NFC – Week 14 Report

Bel primo piano di Ronde Barber: primo CB nella storia a mettere insieme 20 sacks e 20 INTs. E intanto i Bucs sono in testa alla South.

NFC East

New York Giants 9-4, Dallas Cowboys 8-5, Washington Redskins 7-6, Philadelphia Eagles 5-8

Prima certezza dalla division: gli Eagles non faranno i playoffs. Non fossero in produzione il secondo e terzo episodio del fortunato film " La maledizione della luna nera" potremmo parlare di artefatto del Super Bowl. E' infatti la quinta volta consecutiva che una delle due protagoniste dell'atto finale della stagione chiuda la stagione successiva senza qualificarsi alla post season.

Era successo a Carolina l'anno scorso, ancora prima ad entrambe le finaliste del 2002 e del 2001 ed ai Giants della finale persa contro i Ravens.

Di contro chi alla finale di quest'anno vorrebbe arrivarci, New York nel caso, soffre come un matto per vincere una partita che, sulla carta, non avrebbe dovuto essere combattuta. Ma come tante volte succede nello sport la squadra che è in difficoltà , Philadelphia nel nostro caso, trova risorse inaspettate e manda in confusione Eli Manning costringendo la pseudo favorita a vincere in OT con un field goal.

Paradossale che la stessa situazione, ovvero un calcio da tre punti, fosse costata ai Giants la vittoria contro Seattle due settimane fa. Ma se a Jay Feely non erano bastati tre tentativi contro la numero 1 attuale della NFC per dare la vittoria a New York, contro Philadelphia è bastato quello ottenuto a 4 minuti dalla fine del tempo supplementare.

Pensare che gli Eagles, senza il loro big trio (McNabb-Westbrook-Owens ) in campo, abbiano avuto la possibilità  di battere i Giants pone seri interrogativi sulla formazione di New York. Se infatti in una giornata dove hai il pallone per quasi 37 minuti con conseguenti 22 giochi in più, dove riesci ad arrivare al quarterback avversario per ben 6 volte ( Umenyiora 1.5 e Strahan 2 per un totale di 24 in coppia dall'inizio della stagione ), dove la squadra avversaria ti regala 101 yards su penalità , allora hai qualche problema.

Che, allo stato attuale, coincide con il nome di Eli Manning. Il fratello del quarterback dei Colts dopo aver lanciato 5 intercetti nelle prime otto partite sta viaggiando al ritmo di 2 picks a partite nelle ultime tre gare giocate e mostrando qualche limite nella lettura del gioco.

Sulla vittoria dei Redskins potete leggere le parole di Dave Lavarra mentre per quanto riguarda la capolista di division, la Dallas di Parcells, vi consigliamo di leggere quanto ha scritto Teo.

NFC North

Chicago Bears 9-4, Minnesota Vikings 8-5, Detroit Lions 4-9, Green Bay Packers 3-10

Ora i Vikings fanno paura. Non solo ai Bears usciti sconfitti dalla partita contro gli Steelers di cui parleremo qualche riga più sotto ma anche a tutta la NFL. Non ci dilunghiamo troppo su Minnesota in quanto ci penserà  Santini in settimana a farvi una panoramica completa sulla squadra del Minnesota.

Con un Brad Johnson ottimo gestore (percentuale più bassa di intercetti fra tutti i quarterbacks anche se la statistica è viziata dalle poche partite giocate rispetto ai pari ruolo) e con un reparto di corse finalmente produttivo (3 segnature contro i Rams) i Vikings hanno messo la sesta vittoria in fila.

Ma soprattutto la difesa guidata da Ted Cottrell riesce a forzare sei palle perse e sembra pronta a sfruttare ogni minimo errore che l'attacco avversario commette. Nelle ultime sei gare di regular season coincidenti con la striscia positiva Minnesota ha concesso 15.5 punti di media, non subisce un TD su passaggio dall'ultimo quarto della partita contro Cleveland e, nel frattempo, la difesa ha forzato 22 palle perse agli avversari.

Numeri di tutto rispetto ma avranno bisogno di conferme in futuro ad iniziare già  da domenica prossima quando al Metrodome arriveranno gli Steelers e il primo dell'anno i Bears.

Tutta la partita fra Green Bay e Detroit sta nell'azione che andremo a descrivere. 12 secondi prima Garcia aveva provato a conquistare l'ennesimo down di un drive che era iniziato quasi all'inizio dell'ultimo periodo. Su un 4th-and-1, sulle 1 dei Packers, però la corsa del quarterback dei Lions era sta fermata dalla difesa di Green Bay che tornava quindi in attacco sul punteggio di parità  a 7 minuti dalla fine.

In quel momento Sam Gado però, dopo una falsa partenza di un uomo di linea Packers, si trova con il pallone tra le mani in end zone chiuso dalla difesa dei Lions che già  aveva messo nel conto di due punti derivanti dalla safety. Infatti il running back si era prodotto in un passaggio che le zebre avevano indicato come intentional grounding.

Ma dopo una breve spiegazione fra gli arbitri questi decretavano che il tentativo di passaggio era legale e i Packers tornavano in attacco con il punteggio sempre in parità . Vinceranno poi con un calcio di Longwell al supplementare ma che fatica per Green Bay portare a casa la vittoria in una giornata in cui l'equilibrio offensivo tanto richiesto da Favre era stato raggiunto.

Grazie a Gado (171 yards finali e 1 TD) infatti l'attacco, e Favre in specie, erano tornati ad un approccio più conservativo e si spiegano così i 15 giochi in più della formazione di Mike Sherman frutto anche di nove minuti di possesso in più.

D'altro canto i Lions era rimasti fedeli al loro game plan andando subito a segno in un buon primo quarto (13 punti frutto di 2 calci e un'acrobatica ricezione da TD di Williams) per cercare di levare il running back avversario dal gioco e costringere Favre a commettere qualche usuale errore.

Il problema è che Detroit non ha saputo sfruttare tutte le opportunità  che la difesa dei Packers gli ha concesso e che Garcia con una buona prestazione aveva procurato. Infatti i Lions sono arrivati nella red zone avversaria quattro volte ma ne sono usciti solo con un TD non riuscendo neanche a sfruttare tre situazione di goal-to-go nonostante fossero riusciti a tenere Green Bay a 2 soli primi downs nell'ultimo periodo.

Una vittoria che non fa male a Detroit, che ridà  morale ai Packers ma che li allontana allo stesso tempo dalla corsa per Reggie Bush il fresco vincitore dell'Heisman Trophy.

Settimana scorsa vi avevamo lasciato con una domanda ovvero cosa sarebbe successo ai Bears nel caso si trovassero di fronte ad una formazione che, oltre a difendere, riuscisse a trovare la end zone facilmente o comunque con meno difficoltà  di quella che accompagna la squadra di coach Smith.

Se questo avversario si chiama Pittsburgh Steelers e lo si affronta a dicembre in Pennsylvania allora ci sono buone possibilità  che, a meno di una buona partita dell'attacco, la big L sia puntuale come la dichiarazione dei redditi.

Chicago avrebbe dovuto fermare il gioco di corsa degli Steelers, aspetto nel quale quelli di Pittsburgh sono maestri ma che quest'anno pareva essersi inceppato più volte almeno fino a domenica quando, nel fango e tra la neve, è uscita la classe di quel gran giocatore che è Jerome Bettis.

Ad agevolare il compito del potente running back nativo di Detroit è stata anche la prestazione da DNP (did not play) della difesa di Chicago che non è riuscita a generare palle perse negli avversari anzi permettendo al gioco via terra degli Steelers di fare la partita.

Con la difesa in vacanza e pochi minuti a disposizione dell'attacco causa il continuo possesso del football da parte di Pittsburgh tutto il peso della rimonta è andato sulle spalle di Orton ma il quarterback non è riuscito ad orchestrare un drive vincente se non all'inizio dell'ultimo quarto chiudendo ben 6 possessi consecutivi con un punt.

Coach Lovie Smith non ha messo dentro l'ex titolare Rex Grossman neanche quando la partita era andata e questo può essere abbastanza significativo e indicativo che lo staff tecnico riconosce a Orton qualità  che, volente o nolente, hanno portato Chicago a 8 vittorie consecutive.

NFC South

Tampa Bay Buccaneers 9-4, Carolina Panthers 9-4, Atlanta Falcons 7-5, New Orleans Saints 3-9.

Prendete il classico blender. Scoperchiatelo e infilate dentro le seguenti informazioni: prima dei due settimane fa i Falcons avevano sempre battuto i Panthers, quest'ultimi avevano fatto altrettanto con i Buccaneers mentre Tampa Bay aveva sempre battuto Atlanta. Ora potete accendere il frullatore e aspettare il risultato.

Ovvero tutto e il contrario di tutto quello che sapevano sulla NFC South fino a quindici giorni fa. In questo lasso di tempo infatti Atlanta ha perso con Carolina che si è levata la scimmia dalla spalla mentre domenica i Bucs hanno inflitto ai Panthers una sconfitta che rimette in gioco tutta la division.

Gruden è dovuto ricorrere a quel Buc Ball di cui vi parlammo tre settimane dopo l'inizio della stagione. Ovvero dare la palla a Cadillac Williams (29 volte per 112 yards e 2 TDs) e lasciando prendere meno decisioni possibili al proprio inesperto quarterback.

La partita è stata esattamente la fotocopia del precedente incontro fra le due squadre nella nona settimana. Solo a parti invertite. Tampa Bay difensivamente a tenuto il temuto gioco di corsa di Carolina a 82 yards ma soprattutto a 20 portate forzando Delhomme a cercare la conquista del down con il passaggio anziché con la corsa in situazione di terzo-e-corto.

Proprio da una di queste situazioni è venuto l'intercetto che ha chiuso definitivamente la contesa a favore della squadra di Gruden. Nel drive successivo infatti i Bucs sono andati a segno con la corsa di Williams.
Da segnalare come dato accessorio che, con l'intercetto ed il sack messo a segno contro Carolina, Ronde Barber è diventato il primo cornerback nella storia della NFL ad avere 20 sacks e 20 intercetti.

Il calendario ora propone a Tampa Bay la sfida fuori casa contro i Patriots per chiudere in casa prima contro Atlanta e infine contro i Saints a cui andranno a far visita i Panthers la prossima settimana.

Può succedere di tutto: da vedere tutto il trio della South nei playoffs a trovare una sola delle partecipanti. E potrebbero essere i Falcons cosi come le due sfidanti di questa domenica appena passata.

Sulla vittoria di Atlanta nel Monday Night vi rimandiamo al pezzo che potete trovare su queste pagine.

NFC West

Seattle Seahawks 11-2, St. Louis Rams 5-8, Arizona Cardinals 4-9, San Francisco 49ers 2-11

Tre settimane un grande Brandon Lloyd (119 yards ricevute) e un black out di Seattle aveva permesso ai 49ers di rimanere in partita e solo una conversione da due punti non riuscita aveva impedito a San Francisco di giocarsi il game in overtime.

Memori di ciò i Seahawks sono partiti subito fortissimo con il QB Hasselbeck a completare sette dei primi otto passaggi e un primo tempo da 122.4 di rating e solo tre incompleti. Sopra 24-3 all'intervallo Seattle ha messo, negli ultimi due quarti, il pilota automatico costringendo il già  monodimensionale attacco dei 49ers ad affidarsi ai passaggi del rientrante Alex Smith.

Ma il rookie non è riuscito a portare la sua squadra nemmeno una volta all'interno delle 20 yards di Seattle né tantomeno in una situazione di goal-to-go. 'Cisco ha infatti dovuto ricorrere al punt in ben otto occasioni trovandosi nell'incapacità  di convertire una delle tante situazioni di terzo down che sono occorse nell'arco della partita.

E' stata una sfida che ha fatto riscoprire come accanto ad una miglioratissima e sorprendente difesa (capeggiante la lega nei sacks) ci sia un attacco dove il punto di riferimento è sì il running back Alexander (23° TD della stagione a -4 dal record di Holmes di touchdowns in una stagione) ma tutto ruota attorno alla solidità  di Hasselbeck.

Il quarterback da Boston College con i 4 TDs contro i 49ers è arrivato a quota 19 per la stagione (solo 6 giocatori hanno fatto meglio) ma soprattutto sta completando quasi il 64% di passaggi, una percentuale di intercetti ridicola (2.3 ma fanno meglio in nove) e soprattutto nessuno dei nove piccioni volanti che ha tirato è stato riportato.

Settimana prossima si vola in Tennessee ospiti dei Titans mentre San Francisco affronta un'altra squadra della AFC South, i Jacksonville Jaguars.

Non ci soffermiamo sui Cardinals di cui ha già  parlato Dave Lavarra concludiamo l'analisi della division con i Rams che andavano a Minneapolis ad affrontare una delle squadre più calde del momento.

E per vincere contro questi Vikings, contro la difesa che stanno mettendo in campo in questo periodo ci vuole qualcosa di più di un Fitzpatrick qualsiasi. Il sostituto di Bulger e Martin non è chiaramente all'altezza del ruolo ed il piano partita di Minnesota, bloccare le corse di Jackson e mettere lasciare che fosse il quarterback avversario a fare la partita, è andato in porto fin dall'inizio.

Per darvi un'idea della giornata che i Rams hanno vissuto basta guardare a come si sono conclusi i primi 7 possessi della squadra allenata, pro-tempore, da Joe Vitt: 3 punt consecutivi, un 4th-and-2 con Jackson stoppato sulle 8 di Minnie, un field goal, 2 intercetti.

Mai al sicuro nella tasca Fitzpatrick ha finito per farsi intercettare 5 volte , subendo un sack senza sfruttare la presunta superiorità  numerica che le statistiche sembrerebbero accreditargli.

Costretti a lanciare per tornare sotto nel punteggio i Rams hanno collezionato errori su errori concludendo gli ultimi 7 drives della partita nella stessa maniera con cui avevano chiuso i primi 7 all'inizio della partita. Ovvero con 3 punts, 3 intercetti, un fumble lost e un turnover su down.

La stagione di St. Louis è chiaramente finita e non solo per la quarta sconfitta nelle ultime cinque. Si tratta ora di "tenere" fino alla fino della stagione quando la chiarezza sul futuro di Mike Martz sarà  la base su cui impostare la nuova stagione.

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