Ecco Vladimir Guerrero con la nuova maglia
Gli Anaheim Angels ci hanno preso gusto. Dopo aver scioccato il mondo del baseball, nel 2002, battendo nelle World Series i San Francisco Giants, per togliersi finalmente di dosso la scomoda etichetta di squadra zimbello delle majors, la squadra simbolo dell'Orange County, torna a far parlare di sé, dopo un campionato 2003 da dimenticare, funestato da una serie di infortuni e forse, da quel naturale senso di sazietà che ha finito inevitabilmente per far naufragare i propositi di back to back di inizio stagione.
A far tornare alla ribalta gli Angels, ha contribuito la robusta campagna acquisti del nuovo owner Arte Moreno, primo proprietario "latino" delle majors, il quale, una volta subentrato alla Walt Disney Co. lo scorso maggio, ha subito reso noti i propri "bellicosi" propositi: se i precedenti proprietari, infatti, erano restii ad investire nel reparto giocatori, per via della situazione di perenne messa in vendita della franchigia, Arte Moreno ha chiarito di non voler attendere altri 42 anni per veder tornare gli Angels alle World Series.
E non si può dire certo che alle parole, il focoso Moreno, non faccia seguire i fatti. Se l'idea di allungare un buonuscita a Kevin Appier per la cifra record di 15.67 milioni di dollari non lo hanno distolto dal tagliarlo alla fine di luglio, firmare Bartolo Colon, probabilmente il pitcher più ambito nel mercato dei free agents per 51 milioni da spalmare in quattro anni, deve essergli sembrato un gioco da ragazzi nonostante la concorrenza di Yankees e Red Sox, anch'esse interessate al pingue lanciatore destrorso (al quale non molte squadre erano comunque disposte ad offrire un contratto superiore ai tre anni).
Con l'arrivo di Colon e quello di pochi giorni precedente, dell'altro partente Kelvim Escobar, inchiostrato a quasi 19 milioni per tre anni, gli Angels hanno considerato completata la missione di rinvigorire un settore partenti dal quale è lecito attendersi un rendimento all'altezza del proprio potenziale, ritenendo così di potersi concentrare nel riparare le falle individuate durante una disastrata stagione che li ha visti finire, con 77 vittorie a fronte di 85 sconfitte, a ben 19 partite di distacco dalla vincitrice della AL West Division, gli Oakland Athletics.
In questa ottica va visto l'arrivo di Jose Guillen, esterno destro reduce dalla stagione più produttiva della propria giovane carriera, una stagione divisa tra Oakland e Cincinnati e terminata con .311 di media battuta, 31 fuoricampo e 86 punti battuti a casa.
Ma l'arrivo destinato a suscitare clamore, qualche polemica e sicuramente alcune invidie, è quello del free agent in assoluto più ambito della intera offseason, quel Vladimir Guerrero che in pochi pensavano sarebbe stato ancora disponibile a gennaio inoltrato, vista la serrata corte di franchigie dalla grande disponibilità economica (gli Orioles) o dal grande appeal (almeno a livello di città "i Mets).
Per la verità , se il fortissimo esterno destro proveniente dai Montreal Expos, aveva espresso un certo interesse alla prospettiva di giocare nella grande mela, tale entusiasmo per l'opzione newyorkese si era raffreddata più velocemente di una birra in una ghiacciaia e uno dei suoi agenti, Pat Rooney, non aveva potuto esimersi dal definire quantomeno offensiva l'offerta dei Mets, un contratto di tre anni per 30 milioni garantiti, con la possibilità , dovuta a vari incentivi basati sulla sua condizione fisica, di arrivare a 71 milioni per cinque anni.
Se il GM dei Mets, Jim Duquette, si diceva convinto di aver fatto quello che era giusto per la propria organizzazione, non erano certo i soldi il fattore che impediva agli Orioles di firmare il secondo clamoroso colpo della propria offseason. Il sogno di affiancare Vlad a un Miggy Tejada ancora fresco di firma, si scontrava con l'assenza di una significativa comunità ispanica in quel di Baltimora, oltre che (forse) di una squadra competitiva, così che il giocatore, si trovava nella posizione di rifiutare i 78 milioni per sei anni offerti dagli O's, come in precedenza aveva rimandato al mittente quella di 75 per cinque anni firmata Expos.
Alcuni potrebbero definire un blitz, l'azione prepotente e inaspettata orchestrata dal GM Bill Stoneman per far vestire a Guerrero la maglia degli Angels, ed in effetti, la velocità di esecuzione è stata una componente importante nel conferire un esito fortunato alla trattativa: con gli Angels che erano stati tra i primi a contattare il giocatore ad inizio offseason per poi ritirarsi di fronte alla richiesta di ingaggio "modello A-Rod" (si parlava, ai tempi di 145 milioni per sette/otto anni) prospettata loro da uno dei suoi agenti, Stoneman sembrava aver accantonato l'idea e con l'arrivo di Guillen a dar man forte sugli esterni al rientrante Erstad e al giocatore simbolo Garret Anderson, l'interesse degli Angels sembrava orientato a riempire il vuoto lasciato in prima base dalla partenza di Spiezio.
Una telefonata per sondare il terreno riguardo a Rafael Palmeiro (in trattativa con gli onnipresenti Orioles) dava esiti negativi, ma una frase "buttata là " da Rooney ("interessa mica Vladimir Guerrero?") dava il via ad una trattativa tra le più veloci della storia: mercoledì la telefonata, giovedì l'offerta, venerdì la firma. Game set and match Angels.
Il ventisettenne Guerrero, non molto pratico della lingua inglese (si serve di un interprete) ma veloce con la mazza, con le gambe e con il braccio, griffava un contratto di 70 milioni per cinque anni, con un opzione per il sesto che porterebbe a 82 milioni il volume dell'affare rendendolo, in tal modo, il più oneroso della storia della franchigia, superando lo sciagurato contratto offerto a Mo Vaughn poche stagioni or sono.
"Bill mi ha chiamato per sapere se c'erano i soldi per poter fare una rapida offerta al giocatore e ho pensato che saremmo stati pazzi a non cercare di prenderlo"è uno dei più grandi talenti nelle majors"". Ed in effetti, avere a che fare con un proprietario come Moreno, non deve essere del tutto sgradevole. Così almeno crediamo abbia pensato Stoneman al momento della famosa telefonata: "Ho detto ad Arte, se dobbiamo prendere qualcun altro, questo è un giocatore speciale, lo conosco personalmente, è un uomo-squadra, un ragazzo tranquillo e una brava persona, ama giocare a baseball"se prendiamo lui, cambierà davvero la nostra squadra"". La risposta di Arte Moreno? Semplice: "Se pensi di volere lui, vai e prendilo"".
Liscio come l'olio dunque, ma se Moreno è il primo a spacciarsi per un proprietario, prima tifoso e solo successivamente uomo d'affari, è anche vero che in molti hanno visto dietro alla firma di quattro prestigiosi free agents latini, una sorta di disegno per poter "vendere" meglio il proprio prodotto, conquistare una fascia di pubblico da sempre freddino verso la squadra di Anaheim soprattutto in virtù di una comunità ispanica in continua crescita demografica.
Di certo, networks che trasmettano in lingua spagnola non mancheranno, ma Moreno non ha mancato di chiarire, agli scettici, come fosse "questione di firmare i giocatori migliori, a prescindere dalla loro provenienza"". Sicuramente, l'arrivo di Guerrero in South California, permetterà a Moreno di negoziare da una posizione di forza con gli eventuali sponsors che saranno interessati alla maggiore copertura televisiva che la squadra del manager Mike Scioscia necessariamente otterrà , ma il plusvalore che la firma di Guerrero aggiunge è soprattutto valutabile dal punto di vista tecnico: con una media in carriera di .323 e 37 homers di media nelle sue sei stagioni agli Expos, a ventotto anni ancora da compiere, Guerrero (quattro volte all star) si segnala, assieme a A-Rod e forse ad Albert Pujols, come uno dei giovani fenomeni, in grado di riscrivere i libri dei record di questo gioco.
Dotato di grande velocità sulle basi e in possesso di un grandissimo braccio, in grado di sconsigliare i più arditi tra i baserunners della lega, Guerrero andrà ad occupare lo spot di esterno destro, provocando lo spostamento a esterno centro del MVP dell'All Star Game, Garret Anderson e la conversione a esterno sinistro per Guillen.
Tale mossa, agevolerà il passaggio di King Fish, Tim Salmon al ruolo di battitore designato, mentre il buco in prima base verrà coperto dallo spostamento di Darin Erstad, ex esterno centro titolare, reduce da una travagliata stagione a causa di problemi ad un tendine che lo hanno tenuto fuori per 95 partite.
Giocare in prima non lo spaventa ("sono sicuro al cento per cento di potercela fare" mi ci vorrà solo un po' di tempo per abituarmi"") e d'altronde, proprio il suo stile di gioco molto generoso, fatto di prese al volo che mandano in delirio i fans e che aggiunto ad una solidità difensiva fuori dal comune ne hanno fatto un Gold Glove, potrebbe essere stato un fattore scatenante quei problemi fisici che è invece necessario evitare, soprattutto in questa stagione.
Il "fattore infortuni" che non hanno risparmiato neanche Eckstein e Glaus, è proprio una delle ragioni che hanno contribuito a frenare il mercato di Guerrero: le 39 partite saltate per un problema di ernia del disco durante la passata stagione, hanno finito per preoccupare notevolmente le dirigenze interessate a firmarlo, assieme ad alcune speculazioni riguardanti la presunta indisponibilità del giocatore a cambiare lega od anche, da non sottovalutare, il fatto che gli Yankees, di solito pronti ad andare a caccia di grandi nomi, abbiano preferito accaparrarsi i servigi di Gary Sheffield.
Ad ogni modo, con i medici degli Angels dichiaratisi affatto preoccupati dalla schiena di Vlad, i californiani hanno potuto proseguire nella loro opera di allontanamento da quella che era considerata una delle franchigie low budget per eccellenza, avvicinandosi più al modello Bronx Bombers, che avrà fatto storcere sicuramente più di un naso tra i proprietari delle franchigie, tanto che Moreno, si dichiarava consapevole che durante la stagione, finirà per sentirsi "come Custer, con un mazzo di frecce piantate nella schiena"".
Giocare sull'erba invece che sul turf, darà una notevole mano nel mantenere la schiena di Guerrero lontana dai guai e lo stesso dovrebbe potersi dire della possibilità di giocare finalmente in una squadra di alto livello, con serie possibilità di arrivare ai playoffs, una squadra in cui il dominicano non sarà costretto ogni sera ad assurgere al ruolo di salvatore della patria. Descritto come un giocatore a basso mantenimento (a Montreal pare vivesse con la madre) molto legato alla famiglia (tre dei suoi fratelli, tra cui Wilton, adesso ai Royals") andrà a formare con Guillen e Anderson un trio di formidabili power outfielders, così come formerà con Troy Glaus (annunciato dopo l'infortunio, nella migliore condizione fisica della carriera") la più giovane e talentuosa coppia di battitori destri di tutte le majors.
Adesso manca la chimica, quella che negli ultimi anni ha trasformato squadre all'apparenza di seconda fascia, come gli Angels appunto o come i Marlins freschi campioni, in squadre da titolo, opinione diffusa nello spogliatoio dei californiani, così come l'ottimismo che i nuovi arrivi hanno suscitato. Per tutti, valga l'opinione proprio di Erstad: "Sono fiducioso"sulla carta siamo molto forti"dobbiamo però trovare l'armonia come gruppo per vincere determinate partite"è un qualcosa su cui occorre lavorare ma non è una cosa che mi preoccupa"è importante trovare la chimica giusta, ma è anche importante avere intorno gente che è qui da un po' di tempo e che potrà aiutare i nuovi a inserirsi"Scioscia inoltre è un manager per cui è molto facile giocare, dunque credo che sarà una transizione molto morbida".".
I tifosi degli Angels si augurano lo stesso ed il primo ad augurarselo è proprio Arte Moreno malgrado dichiarazioni da consumato manager e uomo d'affari: "Dal primo giorno sapevo che occorrevano degli investimenti importanti per tornare ad essere competitivi"il nostro budget comunque rimarrà abbastanza flessibile"adesso siamo a posto così, ma dobbiamo lavorare per essere competitivi anche in futuro, non solo nel 2004"".
Ottimi propositi, ma appare evidente, che nessun risultato inferiore alla partecipazione alle World Series verrà considerato accettabile e nel caso di una stagione negativa (lungi da noi sperarlo), ad Anaheim, finiranno per scoprire anche la faccia cattiva di Arte Moreno, bilingue, anche quando si tratterà di imprecare… e di far rotolare teste.