Broncos a valanga su Philly

Jake Plummer non ha lanciato intercetti per la sesta volta consecutiva

Se c'è una squadra che ama il rischio estremo, questa non può essere che Denver: nelle ultime settimane la franchigia del Colorado ha affrontato squadre come Washington, New England ed i New York Giants dominando tutte le parti iniziali di queste gare solo per farsi rimontare nel secondo tempo arrivando addirittura a perdere, anche all'ultimo secondo come successo contro la squadra di Eli Manning.

Nel terzo quarto della gara casalinga contro i Philadelphia Eagles sembrava che la storia si dovesse ripetere ancora una volta.

I Broncos hanno schiacciato letteralmente l'avversario partendo dal kickoff; l'attacco ha subito imposto le corse con Mike Anderson, Plummer ha lanciato con tempo a disposizione e molta precisione colpendo con la famigerata playaction mentre dall'altra parte gli Eagles non trovavano il modo di arrestare l'avanzata irrefrenabile di questo meccanismo perfetto e spietato allo stesso tempo.

I ragazzi di coach Shanahan hanno segnato 4 mete in un quarto e mezzo favoriti dalla continua presenza in campo dell'attacco: dall'altra parte infatti Donovan McNabb ha esordito con 11 incompleti consecutivi tra cui un intercetto, impossibilitato a prendere qualsiasi decisione a causa di una pressione terrificante, Terrell Owens non ha visto un pallone per tutto il primo tempo ed il gioco di corsa, tanto per cambiare, non ha portato a nulla.
Plummer, in questo periodo di tempo, ha centrato le mani di 8 diversi ricevitori, 3 dei quali hanno trasformato in meta un suo passaggio; dopo la corsa da 2 yards di Anderson, infatti, Kyle Johnson, Rod Smith e Stephen Alexander, autore di una spettacolosa presa ad una mano, sono stati responsabili del parziale di 28-0 che non ha avuto nessun tipo di replica da parte dei frastornati Eagles, se non sul finire del secondo quarto quando McNabb ha divorato il campo con 3 passaggi completi consecutivi trovando LJ Smith per la meta che sembrava essere solo quella di consolazione.

Ma la voglia dei Broncos di complicarsi le cose e la tendenza a dare per scontata la vittoria data distanza del punteggio si è sinistramente confermata anche ieri: nel terzo quarto l'attacco guidato da McNabb è tornato di getto quello altamente produttivo che abbiamo conosciuto più volte nel 2004 e d'un tratto la difesa del Mile High non ha più trovato le soluzioni adatte a contrastarlo.

Terrell Owens ha fatto una di quelle giocate che differenziano i giocatori bravi dai campioni: con Philly sulle proprie 9 yards ha ricevuto uno screen dal quarterback, si è liberato di Champ Bailey con una juke-move ed ha portato con sé l'ovale fino alla endzone avversaria per la bellezza di 91 yards. Non contento, nel possesso successivo ha ricevuto un passaggio di 46 yards che ha settato il terzo TD pass di McNabb con Michael Westbrook quale destinatario per la segnatura del 28-21 che ha avuto il risultato di cancellare completamente l'inerzia dei Broncos e portare lo svantaggio a soli 7 punti dopo un primo tempo passato a guardare la propria difesa subire di tutto.

Quindi, per la quarta volta consecutiva, i Broncos si sono esibiti in un bel 3 & out: ancora punt, ed ancora palla agli Eagles questa volta per i punti del pareggio.
Il football, si sa, è un gioco dove il singolo episodio può contare tantissimo sull'esito finale ed i padroni di casa si sono avvantaggiati di questo aspetto al momento giusto.
La giocata che ha spezzato la partita in due è arrivata su un errore di misura di McNabb con Philadelphia prossima alla segnatura di un 28-28 che avrebbe demolito il morale degli avversari, ma il suo lancio per Reggie Brown (con Lamar Gordon smarcato ad aspettare) è stato anticipato ed intercettato dal rookie Dominique Foxworth che di fatto ha decretato la fine del parziale a favore degli uomini di coach Reid e l'inizio di una nuova partita con protagonisti i soli Broncos.

Il quarto periodo è corrisposto ad una nuova slavina di punti di Denver: 21-0 il parziale, 49-21 il distruttivo finale con il semisconosciuto Todd Devoe a segnare una meta su ricezione di 43 yards dopo aver corso una breve slant ed aver approfittato della scivolata a vuoto di Roderick Hood e con Tatum Bell a portare in endzone la palla per due volte con segnature da 67 e 6 yards.
Lo stesso Bell e Mike Anderson sono dunque diventati la prima coppia di Broncos dal 1976 a correre entrambi per più di 100 yards nella medesima partita in una giornata dove diversi records di franchigia sono stati sfiorati; i 49 punti messi a segno sono stati infatti il secondo miglior risultato della storia di Denver (il record è di 50), mentre le total yards dell'attacco, 564, sono solamente tre in meno della miglior prestazione di franchigia ogni epoca.

Oltre a questo, 7 mete, 255 yards su corsa, 28 primi downs contro i 12 degli avversari, 2 turnovers contro nessuno ed una pressione applicata a McNabb talvolta anche con 10 uomini su 11.
Numericamente la vittoria di Denver si spiega abbondantemente da sé, ed a ciò bisogna doverosamente aggiungere un Jake Plummer che sta vivendo la miglior stagione in carriera per maturità  agonistica e per scelte fatte sul campo, un quarterback che in 6 partite ha lanciato 11 passaggi da TD senza farsi intercettare e che in ogni partita si sta dimostrando sempre più leader.

I Broncos, 6-2, grazie alla vittoria di San Diego su Kansas City hanno compiuto un allungo importante per la vittoria della Afc West e la settimana prossima avranno possibilità  di riposarsi dovendo affrontare il bye week.
Per la terza stagione consecutiva la squadra vanta un record vincente alla boa di metà  campionato confermandosi come una delle squadre più solide degli ultimi anni; grazie al lavoro di Mike Shanahan questo potrebbe sembrare scontato ma non lo è: per l'ennesima volta consecutiva l'attacco ha due running backs potenzialmente da 1.000 yards ciascuno a conferma che con questo sistema veramente tutti possono ottenere grandi risultati, mentre la difesa, già  molto solida nel box, potrebbe aver trovato le risposte che cercava nelle secondarie con la presenza del già  citato Foxworth e con Darrent Wiliams, due rookies davvero interessanti che assieme a Bailey possono dare al reparto la risoluzione di qualche problema in copertura che ha afflitto la squadra in particolare nelle due passate edizioni dei playoffs.

Gli Eagles, invece, dovranno riflettere a lungo, molto a lungo. Un inizio così si era già  visto nella pesante sconfitta di Dallas e con i punti subiti ieri il passivo di Philadelphia sommando tutti i primi quarti di questa stagione è di 62-14, segnale molto preoccupante.
Andy Reid può andare fiero di quello che i suoi ragazzi hanno fatto nel terzo periodo, andando a 5 yards da un pareggio clamoroso, ma la sconfitta ha un effetto psicologicamente ancor più devastante proprio perché ulteriormente appesantita dopo una rimonta quasi perfezionata.

Terrell Owens, dal canto suo, ha dimostrato appieno il suo valore: con due giocate ha rimesso in piedi un attacco deforme collezionando 137 yards delle 154 totali nel giro di un quarto, cosa non certo ala portata di tutti; inoltre ha segnato il suo TD più lungo della carriera ridicolizzando uno dei migliori difensori (secondo alcuni) della lega, Champ Bailey, il quale lo ha subito gioco dopo gioco fino a quando non ha dovuto lasciare il campo per il riacutizzarsi del suo infortunio.
T.O., McNabb ed il resto della banda avranno l'opportunità  di rifarsi la settimana prossima a Washington, dove li aspettano quei Redskins che ieri sono stati annullati dai NY Giants: lo scontro del prossimo Sunday Night vedrà  opposte due squadre con sete di vendetta, coscienti che chi perderà  resterà  in fondo alla Nfc East con il record di 4-4.

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