NFC – Week 6 Report

Drew Bledsoe sta guidando i Cowboys con grande autorità …

NFC EAST

Dallas Cowboys 4-2, New York Giants 3-2, Philadelphia Eagles 3-2 (bye), Washington Redskins 3-2.

In 8 giorni i Dallas Cowboys hanno preso in mano la situazione nella division più appassionante e di livello dell'intera NFL. L'unica, finora, a poter mettere sul tavolo un poker di squadre in saldo attivo. Al successo della scorsa settimana a Philadelphia i ragazzi di Bill Parcells hanno aggiunto una seconda vittoria 'divisionale', sudata quanto importante, sui New York Giants per 16-13 in overtime.

Il field goal-partita di Josè Cortez ha spedito i Boys in vetta alla corsa a quattro per la offseason chiudendo nel migliore dei modi una partita iniziata come peggio non si poteva con 3 turnover nei primi 4 drive: nell'ordine un fumble ed un intercetto di Drew Bledsoe ed un secondo fumble, stavolta di Keyshawn Johnson dopo un contatto con Gibril Wilson.

Che comunque fosse una giornata fortunata lo si è capito dalla poca voglia dei Giants di sfruttare i regali dell'attacco dei padroni di casa, tanto che New York, in barba a quanto seminato dalla difesa, ha raccolto solamente due field goal di Jay Feely. Sotto per 6-0 la squadra di Big Tuna ha reagito mettendo insieme un drive eccezionale: 7 corse di Anthony Thomas, 8 su 9 di Bledsoe per 83 yds di guadagno, 8 minuti filati ed il td pass Jason Witten, liberato da una splendida play action.

Dopo il sorpasso Dallas si è vista bloccare un field goal di Cortez a ridosso dell'halftime e, in un terzo quarto senza segnature, ha visto Johnson festeggiare la sua 700.ma ricezione in carriera con vero e proprio numero da circo, una presa ad una mano in caduta tra Will Allen e Brent Alexander.

Così all'inizio dell'ultimo quarto New York si è ritrovata con un altro field goal di Cortez sul groppone, appena un centinaio di yds prodotte dall'attacco e la pochezza di 6 punti ricavati dai 3 turnover di cui sopra.

Un favore ricambiato da Dallas, riuscita a prendere solamente altri 3 punti dai fumble di Eli Manning (La'Roi Glover) e Brandon Jacobs, colpito sulla linea di meta da Roy Williams. Il drive seguente dei Cowboys, con 1'18″ sul cronometro, è durato appena 11 secondi. Già , un paio di corse, altrettanti timeout e un incompleto.

Allora il piccolo Manning ha tirato fuori le unghie e, partendo dalle proprie 48, ha trovato prima Plaxico Burress per 28 yds e poi Jeremy Shockey per la meta del pareggio.

Il tight end dei Giants, finalmente tornato ai livelli che gli competono dopo la deludente stagione passata, ha chiuso con 5 ricezioni per 129 yds, una meta ed una giocata da 59 yds. Una prestazione amara perché nell'overtime Bledsoe ha risposto per le rime al giovane collega, trovando nell'ordine Patrick Crayton, Terry Glenn e Witten per un guadagno di 49 yds che ha permesso a Cortez di tornare in campo, per l'ultima volta, spedendo tra i pali il field goal del successo (45 yds).

Sulla sconfitta dei Washington Redskins a Kansas City l'analisi completa èqui, a cura di Dave Lavarra. I Philadelphia Eagles hanno sfruttato il bye per preparare al meglio l'impegno di Week 7 in casa con i San Diego Chargers, mentre i Redskins ospiteranno i San Francisco 49ers.

Con il confronto del Giants Stadium tra New York e i caricatissimi Denver Broncos, l'unico impegno esterno riguarderà  Dallas, che volerà  a nordovest per fare visita ai Seattle Seahawks ma senza il tackle sinistro Flozell Adams (saltati i legamenti del ginocchio, stagione finita) e senza Clayton (fuori un mese, caviglia).

NFC NORTH

Chicago Bears 2-3, Detroit Lions 2-3, Green Bay Packers 1-4 (bye), Minnesota Vikings 1-4

Dopo la division del segno positivo ecco quella del profondo rosso. Con i Green Bay Packers fermi per l'open date più odiosa, quella che arriva dopo vittorie sonanti come quella travolgente della scorsa settimana sui New Orleans Saints, l'attenzione maggiore è andata al confronto diretto tra i Chicago Bears e i Minnesota Vikings, vinto da Brian Urlacher & soci per 28-3.

Un'altra mazzata per la squadra di Mike Tice, che oltre ad aver perso la bussola in estate con l'addio a Randy Moss e le grane legate ad Onterrio Smith ora si ritrova a dover convivere con un ex agente del FBI assoldato a tempo pieno per evitare il ripetersi di scandali come quello della maxi-orgia galleggiante della scorsa settimana. Per i Vikings, insomma, non è proprio stagione. Dopo un field goal abortito per un pasticcio dell'holder (mica uno qualsiasi, Mr. Brad Johnson), Minnesota ha rotto il ghiaccio nel secondo quarto con 3 punti – stavolta tutto liscio – dal destro di Paul Edinger.

I Vikings si sono fermati qui. Dopo un paio di pasticci iniziali (un fumble su un handoff ad Thomas Jones ed un rischio grosso in doppia copertura) Kyle Orton ha dimostrato ancora una volta di non essere il quarterback dei 5 intercetti contro Cincinnati ma, invece, di essere un rookie concreto e, soprattutto, di carattere. Il 22enne uscito da Purdue ha messo insieme una partita simile a quella della scorsa settimana con Cleveland, ma stavolta è arrivato il successo. Sedici su 25 per 117 yds, 2 passaggi in meta (entrambi per Desmond Clark) ed un intercetto nel finale.

Tutto il contrario di Daunte Culpepper, chiamato a lanciare 48 volte con 26 passaggi a destinazione per 237 yds, zero touchdown e 2 intercetti pesanti. Va detto che il numero 11 dei Vikings non è stato aiutato dal gioco di corse, affidato a Mewelde Moore (14 per 57 yds) con appena 4 portate lasciate a Michael Bennett e Moe Williams (9 yds in due). Orton, invece, ha trovato giovamento nelle 89 yds spalmate su 23 portate da Jones. Tutt'altri numeri, soprattutto nello sbilanciamento del gioco.

Minnesota, si sa, non è una squadra nata per correre la palla, ma uscire dal campo con appena 68 yds con 3 running back di un certo calibro è un'impresa dura. Tice, insomma, deve iniziare a pensare una rotazione adeguata. Lo spunto, volendo, può arrivare dai Philadelphia Eagles di due stagioni fa.

Visti i chiari di luna nella NFC North i Detroit Lions possono dire di aver gettato al vento un'ottima occasione per iniziare a mettere le mani sulla postseason. La sconfitta di misura subita in casa dai Carolina Panthers ha portato la squadra di Steve Mariucci a subire, in saldo negativo di un match, l'aggancio dei Bears.

Ma nonostante tutto i Lions sembrano comunque quelli attrezzati meno peggio per vincere la division: superiori in difesa sia ai Packers che ai Vikings, potenzialmente meglio di Chicago in attacco con un gioco di corse quantomeno normale. Il 21-20 finale nei primi due quarti è stato firmato interamente da Jake Delhomme, riuscito ad intervallare i td pass per Rod Gardner (4 yds) e Steve Smith (catch'n'run da 80) con i due intercetti riportati in mera da Boss Bailey (34 yds) e Kenoy Kennedy (64 yds).

Il limite di Detroit è stato, ancora una volta, l'attacco, riuscito a raggranellare 3 punti nel terzo quarto ed altri 3 nell'ultimo periodo prima di capitolare. Non sotto i colpi di Delhomme, uscito dopo un colpo durissimo rimediato da Kennedy mentre scivolava a terra accontentandosi di un guadagno di 5 yds. Ma da Chris Weinke, che a 3 anni dalla sua ultima apparizione in campo è entrato con 2'26″ sul cronometro infilando un 5 su 7 per 47 yds ed il td pass della vittoria per Ricky Proehl. Bellissimo, di grande freddezza (su 3° down dalle 3 yds) e 'classico': drop, finta di lancio e rilascio in controtempo, nel mezzo, per le mani del ricevitore.

Domenica i Vikings potranno rifarsi nel derby dell'1-4 con i Packers, mentre Detroit e Chicago saranno impegnate in una doppia sfida NFC North-Afc North affrontando rispettivamente i Browns a Cleveland ed i Baltimore al Soldier Field.

NFC WEST

Seattle Seahawks 4-2, St. Louis Rams 2-4, Arizona Cardinals 1-4, San Francisco 49ers 1-4.

Nella Nfc West i Seattle Seahawks si sono portati sul 4-2 asfaltando gli Houston Texans al Qwest Field. La squadra più disastrata della NFL è tornata in Texas con un pesantissimo 42-10 deciso quasi esclusivamente dal gioco fisico dei padroni di casa, riusciti a terminare con due running back oltre le 100 yds. Shaun Alexander si è superato, chiudendo con 141 yds su appena 22 portate e 4 touchdown, mentre Maurice Morris ha terminato con 104 yds su 8 handoff con una meta ed uno scatto da 49 yds. Houston ha fatto quello che ha potuto, chiudendo il terzo quarto con la consolazione di un bel td pass da 27 yds David Carr per Domanick Davis dopo una finta di end-around.

Troppo poco, comunque, per intaccare la superiorità  della squadra di Mike Holmgren, che ora guida la division con un margine di 4 partite sui Rams dopo la sconfitta di St.Louis a Indianapolis (Mark Bulger infortunato alla spalla destra, per saperne di più sul Monday Night vi rimandiamo al servizio completo). I Seahawks, comunque, dovranno fare i conti con l'assenza della free safety Ken Hamlin. Il giocatore, coinvolto in una rissa in un locale, è ricoverato in condizioni giudicate serie per una frattura al cranio con lesione dei tessuti cerebrali.

I Seahawks domenica prossima ospiteranno Dallas in una partita, mentre i Rams riceveranno i New Orleans Saints. Arizona Cardinals e San Francisco 49ers torneranno dal bye week giocando rispettivamente in casa con i Tennessee Titans ed a Washington con i Redskins.

NFC SOUTH

Tampa Bay Buccaneers 5-1, Atlanta Falcons 4-2, Carolina Panthers 4-2, New Orleans Saints 2-4.

Nella NFC South i Tampa Bay Buccaneers hanno vinto uno dei 'derby' della Florida passando a Miami sui Dolphins per 27-13. La squadra di John Gruden (5-1, oltre le più rosee aspettative) ha quindi conservato la partita di vantaggio sui già  citati Panthers e sugli Atlanta Falcons, usciti vincenti a fatica dal confronto con New Orleans, la Cenerentola della divisione.

I Bucs, ancora privi dell'infortunato Cadillac Williams, hanno trovato un grande Michael Pittman, autore di una prestazione maiuscola con 127 yds su 15 portate ed un touchdown.

Con le 50 yds corse da Earnest Graham e la solidità  del backup Chris Simms i ragazzi di 'Chucky' sono riusciti anche a far pesare pochissimo il grave infortunio di Brian Griese, uscito per un colpo al ginocchio sinistro a metà  del secondo quarto dopo aver messo insieme un ottimo 12/16 per 120 yds ed un passaggio in meta, quello per Joe Galloway che ha aperto le segnature. Griese, in attesa della conferma ufficiale da parte della dirigenza di Tampa, avrebbe riportato la rottura del legamento anteriore e di quello mediale, lesioni che, se confermate, metterebbero fine alla stagione del quarterback titolare.

I padroni di casa sono riusciti a conservare il margine di 7 punti rispondendo con Matt Bryant a due field goal di Olindo Mare e, sul 13-6 ed il terzo quarto ormai agli sgoccioli, in un minuto e 26 secondi hanno chiuso la partita.

Prima Pittman ha bucato una imbarazzante difesa dei Dolphins arrivando in meta con una corsa da 57 yds, poi sul drive successivo un sack di Greg Spires ha causato il fumble decisivo di Gus Frerotte, riportato in touchdown da Will Allen. Inutile, nel quarto periodo, il secondo touchdown in carriera del rookie Ronnie Brown dopo un fumble di Graham forzato da Zach Thomas.

Infine il successo, soffertissimo, dei Falcons. Nonostante la giornata opaca di Michael Vick, tornato a governare l'attacco dopo lo stop nella sconfitta interna con i New England Patriots, la squadra di Jim Mora è riuscita a strappare un 'W' pesante ai Saints (34-31), condannati all'ultimo secondo da un field goal da 36 yds di Todd Peterson. Il kicker di Atlanta deve dire grazie agli arbitri, visto che il primo tentativo, finito largo, è stato fatto ripetere per una holding difensiva quantomeno dubbia.

Arbitrare nella NFL è un lavoro difficile

Flag assurda, vista la sua reazione a caldo, per Jim Haslett, indiavolato sulla sideline ma più mite nei commenti del giorno dopo.

“Arbitrare nella NFL è un lavoro difficile”, ha detto a mente fredda il coach di New Orleans, “perché tutto accade ad altissima velocità  e se uno è stato in campo lo sa”.

Terminata la premessa 'politica' Haslett ha ribadito il suo punto di vista: “Bill Carollo e la sua crew hanno fatto un lavoro eccellente per la quasi totalità  della partita, ma non mi trovano concorde sul timing dell'ultima chiamata”, ha sottolineato Haslett. “Forse a caldo ho detto qualcosa che non avrei dovuto dire, ma non sono d'accordo con quella chiamata”.

Un'amarezza dettata anche dal fatto che l'head coach e l'offensive coordinator, Mike Sheppard, oltre ad aver perso la partita nel modo peggiore hanno visto sfumare una domenica da incorniciare sul fronte dell'attacco con 230 yds complessive su corsa (Antowain Smith 88 e Aaron Stecker 86) ed una prestazione piuttosto pulita da parte di Aaron Brooks, che ha chiuso con 22/33 per 259 yds, due passaggi in meta ed un intercetto.

Peccato anche per la difesa, che aveva contenuto bene il braccio sinistro di Vick 'limitando' il numero 7 dei Falcons ad una cinquantina di yds. La vera spina nel fianco? Warrick Dunn, 100 yds ed una meta su 22 portate. Una dimostrazione, l'ennesima, del fatto che i Falcons, per costruire una squadra in grado di finire al Super Bowl, possono contare anche sulla gambe del loro running back.

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