AFC – Week 10 Report

Il pallone dei record va in bacheca

E' in partenza. Tutti pronti a salire. Il "Bandwagon Colts" è sulla rampa di lancio. Chiaro, solare, tutti lo sapevamo già . Tutti eravamo pronti a scommettere, prima dell'inizio della stagione che questa era la volta buona. Tutti pronti a incensare Manning, il nuovo idolo da sacrificare se dovesse di nuovo perdere in Gennaio. Ma, la memoria sportiva è sempre corta. Oggi l'eroe è Lui, assieme ad Indinapolis.

Il vantaggio del fattore campo è praticamente conquistato. Non più scomode trasferte al Nord, per giocare "al freddo e al gelo". Lo spettacolo sarà  più rassicurante, con il frastuono del proprio dome, pronto ad ammutolirsi se "Offense is on the field". Nel mese decisivo saranno gli altri a dover fare le valige per raggiungere l'RCA Dome, per provare a ribaltare il pronostico, e non sarà  semplice.

Ieri ci hanno provato gli Houston Texsans. Oddio provato è una parola grossa. Poco più di un allenamento per Manning e compagnia. Avvio scoppiettante. James corre, Manning trova quasi sempre liberi i propri target, e la squadra domina in lungo ed in largo. Nessun problema nell'ingranaggio perfetto.

Si viaggia sopra i 100 di rating, alla fine saranno tre touchdown e 297 yards, mentre James si avvicina al muro delle 100 yards già  nel primo tempo. Perfetto l'uso del tigh end, tracce slant con un timing perfetto, uno spettacolo. Il 21 a 0 nel breve volgere di poco più di 15 minuti, con gli avversari limitati a soli due primi down ( uno regalato con una penalità ), è la logica conseguenza di quanto visto sul campo.

La differenza tra le due formazioni sta tutta nella media yards guadagnate per ogni singolo gioco. Per i Colts 6.4, per Houston 4.0. Due yards, poco meno di due metri possono essere un abisso. Un centimetro, spesso fa la differenza tra la vittoria e la sconfitta. Due metri sono la differenza tra una squadra mediocre e dei fuoriclasse.

I Texsans possono opporre ben poco. Manca Davis, che da solo fa il 33% del loro attacco. Manca soprattutto la convinzione negli occhi dei giocatori. Qualcosa provano a cambiare gli special team. A cavallo dell'intervallo recuperano non uno, ma due palloni, capitalizzati con 10 punti, Segnano sul primo possesso del secondo tempo, e riaprono il match, prima arrivando a 21-14, poi, 28-17 verso la fine del quarto.

Solo un piccolo intoppo in un ingranaggio perfetto.
Coach Dungy non è preoccupato: "Abbiamo avuto qualche problema sui punt, ma non è che possiamo farci molto su questo aspetto. Per il resto la squadra ha giocato bene. Peyton ha lanciato con percentuali alte, James ha corso bene, è così da inizio anno. Stiamo eseguendo bene, quando conta facciamo il gioco giusto nella giusta situazione."

Indianapolis è troppo forte, troppo superiore. E' stata solo una distrazione. "the triplet" sistema tutto. Giusto il tempo per un altro record, con la coppia Manning-Harrison oltre le 10.000 yards, prima che salga in cattedra la difesa. Non vogliamo farci mancare nulla. Nel finale la differenza tra la linea che produce più sack nella NFL, e il quarterback più colpito della lega si vede. Carr, che si aspettava la serataccia, è raggiunto tre volte. Perfect season arriviamo. -7, il countdown è iniziato.

Poco o nulla è cambiato nella decima giornata nella AFC. Poco o niente è cambiato per i Ravens. Grandi speranze con Boller al rientro, per un attacco fin qui patetico. In campo tutto è rimasto uguale a se stesso, raggiungendo 11 quarti senza alcun touchdown, e mettendo in fila la quarta sconfitta consecutiva, ottava in trasferta di fila.

Un filotto niente male. Jamal Lewis è la fotocopia di se stesso ( 44 yards), Boller ha cercato di imitarlo, lanciando 3 intercetti, non conducendo mai in end zone la propria squadra: "Non so cosa sia successo, non ho una spiegazione logica. Ho solo tanta, tanta frustrazione".

" La spiegazione ve la do io," – ha dichiarato Weaver – "Non siamo una buna squadra, non siamo neanche una squadra. Ma non smetteremo di crederci e lavorare. Non smetteremo di cercare di migliorare. Non importa se siamo in corsa per i playoff o meno, è questione di orgoglio".

Un gioco da ragazzi per Jacksonville, pur priva del runner titolare Taylor. Ok per l'attacco, i Ravens, si sa, sono conosciuti per la propria difesa, mica vorrete farci credere che riescono a vincere anche con un attacco spumeggiante.

Manca però Ed Reed e Matt Jones ringrazia, riceve oltre 100 yards per la prima volta in carriera, con un touchdown. Ok allora li fermiamo sul terreno, tanto non hanno il running back titolare. Garantito. 25 portate e 106 yards dopo, a ringraziare è Greg Jones, che entra, quasi scherzando, in end zone.

Il giocatore ha contribuito in maniera determinante al successo di un attacco che ha chiuso 20 first down, e controllato il cronometro dieci minuti in più dell'avversario. Jacksonville che segna 30 punti per la prima volta in quattro anni e 58 incontri, eguagliando il record dei Browns tra il 95 e il 2001. Ray Lewis dove sei?

"Ce l'abbiamo fatta, abbiamo finalmente messo sul tabellone 30 punti" l'allenatore, che ha aggiunto: "Molte delle scelte che abbiamo fatto stanno maturando, e iniziano a produrre".

Peterson, che ha riportato un intercetto in end zone si è sbilanciato: "Dobbiamo cavalcare questa onda fino alla post season".

Niente di nuovo neppure a Miami, e una volta tanto, l'allievo non supera il maestro. Di scena i Patriots, per una classica della AFC EAST. Il lazzaretto New England è sbarcato al sole della Florida, nessun posto può essere migliore per istituire un sanatorio.

A Belichick non mancano solo i difensori, ora c'è carenza anche di running back e ricevitori. Senza Dillon e Pass, senza Givens, la squadra ha faticato, ma ha portato a casa l'incontro, in rimonta. Non una ma due volte, conservando poi il successo con una splendida difesa sulle proprie 5 yards, nel classico finale crepa-cuore timbrato New England. Consigliato agli amanti del brivido. Hitchock docet.

C'è qualcosa di diverso in questa vittoria dei Patriots? Arrivati sulle 5 avversarie, 50 secondi dal temine, i Dolphins sono stati incapaci di segnare, lanciando 4 volte di fila, l'ultima cercando Chambers in end zone. "Avevo le dita sul pallone" si è disperato il giocatore. Molti toccano i palloni, i fuoriclasse li ricevono.

Stessa scena, stessa squadra. Dopo una settimana, ancora un finale in cui i Dolphins non concretizzano una ghiotta opportunità , contro una squadra ultima per la difesa delle proprie 20 yards. Il record 3-6 poteva essere completamente diverso, portando la squadra al top della propria divison. Vecchio refrain anche qui.

Brady è stato meno preciso del solito, pizzicato due volte, ma come sempre, ha giocato il proprio miglior football nel momento decisivo della partita. Mancavano i solisti, il coro ha cambiato registro, sopperendo con la creatività . Soprattutto sono uscite le qualità  del tigh end Ben Watson, capace di segnare due touchdown.

"Non posso certo dire che i nostri giocatori siano stati inferiori" – ha dichiarato l'allievo – "Ma sono dispiaciuto per non aver ottenuto il risultato che volevamo. Avevamo di fronte ad una grande squadra, capace di fare gli aggiustamenti giusti nell'intervallo".

Il maestro: "Sono orgoglioso di allenare questi ragazzi. Con tutto quello che la squadra ha passato, siamo riusciti a riprenderci due volte. Brady come al solito ha giocato da par suo nel finale" .

Con il successo i Patriots si mantengono alla testa della divison, ma la sensazione è che la squadra sia spremuta, esausta di giocare ben sopra le righe. Il cuore non manca, le potenzialità  si stanno esaurendo. Cose già  viste.

I capi indiani a consiglio, la caccia al Bufalo è aperta. Ci sono tutti, ma manca il gran capo. Senza Priest Holmes, il running game è sulle spalle dell'emergente Johnson. Mixato e shakerato dagli avversari, è apparsa la scritta game over, ed almeno per quest'anno il "Prete" non darà  la sua benedizione, che di solito arrivava nelle 20 yards avversarie. Territorio di caccia per i Chiefs.

L'assenza è stata pesante, nonostante i numeri del sostituto ( 5 ricezioni 46 yards e 135 su corsa). E' mancata la leadership. E' mancata la capacità  di concretizzare una superiorità  territoriale schiacciante, 316 yards contro poco più di 200, con un tempo di possesso superiore di oltre 10 minuti. In sei viaggi nel territorio avversario, i Chiefs hanno segnato solo un field goal, ne hanno sbagliati due, puntato due volte.

"Non importa quanto controlli il pallone, o quante yards corri. L'importante è segnare. E' frustrante arrivare fino in fondo e poi non segnare". Grazie, nessuno se ne era reso conto, mr. Lapassile Vermeil. Jared Allen (due sack) ha ammesso qualche "distrazione" di troppo.
"Sono stati migliori di noi in due giochi. Questo è stato il fattore determinante."

Ma ben più pesante, è risultata l'assenza dell'offensive tackle Roaf. Costantemente pressato, 6 sack subiti, Green ha lanciato ben peggio del rookie Losman, che subentrato all'infortunato Holcomb, è stato capace di mettere a segno un paio di giochi pesanti, per il ricevitore Lee Evans. Una prova di inconsistenza palese, come non era dato vedere da molto tempo per il giocatore di Vermeil. 23 su 40, 220 yards, 3 intercetti e un rating di 41.7.

"Assolutamente disgustoso" – ha commentato la sua prova Green – "abbiamo perso la palla troppe volte. La loro difesa ci ha impedito big play, hanno giocato per piegarsi, mai per spezzarsi. Noi, al contrario, ne abbiamo concessi almeno due".

Altra campana: "Sono entrato come se dovessi guidare una rimonta. MI è piaciuto il modo in cui ho affrontato le cose, con cattiveria e determinazione". Losman è sembrato lontano parente del giocatore titubante visto ad inizio stagione.

Ma quali predoni e predoni. Il raid è dei Denver Broncos, che rimangono in testa alla AFC West, dopo razziato e banchettato sul campo degli Oakland Raiders. Plummer continua a giocare ad un livello eccellente, senza commettere errori, protetto da una linea che non ha concesso alcun sack e gli ha dato molto tempo per sezionare la difesa avversaria.

Protetto anche dal Dio del football, quando sbaglia e la palla è in mano a Morrison, praticamente libero di segnare. Ma il giocatore dei Raiders droppa. Della serie "Lassù qualcuno mi ama".

"Lo avete visto tutti la palla era in mano al loro numero 52. Poteva addirittura ritornarla in end zone. Ma è caduta. Qualcuno mi protegge dall'alto".

Alternando Lelie sul profondo (due ricezioni da oltre 30 yards), e Rod Smith sul breve, 5 ricezioni 50 yards e uno score, il giocatore ha sfruttato al meglio il potenziale a disposizione, trovando anche una solida, ma non spettacolare, collaborazione da Bell ( 44 yards) ed Anderson (65 yards 1 td). Denver ha chiuso la pratica già  nel primo tempo, conducendo per 23 a 0 prima dell'ultimo periodo. Champ Bailey: "Avete visto, quando è importante siamo in grado di fare dei giochi"

Pur con un Moss ancora a mezzo servizio, Collins ha lanciato di più, 310 yards, ma, la percentuale del 50% e tre intercetti sono inaccettabili a questo livello. "Semplicemente devo giocare meglio. Non sono contento di come ho interpretato la partita. Non posso fare questi errori".

Lamont Jordan continua a faticare sul terreno (48 yards), tra tutti i running back di livello è quello che ha corso meno, ma continua a rendersi utile fuori dal backfield ( 7 per 60 yards). Un runner tutto fare. Purtroppo le sole 14 portate non hanno permesso di rendere credibili i giochi in play action, spuntando l'arma principale della squadra di Al Davis, i giochi sul profondo. Ormai è chiaro che senza 20 portate per il giocatore la squadra non vince. Ma per arrivarci 20, bisogna rimanere incollati agli avversari.

Poche note su Carolina New York, sponda Jets. Sesta vittoria consecutive per i Panthers, che approfittano del turno favorevole. "Guidata", si fa per dire, da Bollinger, New York è stata incapace di mettere un minimo costrutto nella propria gara.

Il qurterback ha lanciato 4 intercetti, il più pesante in end zone: "Da momento in cui ho lanciato l'intercetto in end zone, la partita è cambiata. Eravamo ancora in grado di ribaltare il risultato. Ho giocato male, preso decisone sbagliate, ma soprattutto eseguito malissimo, e gli avversari ne hanno approfittato ogni volta".

Edwrads ha difeso il giocatore: "E' un quarterback giovane. Fa il possibile, del suo meglio. Ma gli errori sono inevitabili. Abbiamo molti infortunati, qui ognuno fa quello che è possibile. Se per voi non è abbastanza è un vostro problema".

I tifosi devono ringraziare solo la propria difesa se non è stato subito un passivo ancor più pesante. Il reparto ha limitato gli avversari, lasciando le briciole ad una formazione apparsa scintillante giusto sette giorni. Delhomme, ha lanciato poco e male, due volte ha ricevuto Tay Law, invece della propria stella. Davis è stato controllato egregiamente, 81 yards un td, ma, soprattutto, è stata controllata la vera pantera.

Smith, lasciato a 32 yards, non ha inciso come suo solito. Ma ciò che la difesa ha costruito, l'attacco ha sciupato, perseverando diabolicamente nei propri errori. Da sei turnover sono arrivati 20 punti, alcuni diretti ( il ritorno in end zone di Witherspoon).

"E' incredibile" – ha ammesso Martin – "eravamo li come estraniati, come se pensassimo: . No, no è realtà ".

La casa del Ketchup è addobbata a festa, tutti pronti sugli spalti per sventolare asciugamani gialli e festeggiare. L'occasione è ghiotta. Arrivano i Browns, quale migliore occasione per superare un record. Browns Steelers significa football, una delle rivalità  più antiche, di quelle che hanno fatto la storia di questo sport. Una squadra dal passato glorioso, ma dal presente incerto, per far risaltare la meglio gli avversari. Ogni atleta vorrebbe superare un record in serate come questa.

Hines Ward è vicino al record di John Stallworth, 3 ricezioni e diventerà  il miglior ricevitore della storia degli Steelers. Basta poco tempo, 18 minuti di football, e la storia è scritta. 537 ricezioni in maglia nero-gialla, questo era il precedente record. Le otto ricezioni per 124 yards e un touchdown di Ward, portano il nuovo totale a 543.

La partita è stata solo coreografia, durata giusto un quarto, il tempo in cui i Browns hanno resistito, portandosi avanti 7-0, con ottime corse di Droughns, capace di trasportare avversari in spalla, e un paio di big play di Bryant.

"Sono un'ottima squadra, niente da dire" – ha ammesso il ricevitore – "ma anche noi abbiamo evidenziato qualcosa su cui possiamo costruire in futuro". Molto lontano.

Dal secondo quarto è stato un monologo. Crennel dovrà  lavorare molto per limitare gli errori della propria formazione. Giocatori che droppano palloni incredibili, fumble, intercetti, lanci fuori misura, penalità  per 95 yards, alcune costosissime.

"Ci hanno costretti a lanciare" – ha dichiarato Dilfer – "cercando di toglierci il running game, e portandosi avanti fin dall'intevallo". Con tutto questo, gli Steelers, che gia mancavano di Roethilsberger, hanno alternato due altri giocatori sotto il centro, Batch e Maddox, ma l'unico touchdown pass l'ha lanciato Randal El su una finta di end round.

"Posso ancora giocare quarterback" – ha commentato divertito il giocatore – "quando sarò vecchio e lento, potrò magari tornare alla mia vecchia posizione". Pensare che alcune squadre faticano trovare un singolo quarterback.

Ma non sono stati i trick play o i tre quarterback a far vincere Pittsburgh. Il famoso "Steelers Football" l'ha fatta da padrone. Tante corse, controllo del cronometro, e difesa dura. 159 a 61 le yards su corsa per i padroni di casa, con 13 minuti di possesso in più. Pochi giochi ben eseguiti, pochi fronzoli e tanta sostanza. E' quello che piace a Cowher, è quello che porta alla vittoria.

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