Brilla la stella… di Seattle

Hannam mette a segno la meta del pareggio di Seattle. La vittoria comincia da qui, a meno di un minuto dal termine.

Tra il silenzio generale, quasi snobbati da tutti, i Seattle Seahawks si risvegliano con una partita d'oro vinta e un record di 5-2 che li fa balzare tra le prime della classe in NFL ed il rende gli assoluti dominatori della NFC West. Vittoria probabilmente inattesa per molti e con una vittima tutt'altro che predestinata come i Dallas Cowboys.

Da qualche tempo in Texas si respira aria di rinascita, l'arrivo di Drew Bledsoe ha ridato vigore alle speranze dei tifosi di vedere non solo una squadra da playoffs, ma una formazione assolutamente competitiva.

Difesa giovane ma con ampia rotazione, efficace e passata quest'anno alla 3-4 per dare maggiore pressione sul backfield avversario; attacco con un quarterback esperto e decisamente più credibile degli ultimi attori protagonisti in squadra, una pacchetto di RB che dovrebbe garantire ampi guadagni su corsa e un buon gioco tra i WR, con un ricevitore come Keyshawn Johnson, tanto chiacchierone quanto dotato di esplosività  e mani non indifferenti. Per ora la squadra alterna ottime cose a sbandamenti colossali, ha regalato partite clamorose (Washington) ne ha raddrizzate alcune che sembravano quasi gettate (come l'over time della scorsa settimana contro i Giants).

Ieri però si è consumata una piccola tragedia sportiva, con Dallas che riesce a farsi battere nel finale da una Seattle tenace e convinta fino in fondo, ma con dei Cowboys giù di corda, spesso imprecisi, assolutamente lontani dall'idea che si dovrebbe dare quando si punta in alto. Il finale è un 13-10 per Seattle, in una partita dura e con ribaltamenti improvvisi, nonostante lo spettacolo sia spesso stato latitante. Dallas "cade" a 4-3 mentre tutte le rivali di division vincono e restano un passo davanti ai texani in una classifica che potrebbe essere incerta fino all'ultimo drive della stagione.

Per descrivere la sconfitta bisogna cominciare dalla fine di una partita rimasta appesa ad un filo per tutti e sessanta i minuti di gioco, con due difese piuttosto efficaci nel limitare i drive avversari, con Dallas che si affidava al rookie Marion Barber per le corse, preferendolo ad Anthony Thomas, in vista dell'assenza di Julius Jones. Siamo dunque nel finale del match, con Seattle che da poco ha ristabilito il risultato di parità  con un TD di Ryan Hannam dopo un magnifico drive di 81 yards giocate in meno di un minuto e mezzo.

Palla a Dallas che si affida al "braccione" del proprio quarterback nonostante la linea lo abbia tradito più di una volta durante la gara. E' il grande momento di Bledsoe per dimostrare come un gioco rapido e deciso può essere parte del suo repertorio, come il vecchio amico/nemico di coach Parcells possa essere in grado di raggiungere vittorie impossibili giocando sul filo del cronometro e della tensione. Bledsoe ha solo :33 secondi, ma comincia il drive dalle proprie 41 yards: una buona posizione.

Ma sbaglia, sbaglia tutto. Cerca Terry Glenn quattro volte quattro, dando immediatamente idea di quale debba essere il suo target nel tentativo di ribaltare campo e partita. Completo, incompleto, di nuovo completo" poi il vecchio Drew, con :14 secondi sul timer, cerca di nuovo un lancio verso la sideline, senza azzardare un "hail mary" che avrebbe comunque trovato il profondo a prescindere dagli esiti.

Un pallone all'interno delle quindici avversarie è comunque difficile da riportare con un eventuale intercetto e il quarterback di Dallas ha la potenza giusta per tentarlo. Ma Bledsoe cerca di nuovo Glenn, che stavolta va sotto doppia copertura con la safety Jordan Babineaux che chiude la traccia dall'interno, giungendo da dietro, e trova un tentativo di lancio preciso sui numeri di Glenn, un lob veloce piuttosto che una "cannonata" sparata per accelerare i tempi e tagliare il ritmo e la reazione dei backs avversari. Babineaux non crede ai propri occhi, salta, cattura l'ovale e si mangia 25 yards di campo.

Il resto è storia. Field goal di Josh Brown dalle 50, palla dentro i pali e tutti a nanna. Tutti, tranne "the Big Tuna" che non ha la faccia di uno che dormirà  tanto dopo aver assistito a tutto questo. Come lui Bledsoe e tutta Dallas, che come contro Washington non capitalizza un vantaggio importante mantenuto sino al termine della gara.

Due vittorie sfumate che, se portate a casa, proietterebbero oggi Dallas tra le grandi della lega. Ma se la partita contro i Redskins era stata viziata da pochi minuti di blackout, quella di domenica ha mostrato un netto passo indietro da parte dei Boys. La difesa è la nota positiva della gara, un reparto in grado di limitare al meglio uno dei migliori runningback in circolazione, Shaun Alexander, tenuto a 61 yards e di intercettare due volte Matt Hasselbeck (Newman e Williams), nonostante l'ottimo gioco della O-line dei Seahawks.

E' l'attacco, allora, la nota dolente di questo sgambetto subito da Bledsoe e compagni. Senza Jones il running game funziona discretamente ma sembra meno efficace su un singolo giocatore e lontano da potenziali big play, mentre i palloni buttati in aria dal quarterback ex di New England e Buffalo, non trovano i soliti numeri limitando il guadagno a sole 136 yards con due intercetti.

Tradito da una linea che non sempre offre la giusta copertura e da una mobilità  notoriamente piuttosto assente, il passer di Dallas soffre la pressione avversaria, gioca male molti palloni e viene messo a terra cinque volte. I suoi numeri sono tra i peggiori della stagione ed evidenziano come, nonostante con Jones le corse funzionino bene, il gioco di Dallas, e con esso le sue sorti sul campo, sia indissolubilmente legato alla capacità  del QB di colpire con costanza.

Ieri Bledsoe ha sì fatto girare il pallone su vari target, ma ha totalizzato la seconda peggior percentuale di completi del 2005, il rating più basso (50.0) e il minor numero di yards. Escludendo Washington quindi, come già  detto una sfortunata eccezione, le due partite peggiori di Bledsoe si sono tramutate in altrettante sconfitte, la prima contro Oakland e quella di ieri al Qwest Field Stadium.

I Seahawks dal canto loro soffrono decisamente l'impatto solo nel primo quarto, subendo una meta grazie ad una magnifica ricezione di Johnson. Più il tempo passa più i giocatori di coach Holmgren prendono però le distanze all'offensive game degli avversari e i vari Bryce Fisher (7+2 tackle e due sacks), Grant Wistrom e Chartric Darby cominciano ad avere buon gioco, sbriciolano piano piano la linea opposta e sono sempre più presenti dalle parti del quarterback avversario.

L'attacco stenta, segna con un field goal nell'ultimo drive a disposizione nel secondo periodo, dopo un intercetto al primo e cinque punt caratterizzati da ben quattro "three and out". Praticamente inesistente. La difesa di Dallas infatti forza gli avversari a restituire il pallone di nuovo per quattro volte anche a inizio secondo tempo.

E' l'attacco qui a fallire varie chance di chiudere la partita, non solo vedendo respinto ogni tentativo costruito per avanzare, ma anche fallendo un clamoroso field goal con Cortez dalle 29 yards. Un calcio nato male, con un brutto snap, ed una conclusione ancora peggiore. Cortez si rifarà  qualche minuto dopo, mentre la partita viaggia stanca verso il finale e le due difese continuano a limitare ogni gioco. La partita che non ti aspetti con due attacchi così e, quando Hasselbeck subisce il secondo intercetto lanciando per Jerramy Stevens (il TE è stato il miglior ricevitore di Seattle con 5/60) e Cortez ne mette come già  detto tre dalle 21, la partita sembra davvero finita.

Il "two minutes drill" allora lo insegna Hasselbeck, lo mostra in tutta la sua efficacia davanti ad uno stadio che spinge la squadra dopo ogni snap, una partenza strepitosa che vede due lanci che portano 44 yards totali grazie a Jerheme Urban (3/57) e Jerramy Stevens e si conclude, dopo due incompleti, con una corsa di Alexander e una ricezione di Hacket. Alla fine il td pass del pareggio e, basta ricominciare dall'inizio di questo recap per leggere della frittata combinata da Bledsoe.

Dallas si è mostrata a mio modo di vedere squadra molto solida a livello difensivo; è difficile dire che nell'ultima frazione abbia influito la stanchezza in una formazione che può ruotare così tanti buoni giocatori.

L'attacco è andato bene sulle corse (164 yards totali) nonostante l'assenza di Julius Jones, ma è mancato del "supporto aereo" che a questo punto pare fondamentale per chiudere gli incontri quando in campo ci sono i Cowboys. E non è una novità  se si scommette su gente come Bledsoe, Johnson, Witten e Glenn. Qualche blackout di troppo durante le gare, l'ultimo drive è angosciante da rivedere per chi tifa Boys, e troppi errori: il calcio di Cortez aveva un valore incredibile, ma ammettiamo che la chiamata sul lancio intercettata nel finale è da folli, con un'esecuzione praticamente da rookie.

Forse non tutti avrebbero lanciato, magari portandosi avanti un altro po' con la palla in mano, ma di certo nessuno avrebbe chiamato quel lancio e, soprattutto, non di nuovo su Glenn. La O-line continua a non convincermi del tutto, concede spesso dei buchi sul passer pur supportando bene i runningbacks. Il "Tonno" ha di che lavorare, ma indubbiamente la base è buona, soprattutto considerando alcuni giovani talenti in difesa. Per come si mettono le cose in division, comunque, questa stagione potrebbe essere molto più avida di soddisfazioni di quanto non ci si potesse aspettare. Servono più giochi come quelli anti-Eagles piuttosto che quelli visti ieri.

Seattle invece se la gode, gioca benissimo in difesa e annulla uno dei passing game potenzialmente più efficaci della lega. Bledsoe è terzo QB NFL come yards lanciate e sarebbe certamente primo, oggi, se non si fosse trovato di fronte una squadra così ostica. Seattle vince di nuovo e si sbarazza di un avversario molto duro.

La squadra di Holmgren ha perso due gare di tre soli punti contro Atlanta e Washington, dimostrando finora di poter davvero giocarsela contro tutti, o quasi, e di voler cancellare definitivamente la maledizione del primo turno ai playoffs. I Seahawks risorgono da sé stessi come una fenice, rimangono in balia degli avversari per quasi tutta la partita con un'inconcludenza quasi insopportabile. Ma limitano i danni e, al momento giusto, colpiscono il bersaglio, aiutati dalla buona sorte, da tanta grinta e da un po' di" Bledsoe.

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