NL East Report #3

Ike Davis, in versione pitcher, è una delle poche note liete dei Mets

Dopo poco più di un mese e mezzo di stagione, la classifica comincia ad assumere una fisionomia abbastanza precisa, in linea con la maggior parte delle previsioni della vigilia.

Sintetizzando al massimo, troviamo al comando, con un buon margine, i soliti Phillies (9 vinte e 3 perse nel periodo) che staccano tutti e mettono in chiaro le gerarchie della division.

Al loro inseguimento, tra alti e bassi, le restanti quattro squadre: tutte vicinissime e ancora alla ricerca della continuità  di risultati per sperare di impensierire Philadelphia, o giocarsi la wild-card.

Al secondo posto provvisorio risale la franchigia della Florida con un bilancio attivo negli ultimi quindici giorni (8-6); breve battuta d'arresto, invece, per Washington (6-8) per lunghi tratti a sorpresa in seconda piazza solitaria.

In ripresa le quotazioni di Atlanta dopo la terribile serie di sconfitte: l'attacco sta iniziando ad ingranare e il pitching sta rendendo secondo le previsioni, 8-5 il record per la squadra della Georgia.

Chiude la classifica il team della Grande Mela (4-9): il lineup sta faticando e la rotazione, pur buona, sta mostrando deboli segnali di cedimento. Il rientro di Beltran potrebbe ribaltare il trend, ma dalle parti di New York inizia già  a serpeggiare il malumore.

Ecco la situazione nel dettaglio.

Philadelphia Phillies (24 W / 14 L)

La rotazione è guidata, come il solito, dall'ottimo Halladay: prestazioni positive ma un pochino al di sotto dei suoi favolosi standard, in questi ultimi 15 giorni per il Doc. Qualche valida e walk di troppo (rispettivamente 26 e 6 in 22.1 IP) lo costringono ad un bilancio di 1-1; il tutto condito, come da copione, da un complete-game.

In termini di risultati, periodo più che positivo per la coppia Kendrick-Hamels, nonostante cifre non proprio brillantissime. Il primo raccoglie due vittorie su tre partenze (2.57 ERA) nonostante i soli 8 K (con 5 BB) in 21 innings; bottino identico, in due start, per l'MVP delle finali del 2008 (8 K, 7 BB e i canonici 2 HRs concessi).

Menzione speciale per "nonno" Moyer che contro Atlanta si toglie la soddisfazione di diventare il più vecchio lanciatore della storia a completare uno shutout, chiudendo le due settimane in attivo (2-0).

Decisamente peggiore il rendimento di Joe Blanton (1-1, 5.54 ERA), che paga ancora una condizione non ottimale, oltre ai 3 fuoricampo in 13 innings.

Situazione piuttosto complessa tra i rilievi: al momento, nel ruolo di closet, è stato promosso il veterano Contreras (5.2 IP, 0.00 ERA) che sta continuando il suo eccellente 2010. Positivo, finalmente, anche il contributo di Baez che lancia 7 innings (distribuiti su altrettante partite) ma chiude con la miseria di 3 K.

Chiudono il reparto l'affidabile Durbin (7 K e 1 BB in 5.2 IP) e il rientrante mancino Romero che raccoglie una salvezza (su due tentativi).

Molto del merito nelle recenti vittorie va però, come spesso capita, attribuito agli hitters di Charlie Manuel; nonostante nessuno del lineup (con l'eccezione di Ruiz, infortunato) vanti un saldo positivo tra BB e K, quasi tutti stanno battendo come fabbri.

Qualche numero: Victorino (.340, 3 HR, 3 tripli, 15 R e 10 RBI), Werth (.311, 11 XBH, 13 RBI), Polanco (.365, 2 HR e 7 RBI) e Howard (.392, 2 HR, 10 R e 11 RBI) stanno garantendo un rendimento pazzesco.

Un rendimento talmente elevato che passano quasi in secondo piano le prestazioni (seppur ottime) di Utley (.342); ma soprattutto la squadra non sta risentendo, offensivamente parlando, delle assenze di Rollins e Ruiz, sostituti, con esiti alterni, da Valdez e Hoover.

L'unico battitore in difficoltà  è l'esterno Ibanez (.244, 7 K), ma, come detto, in questo momento è veramente difficile accorgersene.

Conclusa in pareggio la miniserie contro Pittsburgh, è il momento di altre sue serie interne per Philadelphia, contro Cubs e Red Sox, rispettivamente. Seguiranno ben nove trasferte consecutive contro dirette concorrenti della division.

Florida Marlins (21 / 19 L)

Ottimo momento per la rotazione di Florida: a guidarla troviamo il solito Josh Johnson, che si deve accontentare di una sola W (su tre partenze) nonostante cifre incredibili. Undici valide, due walks e ventuno strikeouts è il suo bottino negli ultimi 20 IP: numeri decisamente da fuoriclasse.

Alle sue spalle spuntano le due vittorie a testa di Nolasco e Robertson, anche se le prestazioni offerte dai due pitchers non sono neanche lontanamente paragonabili a quelle del sopraccitato compagno di squadra.

Completano il reparto Anibal Sanchez e Chris Volstad: il primo (unico tra i partenti con 2 starts) aggiunge una vittoria al suo bilancio stagionale pur senza impressionare (11 IP, 6 BB e 11 K). Il secondo, invece, chiude un record negativo (1-2, 4.00 ERA) pagando le troppe walks concesse, sette in diciotto innings.

Il bullpen è guidato, ancora una volta, dal closer Leo Nunez: 5 salvezze e 0 BS per lui, in virtù anche degli 8 K (e nessuna walks) in 6 IP. Dietro di lui, ottime prestazioni per Hensley (nonostante la sconfitta) e Reynel Pinto (5.1 IP, 0.00 ERA).

Decisamente da dimenticare le ultime apparizioni di Leroux (10 H e 5 BB in 5.2 IP, 11.12 ERA) e Badenhorp (3.1 IP, 4 H, 4 BB e 0 K, 8.10 ERA).

Nessuna prestazione da sottolineare tra gli hitters: il migliore, nelle ultime 2 settimane, è stato probabilmente Dan Uggla (.283), in virtù soprattutto dei 4 HRs battuti e guida la squadra anche in walks (sette), ma è secondo in K subiti (tredici).

Buono, anche, il contributo degli esterni, nonostante un Maybin (.233) tutt'altro che trascendentale: 9 K, 2 BB e 1 XBH sono i suoi numeri complessivi. Decisamente migliore il contributo di Cody Ross (nonostante i 14 K) che batte .380 con 7 RBI e 6 XBH; completa il reparto il ROY Coghlan (.298, 7 RBI e 8 K), ancora lontano, però, dall'ottimo rendimento dello scorso anno.

Completano il quadro il 3B Cantu (.265) e il positivo 1B Gaby Sanchez (.340) che guida il team in runs scored (a quota 10); curioso notare, infine, come l'unico triplo di squadra sia stato battuto dal catcher (di riserva, tra l'altro).

Breve commento a parte merita la stella della squadra, Hanley Ramirez; protagonista anche fuori dal campo, sul diamante si sta facendo notare soprattutto per lo slump in cui è incappato ultimamente (.217, 3 XBH).

Al termine delle prossime cinque sfide esterne (due contro St. Louis e tre contro i White Sox), la squadra farà  ritorno al Dolphin Stadium per giocare tra le mura amiche le successive dieci partite (contro Atlanta, Philadelphia e Milwaukee).

Washington Nationals (20 W / 20 L)

Il pitching della squadra della capitale sta attraversando un momento interlocutorio in cui spiccano le poche decisioni (3 a fronte di 14 partenze) riguardanti i partenti, a dimostrazione delle tantissime partite tirate punto-a-punto fin qui disputate dai Nationals.

Scott Olsen è arrivato vicinissimo (5 out) ad un clamoroso no-hitter contro Atlanta, ma, in generale, si sta dimostrando come il lanciatore migliore della squadra: negli ultimi 19.1 innings ha concesso appena 3 walks e 16 hits, ma tutto ciò non è bastato per registrare una vittoria.

È andata anche peggio alla coppia Stammen (4.58 ERA) – Hernandez (2.88 ERA) che si beccano una sconfitta a testa a dispetto di buone partenze: 14 K e 6 BB per il primo, 6 K e 2 walks per il veterano.

Continua a faticare moltissimo l'ace della scorsa stagione, John Lannan, che si dimostra sempre più incapace di mandare K gli avversari: ecco quindi che le tante BB concesse si pagano caro e non bastano più le solite groundballs.

Chiude in attivo, a sorpresa, Luis Atilano (5.17 ERA): rimane un mistero come ciò sia stato possibile viste le sue cifre finali. In 15.2 innings, ha, infatti, concesso ben 16 valide, 3 HR e 11 BB.

Periodo di straordinari per il bullpen, in particolare per il fin qui ottimo Tyler Clippard (4-
3, 7.04 ERA), chiamato in causa ben sette volte e sempre decisivo, spesso in negativo. Proprio il massiccio impiego può spiegare le difficoltà  del giocatore (ben 4 BS per lui), nettamente sotto i propri standard stagionali.

Non perde un colpo, invece, Matt Capps: nonostante una sconfitta, converte, infatti, tutte le tre opportunità  di salvezza, arrivando a quota 14 in stagione.

Molto impegnati, con esiti differenti, tutti gli altri rilievi: prove positive per Walzer, Burnett e Chico cui fanno da contraltare le uscite incerte del duo Brian Bruney e Miguel Batista.

Due nomi, i soliti, spiccano tra gli hitters: il 3B Zimmerman (.286) guida il team in hits, runs, HR e RBI a dispetto delle sole 4 BB (tra cui 3 intenzionali). Ottimo contributo anche per il 1B ex-Reds Adam Dunn (.286) che ai 4 fuoricampo aggiunge anche 4 doppi e 5 BB.
Nota positiva il rendimento dei due middle infielders Kennedy (.333, 9 runs, 6 BB e 4 K) e Desmond (.311 e solamente 4 eliminazioni al piatto in 45 AB).

Decisamente negativo il bilancio per Pudge Rodriguez (.214), 7 strikeouts e nessuna walk, Willingham (.250, 10 K e 7 BB) e l'altro esterno Nyjer Morgan (.224) autore di due sole XBH e colto rubando ben tre volte.

Mets e Orioles saranno gli avversari delle prossime cinque sfide casalinghe dei Nationals, attesi, poi, ad un lungo viaggio ad ovest per 10 partite contro Giants, Padres e Astros.

Atlanta Braves (19 W / 20 L)

Situazione in ripresa per la squadra della Georgia, dopo un periodo pessimo: la rotazione si sta confermando di buon livello, almeno per 3/5, e l'assenza di Jurrjens non sta pesando sul rendimento del reparto.

Reparto guidato da Tommy Hanson (1-1 3.86 ERA): 23 K e 3 BB è quanto messo sul piatto dal giovane pitcher negli ultimi 21 innings. Rendimento inferiore, ma risultati migliori, per il compagno di reparto Hudson (2-0, 1 71 ERA) che sta concedendo qualche BB di troppo, faticando nel contempo ad eliminare i battitori al piatto.

Alle loro spalle spunta il "piccolo" Medlen (2-0, 1.13 ERA), finito in rotazione dopo l'infortunio di Jurrjens: i risultati sono stati, fin qui, più che positivi a testimonianza dei numeri offerti (11 K e 2 BB in 12.2 IP).

Completano il reparto un Derek Lowe (1-2, ERA 6.00) in leggera ripresa e il giapponese Kawakami (0-1, 6.55 ERA) ancora alla ricerca della prima vittoria stagionale.

Fantastico, ancora, il rendimento del bullpen: con l'eccezione di Chavez, i rilievi dei Braves chiudono le ultime due settimane con 28.1 IP, 18 H, 15 BB e 33 K, nonostante un Peter Moylan ancora lontano dagli standard dello scorso anno.

Da segnalare, tra i rilievi, l'esordio di Craig Kimbrel, annunciato come il closer del futuro per il dopo-Wagner: per il momento sta confermando quanto fatto vedere nelle minors, tanti K e tante BB.

Situazione meno incoraggiante tra gli hitters, anche se gradualmente le cose stanno iniziando a migliorare: il 2B Martin Prado (.293) ha superato il mini-slump di qualche settimana fa chiudendo con 3 HR, 8 R e 12 RBI.

A fargli compagnia troviamo Troy Glaus (.360), caldissimo al piatto ultimamente: 4 HR, 13 RBI e 7 BB è il suo bottino. Ma il contributo maggiore è stato quello offerto da Eric Hinske, finalmente schierato con continuità  da Cox contro i lanciatori destri: l'ex-Yankees non ha deluso battendo 6 doppi e 2 fuoricampo negli ultimi 26 AB (.500 AVG). L'infortunio di Matt Diaz sembra arrivare nel momento giusto per lui.

Molto meno roseo il quadro degli altri membri del lineup: McLouth (.222) continua ad andare K con facilità  disarmante, mostrando almeno un po' di potenza grazie ai 5 doppi battuti. Situazione opposta per il rookie Heyward, che sta riducendo drasticamente i K (3 a fronte di 6 walks) calando anche le XBH (due negli ultimi 30 AB).

Completano il lineup quelli che erano, sulla carta, ad inizio anno, i due migliori hitters della squadra: McCann (anche a causa dei problemi di vista) sta faticando molto al piatto facendo venir meno il suo contributo in termini di potenza alla squadra. Il "vecchio" Clipper Jones, tra mille acciacchi, continua a mostrare una disciplina al piatto invidiabile (10 BB e 3 K) ma anche per lui la potenza sta raggiungendo valori prossimi allo zero.

Niente interleague, almeno per il momento per i Braves: dopo la miniserie casalinga contro Cincinnati seguiranno sei partite in trasferta (contro Pittsburgh e Florida) e altrettante in casa (ancora Pittsburgh e Philadelphia).

New York Mets (19 W / 21 L)

Squadra in caduta libera, o quasi: sul monte, al momento, le certezze sono solamente due e rispondono al nome di Santana (2.49 ERA) e Pelfrey (3.92 ERA).

Il pitcher ex-Twins si sta confermando come il miglior elemento della rotazione, ma nonostante le buone cifre (21.2 IP, 3 BB e 15 K) non è coinvolto in nessuna decisione nelle sue tre partenze.

Numeri simili, un po' peggiori, per Pelfrey che riesce almeno a togliersi la soddisfazione di ottenere una vittoria, nonostante le 5 BB e i due fuoricampo concessi 20.2 IP.

Alle loro spalle il quadro è decisamente preoccupante: Niese (0-1, 8.76 ERA), nelle tre partenze appena concluse concede ben 22 H, 3 HR e 6 BB durando appena 12 innings e può ritenersi soddisfatto che il passivo non sia addirittura peggiore.

John Maine (0-2, 6.55 ERA) se la cava un po' meglio ma paga pesantemente le 9 walks concesse in appena 11 innings di lavoro; non sta meglio Ollie Perez, recentemente spostato nel bullpen, dopo che nelle ultime due uscite (6.2 inning in totale) aveva concesso 4 fuoricampo e 10 BB.

Il parco rilievi se la passa decisamente meglio, sempre trascinato da Francisco Rodriguez (3.86 ERA, 2 S); decisamente positivo il contributo del giapponese Takahashi (10.1 IP, 6 H, 4 BB e 11 K), utilizzato molto spesso in questi ultimi giorni, viste le difficoltà  di alcuni partenti.

Il reparto si completa con le buone prove di Valdes (0.00 ERA in 7.1 innings) e Acosta (3.2 IP, 2 H, 7 K) che compensato le uscite incerte di Mejia (0-1, 6.23 ERA), Nieve (0-1, 7.71 ERA) e Feliciano (0-2, 3.86 ERA con ben 10 H in 4.2 innings).

Anche in attacco molto non sta girando per il verso giusto: le principali note positive sono rappresentate dal rookie Ike Davis (.250 e 3 HR) che guida la squadra in fuoricampo, runs e walks e Angel Pagan (.340, 9 runs), probabilmente un lusso come quarto OF.

In leggera ripresa anche Jason Bay (.333) che però continua a non garantire la produzione in termini di potenza che è lecito attendersi da un giocatore del suo calibro; ancora positivo, infine, l'apporto del catcher Rod Barajas (.375 e 2 HR), una delle note più liete in questo inizio 2010 in casa Mets.

Stanno invece crollando le cifre di Francoeur (.100), che dopo un promettente inizio, sta ritornando in linea con le sue medie in carriera (14 K e 1 BB e 1 XBH); sta rendendo invece molto al di sotto del suo valore Jose Reyes (.179), probabilmente ancora non al top della forma dopo l'infortunio di inizio anno.

Discorso a parte merita il 3B Wright (.229), probabilmente la stella della squadra: ovviamente un periodo di slump capita a chiunque, ma i 24 K subiti negli ultimi 48 AB devono far riflettere.

Due partite esterne contro Washington faranno da preludio alle sfide casalinghe contro i "cugini" Yankees e i rivali Phillies: al termine, breve tour ad ovest per le serie contro Milwaukee e San Diego.

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