La nave vichinga affonda

Culpepper a terra, con lui crolla tutta la Minnesota del football.

In quale girone dell'inferno stia finendo Daunte non ci è ancora dato modo di saperlo, certo la lussuria sembra appagarlo, viste le recenti novità  emerse dal mondo Vikings in fatto di festini privati; contemporaneamente il buon Culpepper si allontana dal paradiso dei grandi della NFL insieme a tutta la sua allegra brigata.

Allegra sul panfilo noleggiato per la festa sul lago Minnetonka, decisamente triste sul campo. Soprattutto per i tifosi che seguono le vicende dei giocatori in maglia viola.

Lo scandalo "Sexy-boat" travolge più di un atleta a roster e, pare, qualche membro del coaching staff. La domenica successiva allo scandalo Chicago pone fine a ogni dubbio: i party dei Vikes sono ben organizzati, le partite un po' meno.

Chi avrebbe scommesso su un tonfo così pesante da parte di una franchigia che avrebbe dovuto vincere a mani basse la NFC North e si candidava a pieno titolo a giocarsi il gradino più alto della conference? Nessuno. Neppure quelli che in Randy Moss vedono il receiver più forte in circolazione. Già , perché per cedere Moss i Vikings si sono fatti rimborsare con una scelta al primo giro del draft ed hanno mosso molta acqua durante la free agency.

Difesa da rodare, certo, ma mentre siamo in attesa che ingrani abbiamo pur sempre Daunte Culpepper pronto a fare sfracelli anche senza il suo target preferito. Avranno pensato tutti così a Minneapolis, soprattutto il nuovo owner Zigy Wilf che annuncia una "nuova era per i Vikings". La debole O-line non è stata cambiata e qualche problema è subito arrivato con qualche acciacco di troppo (Nate Burleson e Michael Bennett) e una squalifica bizzarra (do you remember the Whizzinator?) per mancato rispetto dei regolamenti in normativa doping ai danni di Onterrio Smith.

Così accade che nulla vada come previsto e, mentre la nuova difesa soffre tento come la vecchia, l'attacco fatica a decollare" e il capitano, che non può abbandonare la nave, è in netta difficoltà  al timone, nel tentativo di rimettere in rotta una nave vichinga che oggi più che mai ha le sembianze di una vecchia bagnarola.

Daunte Culpepper si trova in difficoltà  come raramente gli è successo in carriera, dopo che nel 2004 si pensava che fosse arrivato al top per non dover più scendere per qualche stagione ancora, il quarterback ex UCF in NCAA non trova più il modo di guidare alla vittoria la propria squadra.

I Vikings crollano da subito, lasciando l'onore delle armi ai Buccaneers (24-13) per poi proseguire la scia di sconfitte interrotta solo dalla "W" di week 3 contro i Saints, tutt'altro che uno squadrone per ora. Ma ciò che si nota subito è la difficoltà  dei Vikes di mettere punti, di guadagnare terreno con scioltezza, con un running game poco credibile in assenza dei RB titolari e un gioco aereo che trova molte buone combinazioni alternate, spesso purtroppo, a errori incredibili e pessime chiamate.

Culpepper non sembra davvero più lui e non può essere solo la mancanza di Moss a creare disagio nel grande quarterback, anche perché la miglior stagione del capitano dei Vikings è stata la scorsa, proprio quando Moss ha sofferto spesso ai box per i troppi problemi fisici. Mancano target credibili?

Forse, e sicuramente la pressione sul numero 11 è davvero troppa. Le corse guadagnano meno di 80 yards a partita, Mewelde Moore non è certo in grado di fare la differenza con le sue portate e tutto il peso ricade solo ed esclusivamente su Culpepper, se possibile molto più che in passato. E con una linea che non regge nemmeno il soffio dei rivali, allora il gioco diventa troppo duro anche per lui. Ben 139 le volte in cui un avversario è arrivato a toccarlo, e già  24 i sacks subiti (addirittura nove solo contro i Falcons).

Il problema della linea era noto e il fatto che Mike Tice non vi abbia lavorato dimostra che l'head coach, troppo preso dai movimenti per migliorare le retrovie, non è ancora giunto alla conclusione alla quale molti sono arrivati: Culpepper nelle sue mani è buttato via.

Tice ha certamente avuto la sfortuna di perdere i RB, ma il fatto che Culpepper non abbia mai possibilità  di sfruttare il proprio potenziale è anche colpa della sua preparazione, del lavoro svolto per preparare la stagione. Non ci è dato sapere che influenza abbia avuto l'ormai troppo citato festino a luci rosse, né quanti di questi ne siano effettivamente stati organizzati. Davvero così tanti da scaricare definitivamente le batterie del QB?

Già , perché al di là  dei problemi di organico, Culpepper sembra aver perso parte della mobilità  che lo rendeva efficace in situazioni estreme, e un po' di quella precisione che gli permettevano di giocare il big play giusto nel momento giusto.

E allora sarà  Moss, si dirà . Ma bisogna ripetersi e dire che tanto la linea scadente, quanto una spesso reiterata assenza di un ottimo WR, erano pane quotidiano per il Culpepper del 2004, quello delle 4717 yards lanciate con 39 td pass. E undici intercetti, mentre quest'anno siamo già  a dodici.

Escludendo la partita contro New Orleans, la quale ci aveva illuso di poter rivedere di nuovo il vecchio talento conosciuto e stimato da tutti, Culpepper gioca con un rating stagionale di 62.8, nonostante il numero di yards guadagnate sia sempre più che positivo e la capacità  di trovare le mani giuste non sia passata del tutto, tenendo la percentuale di completi sempre piuttosto elevata. Il dover continuamente forzare lo mette però in difficoltà , mostrando limiti che finora non sembrava davvero poter avere.

Contro una difesa immensa come quella di Chicago poi ha visto crollare la propria media per lancio sotto le 5 yards per ogni completo: una delle più basse in carriera. Inoltre, sempre al Soldier Field, non ha trovato nessuna segnatura, nessuna giocata efficace, nessun numero da Culpepper insomma. Un disastro. Un disastro che vale solo quattro td pass in stagione, segnati in due sole partite (tre a New Orleans), con una serie di ben tre incontri senza segnature.

Insomma, se i numeri sono disastrosi, vederlo giocare non migliora l'impressione. Se è vero che l'assenza di un WR con esperienza e capacità  da NFL e dei due RB più importanti possono essere una scusante, è anche vero che Brett Favre (in condizioni di organico non troppo migliori se guardiamo la lista infortunati) sta mostrando comunque di avere il solito carattere combattivo, anche nei momenti di estrema difficoltà .

Culpepper appare spaesato, incapace di reagire e costantemente sotto i colpi del nemico, pronto a cadere o provocare un turnover. Qualcuno dovrebbe cominciare a preparare qualche soluzione per rendere più dignitosa la stagione e non commettere più gli stessi errori nel 2006. La difesa ha ancora possibilità  di crescere, qualche giocatore verrà  recuperato, ma a Culpepper serve qualcuno che lo sappia guidare al meglio anche dalla sideline, quando in campo non trova il bersaglio fidato grazie al quale vincere tante partite.

Tice non sembra l'uomo giusto, ma forse sono solo io a pensarlo. E domenica ci sarà  proprio Brett Favre.

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