NFC – Week 12 Report

Brett Favre. Rrivedremo l'anno prossimo il numero 4 in campo?. Intanto i Packers affondano….

Questa settimana permettetemi una piccola premessa. Se quei bravi ragazzi della redazione NFL continuano su questo ritmo e con questa bravura tra poco, per il vostro paroliere, non resterà  che commentare il curling" Come al solito durante la lettura vi rimanderemo ai rispettivi links che spero siano già  storia per alcuni di voi.

Iniziamo dunque.

NFC East

Dallas Cowboys 7-4, New York Giants 7-4, Washington Redskins 5-6, Philadelphia Eagles 5-6

Da un paio di settimana continua a girarmi per la testa una domanda a cui non sono riuscito a dare una risposta e che ripropongo a voi questa settimana. Andy Reid si è rinsavito e, ritrovando un vocabolario in fondo al cassetto e sfogliandolo, ha visto che le parole rushing e football game insieme non stanno male oppure è l'aver visto all'opera McMahon ad aver indirizzato il cambio di strategia in attacco?

Mentre cercate la risposta qui sottolineiamo come Westbrook sia andato sopra le 100 yards su corsa per la prima volta da due mesi a questa parte e che nelle ultime tre partite (Dallas, @ NY Giants e contro Green Bay) Philadelphia ha corso (466 yards) quasi quanto nelle prime 8 di stagione regolare (469 yds).

Ovvio che contro una squadra come i Packers tale strategia, unita alla prova da compitino in classe senza errori di McMahon (91 yds, no TD ma anche nessun INT) e ai troppi errori commessi da Green Bay, sia potuta bastare per interrompere la striscia di quattro sconfitte consecutive.

Forse a Dan Snyder, proprietario dei Washington Redskins, dopo le ultime due settimane, qualche dubbio è venuto su quanto sia stato conveniente mandare via due capo allenatori che, alla guida di due formazioni NFL, hanno sancito la crisi della sua squadra.

Settimana scorsa, su queste colonne, avevate letto di come l'attacco di Washington si fosse "fermato" vittima della strategia d'attacco che aveva dato buoni frutti all'inizio. Tutti sanno ormai che i Redskins sono pericolosi quando riescono a tenere un bloccante in più sulla linea di scrimmage e mandare ½ ricevitori fuori sulle tracce.

Ebbene se anche questa volta Brunell è venuto a contatto con gli avversari solo due volte e per una perdita di appena 3 yards tale protezione però non ha dato frutti nel gioco aereo con il quarterback sotto le 200 yards e un solo TD mentre Santana Moss restava sotto le 100 yards ricevute per la quinta settimana in fila.

Ma quello che sorprende della squadra di Gibbs è la difesa. In negativo però. Sulla carta una delle migliori della lega gli undici difensivi di Washington continuano a concedere troppi big plays agli avversari (solo un dato: 7.2 yards di media per portata per i running backs di San Diego) e quando uno di questi fa di cognome Tomlinson è difficile che l'occasione, dagli avversari, non venga sfruttata.

Così Washington butta via, per la terza settimana consecutiva, un vantaggio nell'ultimo periodo e perde in overtime la terza in fila.

Sulle partite dei Giants e dei Cowboys ve ne danno conto Jacopo Caiti nel pezzo andato on line per l'anticipo del giovedì fra Dallas e Denver mentre ancora la tastiera di Santini ci fa sapere come hanno giocato i Giants nel Qwest Stadium di Seattle.

NFC North

Chicago Bears 8-3, Minnesota Vikings 6-5, Detroit Lions 4-7, Green Bay Packers 2-9

Fermi nella domenica i Lions reduci dalla sconfitta del giovedì contro i Falcons la giornata vedeva i Vikings impegnati contro i Browns, i Packers contro gli Eagles e i capolisti Bears scendere in Florida a Tampa più precisamente.

I Tampa Bay Buccaneers non ci hanno capito niente. E intanto i Bears sono a vittorie in fila e si propongono come squadra da battere nella NFC. La domenica ha detto questo e anche altro per Chicago però.

Ha sottolineato come la difesa coordinata da Ron Rivera sia la migliore della lega e come riesca a mettere l'attacco nella posizione più favorevole di segnare punti. Era successo con i Panthers sette giorni fa (drive vincente di sole 8 yards in seguito all'intercetto di Kasher) è successo anche nel primo gioco a disposizione dei Bucs.

Un Alex Brown indemoniato costringeva Simms a terra forzando un fumble che Tommie Harris recuperava e, nel drive successivo, Orton trovava Gilmore in end zone per l'unico TD della partita targato Bears. E in una partita che vedeva di fronte due super difese chi avesse preso l'inerzia della gara con la prima segnatura sarebbe stato enormemente avvantaggiato.

La svolta tattica pro-Chicago è stata l'enorme pressione che il fronte difensivo guidato da Ogunleye e Brown ha messo su Simms, deflettando passaggi, causano lanci affrettati, forzando il già  non potente attacco di Tampa Bay a tante situazione di terzo down (12 di cui solo 2 convertite in primo down), anticamera dei 6 punts.

Chicago continua dunque a vincere nonostante un quarterback dal peggior rating della lega (62.3), da 12 intercetti, che solo una volta in undici partite ha lanciato per più di 200 yards ben 9 volte sotto le 150. Ma i Bears, oggi, non hanno bisogno che Orton vinca da solo le partite (non è ancora pronto) ma solo che sfrutti le opportunità  che la difesa gli concede.

E il record di Chicago ne è fedele testimonianza.

Allora diciamo subito che i Browns, nonostante il cappotto ai Dolphins della settimana precedente, non erano un test attendibile come d'altronde gli avversari dell'ultimo mese (New York Giants esclusi) per verificare quanta farina del proprio sacco ci sia nella striscia vincente di Minnesota e quando sia demerito degli avversari.

Cleveland, almeno per un tempo, ha rappresentato un duro avversario peri Vikings che, usuali nel loro game plan, avevano ottenuto pochissimo dal gioco di corsa (38 yards) mentre ne avevano subito la versione Browns con il RB Droughns a portare palla 14 volte.

In attacco però Cleveland è ancora un progetto come dimostrano le quattro palle perse da cui sono scaturite le segnature dei Vikings grazie al contributo di una difesa che inizia a "girare" le partite per Minnesota.

Brad Johnson si è trovato così nel suolo ruolo preferito, ovvero quello nel quale gli viene chiesto di gestire la partita e non di "farla". Aiutato da un accettabile gioco di corsa (il RB Moore chiuderà  con 31 portate e 67 yards) il quarterback dei Vikings ha gestito bene i possessi in attacco trovando tre volte nelle end zone Marcus Robinson.

Minnesota cercherà  di rimanere aggrappata al treno playoffs la settimana prossima quando cercherà  di vincere a Detroit.

Adesso è ufficiale: Green Bay chiuderà  la stagione con un record negativo. Da quando Brett Favre ha indossato per la prima volta il numero 4 verde su sfondo bianco non era mai accaduto.

I detrattori diranno che è arrivato il momento, per il quarterback, di farsi da parte e lasciare che la prima scelta Aaron Rodgers giochi qualche serie imparando i tempi del gioco in previsione della prossima stagione. Se il metro di giudizio è la stagione in corso, hands down, il signor Favre è in declino, netto, impietoso.

E i 19 intercetti, con 19 TD passes, sono lì a ricordarlo, il five-picks game contro Cincinnati un mese fa anche e, di questo passo, chiuderà  a 28 INTs, massimo in carriera. Numeri innegabili che indicano un passo indietro del quarterback da Southern Miss.

Ma, e non vuol essere una giustificazione, bisogna anche ricordare, quando si affronta l'affaire Favre, che la depth chart ha visto avvicendarsi ben cinque nomi diversi nella posizione di running back titolare, Javon Walker, solamente il miglior ricevitore a disposizione, ha fatto in tempo a ricevere solo 4 volte prima di farsi male lasciando lo spot privo del suo miglior interprete.

Certo, come ha giustamente fatto notare Eric Allen di ESPN, se Favre ha già  deciso di ritirarsi a fine anno potrebbe comunicarlo alla squadra che potrebbe così lanciare Rodgers. Ma, se non lo ha fatto, allora è bene che sia lui a continuare a stare dietro al centro ogni maledetta domenica.

Ah dimenticavo: Sam Gado è andato in metà  per la quarta volta nelle ultime cinque partite. I Packers hanno perso.

NFC South

Carolina Panthers 8-3, Tampa Bay Buccaneers 7-4, Atlanta Falcons 7-4, New Orleans Saints 3-8.

Allora qui è tutto ancora in ballo. New Orleans Saints esclusi, sui quali potete leggere nel resoconto di Lavarra.

La settimana era iniziata con la vittoria dei Falcons nel consueto anticipo del giovedì in occasione del Thanksgiving day e di cui Santini, nel suo recap, aveva ampliamento trattato.

Ma come dicevamo all'inizio i giochi sono ancora aperti perché tutte e quattro le squadre di division dovranno incontrarsi fra di loro almeno altre quattro volte a testa per cui la situazione è aperta ad ogni scenario. Senza escludere, questa volta, i Saints.

Non occorre infatti avere una memoria da elefante per tornare alla precedente stagione quando Aaron Brooks e compagni chiusero la stagione con quattro vittorie consecutive delle quali le ultime tre contro Bucs, Falcons e Panthers.

Per Carolina, dunque, vincere contro i Bills è stata una boccata di ossigeno se non altro perché permette alla squadra di John Fox di continuare ad avere una partita di vantaggio su Tampa Bay ed Atlanta.

Ma poteva andare tranquillamente nel verso contrario. I Panthers infatti non hanno fatto un figurone se si considera che, di fronte, avevano una formazione, i Bills, che, quest'anno, non riesce a fermare nessuno sulle corse (quasi 150 yards a partita concesse) e che veniva dalla batosta contro i Chargers.
Carolina ha provato dunque a correre (33 volte) ma né Foster (77 yards su 23 portate) né un Davis in netto calo di forma (6 runs per 22 yards) hanno fatto danni nella difesa di Buffalo. Emblematico è stato, in questo senso, il terzo quarto che, a fronte di quasi 11 minuti di possesso, ha visto i Panthers andare a segno solo grazie ad un field goal.

La differenza l'ha fatta quindi la difesa che, ancora una volta (e il conto sale a 6, intese come partite) tiene un avversario sotto le 300 yards ( Buffalo 216 nel caso) e concedendo a McGahee solo 53 yards via terra e arrivando a Losman 4 volte (23 sacks negli ultimi 6 incontri per Carolina).
Settimana prossima, per il discorso di cui sopra, i Panthers ospiteranno i Falcons nel primo dei due incontri fra le squadre da qui alla fine della stagione. Vincendo John Fox metterebbe un altro po' di distanza fra se e Jim Mora e guarderebbe ai playoffs con maggiore tranquillità .

Dimenticavamo però di dirvi una cosa: Vick è 5-0 nelle ultime sfide contro i Carolina.

Dulcis in fundo i Buccaneers. In casa contro i Bears coach Gruden aveva stabilito che la sua squadra, per vincere, avrebbe dovuto fermare il quinto attacco della nazione via terra (prima di domenica Chicago guadagnava in media 134 yards a partita) forzando Orton a lanciare.

Piano perfettamente riuscito a guardare i numeri con i Bears tenuti a 118 yards totali su corsa e il quarterback al primo anno a lanciare per ben 28 volte. Dov'è l'inganno allora visto che Tampa Bay ha perso una partita che, se vinta, le avrebbe permesso di staccare i Falcons con la prospettiva di affrontarli in casa il 24 dicembre?

Non c'è, semplicemente. Perché i Bucs hanno giocato una buona partita che solo il field goal da 29 yards sbagliato di Matt Bryant ha rovinato con il QB Simms sopra le 200 yards e nessun TD ma anche nessun intercetto, con il RB Williams che aveva guadagnato ogni inch delle 84 yards finali e Galloway che aveva ricevuto per 138 yards.

Se proprio c'è da puntare il dito verso qualcuno allora meglio rivolgersi alla difesa. Una delle migliori si continua a dire. Ma è poi vero? Nelle ultime tre partite prima di domenica Tampa Bay ha concesso 96 punti, 412 yards su corsa, il 42% di conversione di terzi down. Numeri che, complice l'attacco asettico di Chicago, questa settimana sono tornati alla normalità  ma che testimoniano delle attuali difficoltà  del reparto difensivo guidato da Monte Kiffin che risente delle non buone condizioni fisiche di Derrick Brooks, uno dei leader di tale difesa.

NFC West

Seattle Seahawks 9-2, St. Louis Rams 5-6, Arizona Cardinals 3-8, San Francisco 49ers 2-9

Come avete letto nel recap sui Seahawks, Hasselbeck e compagni hanno messo la settima doppia V in fila e sono i più seri candidati, con i Bears, per rappresentare la NFC a Detroit il 5 febbraio.

Il calendario da qui alla fine della regular season non propone avversari eccellenti per Seattle, fatta esclusione per i Colts la vigilia di Natale, quindi è ipotizzabile che chiuderanno a 12/13 vittorie. Il problema però, a mio avviso, non sta tanto nel numero di vittorie ma nei segni di vulnerabilità  che Seattle sta mostrando in queste ultime settimane.

Rimangono sempre i favoriti per carità  però due settimana fa hanno fatto rientrare i 49ers in partita salvo poi alzare il livello difensivo (Seattle è seconda nella red zone defense) non concedendo la conversione da due punti. Contro i Giants si sono "salvati" tre volte grazie ai 3 field goals sbagliati dal kicker di New York.

Segni che possono benissimo star a dimostrare come questo sia l'anno dei Seahawks ma anche sollevare legittimi dubbi sulla capacità  di tenuta della squadra allenata da Mike Holmgren.

E visto che abbiamo parlato di 49ers vediamo come se la sono cavata contro i Titans. Semplice!! Concedendo per la quinta a volta ad un avversario di lanciare per più di 300 yards e facendo ricordare a tutti come era Steve McNair qualche anno fa.

Se a ciò aggiungiamo anche le quattro palle perse, compresi i 2 intercetti su Dorsey, si capisce bene come la domenica di San Francisco sia stata lunga. Nolan, in sala stampa, è ricorso a tutte le frasi di circostanza per spiegare il momento difficile della propria squadra. La verità  è che i 49ers sono una formazione con ancora troppo poco talento ai due lati del campo, giovane, con un capo allenatore altrettanto novizio.

Settimana prossima la partita in casa contro i Cardinals servirà  per decidere chi occuperà  l'ultimo posto della NFC West alla fine dell'anno.

Arizona, questa settimana, affrontava i Jaguars privi del RB Taylor e, dopo la prima azione, anche del QB Leftwich. Con lo stato di forma di Warner (sopra le 300 yards su passaggio 3 volte su 4 a novembre) e della coppia più forte di ricevitori sulla costa ovest degli stati uniti (duo dei Rams escluso) la cosa più ovvia da fare per Dennis Green era correre.

Il problema però è che i Cardinals alla voce running game, nella stagione in corso, non sono credibili avendo l'ultimo attacco delle lega in questa specialità  e non trovando in nessuno dei running back a disposizione di Green un valido contributo (yards 7 totali alla fine).

Ad escludere ulteriormente dal gioco le corse di Arizona ci hanno pensato i Jaguars andando subito in vantaggio (17-3 alla fine del terzo quarto) costringendo quindi i Cardinals a guadagnare velocemente yards sul campo affidandosi al braccio di Kurt Warner.

Ma come accade quasi sempre in questi un gioco d'attacco aggressivo basato sui passaggi si espone a rischio intercetti e palle perse come il sack ed il fumble forzato dal LB Ayodele su un third-and-nine a 32 secondi dalla fine sulle 36 di Jacksonville.

I Jaguars, ricoperto il fumble, chiudevano così i giochi ed un drive di Arizona che aveva visto un caldissimo Warner muovere la sua squadra di 50 yards sul campo con quattro completi in meno di un minuto.

Chiudiamo la division con i Rams che, ad un certo punto della domenica, era sotto, più precisamente all'intervallo, di 21 punti contro i Texans di un David Carr che in stagione doveva ancora chiudere una partita con più di un touchdown.

Ebbene nel primo tempo quei giovanotti scesi in campo con il simbolo degli arieti sui caschi non erano i St. Louis Rams. Nossignore non potevano esserlo con una secondaria orfana dei quattro titolari e con un signal caller che nella depth chart stava dietro lo scrivente e voi che leggete.

La settimana precedente facevamo notare come, nella partita contro i Cardinals, Steven Jackson fosse stato praticamente dimenticato e di come avessero invece necessità  i Rams di coinvolgerlo nel loro gioco d'attacco per dare credibilità  alla play action e liberare uno dei due ricevitori da una doppia, sistematica, marcatura dall'uomo in più lasciato dalla difesa nella secondary.

L'intervallo è quindi servito ad apportare qualche modifica al game plan e, complici i Texans rimasti con la mente negli spogliatoi, St. Louis ha iniziato ad conquistare yards e posizioni di campo con il QB Fitzpatrick che chiudeva la partita con 3 segnature, l'ultima delle quali in overtime per il successo dei Rams.

Da rimarcare, veramente, la prova del quarterback che ha sofferto dell'uscita anticipata del left tackle Pace (5 sacks subiti infatti) ma dimostrando di possedere capacità  di lettura e pazienza cosa che a St. Louis forse non hanno ancora perso con Martz se, come sembra, il coach sarà  riconfermato alla fine della stagione.

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