.

Per il resto il pomeriggio del quarterback degli Eagles era stata disastrosa con 3 intercetti e 4 sacks subiti segnali di una pressione costante applicata di difensori dei Rams. Tutto questo nonostante il running back Moats avesse sfruttato le debolezze della run defense dei Rams per correre 12 volte a 6.5 yards di media con la perla della corsa da touchdown da 59 yards nel primo quarto.

Le buone prove del giovane running back di Philadelphia potrebbero fare da preludio al nuovo game plan che Andy Reid potrebbe adottare l'anno prossimo con un set di due backs ( l'altro sarebbe Westbrook ) per dare finalmente una sterzata al prevedibile gioco d'attacco degli Eagles, vista anche la probabile rivoluzione nel settore dei ricevitori.

Per Philadelphia la settimana prossima si prospetta un viaggio in Arizona contro i Cardinals mentre l'ultima partita della stagione li vedrà  protagonisti in casa contro i Redskins.

Ora due partite di vantaggio sono un cuscino sul quale dormire sonni tranquilli.
Anche in considerazione del fatto che mancano solo due settimane alla fine della regular season. Ergo i Giants possono considerarsi qualificati ai playoffs. Ma la tranquillità  l'avranno solo se riusciranno a battere la settimana i Washington Redskins sulla cui partita contro i Cowboys il collega Ben#7 vi ha ben erudito.

Servirà  comunque un'altra superba prestazione di Tiki Barber. Opposto ad un altro running back in forte ascesa, come Larry Johnson dei Chiefs, il fratello del DB dei Bucs ha chiuso con 220 yards su corsa e 2 TDs.

Dati per un certo verso incredibili se si pensa come fosse ridotta l'offensive line di New York: senza i tackles titolari e con la guardia Seubert in campo dopo il grave infortunio del 2003.

I Giants sono partiti prudenti occupando il box per far ingranare il gioco di corsa di Barber e costringere i Chiefs a impegnare un difensore in più sulla linea di scrimmage. Con un uomo in meno in copertura New York ha aperto il campo per le ricezioni di Toomer, Shockey e Burress andando in vantaggio a fine primo tempo nonostante una sostanziale divisione del tempo con i Chiefs nei primi due quarti.

Preoccupati di difendere sul profondo i Chiefs sono tornati ad un atteggiamento più prudente finendo per concedere yards a Barber abilissimo, tra l'altro, a sfruttare le mancanze difensive dei difensori di Kansas City.

Dal punto di vista difensivo, senza il middle linebacker Pierce, New York ha finito per concedere troppe yards su terreno ai Chiefs avvalorando la tesi che accredita i progressi difensivi dei Giants al grande lavoro dei linebackers in campo e del coordinatore difensivo Tim Lewis fuori.

Sorge però il problema Eli Manning: intercettato per l'ennesima settimana (la quarta in fila) il quarterback è rimasto sotto le 200 yards su passaggio e dimostrando ancora i dubbi che lo avvolgono. E' infatti risaputo che Manning, quando pressato, tende ad avere problemi, in particolare con la posizione dei piedi mentre quando può avere tempo e quindi aggiustare la posizione dei piedi è decisamente migliore. Motivo per cui è migliore sul profondo che sul corto.

NFC North

Chicago Bears 10-4, Minnesota Vikings 8-6, Detroit Lions 4-10, Green Bay Packers 3-11

Se sui Bears capolisti vi rimandiamo alle parole di Lavarra conviene soffermarsi un secondo sui Vikings.

La sconfitta contro gli Steelers non cancella certamente quello di buono che Minnesota ha fatto finora ma pone seri dubbi sull'effettiva qualità  della striscia vincente appena terminata con la sconfitta contro gli Steelers.

Finalmente davanti ad un avversario con un record vincente (nella serie di vittorie l'unica squadra con più vittorie che sconfitte erano i Giants) i Vikings hanno inspiegabilmente perso quell'aggressività  difensiva che li aveva contraddistinti finora.

Oddio inspiegabilmente mica tanto. Perché una spiegazione c'è e si chiama Steelers football. Su una superficie poco congeniale al round game di Pittsburgh e con la disabitudine dei giocatori di Cowher a giocare al coperto (5° partita dal 1997) si pensava che Minnesota riuscisse a contenere il gioco di corsa degli avversari.

Tutt'altro. Dietro alle corse esterne di Parker Pittsburgh ha tenuto tanto tempo in campo la difesa di Minnesota stancandola arrivando a concedere 142 yards su corsa anche se a fronte di un solo TD.
I problemi semmai sono arrivati da un attacco a partire dalla linea offensiva che commetteva quattro penalità  e non riusciva a generare protezione al Johnson al punto che il quarterback avrebbe chiuso la gara con un rating di 38.6 frutto di 2 INTS e di 16/30 nei passaggi.

Dietro un blitz diverso dall'altro Pittsburgh ha creato la propria vittoria mandando Johnson in confusione tanto da fargli lanciare due intercetti, entrambi nella red zone avversaria, costati carissimo nell'economia della partita.

Otto partite fa eravamo a parlare dei Lions come possibili vincitori di division. Come cambia il tempo. I mesi sono passati, il tempo anche (fa decisamente più freddo) ed anche i Lions sono cambiati. Non poteva essere altrimenti dopo la quarta sconfitta consecutiva e la settima nelle ultime otto.

Non che ci si aspettasse molto di più da Detroit, ma, in casa, contro i Bengals il pubblico qualcosa di più pretendeva. Se non altro di poter levare al cielo i cartelli con su scritto " Fire Millen ".

Detroit oggi soffre, inutile negarlo, e ben ha fatto coach Jauron a dirlo a tutti. Contro Cincinnati lo ha fatto dal primo istante quando R.W. McQuarters perdeva palla sul ritorno di kickoff e dava il via libera all'attacco dei Bengals che avrebbe concluso la gara con 426 yards totali, 29 primi downs, 5/7 nelle situazioni all'interno delle 20 yards di Detroit e 4 tentativi su 4 andati a segno nelle situazioni di goal-to-go.

Cifre che dicono chiaramente delle difficoltà  difensive dei Lions che hanno concesso a Palmer di completare 15 passaggi da più di 11 yards di guadagno ciascuno.

Il problema di questi Lions è soprattutto l'inconsistenza. Senza il running back titolare Jauron si è affidato a Pinner che ha finito con 55 yards non rappresentando un pericolo per la difesa dei Bengals che si è così potuto concentrare su Garcia, intercettandogli tre passaggi.

Dove Cincinnati ha capitalizzato i Lions non sono riusciti così anche i due intercetti di Palmer non hanno fruttato punti e all'inizio dell'ultimo periodo, in una mossa disperata, Garcia faceva posto a Harrington fra i canti di approvazione dei tifosi dei Lions.

Quegli stessi tifosi che lo avevano denigrato qualche mese fa. Detroit settimana prossima giocherà  in casa dei Saints chiudendo la stagione ancora in trasferta a Pittsburgh.

Chiudiamo l'analisi della North con i Packers. Impegnati nel Monday Night, per alcuni l'ultimo della carriera di Favre, i ragazzi di Mike Sherman sono riusciti nell'impresa di far resuscitare l'attacco, fin qui stagnante, dei Ravens.

Il caro equilibrio offensivo che la settimana scorsa era stato alla base della vittoria contro i Lions è andato a farsi benedire con i 44 passaggi tentati dalla coppia Favre-Rodgers a fronte delle 19 corse concesse ai running backs dei Packers.

Rapporto lanci/corse dovuto ad una serie di fattori fra i quali l'essere sotto nel punteggio praticamente fin da subito, e quindi costretti ad inseguire per tutta la partita nel tentativo di mettere velocemente punti a referto, e l'uscita di scena, per infortunio, del più in forma, ovvero del RB Gado. Si spiega anche così il 2/13 nelle conversioni di terzo down, statistica dunque viziata ma che non toglie sostanza al fatto principale.

Ovvero che questi Packers sono da rifare. In attacco ed in difesa soprattutto dove sono riusciti ad impedire a Baltimora di andare a segno solo in 4 degli 11 possessi che la formazione di Billick ha avuto.

NFC South

Carolina Panthers 10-4, Tampa Bay Buccaneers 9-5, Atlanta Falcons 8-6, New Orleans Saints 3-11.

Per spiegarvi in che intreccio si trovasse la South avevamo preso ad esempio un frullatore. Dopo una settimana quello che ne è uscito fuori, dopo questa week, è sicuramente più chiaro e delineato.

In primis i Falcons con la sconfitta contro Chicago si ritrovano nel polverone per l'ultimo posto playoff disponibile essendo ormai quasi fuori per il primo posto di division viste le due partite di svantaggio contro i vittoriosi Panthers.

E partiamo proprio da Carolina. Impegnata contro i Saints l'imperativo per i Panthers era mantenere il gioco di corsa vivo per 60 muniti. Facile a dirsi più difficile a realizzarsi visto il vistoso calo di forma di Davis e le non perfette condizioni fisiche di Foster.

Ma per battere questi Saints orfani di due elementi importanti con il QB Brooks e il DE Howard, fuori per scelta tecnica fino alla fine della stagione, sono bastati un discreta prova di Delhomme e le 161 yards su corsa con, dato interessante e espressivo, 43 portate.

Segno che John Fox vuol cercare di ridurre al minimo le situazioni pericolose nel quale il suo quarterback potrebbe trovarsi come l'intercetto che ha mandato a punti i Saints. Fortunatamente, per Carolina, il punteggio la vedeva sopra di 17 punti altrimenti avremmo potuto commentare un'altra partita.

Discutibile invece in casa New Orleans la scelta di mettere da parte Brooks per affidare il tutto a Bouman. Alla luce dei quatto intercetti di cui è stato oggetto il quarterback dei Saints viene da chiedersi cosa volesse dimostrare Haslett con questa mossa.

Provocare una reazione dei suoi giocatori?. Far scattare una scintilla? Per quanto Brooks stesse giocando male rimane sempre il miglior giocatore in attacco a disposizione del capo allenatore, l'unico che sia in grado di mettere punti sul tabellone.

Quattro vittorie nelle ultime cinque partite avevano rimesso i Bucs nella lotta per il primato di division e la partita contro i Patriots poteva essere decisiva per il primato. Ma Tampa Bay si è trovata di fronte una formazione in salute che inizia a recuperare elementi importanti in difesa.

E proprio la difesa di New England ha costretto i Bucs al primo 0 sul tabellone dal lontano 1999.

Gara di John Gruden sperava di impostare su un piano decisamente diverso contando sul momento di forma del RB Williams per dare possessi ad alta percentuale al QB Simms. Ma il running back non ha mai trovato spazi nel fronte difensivo dei Patriots finendo per guadagnare solo 23 yards mentre l'attacco via terra di Tampa Bay riusciva ad organizzare una corsa di 4 yards come massimo giornaliero.

Complice poi la doppia segnatura a fine secondo quarto che portava New England sopra di 21 punti Gruden ha dovuto gioco forza affidare le speranze di rimonta a Simms. Il quarterback però sempre sotto la pressione (7sacks) dei difensori di Belichick non riusciva ad organizzare un vincente con i Bucs che riuscivano massimo ad arrivare sulle 33 dei padroni di casa negli 11 possessi avuti a disposizione.

Mai in red zone Tampa Bay ha definitivamente mollato alla fine permettendo ai Pats di andare a segno per il 28 a 0 finale. Ora i Bucs si ritrovano nella bagarre per i due posti di wild cards con una partita di vantaggio sul quartetto formato da Redskins, Cowboys, Vikings e Falcons.

Alla luce di quanto detto la sfida di sabato in casa contro Atlanta si preannuncia come fondamentale.

NFC West

Seattle Seahawks 12-2, St. Louis Rams 5-9, Arizona Cardinals 4-10, San Francisco 49ers 2-12

Doveva essere una passeggiata. La decima vittoria consecutiva, record di franchigia, e la dodicesima vittoria coma solo la squadra del 1984 aveva saputo fare. Invece, complici 24 punti consecutivi dei Titans, la partita è stata più difficile del previsto nella quale i Seahawks hanno dovuto dar fondo a tutte le loro energie per avere la meglio sui Titans.

Una partita che Seattle aveva provato a mettere in naftalina già  nel primo quarto con i primi due drives portavano 14 punti mentre Tennessee era costretta a due punts. Il game plan di Holmgren si basava sulle corse di Alexander nel tentativo di sfruttare la tendenza dei Titans a concedere ampi guadagni via terra (13 corse da più di 20 yards concesse).

Le corse da 16 yards e, soprattutto, da 52 yards del running back era la base dei primi due drives vincenti e permettevano ad Hasselbeck di lanciare solo due incompleti nei primi 10 passaggi.

Poi il black out.

Come tante, troppe volte era successo ai Seahawks delle annate precedenti. Quattro drives vincenti di Tennessee (2 TD passes di McNair, una corsa di Payton e un field goal) e la partita di Seattle in direzione profondo sud.

Ma Hasselbeck si carica la squadra sulle spalle e con tre passaggi consecutivi da 56 yards, 22 e 6 yards rimetteva in partita Seattle. Al resto pensava poi la solita, buonissima difesa che fermava, nell'ultimo quarto, la corsa del RB Chris Brown su un decisivo fourth-and-1 sulle proprie 6 yards.

Possesso successivo e capitalizzazione di Hasselbeck che lanciava il terzo touchdown della giornata al rientrante Jackson per il sorpasso.

Al momento i Seahawks sono la miglior squadra della conference, hands down. Hasselbeck deve ancora trovare un avversario che intercetti un suo lancio nelle sue 6 partite fuori casa quest'anno. Alexander continua ad avvicinarsi al record di touchdowns in una stagione e di Holmes diventando, nel frattempo, il quinto giocatore nella storia della lega a correre per 1600 yards per almeno due stagioni consecutive.

Per Seattle i prossimi avversari si chiamano Colts (in casa) e Green Bay (fuori casa).

Arrivi ad un punto in cui tutto quello che c'era da dire è stato detto e non puoi far altro che stare in silenzio ed aspettare il futuro. Ma, anche se vorremmo astenerci dal commentare i St. Louis Rams in questa sede, non possiamo esimerci dal farlo.

Per cui vi racconteremo di come una squadra, sopra 16-7 contro un avversaria con un quarterback apparso spaesato a dir poco, possa perdere una partita dove ha controllato il cronometro con le corse (36 per 178 yards) avendo anche 11 giochi in più a disposizione per chiudere la partita.

Ma gli errori di Fitzpatrick prima e di Martin dopo e soprattutto quelli di una linea offensiva colpevole di ben 6 penalità  (tutte false partenze) hanno compromesso la possibilità  di una vittoria importante solo per il morale a questo punto della stagione.

Il tutto nella serata in cui Faulk otteneva finalmente quei possessi chiesti per tutta la stagione (19 tocchi con 108 yards su corsa) e Steven Jackson superava le 1000 yards nella sua seconda stagione nella lega. Settimana prossima i Rams affronteranno in casa i 49ers reduci dalla sconfitta contro i Jaguars.

Sconfitta però che definire come immeritata può sembrare irriverente nei confronti di Jacksonville ma che ha dimostrato come la squadra allenata da Nolan non sia proprio da buttare.

Una settimana dopo averne presi 41 da Seattle San Francisco è riuscita a rendere la vita difficile ai Jaguars nonostante il rookie Smith abbia ampiamente dimostrato di non essere ancora maturo (ma come potrebbe non esserlo?) e di avere ancora tanta strada da fare.

I 49ers venivano da sei sconfitte fuori casa in cui avevano concesso 36 punti di media ed affrontavano questa partita con numerose carenze soprattutto nel reparto difensivo dovuti a diversi infortuni dei titolari. Nonostante ciò dopo il field goal da 33 yards di Joe Nedney la squadra di Nolan era in vantaggio 9-7.

Ma il successivo kickoff finiva fuori dal campo e, con una buona posizione di campo (le proprie 40), i Jaguars riuscivano ad orchestrare un drive lungo (5 minuti) che portava al field goal del vantaggio Jacksonville.

Con nove minuti alla fine della partita c'era tutto il tempo necessario per rimontare lo svantaggio ma qui sono emersi i problemi della squadra di Nolan legati soprattutto all'inesperienza del QB Smith che si faceva intercettare (10° volta della stagione) e non riusciva a convertire nessuna delle quattro situazione di terzo down nei possessi a disposizione.

Il calendario propone ora ai 49ers la sfida contro i Rams di cui si è detto in precedenza mentre l'ultima giornata li vedrà  protagonisti in casa contro Houston.

Texans che questa settimana affrontavano un'altra squadra della West, gli Arizona Cardinals. Con 13 giocatori in lista infortunati e con il quarterback titolare fuori nel secondo quarto con un infortunio al ginocchio che ne ha chiuso la stagione Dennis Green non poteva sperare di ottenere di più dalla propria formazione.

I Cardinals, nonostante un Warner caldissimo da 10/10 ad inizio partita, però erano andati pesantemente sotto nel punteggio (24-10) a causa di un secondo quarto nel quale avevano fatto apparire i Texans come i Colts della NFC.

Houston infatti era riuscita a segnare in tutti i 4 possessi avuti a disposizione con il secondo drive concesso da uno dei tre fumbles di giornata dei Cardinals con il ritornare Swinton che perdeva palla sulle proprie 25. Un quarto che, dal punto di vista statistico, era stato emblematico della tendenza di giornata di Arizona con i 5 primi downs conquistati esclusivamente su passaggio.

Con Warner out e la riserva McCown impossibilitato a riprendere nel terzo quarto per sintomi di raffreddore il gioco di corsa avrebbe potuto aiutare il QB Navarre ma né Harrington né Shipp sono riusciti a stabilire un gioco di corsa (5 portate per 18 yards in tutto il secondo tempo).

Il recupero nel finale di partita con un field goal e un TD pass di Navarre a Fitzgerald pareva il preludio ad una vittoriosa rimonta ma l'ennesimo fumble di un Cards ridava il possesso ai Texans che chiudevano la partita con un field goal nonostante non fossero riusciti a prendere un primo down in tutto il quarto periodo.

Arizona sabato prossimo affronterà  in casa gli Eagles per chiudere poi la stagione in casa dei Colts.

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