Il flop dei Texans

Dom Capers sta passando questo campionato a strillare ai suoi uomini.

Pensando alla stagione 2005, Dom Capers non pensava certo di ritrovarsi senza vittorie dopo 5 partite disputate, non dopo una stagione dove i suoi Texans avevano progressivamente migliorato il numero di vittorie dall'ingresso nella Nfl del 2002 e non dopo le prestazioni offensive di David Carr, Andre Johnson, Domanick Davis e quelle difensive del playmaker Dunta Robinson, ovvero un quartetto di giovani in grado di dare un futuro lucente ad una squadra neonata alle prese con i soliti problemi di stabilità  di un roster creato dal nulla, draft dopo draft, che vede solamente 3 giocatori reduci da quell'expansion draft che ha visto nascere la franchigia di Houston.

I problemi di inizio stagione per Capers ed il suo coaching staff sono molteplici e nemmeno semplici da risolvere, in quanto quando ci sono infortuni di mezzo difficilmente le cose tornano per il verso giusto, specie se la profondità  del roster in certi settori non è di casa.

I Texans sono sempre stati conosciuti, oltre che per essere l'ultima franchigia ad aver fatto ingresso nella lega, per la mediocrità  della loro linea offensiva, che ha concesso così tanti sacks ai danni di David Carr da iscriverlo nei libri dei record in negativo e da domandarsi come il ragazzo faccia ancora a stare in piedi dopo tutte le botte prese in questi 3 anni da pro.

La tendenza non è cambiata in questa regular season che volge a metà  del suo svolgimento ed addirittura c'è la probabilità  che a fine anno la linea conceda un nuovo record di sacks ai danni del quarterback mantenendo questi ritmi, con serie conseguenze sulla salute del primo giocatore scelto nel 2002.

Domenica sera, contro i Seahawks, il difetto è stato messo in primo piano dall'infortunio di Zach Wiegert, fatto che ha costretto all'ennesimo shake-up un reparto già  malmesso in partenza. L'inconveniente ha costretto il centro Seth McKinney a spostarsi nel ruolo di guardia per far posto all'unico elemento in salute per entrare in campo, il rookie Drew Hodgson, fatto che ha costretto lo stesso McKinney a chiamare gli allineamenti da una posizione non naturale a causa della nulla esperienza della matricola sul campo da gioco.

Inoltre Chester Pitts aveva cambiato già  in partenza il suo posizionamento rispetto alla settimana precedente spostandosi in tackle lasciando quindi il posto di guardia a Milford Brown e quando sul finire del primo quarto Todd Wade è stato rimpiazzato da Victor Riley, il reparto si è trovato con la maggior parte dei componenti della linea offensiva diversi da quelli della partita precedente contro Tennessee, mentre quelli utilizzati anche la settimana precedente occupavano una posizione differente.
Un bel caos, insomma.

Il risultato offensivo è stato insufficiente, con 66 yards guadagnate su corsa e con 3 sacks subiti da Carr (sempre meglio dei 7 collezionati contro i Titans); da qui la difficoltà  di far girare l'attacco, di mettere punti sul tabellone e di ottenere statistiche offensive almeno simili a quelle dello scorso anno.

Infatti Domanick Davis ha corso per 358 yards in 5 partite senza segnare mete su corsa, segnature che invece ha ottenuto 2 volte in fase di ricezione; Davis è primo alla pari di Jabar Gaffney per palloni ricevuti con 20, secondo per yards ricevute con 144 e primo assoluto per ricezioni da TD appunto con 2.
Queste statistiche farebbero felice chiunque, ma se il running back ha numeri migliori di quasi tutti i wide receivers significa che i problemi sono molto più complessi del previsto, anche se l'infortunio che sta affliggendo Andre Johnson ha la sua grande rilevanza.

Se l'attacco produce poco, la difesa subisce invece molto; la combinazione dei due eventi è il pieno riassunto dello zero che attualmente risulta nella casella delle W alla voce Texans.

Houston ha progressivamente migliorato il numero di yards concesse ai running backs avversari andando in meglio partita dopo partita (Rudi Johnson limitato a 40 yards) ma mantenendosi alla 26ma posizione nella speciale statistica di questo settore.

Il Sunday Night contro Seattle torna utile anche qui come cattivo esempio, in quanto la difesa ha dato il peggio di sé concedendo ai Seahawks il record di franchigia per yards su corsa con 320.
Il solo Shaun Alexander ha passeggiato per 141 yards e 4 TD, mentre il suo backup Maurice Morris (che ha prodotto 20.7 yards a partita) ha concluso con 104 yards ed una segnatura.

Inoltre per ben 11 volte Houston ha concesso corse superiori alle 10 yards e per ben 6 di queste occasioni Seattle doveva guadagnare più di 10 yards per ottenere il primo down, praticamente un fallimento completo.
I Texans sono stati confusi dalle draw specialmente nei terzi downs e questo anche a causa della maggior pressione portata sul quarterback che se da una parte ha fruttato 3 sacks ed il primo intercetto stagionale, dall'altra ha reso vulnerabile il reparto contro l'attacco terreno.

Secondo il defensive coordinator Vic Fangio anche i cattivi placcaggi hanno contribuito: Dobbiamo effettuare i tackles in maniera molto migliore, troppe volte domenica abbiamo concesso corse da 6-7 yards che si sarebbero dovute fermare prima e corse da 7-8 yards che si sono trasformate in guadagni lunghissimi. Certo, la sconfitta non dipende solo da questo perché in generale non abbiamo fatto un buon lavoro difensivo, ma la tecnica di placcaggio è fondamentale.
Secondo Dom Capers invece la squadra sa di aver sbagliato (Non ho mai visto dei placcaggi così fatti male in vita mia) ed è parecchio frustrata ma deve mettere un paraocchi e proseguire per la sua strada per le prossime sfide.

Le prossime sfide appunto.

Domenica ci sarà  un impegno quantomeno proibitivo per i Texans, che affronteranno la sfida divisionale contro gli imbattuti Colts di Peyton Manning, Edgerrin James, Dwight Freeney e Robert Mathis, ovvero i peggiori clienti che potevano capitare ad una franchigia che sta tentando di risollevarsi a questo punto della stagione.

Quanto si divertirà  James a correre in mezzo ad una difesa che ha concesso 1.049 yards in 5 partite?

Quante volte si presenteranno Freeney e Mathis, la coppia di sackers più efficace della lega, nei pressi di David Carr tentando di aumentare i 30 sacks già  concessi dai tappezzamenti della linea offensiva?

Quanta pressione riuscirà  a mettere Houston su Manning, un quarterback dal rilascio molto veloce, dal basso dei soli 7 sacks stagionali ai danni di un regista avversario contando anche la non disponibilità  di Jason Babin e di Kailee Wong?

I texani domenica potranno solamente affidarsi alla statistica che li vede 3-0 quando giocano vestendo la alternate jersey, ovvero l'uniforme rossa da battaglia, che farà  appunto il suo esordio del 2005 nella prossima gara.

Ma da qui a dire che questo eviterà  la sesta sconfitta consecutiva ce ne passa di acqua sotto i ponti.

I problemi per i derelitti Texans sono troppi e sono arrivati tutti assieme, portando con loro anche diversi infortuni che terranno fuori giocatori che l'anno scorso sono stati parte di quel processo di crescita progettato da Capers e che sembra essersi bruscamente fermato in questo 2005, quando molti addetti ai lavori avevano pronosticato un posto sicuro ai playoffs per questa franchigia.
Ma con le latenti difficoltà  nell'assemblare una linea offensiva che abbia almeno lo stesso personale in campo tutte le volte e con una difesa da riprendere daccapo non si può pretendere così tanto.

Sarà  per l'anno prossimo.

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