Buona la prestazione di Aaron Brooks
Il Sunday Night di ieri ha proposto la sfida tra New York Jets e New Orleans Saints, ovvero una partita di nessun conto per quanto riguardava la classifica e la corsa ai playoffs ma che destava comunque curiosità per chi ha avuto in pochissime occasioni la possibilità di vedere queste due squadre in azione nel presente campionato.
Come noto ambedue le franchigie hanno attraversato una stagione difficile, fatta di 2 vittorie ciascuna e con diverse giustificazioni a proprio discapito quali i già discussi problemi di New Orleans dopo le calamità naturali abbattutesi sulla città ed infortuni multipli ai quarterbacks di New York, che hanno decretato Brooks Bollinger quale titolare momentaneo di questo ruolo.
Il giovane regista ha avuto modo di dimostrare qualcosa in diretta nazionale e nonostante la risicata sconfitta dei Jets si può affermare che ieri sera è stato il miglior giocatore a scendere in campo partendo dal presupposto che ha fatto molto di più di quello che ci si aspettava dopo lo 0-3 di record accumulato da starter.
Bollinger è stato intelligente nelle scelte, ha forzato un solo pallone in tutta la gara, si è mosso bene nella tasca andando a prendere 15 yards in 3 portate ed ha lanciato per 251 yards (72% di completi) facendo partire dal suo braccio palloni precisi con delle discrete spirali, tutte cose che non era riuscito a mettere in mostra nelle esibizioni precedenti.
Nel drive con cui i Jets hanno aperto le segnature con il primo di quattro field goals di Mike Nugent, il quarterback ha trovato il primo di una mini serie di passaggi a lungo guadagno connettendo con Jerricho Cotchery per 33 yards, sfruttando alcune difficoltà mostrate dai Saints in copertura e permettendo al suo attacco di fare ciò che non riusciva mai a fare, ovvero muovere la catena del primo down.
Il suo collega Aaron Brooks ha risposto nel drive successivo con un TD pass per Donte Stallworth, che ha corso una traiettoria in comeback girando sulla schiena del diretto marcatore subito dopo la ricezione, mettendo fine ad un buon drive fatto di 7 giochi per 70 yardse quindi, nel possesso offensivo seguente ed il punteggio sul 7-6, l'attacco dei Saints ha mantenuto costante il ritmo dei guadagni, mettendo in piedi un'altra serie di 74 yards in 8 giochi culminata con il secondo passaggio vincente di Brooks questa volta per il giovane tight end Zach Hilton, assai prolifico nelle recenti gare disputate.
A ridosso dell'intervallo i Jets si sono velocemente portati in posizione per segnare sfruttando anche un passaggio da 23 yards ricevuto da Doug Jolley e se gli arbitri non avessero deciso di rivedere la presa in endzone di Laveranues Coles, i Jets avrebbero rotto il ghiaccio con il touchdown, assente da più di 8 quarti; il capo arbitro ha però annullato la ricezione di Coles (su grande lancio di Bollinger tra l'altro) per mancanza del possesso dell'ovale, costringendo Nugent ad entrare in campo per il terzo field goal di giornata.
L'appuntamento è stato rimandato di poco: dopo che i Saints avevano aperto la seconda frazione con un drive infruttifero anche a causa di due penalità della linea offensiva, Bollinger ha diretto l'ennesimo drive a punti della serata di New York trovando McCareins per 36 yards, Coles per 17 e quindi ancora McCareins per una meta da 27 yards, arrivata da un taglio nel mezzo effettuato in sprint dallo stesso wide receiver che non era stato adeguatamente seguito dal linebacker Ronald McKinnon.
La segnatura dei Jets ha rappresentato il primo di alcuni errori che sarebbero potuti costare la partita a New Orleans, vista la penalità comminata a Will Smith per aver colpito il punter la quale ha regalato un primo down gratuito a New York.
I Jets hanno ripreso il vantaggio per la prima volta dal primo quarto grazie ad una serie di 8 giochi per 42 yards che ha visto Bollinger convertire un 3° down lanciando un passaggio di 23 yards ancora per Cotchery e terminato ancora con successo grazie al tentativo di field goal a segno di Nugent dalle 38 yards, quarto calcio consecutivo centrato per la matricola di New York.
New Orleans, dopo un paio di serie senza esito, ha giostrato un drive di 81 yards che ha tolto 6 minuti e mezzo dal cronometro terminato con la ricezione vincente di Devery Henderson da 30 yards, con la secondaria dei Jets colpevole di esserselo perso in una copertura a zona funzionata a dir poco male e con l'ottimo Brooks a rendersi protagonista del terzo lancio vincente della serata.
La conseguente conversione da 2 punti è andata a segno con la presa di Joe Horn, viziata però dalla trattenuta fischiata a Zach Hilton che, arretrando la ripartenza della conversione di 10 yards, ha costretto l'attacco ad accontentarsi dell'extra point.
Con il punteggio sul 21-19, rivelatosi poi il punteggio finale, i Jets hanno avuto una duplice occasione per vincere la partita: nella prima, un ottimo drive fermatosi sulle 34 yards dei Saints ha messo gli special teams in grado di tentare un field goal, ma un fischio davvero fuori luogo degli arbitri ha comminato a Bollinger un intentional grounding pressochè inesistente, che ha condizionato lo svolgimento degli ultimi minuti di gioco; la penalità ha comportato la perdita del down e 10 yards di arretramento, dunque il punt al posto di 3 punti che sarebbero valsi più dell'oro per la squadra di casa.
Infine, nella seconda occasione, Mike Nugent ha calciato corto un field goal da 53 yards con 14 secondi sul cronometro, decretando quindi la nona sconfitta stagionale di New York dopo una partita tra le migliori disputate quest'anno da tutta la squadra, che ha mosso benissimo il pallone per tutta la gara ed ha difeso con meno sbavature del solito, seppur incapace di forzare turnovers e di coprire i ricevitori a dovere in occasione delle due mete concesse.
Una menzione specialissima va a Curtis Martin, che nel primo quarto ha scritto un'altra pagina di storia della Nfl sorpassando il muro delle 14.000 yards in carriera e diventando solamente il quarto giocatore a compiere l'impresa; il running back si aggiunge ad Emmitt Smith, il leader all-time, al mitico Walter Payton ed all'elettrizzante Barry Sanders in questa speciale e ristretta lista, la cui entrata rappresenta l'ennesimo motivo in più per il quale Martin entrerà a pieno diritto nella Hall Of Fame.
Anche se la sua stagione è andata molto male in termini di vittorie, Martin deve essere molto orgoglioso di questo prestigioso traguardo individuale, ottenuto con disciplina, durabilità e delle qualità da runner da fare invidia a tutti. Congratulazioni.