Un momento storico, Newman tronca la serie consecutiva senza intercetti di Plummer
L'ultimo giovedì di Novembre equivale a dire tacchino e football. Nel Thanksgivingday si ricordano i padri pellegrini, mangiando tacchino ripieno a volontà , guardano alla televisione lo sport preferito. Un double header, due match tra mattina e pomeriggio, per rallegrare il giorno di festa.
Thanksgivingday, ovvero giorno del ringraziamento. A ringraziare sono soprattutto i Denver Broncos, che devono la vittoria a Ron Dayne. Forse è mancata solo l'occasione a questo ex iceman trophy winner, per esplodere nel mondo professionistico. Una corsa da 55 yards in OT ha inginocchiato i Cowboys, che pagano pesantemente l'unico big play concesso, ed un errore del proprio Kicker Cundiff, a quattro giorni dal field goal record da 56 yards. I Borncos a quota nove vittorie mantengono vive le speranze di agguantare Indianapolis, nella lotta al vantaggio campo nei playoff.
Due formazioni che si affrontano per mantenersi alla testa delle proprie divison, due squadre speculari quanto a tipo di gioco. Molte corse e controllo del cronometro in attacco, limitando gli errori, difese arcigne ed opportunistiche, alla ricerca costante del big play.
Dallas è reduce da 5 vittorie negli ultimi sei incontri, a dispetto di un attacco che non sta brillando, e le ultime due gare sono li a dimostrarlo, con poco più di 200 yards di total offense. La squadra deve ritrovare la continuità perduta, insieme alla propria efficienza nella red zone.
Bledsoe è in calo, nell'ultima giornata è stato tenuto a sole 170 yards senza touchdown per la prima volta in stagione. Solo aver limitato gli errori e tanta difesa hanno tenuto a galla i texani. Il reparto è il quinto della lega, ottima sia contro corse che contro i passaggi. Otto incontri senza concedere 100 yards ad un corridore avversario non si inventano. Il record di 7-3 consente di sognare, alla pari dei Giants; la crisi di Phialdelphia incoraggia la squadra ancor di più.
Denver sta invece volando sulle spalle di un Plummer scatenato, alla ricerca del record per numero di passaggi consecutivi senza intercetti. Jake the Snake inventa, corre, lancia, dimostrando una maturità sconosciuta fino a d oggi. L'attacco è il quarto della lega ( 5° per punti segnati). Ciò che realmente incanta in questa formazione è la forza del proprio running game, capce di inventare ogni volta un runner diverso, e d ugualmente efficace. Quasi 190 yards di media negli ultimi otto incontri, con una combinazione di forza ( M. Anderson) e velocità (Bell), che è difficilmente riscontrabile in qualsiasi altra squadra della lega.
Difensivamente i Broncos concentrano i loro sforzi nel controllo del perimetro, lasciando a Bailey il compito di sorvegliare uno ad uno il miglior ricevitore avversario. La forza sta nel numero di tentativi subiti, il minore della lega. Grazie alla capacità di gestire gli incontri gli avversari sono costretti a dimenticarsi il running game, diventando spesso monotematici. Due incontri di vantaggio su Kansas City e San Diego, permettono alla squadra di guardare dall'alto i rivali divisionali, ma San Diego è in crescita, la formazione di Mike Shanahan non può certo rilassarsi.
Alla fine la spuntano i Broncos, sempre avanti nel punteggio, ma mai realmente in controllo della partita. Denver è stata fortunata e capace nel momento deciso dell'incontro. Fortunata ad avere il primo possesso in OT, capace per averlo sfruttato adeguatamente. La partita è scivolata via in equilibrio, con i texani che destano una migliore impressione, capaci di muovere la catena con continuità , ma sempre ad arrancare alle spalle degli ospiti, subito in vantaggio.
L'intercetto di Bailey, riportato direttamente in end zone risulta determinante, non tanto per i sette punti in se, ma perché a permesso alla squadra di impostare la partita che preferiva. L'attacco dei padroni di casa ha eseguito 31 giochi in più dell'avversario, e tenuto 13 minuti di più il pallone, ma è stata condannata da un errore del proprio special team. Cundiff non ha realizzato dalle 34 nel tempo regolamentare, Elam non ha perdonato dalle 24 nei supplementari.
Due formazioni che hanno adottato una tattica in fotocopia, togliere il running game agli avversari, forzare i quarterback in situazioni di terzo e lungo, evitare big play. Denver, però, non è quasi mai riuscita a togliersi dalle situazioni di imbarazzo. Affrontando una media di oltre 7 yards sui terzi down, ha convertito solo tre volte su dieci, non trovando mai la continuità necessaria. Plummer è risultato incapace a risolvere il rebus proposto dalla difesa di Dallas, che ha pagato pesantemente il solo big play concesso.
Alternando fronti a 3 e a 4 uomini, i Cowboys hanno generato pressione sia con la linea, che mandando uomini in blitz. I propri defensive back sono rimasti incollati agli avversari, non lasciando che le briciole sul profondo. Lelie non ha visto lo straccio di un pallone, mentre il proprio quarterback è rimasto spaesato dai diversi look proposti da Zimmerman, commettendo errori di lettura e lanciando il suo primo intercetto dalla seconda giornata. Soprattutto ha completato solo 14 passaggi, il più lungo da 24 yards.
I Cowboys hanno gestito meglio la situazione, sfruttando meglio il gioco nel breve, con Witten ( 9 per 82 e un touchdown) incontrollabile e Johnson che ha abusato del rookie cornerback Darrent Willimas. Molti quick pass hanno messo fuori gioco i blitz avversari, e insistere sui giochi di corsa ha mangiato tempo sul cronometro. Bledose, 232 yards e due touchdown, è stato in grado di costruire almeno quattro down convincenti, mantenendo un possesso palla ampiamente superiori agli avversari.
Una delle curiosità maggiori prima del match era proprio quella di vedere di fronte due formazioni che fanno del possesso palla un'arma micidiale (prima e seconda con 33 minuti ciascuna). Il duello è stato vinto dai Cowboys, che si sono aggiudicati anche la battaglia per la posizioni di campo, partendo sei yards più avanti degli avversari. La guerra è stata però vinta dai Broncos.
Inizio contratto, con formazioni più concentrate a fermare gli avversari, che a cercare di produrre gioco. Prima serie per Denver, ma l'attacco esce senza produrre, imitato dagli avversari. Le difese dominano, la partita non decolla. Box stracarichi, 8-9 uomini di fronte alla linea avversaria, controllo toale della linea di scrimmage, questa la parola d'ordine.
Al quarto possesso i Cowboys produco qualcosa, Bledose, inizia a completare sul breve, ma dopo un paio di giocate incappa nel primo errore della serata. Incomprensione con il Te Campbell, Bailey anticipa il gioco e il totale fa sette punti per gli ospiti, che imprimono la prima accelerazione al match. Che non sia serata per l'ex Patriots?
In realtà la risposta non tarda. Nuovamente bloccati sul terreno, i Cowboys si affidano al proprio quarterback, che risponde benissimo. Aiutata da un fallo personale di Al Wilson, in quattro minuti, con il 100% di completi nel drive, la squadra bussa alla porta. Play action, pump fake sulla destra, e il cornerback deputato alla copertura profonda è congelato sulla linea Keyshawn ringrazia. 7 pari all'inversione di campo. Le due formazioni sembrano specchiarsi, non vogliono concedere spazio ai corridori, in 15 minuti solo 30 le yards sul terreno guadagnate dai due attacchi. E il trend continua.
Nel primo drive del secondo periodo, è Denver a cercare di mettere maggiormente al centro del gioco Plummer. Anche per Jake the Snake passaggi sul corto, soprattutto per i tight end, fino a quando, sulle 20 avversarie, la difesa di Dallas manda 9 uomini a pressare. In profondità solo due coperture singole. Plummer si libera velocemente del pallone, i blitz vengono, per una volta, letti magistralmente. Gleen sbaglia, taglia per l'anticipo, sperando nel passaggio corto, Rod Smith invece gioca una stop and go perfetta e si invola in meta. Il pallone sta in aria due minuti, ma alla fine casca nel punto giusto. Anche Denver va a segno con l'attacco, ritornando avanti.
Il secondo quarto va avanti con un altro orrore di Bledose. Il numero 10 texano non riesce a leggere una serie di finte di blitz, sparecchia velocemente sul profondo, ma in zona solo maglie bianche. Broncos a ringraziare, ma non puniscono. Anzi. Plummer qualche gioco dopo termina la propria striscia vincente, e i Cowboys non usano la stessa cortesia. Bledsoe completa subito per 39 yards, si affida alla coppia Jones-Barber, ma manca il thrilling finale. Palla sulle 10 Broncos.
Corsa da quattro yards. Secondo down e corsa da 5 yards. Sul terzo si lancia: passaggio incompleto. Parcell è nel dilemma, ma rischia. L'head coach decide di andare alla mano, con un off side difensivo che accorcia le distanze dalla goal line, è Bledose ha dare una gioia al proprio coach. 14 pari senza niente altro da segnalare prima dell' half time show.
Finisce dunque con una segnatura su quarto down. l'aggressività di Dallas ha pagato, fermando le corse avversarie hanno costretto Plummer nella situazione che volevano, terzi down con molto da prendere. Questo ha forzato l'errore dell'avversario. Devono senza dubbio migliorare le letture di Bledsoe, ma i molti blitz sono sempre stati controllati egregiamente, e i tentativi di corsa, nonostante l'improduttività hanno consentito alla squadra di trovare ritmo, proprio quello che è mancato ai Borncos.
Per Denver solo 11 minuti di possesso, la necessità di stabilizzare il gioco su corsa appare evidente. Shanahan ha ammesso di non aver giocato bene, in sei possessi ben quattro punt dopo tre giochi e la propria difesa, ha concesso troppo, 50 yards su corsa, oltre 140 su passaggio, pur riuscendo a forzare due turnover.
La prima palla del secondo tempo viene sprecata dai Cowboys, che restituiscono il pallone ai Broncos lontanissimo dalla end zone. Sulle proprie 10 yards, 90 metri circa di campo da percorrere, Denver decide che è ora di produrre qualcosa. Plummer comincia a lancia qualche completo, 4 su 4 nel drive, corre per 16 yards, e riesce con un rollout a completare su un 3° down chiave. Ron dayne capitalizza entrando intoccato in end zone. Ottimo, finalmente qualcosa si muove. Un campo intero percorso a ritmo incalzante, con 11 giochi consecutivi in sei minuti e 20 secondi, il massimo di questa giornata per gli ospiti. Partita decisa?
Forse. L'avvio dell'ultimo periodo vede ancora Denver riconquistare il pallone, ma anche questa volta, ben dentro il proprio terreno, sulla una yard, la squadra deve affidarsi alle corse, ed è Roy Williams, come contro gli Eagles, ha produrre il gioco che cambia l'inerzia del Match. Colpito durissimo Anderson perde il pallone, ricopre Newman, e tre giochi più tardi Bledose completa nella zona colorata per Witten. Ancora una rimonta, ancora parità , ma il colpo per i "puledri" è devastante, come un K.O. di Tyson.
L'attacco, da qui alla fine, farà al massimo 4 giochi, ma a Dallas manca la capacità di sferrare il colpo decisivo. Soprattutto a 11 minuti dal termine, tiene il pallone per nove giochi e quattro minuti. Quarto e 5 sulle 15 avversarie, sembra tutto pronto per i titoli di coda. Rientra lo special team. Cundiff è appena stato messo nuovamente sotto contratto, dopo l'infortunio dell'estate che aveva portato ad un suo rilascio. Sette giorni fa il calcio record per i Cowboys. 56 yards, metterla dentro dalle 34 sarà uno scherzo. Non proprio. Il Kicker sbaglia fra il disgusto generale, mandando largo sulla sinistra il pallone.
Niente altro fino alla fine, i capitani sono al centro del campo, e la sorte benedice Denver e Dayne in particolare. La scelta della faccia giusta della moneta è determinante, quanto la corsa da 55 yards del running back, al secondo gioco. Incredibile buoco della linea, e solo Newman arriva a frapporsi tra il giocatore e la end zone. Mancava il fulmine Bell, ma alla fine l'ex tuono dei Giants a scandito il proprio boato. 7 portate per 98 alla fine, il massimo dal 2001, con a suggello il primo touchdown in maglia Broncos. Appena il tempo di rifiatare e spazio ad Elam per il field goal decisivo dalle 24, un automatico per il recordman del calcio.
Il running back che non ti aspetti decide la partita, come in un perfetto lieto fine. Una regia perfetta per un romanzo d' appendice, con la rivincita dei dimenticati. Forse mancavano le occasioni, forse mancavano gli schemi, forse lo stile di corsa, o l'impegno in allenamento.
Il coaching staff ha creduto in me, dandomi una chance. Sono felice, ora qualcuno dovrà rimangiarsi le parole, ho finalmente avuto l'opportunità di dimostrare che non sono un bust. Non ho mai perso la fiducia in me stesso. Sapevo che nel giusto sistema, con le giuste opportunità avrei dimostrato il mio valore
Quello che è certo, è che il Dayne visto nel giorno del ringraziamento, è un altro runner, ben più efficace dell'inconcludente giocatore visto fino ad ora, e sicuramente una valida alternativa per una squadra in corsa per il titolo.
Si festeggia sulla sideline bianco-blu-arancio. Una gara apparsa compromessa, pur giocata fin dal principio in discesa, si è risolta nel migliore dei modi, ora tutti a mangiare tacchino, c'è una settimana lunga di riposo. Per Dallas molte recriminazioni, per una partita non dominata, ma comunque giocata meglio degli avversari.
Ancora una sconfitta molto ravvicinata, come le altre di questa stagione, dove lo scarto complessivo delle tre sconfitte è di 13 punti.
"Sono scontento di come è andata a finire, non certo della prova e degli sforzi della squadra. Siamo stati solidissimi per tutto il match. O quasi." ha commentato Parcell. Ma dieci giorni a meditare faranno bene, anche perché alla prossima fermata, il tram è quello dei Giants, e sicuramente non ci saranno sconti d'errori come nel match appena disputato.