I Broncos volano ai playoff!

Rod Smith esulta dopo il suo TD, i Denver volano in postseason!

I Denver Broncos decidono di regalarsi un natale tranquillo, il loro viaggio a Buffalo è sicuramente di quelli da ricordare, con una vittoria netta nonostante le difficoltà  avute nella prima parte di gara e una qualificazione ai playoff che è ora matematica grazie anche alla sconfitta dei Kansas City Chiefs a New York.

Un sabato particolare per gli States, con la NFL che manda in campo sei squadre, ed un sabato importante per Mike Shanahan che riesce a guidare di nuovo i Broncos alla postseason.

Una stagione esaltante nei risultati quella di Denver, con l'unica pecca di veder spesso il proprio lavoro mortificato dalle critiche sulla frequente assenza di spettacolarità  e sulle dubbie capacità  del leader offensivo, Jake Plummer, costretto a giocare ogni volta contro l'avversario e le contestazioni di qualche tifoso o giornalista che sia.

Plummer continua la sua stagione vincente senza troppi errori, a Buffalo non entra mai nella giusta continuità , ma le sue palle sbagliate non portano grossi problemi alla squadra, un'altra partita senza intercetti mentre tutti i Broncos giocano di nuovo un match di peso, di controllo, fatto di possesso palla e giocate costruite con calma, senza quasi mai esagerare e farsi scappare il nemico. Per lo spettacolo si attende quasi sempre il numero individualista che spezza l'equilibrio, un football che sa quasi di antico per come si dispone sul campo, difesa robusta e attacco che spreca pochissimo, anzi, quasi nulla.

E' così anche al Ralph Wilson Stadium di Buffalo, dove un attacco in netta difficoltà  fino al termine del secondo quarto gioca poi quattro drive consecutivi da touchdown, con drive lunghi sia nel tempo che per le yards conquistate, con una calma invidiabile, una consapevolezza di aver trovato, dopo tre anni, un'alchimia capace di rendere i Broncos una squadra incredibilmente fredda e matura.

Certo, gli errori di Plummer sono spesso vistosi e banali, ma il quarterback da Arizona State sfrutta l'esperienza a sua disposizione e tira fuori dal cilindro i numeri per uscire da situazione intricate, per colpire su conversioni di terzo down che valgono oro sfruttando la grande vena di giocatori come il grande Rod Smith e Ashley Lelie.

Denver si affida inoltre ad una difesa che pare trovare sul running game avversario quello che non trova sui lanci; se la via aerea mette spesso in difficoltà  le secondarie, il muro parallelo alla line of scrimmage è capace di giocare forte nel box e sui lati del campo, tanto che un big play contro di loro sembra impossibile se cercato via corsa.

C'era anche Buffalo in campo, ovviamente, ma non è stata la loro giornata, come molti altri week end di questa stagione e la sconfitta non peggiora più di tanto una situazione che ormai ha poco da dare ai supporter della franchigia.

E' stato il giorno di Denver e bisogna rendere omaggio a questa squadra, la quale col proprio gioco attento e capace di colpire in tante situazioni diverse, entra nella postseason con la speranza di fare qualcosina in più della solita presenza da sparrring partner che nelle ultime stagioni le è costata tante cocenti delusioni.

A Buffalo abbiamo visto le note alte e quelle basse dei Broncos, completamente ridimensionati per quasi mezz'ora dai Bills i quali con in campo Kelly Holcomb (22/35 202 yds, TD) erano riusciti a trovare la endzone già  al primo drive dell'incontro. I Bills hanno mostrato di nuovo un buon carattere, le giocate di Eric Moulds (9/110) in ricezione sono state come al solito di alta scuola, ma il running game del duo Shaud Williams e Willis McGahee è stato praticamente nullo.

Nessuno dei due RB ha trovato il modo di dare continuità  al gioco via terra per la propria squadra, con McGahee che pareva aver esaurito le batterie già  dopo il drive che era riuscito a chiudere con sei punti.

Obbligati a lanciare i Bills si sono lanciati in una serie di drive conclusi su punt che sembrava interminabile, senza sfruttare nemmeno posizioni di campo favorevolissime come quella sulle 35 di Denver ottenuta dopo il fumble ricoperto da Nate Clements. Giocando praticamente sempre in Cover 2 i Broncos hanno portato poca forzatura nel backfield avversario, hanno spinto la linea a contenere le corse avversarie e il pacchetto linebacker ad intasare le zone centrali sul corto del campo col risultato di deflettare un numero infinito di palloni lanciati da Holcomb sul raggio medio-corto.

Non sono arrivati intercetti, ma le corse dei Bills sono costate solo 75 yards e dopo il touchdown subito in avvio Denver ha rispedito sulla sideline l'attacco avversario in breve tempo dopo ogni tentativo e fino al quarto periodo, pur senza turnover la difesa ha tenuto il campo alla grande concedendo all'offensive game un minutaggio altissimo.

Così Denver ha potuto prendersi il tempo giusto per prendere le distanze dagli avversari, come un diesel ci ha messo un po' di tempo a trovare i giri giusti col motore, ma una volta caldi gli uomini di Shanahan sono divenuti inarrestabili. Plummer (20/37 259 yds, 2 TD) non ha perso palloni ed ha contribuito alle 437 yards totali della squadra, sfruttando discretamente le mani dei propri WR e approfittando delle buone corse di un Mike Anderson che con 97 yards corse è tornato ad essere protagonista dopo tre partite problematiche.

Il giovane Tatum Bell ha dato il proprio contributo nel running game, ma a sbloccare le sorti di Denver è stato un altro giocatore: Eric King, DB dei Bills. Dopo un TD annullato a Bell per un holding di Putzier, i Broncos si erano trovati a sbagliare un 3rd & 14 grazie ad un incompleto di Plummer per Anderson.

Si era pronti al calcio, ma una flag richiamava l'attenzione di tutti, il buon King si era trovato così vicino a Plummer al momento del lancio dell'avversario che aveva deciso di stenderlo nonostante il pallone fosse stato rilasciato un po'" primo down ed altri quattro giochi per Denver che al terzo tentativo, con un po' di fortuna, permetteva a un favoloso Rod Smith (11/137, TD nella splendida serata di ieri) di segnare e a Jason Elam di pareggiare il conto.

Un'azione confusionaria, poco precisa e continua, ma un drive comunque da sette punti e improvvisamente Denver si ritrovava più conscia dei propri mezzi. Nel secondo tempo Buffalo non esisteva praticamente più, pur evidenziando a tratti un football discreto, infatti, il muro eretto da London Fletcher (6-1), Justin Bannan (5-3) e Angelo Crowell (5-6) aveva buon gioco sulle corse avversarie, rendendo Buffalo estremamente prevedibile e spesso obbligata a cercare il profondo dove Troy Vincent, scorrazzando spesso al raddoppio sull'uomo, faceva ottima guardia.

Solo nel finale, con Denver già  ai playoff, i Bills trovavano la segnatura con una ricezione di Joe Burns, ma prima di allora, tra terzo e quarto periodo, Denver aveva concesso solo un field goal di Rian Lindell, dominando in attacco grazie anche a un big play che, tanto come il fallo di King, dava quella spinta aggiuntiva per creare il break definitivo sul piano psicologico e successivamente del risultato.

Un terzo down disperato che Plummer sparacchiava sul profondo, vicino alla sideline di destra e che, non con poche difficoltà , Lelie convertiva nonostante la marcatura del cornerback; 40 yards che spingevano i Broncos in piena redzone e subito dopo in meta grazie a un lob perfetto, veloce il giusto per scavalcare tutti e regalare i sei punti grazie a Wesley Duke.

Con le loro uniche ricezioni in gara, Duke e Lelie, aprivano la strada ai Broncos con un drive di 69 yards totali per poi lasciare la scena soprattutto a Mike Anderson. Il running back si prendeva la squadra sulle spalle, chiudendo un down dopo l'altro e mantenendo palla in attacco, correndo spesso in off tackle o lontano dalla linea, colpendo secondarie apparse a volte inadatte a fermare il gioco di corsa senza un buon supporto dei linebacker. Anderson chiudeva in meta alla fine del terzo quarto e all'inizio del quarto periodo, la festa cominciava e la meta di Burns serviva solo per avere il risultato finale di 28-17 per Denver.

I Buffalo in ricostruzione hanno buoni elementi sui quali puntare per il futuro e la speranza che la prossima stagione restituisca in pieno qualche infortunato grave, primo su tutti l'immenso Takeo Spikes.

Ma a Buffalo è necessario trovare un quarterback al quale affidare con piena fiducia la cabina di regia; il giovane J.P. Losman è stato poco utilizzato, soprattutto visto l'andamento di una stagione che molto presto si capito non sarebbe stata da playoff.

La staffetta con Holcomb avrebbe dovuto dare esperienza al reparto offensivo, puntando su un QB all'apparenza capace di dare ai Bills quel tocco e quella speranza in più per giungere alla postseason grazie soprattutto all'esperienza maggiore dell'ex dei Cleveland Browns.

Non è andata così, ed ora a Buffalo si trovano nel dubbio tra un QB non eccessivamente concreto ed uno molto giovane che pur avendo mostrato buoni numeri non ha accumulato la giusta esperienza e che per un lieve infortuni è stato retrocesso al terzo spot del ruolo dietro a Shane Matthews.

Il record di 4-10 è molto sotto le aspettative di inizio stagione, ma i Bills sono obbligati a credere nelle due prossime vittorie per non gettare ancora più ombre sulla credibilità  della squadra. I Denver Broncos, invece, si godono il loro esaltante 10-3 che li proietta ai playoff e soprattutto è più di quanto non fosse preventivabile.

L'obiettivo è quello di raggiungere il secondo posto nella AFC ai danni di Cincinnati per poter sfruttare il turno di riposo durante le wild card e, soprattutto, il fattore campo in almeno una partita, cosa che permetterebbe un vantaggio non indifferente vista la consistenza della squadra quando è di fronte ai propri tifosi.

Il compito è certamente duro da raggiungere, ma tutt'altro che impossibile ma resta il fatto, nella peggiore delle ipotesi, che anche una wild card verrebbe giocata a Denver con la possibilità  di cancellare le due ultime uscite di scena subite dagli Indianpolis Colts nel 2003 e nel 2004.

In una squadra che ha ancora bisogno di migliorare in difesa si trovano comunque molti punti fermi sul gioco di corsa avversario, sempre ben controllato, ed un attacco che grazie ad una O-line spaventosa, si è permessa di fare a meno della rivelazione Reuben Drounghs trovando un supporto davvero esaltante in Mike Anderson e nelle folate di Tatum Bell, 749 yards senza essere mai stato il RB partente.

Se il futuro sulle corse è certamente di Bell, quello tra i WR non può che essere di Lelie, mentre i dubbi continuano sul capitano dell'huddle, quel Jake Plummer che nonostante la fisicità , l'esperienza ed il braccione, pecca spesso in precisione e continuità , rischiando di scomparire totalmente nei finali di partita giocati punto a punto.

Bradlee Van Pelt, il backup, non costituisce alcuna garanzia per il futuro, futuro che aldilà  di tutto, almeno in quel lasso di tempo immediato che prende il nome di playoff NFL 2005 resta saldamente nelle mani di Plummer, nel bene e nel male il leader di questa squadra, abbastanza solida da poter impensierire chiunque forse non attrezzata al top per poter sognare troppo in grande. Ma i sogni non costano nulla ed il loro bello è che, alle volte, si avverano anche.

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